INFERNO SULLA TERRA di Jim Thompson – HarperCollins 2020

INFERNO SULLA TERRA di Jim Thompson – HarperCollins 2020

Dalle note editoriali sembrerebbe un libro stampato per la prima volta in Italia e dunque inedito dall’originaria pubblicazione americana del 1942, in piena guerra mondiale. In realtà c’è stato un lancio con Fanucci, avveduto primo scopritore dell’autore di Getaway. Ora una riedizione globale a cura di un editore strapotente sul mercato. Ma non è un Thompson in gran forma. La narrazione appare a tratti sfilacciata ed incongruente anche se la potenza d’impatto del plot è sempre in agguato, vivida e pronta a risvegliarsi. Un Thompson che sembra afflitto dal bisogno economico nel pubblicare una storia che avrebbe meritato ben altra asciugatura e taglio. Comunque per metafora c’è il climax di una società americana avanzante ma pure pregna di dubbi con la deriva incombente di conflitti sociali, di una difficile quadratura familiare e varie tentazioni di fuga psicotica. Se è vero che un popolo di nevrotici è sempre sul punto di crollare e di sconfinare nella follia qui la deriva borderline è una continua minaccia alle pieghe della narrazione. Si può pensare a John Fante, alla difficoltà di sbarcare il lunario. Un noir a tratti violento che non sottintende un colpevole se non chi ha contribuito a disegnare questo tipo di relazioni, cioè alla fine lo Stato più potente del mondo. La suspense tende angosciosamente a tenere continuamente in ansia un lettore sospeso in un clima di incertezza del futuro, un po’ come tutti i protagonisti di questo variopinto bozzetto d’America. Thompson si conferma scrittore pieno di tensioni, dai risvolti inquietanti. L’insoddisfazione è la costante del protagonista e riverbera un senso di distruzione sul sogno americano. Vuoto e inconsistente perché poggiato su valori fragili e minimali (il denaro, il successo, l’affermazione sociale?). Tensioni che lo portano sempre sull’orlo della improvvisa esplosione con conseguente vendetta. L’uomo comune che esce dalla cronaca minimale ed entra nella cronaca nera. E c’è molto Jim Thompson e tanti dei patemi di scrittore. Affermazioni e riconoscimenti sofferti, in una carriera piena di alti e bassi. Ricompensata solo dall’acquisto dei diritti filmici su alcuni suoi romanzi più riusciti.

data di pubblicazione:17/05/2020

DIAVOLI serie tv Sky 2020

DIAVOLI serie tv Sky 2020

Nella City del 2011, Massimo Ruggero è l’emergente della finanza: lavora per la NYLB di Londra, il cui CEO ,Dominic Morgan è considerato il drago planetario degli Hedge fund, in grado , per la sua spregiudicatezza nell’alta finanza di sconvolgere persino i destini di alcuni paesi. Fra finzione e realtà, nell’arco di 10 episodi, i diavoli della finanza si affrontano senza respiro…

 

 

L’inizio è dei migliori, il Ceo, Dominic Morgan (un viscido, ma fascinoso, Patrick Dempsey) spiega ai propri dipendenti l’essenza della finanza, ricorrendo a una storiella raccontata dallo scrittore David Foster Wallace nel suo discorso ai laureandi del Kenyon Collage. La metafora è che la finanza è invisibile e inodore come l’acqua per i pesci, ma le sue conseguenze possono condizionare ogni momento delle nostre esistenze. La fiction, deriva da un libro di successo di Guido Maria Brera, dal titolo I Diavoli, uno che ha conosciuto di persona le dinamiche “dell’ambientino”. Pur in una confezione eccessivamente patinata, tipica delle produzioni, ad alto budget, vengono mostrati gli inganni della finanza, ora con espliciti riferimenti alle reali crisi economiche di quegli anni, ora con avventure decisamente più romanzate, tra il thriller e la spy story. Al grande pubblico e alle gentili signore lo spettacolo è piaciuto: i due protagonisti maschili, Dempsey (il cattivo Morgan) e il nostro Alessandro Borghi (il meno cattivo, ma ombroso Massimo Ruggero) si sono divisi equamente il gradimento del gentil sesso. Le figure femminili, sono state affidate alla sofferente Signora Morgan, (una smunta Kasia Smutniak, da massimo due espressioni) e a Eleonor Burg (la longilinea Pia Mecher), fidata collaboratrice di Ruggero. La dolce anarchica, Sofia Flores, è interpretata da una spontanea, Laia Costa in un ruolo significativo di vera co-protagonista. La storia che non racconto, ma che sintetizzo, ricca di tradimenti, omicidi, pentimenti and so on, si muove al tempo della terribile crisi dell’Euro che coinvolse i così detti “paesi Piigs”, ovvero Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna, e che costò sangue, sudore e lacrime a tanta gente. A gestire le dieci puntate, in verità, un po’ discontinue tra loro, due registi, Nick Hurran e Jan Maria Michelini. Come accennavo, la produzione non si è fatta mancare niente: scene credibili, per lo più, londinesi, ma non manca la piacevole parentesi di Cetara, monitor giganti, fuoriserie, ragazze da urlo; tutto in linea con altri prodotti similari (stile,1992,1994). Certo, vedere i filmati dei disordini seguiti al fallimento dei Tango Bond argentini, o quelli della Grecia, “massacrata” dalla Troika o, l’attacco speculativo all’Italia, con l’aria che tira, qualche perplessità la suscitano.

In definitiva una fiction popolare su splendori e miserie morali della losca finanza.

data di pubblicazione:15/05/2020

CONTRO ROMA di Giovanni Papini – editore Elliot, ristampa 2020

CONTRO ROMA di Giovanni Papini – editore Elliot, ristampa 2020

Un testo di 107 anni fa può apparire singolarmente profetico sullo stato di conservazione e gestione di una capitale a cui il tempo non ha offerto miglioramenti rispetto alla visione d’antan di questo noto polemista. Trattasi di pamphlet nella forma delle provocatorie stroncature di uno scrittore sulfureo, in questo caso prefato dal più pacato Raffaele La Capria. L’aspetto anche editoriale più divertente del libro è che il puntuale report del discorso pronunciato nel 1913 al Teatro Costanzi di Roma (oggi Teatro Argentina) fu subissato di fischi e costellato di interruzioni. E tutti gli improperi degli astanti sono fedelmente riportati, mostrando anche il coraggio dell’oratore che sfida la platea con accenti sanguigni e una implicita forte derisione del valore della capitale. Verrebbe di riesumare l’antico detto: “Capitale corrotta, nazione infetta”, slogan figlio della cultura de Il Mondo. Qui siamo alla vigilia della partecipazione alla prima guerra mondiale e il Paese è in subbuglio, assolutamente non pronto per un evento del genere. Persino Mussolini era a quel tempo un “non interventista”. Papini vuole sinceramente far arrabbiare l’uditorio con un discorso – invettiva che ha il precipuo scopo di scatenare la polemica. Papini interpreta e giudica una Roma decadente e passatista, sentina di vizi e malvagità. Allo sfogo pubblico è abbinata un’intemerata su Benedetto Croce, giudicato troppo condizionante per la cultura dell’epoca nei tanti (troppi?) ruoli giocati: storico, filosofo, letterato, opinionista ante litteram. Come si legge Papini vuole togliersi di dosso sagome ingombranti: rispettivamente la città più rappresentativa del Paese e l’ideologo che sta formando una generazione. Definisce Roma “brigantesca e saccheggiatrice”, la descrive come una città povera d’ingegno e di capacità artistiche chiedendosi in effetti quale pittore e/o scultore di pregio abbia mai avuto la città eterna. Papini è un dinamitardo e le sue accuse non sparano a salve. Riveduti e corretti (traffico, decoro, corruzione, degenerazione della burocrazia) i problemi della capitale non sembrano poi enormemente cambiati.

data di pubblicazione:12/05/2020

Teatri In Comune ON LINE

Teatri In Comune ON LINE

Prende il via TIC ON LINE, un progetto di iniziative digitali condiviso dai Teatri in Comune –Teatro Biblioteca QuarticcioloTeatro Tor Bella MonacaTeatro Lido di Ostia e Teatro Villa Pamphilj, coordinato dal Teatro di Roma e promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale. La programmazione on line dei TiC, ha come obiettivo il consolidamento di percorsi di inclusione sociale e culturale che puntano alla sperimentazione di nuovi linguaggi artistici per immaginare un futuro insieme alle comunità di riferimento. Letture, interviste, musica dal vivo, progetti inediti per il web, interventi teatrali, tutorial, video, attività per piccoli e ragazzi, e tanti appuntamenti live compongono questo cartellone di proposte virtuali, tutti fruibili attraverso i canali social dei quattro Teatri (Facebook, Instagram e siti web), e inseriti nella programmazione digital #TdROnline del Teatro di Roma, aderendo alla campagna #iorestoacasa e al programma #laculturaincasa di Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale. 

 

TEATRO BIBLIOTECA QUARTICCIOLO: TBQVOICES

TBQvoices, online dal 5 maggio 2020, nasce da un’idea di Valentina Valentini come trimestrale del Teatro Biblioteca Quarticciolo e prevede due edizioni, sul web – in italiano e in inglese – e stampato su carta, solo in italiano. Si tratta di un dispositivo di comunicazione capace di creare spazi di immaginazione e relazione, non riempitivi dello “stare in casa” del fruitore, né compensativi di altre esperienze, ma pensati ad hoc per il web. Resta centrale la vocazione del TBQ alla creazione di comunità, all’ascolto del territorio che lo ospita accanto all’attenzione per i linguaggi del contemporaneo. In questo senso il palinsesto TBQvoices coniuga formati sperimentali e pluridisciplinari. Gli appuntamenti, con programmazione settimanale, prevedono rubriche di teatro; documentari; progetti storici di videodanza accanto a produzioni recenti, nate e concepite per il digitale, accompagnate da approfondimenti critici; una rassegna sui video d’autore dedicati ad artisti video commentati da studiosi (tre a Bill Viola, due a Giacomo Verde, uno a Studio Azzurro e uno a Mario Martone); TBQlab, progetto di ricerca e sperimentazione di creazioni rivolto a giovani artisti; una rassegna letteraria che apre lo sguardo a romanzi sulle periferie delle città in dialogo con gli autori; Vocali in orbita, Voci in podcast di una scuola a distanza a cura di Luca Lotano, un progetto radio che mette in connessione diverse realtà di accoglienza nel Lazio realizzato tramite gli smartphone per tenere viva la lingua italiana dei rifugiati e richiedenti asilo. Particolare cura è riservata alla programmazione di Teatro ragazzi che nasce da testimonianze, desideri e suggerimenti degli insegnanti e dei genitori del Municipio V: video didattici sugli spettacoli delle ultime stagioni del TBQ, con interventi di studiosi di Teatro Ragazzi e interviste al cast; La scatola dei ricordi, una sorta di “scatola virtuale” che bimbi e ragazzi delle scuole possano riempire di “pensieri e desideri”; Tutti in carrozza! Storie e filastrocche per viaggiare con la fantasia, per raccontare la magia delle storie e della poesia per i più piccoli; Letture teatrali in lingua inglese a sostegno della didattica a distanza.  Direzione artistica Giorgio Andriani, Antonino Pirillo e Valentina Marini _ Coordinamento scientifico Valentina Valentini

TEATRO TOR BELLA MONACA

Il Teatro Tor Bella Monaca presenta il Diario di un non intubabile di Alessandro Benvenuti che dal primo giorno del lockdown ha iniziato a scrivere, con la sua abituale ironia le sue riflessioni sulla forzata “quarantena” a causa del coronavirus. “All’inizio dell’emergenza che ha travolto le nostre vite – spiega Alessandro Benvenuti, Direttore artistico del Teatro Tor Bella Monaca – ho pensato ad un modo di comunicare affettuoso con i frequentatori del mio fan club su facebook e con tutti coloro che, da nord a sud, mi vengono a trovare in teatro per dirgli che l’uomo resiste, che continua a pensare e non si fa abbattere dalle avversità. Un modo assai radicale per dire ‘Largo ai giovani’. Il Diario di un non intubabile sarà trasmesso tutte le domeniche alle 18 in diretta sulla pagina Facebook del Teatro e sugli account instragram e twitter; i video saranno disponibili, successivamente, sul sito e sul canale youtube.  Tanti i progetti in cantiere al Teatro Tor Bella Monaca alla luce del rinnovo triennale dell’affidamento che, adesso, hanno subito uno stop forzato a causa dell’emergenza. Ormai il Tor Bella Monaca è considerato sempre più un punto di riferimento, uno spazio attrattore. Molte compagnie giovani si rivolgono a tale teatro con nuove proposte, grazie anche alla possibilità di avere un accesso molto celere.  Direttore artistico Alessandro Benvenuti _ Direttore del teatro Filippo D’Alessio

TEATRO DEL LIDO DI OSTIA. UN PONTE PER I TUOI SOGNI

Dal 6 marzo 2020, anche il Teatro del Lido ha dovuto chiudere i propri cancelli al pubblico, agli artisti, ai tecnici, agli operatori, privando temporaneamente il territorio di un punto di riferimento socio-culturale importantissimo. Successivamente alla chiusura e al generale momento di smarrimento, è iniziata ad avanzare la necessità di proporre delle attività che potessero rendere reale, anche in questa particolare situazione, lo slogan scelto per la stagione 2020: Un ponte per i tuoi sogni.  Sono stati immaginati una serie di eventi digitali che possano servire ‘da ponte’. Un raccordo che porti tutti verso un sogno più grande: rianimare la sala di via delle Sirene, nella convinzione che il teatro trovi la sua ragione più profonda nell’essere luogo fisico di ritrovo e condivisione per la comunità. Il web e i suoi strumenti saranno i ponti ‘informatici’ per colmare le attuali distanze tra il teatro e il suo pubblico e assieme per rimanere al fianco delle compagnie e degli artisti, che il Teatro del Lido avrebbe dovuto accogliere e che hanno visto svanire i propri impegni e con essi le proprie risorse economiche. Non lasciare indietro nessuno è il principio guida, per evitare il rischio che la spina dorsale dell’arte performativa si spenga, perché tornare indietro sarebbe molto difficile.  Il programma e il calendario degli eventi non sono ancora definiti nel dettaglio, è possibile però anticipare tra le varie attività online: laboratori destinati all’infanzia e all’adolescenza; incontri con le associazioni del territorio, tavoli partecipati 2.0 attraverso la condivisione di esperienze, riflessioni e idee per affrontare insieme le nuove sfide all’orizzonte; mostre virtuali, che permettano di esplorare gli spazi espositivi del teatro con l’ausilio delle tecnologie digitali; appuntamenti legati al cinema, per riproporre via web il seguitissimo appuntamento con il cineforum a cura di Donato Di Stasi, organizzato dall’Associazione L’Occhio Estraneo; didattica a distanza per adulti/e, proseguendo online i cicli formativi iniziati negli spazi del teatro; una rassegna di pillole teatrali, con interviste veicolate attraverso dirette radio o podcast, realizzate in collaborazione con una webradio del territorio nata proprio a ridosso di questo periodo di emergenza.

 

TEATRO VILLA PAMPHILJ “TVP ONLINE PRIMAVERA 2020” #TVPonline

Prosegue la programmazione di Teatro Villa Pamphilj per i prossimi tre anni, e questa è una bellissima notizia. Il pensiero artistico per il triennio 2020-2022 di programmazione è Prendersi Cura: delle parole, del linguaggio, del pensiero. Ma anche delle persone, dei luoghi, dell’ambiente. E dei diritti, della Costituzione, della bellezza. Prendersi cura del Teatro, del pubblico, perché il Teatro è uno strumento fortissimo e irrinunciabile di conoscenza, aggregazione, coesione e poesia.  E’ statoideato un programma settimanale on line (sui nostri canali social) di Teatro, Musica, Poesia, Arte varia, per tutte le età. Per i più piccoli due appuntamenti, il martedì alle ore 18 (dal 12 maggio) con A ME GLI OCCHI (E LE ORECCHIE) Favole e storie tra parole e immagini e SING-A-LONG, inglese e musica per piccolissimi, un progetto rivolto alla fascia 0-48 mesi e ai genitori con Diego di Vella e Livia Adinolfi. Due gli appuntamenti settimanali anche per la drammaturgia contemporanea, con le CONVERSAZIONI DI SCENA a cura di Giancarlo Sammartano e lL PALCOSCENICO DELLA LEGALITA’ – storie 2.0 un racconto in pillole dello spettacolo Dieci storie proprio così – Terzo Atto per non abbassare la guardia sulle atrocità compiute dalla criminalità organizzata e per non dimenticare le tantissime storie di riscatto (con Emanuela Giordano e CO2). Per la musica, il giovedì alle 18.30 con DIALOGHI MEDITERRANEI, incontri a distanza tra Stefano Saletti e gli artisti del Festival Popolare Italiano: Lucilla Galeazzi, Riccardo Tesi, Gabriele Coen, Gabriella Aiello, Jamal Ouassini e Luigi Cinque. La rassegna si concluderà il 4 giugno con l’intervista di Francesco Saverio Galtieri, Direttore della SPM Donna Olimpia a Stefano Saletti. Francesco Galtieri dialogherà inoltre sul metodo e la bellezza della musica (sotto tutti i punti di vista e a tutte le età) anche attraverso le Conversazioni Musicali (date da definirsi). Il venerdì alle ore 15, #JAZZHOME Il jazz non sarà messo in quarantenail diario di un musicista jazz nei giorni di isolamento in Italia a cura della batterista Cecilia Sanchietti, in collaborazione Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma. Per la didattica musicale, dal 15 maggio, ogni venerdì alle 18 “DIDATTICA, che spettacolo!” un ciclo di incontri sul metodo “Musica in Culla” per la prima infanzia, con Paola Anselmi e Beth Bolton, in collaborazione con il Festival di Amalfi. Ogni domenica alle ore 12, verrà pubblicata LA VIGNETTA di Fabio Magnasciutti: una vignetta dedicata all’arte, alla cultura, in questo periodo sospeso, per riflettere e sorridere con profonda leggerezza realizzata da uno dei più apprezzati disegnatori contemporanei.

data di pubblicazione:11/05/2020

#TDRONLINE 7: incontro con Lucia Calamaro e Phia MénArd

#TDRONLINE 7: incontro con Lucia Calamaro e Phia MénArd

La settimana digital del Teatro di Roma, dal 4 al 10 maggio, ha continuato ad arricchire l’offerta del palinsesto di proposte virtuali su tutti i suoi canali social (Facebook, Instagram e YouTube) per condividere nuove forme alternative d’arte e teatro attraverso il web. Da segnalare gli incontri di Giorgio Barberio Corsetti con la regista Lucia Calamaro e con la performer Phia Ménard.

La programmazione digital ha previsto martedì alle ore 16 il talk dedicato all’Arlecchino di Valerio Binasco, spettacolo approfondito attraverso i temi contemporanei della fame e della povertà, con i contributi del critico cinematografico Alberto Crespi e della giornalista Marta Fana.

Un omaggio sentito all’artista e attivista Giacomo Verde, pioniere della videoarte italiana, venuto a mancare nei giorni scorsi, che #TdROnline ha voluto ricordare proponendo mercoledì alle ore 12 il video della sua ultima performance Il piccolo diario dei malanni, un testamento umano dell’arte per la vita, che sarebbe stato programmato in Stagione al Teatro Torlonia.

Platea virtuale dedicata alla parola poetica e letteraria  giovedì 7 maggio con un doppio appuntamento alle ore 12 con Lino Musella che ha dato voce a uno dei passaggi più evocativi delle Lettere a un giovane poeta di Rainer Maria Rilke, mentre alle 16 il secondo appuntamento con Roberto Rustioni che legge frammenti dalle opere di Anton Cechov, mentre venerdì alle 16 c’è stata la proposta di lacasadargilla con L’anello debole, un’opera narrativa per parole e immagini, dal racconto La soluzione della mosca di Alice Bradley Sheldon.

Sono proseguite le conversazioni di Giorgio Barberio Corsetti con registi e registe della scena nazionale e internazionale. Giovedi alle ore 19 è stata la volta di una delle figure femminili più potenti della scena contemporanea: Lucia Calamaro, drammaturga e regista, tre volte premio Ubu, che ha saputo inventare una nuova lingua teatrale, autoriale e pervasiva, nel tentativo di scandagliare la psiche umana. Lucia Calamaro in questo momento dopo una fase di confusione mentale sta ora vivendo un momento di studio e creatività senza ansia, riprendendo appunti ed aspetti passati legati al suo lungo soggiorno a Montevideo ed in Sudamerica, quando la dittatura argentina aveva imposto il divieto di intersezione tra le persone, quello che oggi si chiama distanziamento. Sente gli amici anche quelli lontani oltreoceano che pur in presenza di minori casi di contagio vivono in reclusione anch’essi. Barberio Corsetti ricorda che la scrittura del teatro della Calamaro si concretizza principalmente sulla scena. La regista conferma che procede prima alla scrittura di alcuni pezzi che poi nel confronto con gli attori diventano il corpo della drammaturgia, motivo per cui il lavoro in sala prove è imprescindibile e bellissimo. Importante anche il corpo e la fisicità, la simpatia delle persone, non la spigolosità. Oggi si lavora su ipotesi di lavori futuri, tra cui un progetto sul punto apicale di ogni persona, in cui ognuno è visto nel suo momento migliore di sempre, lavoro visto come ricerca e nostalgia di questo apice. Altro progetto è la ripresa di Teatro del Tempo di Franco Parenti con Isabella Ragonese, oggi incredibilmente attuale. Come si immagina il dopo, chiede Barberio Corsetti. Il dopo secondo la Calamaro sarà uguale al prima anche dopo il trauma, perché si dimentica molto facilmente e bisogna comunque fare e ripartire, con spettacoli anche per poche persone. Se avessi dei giovani drammaturghi davanti post virus, come ti relazioneresti con loro, chiede Barberio Corsetti. Partirebbe dall’elenco delle cose mancate a ognuno, prendendo da tale lista gli aspetti più rilevanti, uniti alla condizione di rallentamento vissuta. Di che cosa abbiamo imparato a fare a meno? Il concetto di superfluo si è acceso e si riflette su ciò. Importante in tal senso un saggio scritto prima del Covid da Massimo Recalcati Le nuove melancolie che esamina i nuovi paradigmi della solitudine, della frontiera e della autoprotezione che ognuno si è imposto. L’ipotesi di un teatro contingentato per la distanza di sicurezza ed anche con il numero ridotto di artisti in scena non è poi così drammatico. Ci sarà un anno antieconomico, con una percezione dell’arte rinnovata, in cui riprendere abitudini più monacali, bello e potente comunque.

Sabato 9 maggio alle ore 21 è stata la volta della regista, artista performativa e giocoliera francese Phia Ménard, che sfida le convezioni e il diritto ad essere fuori norma; con la sua compagnia, ha già portato la coppia di spettacoli Vortex e L’après-midi d’un foehn al Teatro India lo scorso febbraio, e tornerà all’Argentina la prossima stagione. Attualmente è a Belgrado ospite di un’amica per qualche giorno ma ha poi deciso di rimanere lì per imparare a conoscere un altro popolo ed un’altra realtà. Si può uscire in alcune ore perché poi c’è il coprifuoco, si sta facendo esperienza di quanto accaduto in altri luoghi in Europa. Si progetta ma ci si interroga su come riappropriarsi del proprio spazio. Saremo dei sopravvissuti a questa malattia con un lutto dentro, continua la Ménard, tra notizie di attualità miste a ozio e attesa, il confinamento non aiuta la creatività, senza vicinanza, facendo sport e meditazione e cercando spunti di riflessione. C’è necessità di pensare a cose diverse che rimandano alla filosofia continua Barberio Corsetti. E’ essenziale, siamo chiusi in spazi confinati quali sono le abitazioni e dobbiamo continuare a vivere, grazie ai medici ed al personale sanitario e a chi fornisce il cibo, insomma grazie ad alcune classi sociali pagate poco ma fondamentali. Cosa fare oggi con il teatro? Avere il corpo prigioniero per un teatro fisico soprattutto è molto strano, anche in assenza di notizie certe. Sottomissione e reclusione. E’ angosciante. Leggendo Bernard Sitegler che è stato imprigionato, il modo per resistere è riprendere possesso del tempo durante la giornata, gestendolo, facendo ordine nelle cose. Abbiamo accumulato troppo, dalle mail alle cose, e ora dobbiamo fare delle scelte. Importante il supporto di meditazione e concentrazione, fermare oggi il corpo in attesa della libertà del domani. Il teatro sarà un luogo di fiducia? Nuove rappresentazioni ci attendono e bisognerà guardare diversamente il corpo. C’è contatto ora con gli amici e gli artisti della compagnia, chiede Barberio Corsetti. In questo momento dovevano essere al festival di Oporto, il momento è difficile per l’incertezza legata alla distanza forzata, non si sa nulla del futuro, importante la salute unita all’incognita lavorativa, ci sono le trasferte, oggi si esce solo per nutrirsi, avendo tanta voglia di portare in scena qualcosa ed incontrare la gente, superando paure e divieti. Anche in Italia si progetta e si aspetta, ma si ha voglia di pensare a ciò che si farà aggiunge Barberio Corsetti. Oggi tutto è sospeso, anche i progetti del Teatro di Roma che aspetta la Menàrd a braccia aperte nel 2021. Sarà bellissimo portare, conclude la Ménard, Saison Seche a Roma, una storia di sette donne che distruggono la casa del Patriarca, non a martellate ma con la danza, secondo nuovi rituali. Accadrà lo stesso anche con Maison Mére in cui la stessa incarna una dea punk che oggi assume una dimensione ed un significato diversi. Ci aspetta andare in sala all’Argentina con un terzo degli spettatori con la mascherina. Poi la gestione delle distanze tra attori ed i controlli medici. Sarà un teatro dentro il teatro. Importante sarà ruolo e concetto di immunità finchè saremo in questo limbo, una sorta di visione in stile Orwell 1984, o tribunali sovietici del periodo staliniano. Bisogna ricominciare e quando si vedrà qualcuno sul palco fare qualcosa sarà straordinario anche dietro ad una mascherina protettiva. Diventerà un’abitudine forse convivere con la mascherina; il teatro rimane comunque una forma di resistenza in quello spazio che ognuno vorrà e dovrà riprendersi, soprattutto gli spazi aperti, come il Colosseo, per uscire da un confinamento mentale e proporre qualcosa di nuovo per liberarsi e muoversi, danznado, urlando, cantando. Importanti come gli applausi, momento estremo di condivisione e di partecipazione e fiducia a tutti i livelli.

Domenica 10 maggio alle ore 16, Giorgina Pi e Bluemotion hanno rivisitato il mito classico con Tiresias, appunti dalla vita di adesso, per uno sguardo sul presente servendosi di quello dell’indovino cieco che vede oltre il visibile, partendo dagli estratti di Resta te stessa, rilettura della rivoluzionaria drammaturga, poetessa e rapper inglese Kate Tempest. La vita di adesso ha chiesto conforto a Tiresia e a tutte le vite che ha conosciuto, Tiresia che a occhi chiusi vede la vita di dopo al centro di piccoli quadri appesi sul cielo di domani.

Radio India ha continuato a riempire i silenzi, trasformando in ascolto la dimensione ‘dal vivo’, paesaggi e performance, dalla musica alla parola al suono, tutti i giorni live dalle ore 17 alle 20 e in diretta streaming su www.spreaker.com, poi in podcast anche su spotify e social del Teatro di Roma. Oltre alla programmazione consueta, le strisce quotidiane accolgono ospiti d’eccezione: Asia Argento, mercoledì, nella rubrica Disco presenta Blood on the tracks di Bob Dylan; Laura Scarpini è protagonista della rubrica Record, giovedìintervistata da Michele Di Stefano; mentre Daria Deflorian in Persone, venerdì, incontra Enrico Castellani di Babilonia Teatri; ospite speciale di Muta Imago è John Cascone, venerdì, in Sparizioni.

Non sono mancate le Fiabe della Buonanotte di teatro delle apparizioni mercoledì, venerdì e domenica alle ore 2 e l’appuntamento domenicale con Luce sull’Archeologia alle ore 12, tra storia, poesia e musica, che in questo terzo incontro Per volere degli dèi ha  raccontato Cartagine e la sua nota regina in una forma inedita.

data di pubblicazione:11/05/2020

 

DAVID DI DONATELLO 2020

DAVID DI DONATELLO 2020

In questi primi del 2020, segnati da una pandemia che ha costretto all’inerte immobilismo persino l’industria cinematografica, anche David di Donatello si sono visti costretti a cambiare veste.
Originariamente programmata per il 3 aprile, la cerimonia di premiazione della 65ª edizione dei David si è svolta ieri sera.

The show must go on, ma senza pubblico e con pochissimi applausi.
Carlo Conti da solo sul palco, raggiunto a fine serata da Piera Detassis, annuncia i premi con solenne sobrietà, cercando (e trovando) nella sua conduzione un equilibrio certamente adeguato alla particolarità di uno spettacolo forzosamente dimidiato.
Collegati dalle loro case, ci sono alcuni dei candidati: solo quelli, ovviamente, i cui nomi e i cui volti sono più riconoscibili al grande pubblico, anche se ciascuno di loro si preoccupa di ricordare il lavoro di chi “c’è, ma non si vede” e che, in questo momento, sente stretta attorno al collo la morsa di una crisi economica che sta iniziando a mostrare i suoi denti più affilati.

Colpisce e stupisce, anzitutto, la difficoltà ad apparire in video, dalla normalità delle proprie case, da parte di quelli che pure sono professionisti dell’immagine: non tutti hanno una connessione e/o una telecamera adeguata, qualcuno fatica (incredibile a dirsi!) a trovare un’inquadratura e uno sfondo decenti, proprio come, almeno una volta, sarà capitato a molti di noi in questi mesi di “lavoro da casa”.
L’irruzione di fronte alla web cam delle famiglie dei premiati (Anna Ferzetti per festeggiare Pierfrancesco Favino, i parenti di Marco Bellocchio, i figli di Luigi Lo Cascio e di Jasmine Trinca) restituisce almeno un briciolo di quell’emozione, sia pur in versione casalinga, che si addice alle grandi occasioni.

Il trionfatore di questa edizione dei David di Donatello è certamente Il Traditore di Marco Bellocchio, con quella storia di Tommaso Buscetta che, evidentemente, non ha ancora finito di raccontare gli snodi di una vicenda che ha segnato per sempre la storia dell’antimafia.
Il Traditore è il miglior film, Marco Bellocchio è incoronato miglior regista e Pierfrancesco Favino, alla sua prima nomination per questa categoria, si aggiudica la palma di miglior attore protagonista e Luigi Lo Cascio porta a casa la statuetta per come miglior attore non protagonista. Il Traditore vince anche il premio per la miglior sceneggiatura originale e quello di Francesca Calvelli è il miglior montaggio. Insomma, un successo trasversale ed evidente per il film di Bellocchio, che esulta “rivendicando” i suoi 80 anni e l’imperituro desiderio di continuare a girare film in cui crede.
La miglior attrice protagonista è un’emozionatissima Jasmine Trinca per La Dea Fortuna, mentre il premio per la miglior attrice non protagonista se lo aggiudica una onnipresente Valeria Golino per 5 è il numero perfetto.
Il primo re, nominato in molte categoria, conquista i premi per la miglior produzione e per la miglior fotografia (quella di Daniele Ciprì).
Pinocchio si porta a casa i principali premi legati all’ “immagine del film” (scenografia, costumi, truccatore, acconciatore).
Il miglior film straniero è Parasite, mentre il miglior regista esordiente è Phaim Bhuiyan per Bangla.
Tra i momenti più significativi della serata, c’è sicuramente il riconoscimento alla carriera per Franca Valeri, che compie anche i suoi primi 100 anni.

Qui di seguito si riporta l’elenco completo dei vincitori, con la speranza che la stagione cinematografica, in un modo o nell’altro, riesca a ripartire e a riaccendere gli schermi (non solo quelli dei computer o delle televisioni).

Miglior Film: Il Traditore

Miglior Regista: Marco Bellocchio

Miglior Regista Esordiente – Premio Gian Luigi Rondi: Phaim Bhuiyan

Migliore Sceneggiatura Originale: Il Traditore

Miglior Sceneggiatura Non Originale: Martin Eden

Migliore Produttore: Il primo Re

Miglior Attore Protagonista: Pierfrancesco Favino

Migliore Attrice Protagonista: Jasmine Trinca

Migliore Attrice Non Protagonista: Valeria Golino

Miglior Attore Non Protagonista: Luigi Lo Cascio

Miglior Fotografia: Daniele Ciprì

Migliore Musicista: Il Flauto Magico di Piazza Vittorio

Miglior Canzone Originale: La dea fortuna

Migliore Scenografo: Dimitri Capuani

Migliori Costumi: Massimo Cantini Parrini

Miglior Truccatore: Dalia Colli e Mark Coulier

Miglior Acconciatore: Francesco Pegoretti

Migliore Montatore: Francesca Calvelli

Miglior Suono: Il primo re

Migliori Effetti Visivi: Theo Demeris e Rodolfo Migliari

Miglior Documentario: Selfie

Miglior Film Straniero: Parasite

Miglior Cortometraggio: Inverno

David Giovani: Mio fratello insegue i dinosauri

data di pubblicazione: 9/5/2020

MEGLIO STAR ZITTI? di Giovanni Raboni – Oscar Moderni Mondadori, 2019

MEGLIO STAR ZITTI? di Giovanni Raboni – Oscar Moderni Mondadori, 2019

L’illuminante sottotitolo apre una luce sulla silloge critica di un rimpianto protagonista della cultura dei nostri tempi. Saggista, poeta, uomo di cultura che, fornito di un indole pacata, era capace di graffiare nell’esercizio recensivo con un’acutezza e una lucidità che non sembra più appartenere ai nostri tempi. La critica è svilita, ridotta a nicchie di puro ingombro sulle pagine dei quotidiani nazionali. Evaporata la critica che guidava il lettore verso approdi sicuri di lettura. Oggi impera il mainstream di Fazio, un contenitore dove si ricorre a libri di hit parade, in ragione di una logica commerciale di puro intrattenimento. Raboni ha radici culturali ancorate alla realtà. Come per Vittorio Spinazzola è ben presago del contesto in cui si collocano i suoi appunti e i suoi strali ed è anche cosciente di un ruolo orientatore che non si risparmia eventuali stroncature. Cinema, teatro, poesia, letteratura. C’è motivo di interesse vagando in giudizi che abbracciano non alla rinfusa ma con un criterio unificatore nomi come quelli di Woody Allen, Italo Calvino, Giorgio Gaber, Milan Kundera e Umberto Eco. L’attendibilità è il maggior pregio di un consulente di valore che ci accompagna in una accurata ricognizione nei meandri di possibile quanto oculate scelte. Meglio star zitti? Senz’altro no! Esprimersi, prendere posizione nell’alveo di quella che una volta si chiamava critica militante e che ha espresso personaggi come Giacomo Debenedetti, Alberto Asor Rosa, Walter Pedullà, Gianfranco Contini. Raboni avverte la responsabilità di guida di un work in progress non moralistico, fa sentire la pulsione costante verso l’oggetto della recensione. Distinguere il vero dal falso, il valore dal disvalore, l’autenticità dal mascheramento sembra la mission del lombardo che tradusse, tra l’altro, la mitica Recherche proustiana. Personaggio da rimpiangere. Anticonformista ma non per precetto con una massima significativa: una stroncatura serve alla buona salute della letteratura cento volte di più di un elogio infondato. Bene ricordarselo.

data di pubblicazione:09/05/2020

APRITE QUELLE PORTE! A QUANDO LA RIAPERTURA DEI CINEMA IN ITALIA?

APRITE QUELLE PORTE! A QUANDO LA RIAPERTURA DEI CINEMA IN ITALIA?

L’emergenza Coronavirus, si è detto e scritto in questi mesi, ha plasmato la realtà secondo un copione che credevamo possibile mettere in scena solo nell’universo immaginifico del grande schermo.

Proprio del cinema, caledoiscopico produttore di storie, si inizia a sentire l’insopportabile mancanza, in un mondo regolato dal distanziamento sociale e in cui il respiro di ciascuno di noi, lungi dall’incarnare il proverbiale alito di vita, diviene potenziale veicolo di morte.

Si tratta, pare opportuno precisarlo, di una questione che riguarda chi il cinema lo guarda, ma anche e soprattutto chi il cinema lo fa. Ogni emozione di cui lo spettatore viene privato equivale a un danno economico per artisti, maestranze, produttori e distributori che risulta ancora difficile quantificare, soprattutto nel medio e lungo periodo.

Ieri sera, durante la cerimonia per l’attribuzione dei David di Donatello consegnati virtualmente e silenziosamente (quasi sommessamente), il ministro Dario Franceschini non è andato molto al di là di quel “stiamo facendo tutto il possibile” che ormai suona come un impotente palliativo di chi fatica a intravedere e a (ri)costruire il futuro.

Cerchiamo, allora, di fare un po’ di chiarezza.

Dal 18 maggio riprenderanno le proiezioni telematiche. Riapriranno, insomma, solo le porte virtuali, riservate, vale la pena precisarlo, a chi disponga di una connessione internet quanto meno decente.

Il progetto, capitanato da LuckyRed, si avvale del supporto digitale di MyMovies e consiste, essenzialmente, nell’apertura di un canale streaming dove saranno disponibili in anteprima alcuni dei film la cui uscita in sala era prevista in questo periodo.

Si paga un biglietto e, all’orario stabilito, inizia la “proiezione”. Tra i primi film disponibili ci sono I Miserabili, Il matrimonio, Il meglio deve ancora venire e Matthias &Maxime.

Solo le produzioni più “strutturate” potranno ambire a una proiezione anche in sala, mentre per gli altri il passaggio in streaming sarà la sola realistica prospettiva.

Il progetto è indubbiamente interessante, specie per evitare che l’emergenza di questo periodo si traduca in un definitivo consolidamento dello strapotere di Netflix&Co, dal quale certamente derivano effetti virtuosi, ma che corre il rischio di staccare la spina alla magia della proiezione in sala, già da tempo in evidente sofferenza.

La speranza, allora, diviene quella di veder scendere in campo anche il Governo, con progetti concreti e non solo evanescenti rassicurazioni, capaci di tornare a somministrare agli spettatori quella medicina del sogno che ai professionisti del cinema garantisce la prospettiva di una vita dignitosa.

data di pubblicazione: 9/05/2020

#TDRONLINE 7: incontro con Lucia Calamaro e Phia MénArd

#TDRONLINE 6: incontro con Tiago Rodrigues e Thomas Ostermeier

La settimana digital del Teatro di Roma,dal 27 aprile al 3 maggio, ha continuato ad arricchire l’offerta del palinsesto di proposte virtuali su tutti i suoi canali social (Facebook, Instagram e YouTube) per condividere nuove forme alternative d’arte e teatro attraverso il web.

 

Tra le novità assolute il debutto a Radio India di una nuova rubrica settimanale The Performer – dall’insorgenza alla scomparsa dei corpi, in onda lunedì; mentre le strisce quotidiane si sono arricchite di protagonisti esclusivi con l’Extra di martedì a cura di Simone Derai, fondatore della compagnia Anagoor; molto interessanti infine i dialoghi di Giorgio Barberio Corsetti con Tiago Rodrigues e Thomas Ostermeier. Per la sezione schegge&racconti, mercoledì 29 aprile alle ore 12 Ivan Talarico ha presentato Buonismo in cattività, terza e ultima parte del suo tentativo di discorso sul presente, mentre giovedì 30 alle ore 12 sono stati presentati i versi inediti di Eleonora Danco, La Giornata Infinita – ovvero trattatello poetico senza speranza, mentre Roberto Rustioni alle ore 16 ha letto alcuni frammenti di Anton Cechov , geniale autore russo, anche medico, per omaggiare attraverso le sue opere il personale sanitario impegnato in questa emergenza sanitaria; venerdì 1 maggio alle 16 Gabriele Portoghese ha presentato alcune composizioni poetiche di Juan Rodolfo Wilcock, accompagnato da un ritratto dell’artista argentino ad opera di Edoardo Camurri.

Ancora venerdì primo maggio ma alle ore 11Piero Gabrielli ha lanciato sul web il video clip Canta che ti passa, una canzone collettiva per raccontare, in musica e parole, le sensazioni degli oltre 140 ragazzi e famiglie che hanno partecipato alla creazione del testo tramite il tutorial online e i laboratori condotti dal regista Roberto Gandini.

Sempre il primo maggio alle ore 19 il dialogo di Giorgio Barberio Corsetti con il teatro sovversivo e poetico di Tiago Rodrigues, regista portoghese e direttore del Teatro Nazionale di Lisbona. Barberio Corsetti ha ricordato che il Teatro di Roma coproduce lo spettacolo Catarina che dovrebbe essere in programmazione al teatro Argentina a febbraio 2021. Come potrebbe cambiare lo spettacolo che è molto legato al tempo presente, al virus ed all’epidemia?

Siamo tutti molto preoccupati ed abbiamo un dovere ed una responsabilità in quanto direttori di teatri nazionali afferma Rodrigues. Catarina e la bellezza di poter uccidere fascisti nasce da aspetti concreti legati alla vicenda di un giudice portoghese che si era mostrato particolarmente indulgente verso crimini commessi da uomini verso le donne aggrappandosi alla Bibbia, specchio di un atteggiamento ultraconservatore, capace di una violenza perpetuata ed istituzionalizzata, residuo di 48 anni di dittatura in Portogallo, finita nel 1974 ma i cui strascichi sono ancora diffusi. È la piece di un gruppo di attori che pensano a come rapire il giudice, ispirandosi a I giusti di Camus o Le mani sporche di Sartre, visto che ciò che si porta in palcoscenico non illegale. La dimensione provocatoria dello spettacolo ha innescato reazioni forti da parte della stampa e della politica di destra per uno spettacolo solo annunciato e non ancora scritto e provato. Si era ancora alla primissima stesura ed alle prime prove poi sospese. Nel frattempo anche in Portogallo la destra populista sta crescendo. Ma è come rispondere presente quando la pandemia sta crescendo. E’ la storia di una famiglia di sole donne che una volta l’anno si trovano in casa per assassinare un fascista che hanno rapito. Ma l’ultima arrivata non vuole uccidere e scoppia la lite familiare. E’ arrivato il momento di prendere la distanza dalle cose, proiettando lo spettacolo nel 2024-2025: come diventerà la nostra società, con lo spettro della violenza politica nella crisi economica.

Riesce a provare ora, chiede Barberio Corsetti. Il lavoro iniziale è fortemente basato sulla collaborazione e interazione con gli attori ed ora non è possibile farlo, in questo periodo si è lavorato sul programma e sulle relazioni del teatro di cui è Direttore. Si è deciso di pagare tutti come se gli spettacoli fossero stati in scena con dispendio di risorse finanziarie. Con tanti rischi e incertezze sul futuro. Ci sono libri da leggere e progetti da scrivere, videoconferenze con gli attori ma si parla solo della situazione attuale. Unica cosa decisa è che ci saranno di sicuro nello spettacolo cantanti femminili e canzoni antifasciste dell’Emilia Romagna. Ha ricevuto sostegno dal Governo? La Ministra delle Attività Culturali è stata interpellata per avere un rimborso dei soldi spesi e dopo varie vicissitudini si è riusciti a ricevere le somme anticipate a tutti i lavoratori dei teatri che sono prima di tutto cittadini ed hanno problemi di sopravvivenza. Bisogna sostenere queste persone il più possibile. Come immagina la ripresa Tiago Rodrigues conclude Barberio Corsetti Come si posizionerà il teatro? Rodrigues ha il presentimento che cambierà ma non sa proprio come. Bisogna essere realisti. C’è voglia di reagire e partecipare, il web è stato assalito ma questo non è teatro. Davide Carnevali ha scritto un articolo esemplare su questo periodo, ma non ha ancora una idea chiara. Bisogna fermarsi e riflettere meglio. Ci vorrà tempo. Non si può più subire il nomadismo della velocità, vivendo tutto allo stesso modo. Nel mondo del teatro in cui si ruba il tempo alle persone, il nostro rapporto con il tempo dovrà essere più sensibile e intelligente.

Il 2 maggio alle ore 21 l’incontro di Giorgio Barberio Corsetti con il maestro della scena contemporanea, che va al cuore dell’identità politica e sociale del teatro, ovvero Thomas Ostermeier, regista tedesco e direttore della Schaubühne di Berlino.

Il regista esordisce porgendo le sue personali scuse per l’atteggiamento del governo tedesco nel non aver sostenuto gli eurobond. Lui stesso fa parte di un movimento europeista solidale con Italia e Spagna. Si considera cittadino europeo di cui condivide i valori sociali e culturali ma non quelli economici che anzi stanno portando ad una regressione per pregiudizi o luoghi comuni. I teatri europei sono chiusi e si è molto preoccupati della situazione, si sta sperando che i politici salvino il teatro e la cultura ma è molto difficile, soprattutto in Italia, visto i precedenti politici che hanno governato. Ostermeier ama l’Italia sin da quando ragazzino veniva dalla Baviera, un’Italia che resiste e spera, l’Italia di Dario Fo, Pasolini, Berlinguer. Nel lockdown pensava di poter leggere tutti i libri accumulati negli scaffali ma fa programmazione da più di tre settimane, raccogliendo materiale di autori, filosofi, scrittori e materiale di spettacoli tra gli altri di Milo Rau e Sasha Waltz, tutelando il diritto di autore ed evitando che finiscano in rete. Si comincerà con una interlocuzione con Annie Hernaux, si mostreranno i vari punti di vista su questa emergenza, perchè bisogna cambiare qualcosa, è una situazione eccezionale che può però permettere di migliorare tanto. Tornerà tutto come prima chiede Barberio Corsetti. Politici, industria ed economia dicono che siamo in bancarotta, dobbiamo dare più potere alle aziende e lavorare di più ma si sta usando la crisi per cambiare le leggi e togliere di mezzo attivisti ed ecologisti. Ci sarà la crisi del teatro indipendente e del lavoro delle maestranze, ritengono entrambi. E’ umiliante richiedere i sussidi sostiene Ostermeier, sarebbe più giusto e meno costoso utilizzare il lavoro intermettente. Riaprire gradualmente i teatri. E’ deprimente, l’esperienza di andare a teatro, l’energia e l’interazione con il pubblico è troppo importante. Altro genere di spettacoli? Bisogna in qualche modo riaprire ma non dipende dal teatro. Sarebbe meglio aspettare il vaccino, per tornare al teatro come ad una festa e celebrare la bellezza del teatro. Questa la sua idea di riapertura. C’è ovviamente il problema del lavoro, ma il pubblico avrebbe paura a tornare. L’ottimismo può però derivare da una lettura storica: ai tempi di Shakespeare ci fu la peste ma dopo mesi il tetro risorse e vennero scritte opere straordinarie.

Il palinsesto settimanale si è chiuso con gli appuntamenti domenicali: il secondo incontro di Luce sull’Archeologia sul tema Enea, Roma e il Tevere alle ore 11e l’ultima delle piccole lezioni di economia di Marco Cavalcoli con Scrooge’s digest alle ore 16. E’ giunto infine al termine il ciclo di favole serali Fiabe della Buonanotte, di teatrodelleapparizioni alle ore 21, fiabe che hanno fatto addormentare i più piccini.

data di pubblicazione:04/05/2020

WE ARE ONE – A GLOBAL FILM FESTIVAL

WE ARE ONE – A GLOBAL FILM FESTIVAL

In questi infausti tempi di pandemia da coronavirus, le ripercussioni nel mondo del lavoro sono devastanti, particolarmente deleterie nel settore della cultura in generale, ed in particolare nel mondo del cinema. Passata miracolosamente indenne la Berlinale, appena in tempo prima che scoppiasse l’emergenza con il conseguente lockdown in tutti i paesi, ogni manifestazione risulta oramai congelata sino a data da destinarsi e sulla quale al momento non è possibile pronunziarsi. A parte la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica organizzata dalla Biennale di Venezia che, salvo imprevisti, è prevista per quest’anno dal 2 al 12 settembre, gli altri importanti festival del cinema l’uno dopo l’altro hanno dovuto capitolare. L’edizione 2020 del Festival di Cannes, prevista per questo mese di maggio, mentre in un primo tempo era stato deciso di farla slittare di un mese, ora è stata rinviata nella speranza che il mondo possa tornare entro l’anno a una parvenza di normalità e, l’ipotesi di realizzarla in streaming, non ha trovato consenso da parte del direttore artistico Thierry Fremaux, che si è dichiarato totalmente contrario ad una versione digitale della competizione cinematografica. Analoga sorte per il TIFF 2020, il Festival del Cinema di Toronto, pronto per settembre e ora rinviato a tempi migliori, così come comunicato da Joana Vicente, responsabile della manifestazione.

Per contrastare questo enorme disagio, che ha letteralmente sconvolto il vasto pubblico dei cinefili oltre che causare un enorme danno all’industria cinematografica mondiale, gli organizzatori del Tribeca Film Festival di New York hanno annunciato la realizzazione di un Global Film Festival che, tramite la piattaforma YouTube, offrirà tutta una serie di film già presentati nelle principali rassegne internazionali. Il programma dettagliato non è stato ancora reso noto, ma si sa con certezza che l’evento avrà luogo dal 29 maggio al 7 giugno con accesso dal link youtube.com/weareone. Secondo quanto riferito da Robert Kyncl, responsabile del settore commerciale di YouTube, sarà un avvenimento speciale che coinvolgerà gli appassionati di cinema di tutto il mondo, anche se ovviamente non potrà mai rimpiazzare i festival internazionali al momento sospesi, e sui quali si tornerà a parlare non appena l’allarme Covid – 19 sarà passato, o per lo meno mitigato.

data di pubblicazione:02/05/2020