LION di Garth Davis – Selezione Ufficiale

LION di Garth Davis – Selezione Ufficiale

(11^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – Roma, 13/23 ottobre 2016)

Questa 11^ edizione della Festa del cinema di Roma si chiude così come si è aperta, con un film che racconta la storia tormentata di un giovane uomo, questa volta vera, che da adulto si mette in cerca dei suoi familiari da cui è stato separato all’età di cinque anni.

Saroo, e suo fratello maggiore Ghaddu, sono inseparabili. Vivono in un piccolo paese rurale di una regione dell’India di cui il piccolo Saroo non sa neanche pronunciare il nome; sua madre è analfabeta e si guadagna da vivere trasportando sassi. I due fratelli, per prendersi cura della sorella e della madre, sono disposti a fare qualsiasi cosa per portare cibo a casa: dal furto di carbone sui treni merci che poi rivendono in cambio di un po’ di latte, sino a guadagnarsi la giornata sollevando balle di fieno: “Saroo, sei troppo piccolo per sollevare le balle di fieno”…”io posso sollevare qualsiasi cosa”. E così Ghaddu un giorno si lascia convincere e lo porta con sé, ma il piccolo non riesce a svegliarsi dopo il lungo viaggio in treno ed allora il fratello, che non può lasciarsi sfuggire l’occasione di guadagnare qualcosa, decide di lasciarlo sulla panchina della stazione con la raccomandazione di non muoversi. Ma la notte è troppo buia per un bambino di appena cinque anni che, rifugiatosi su di un treno vuoto per dormire meglio, si risveglierà dopo un lungo viaggio in una enorme e sconosciuta città: Calcutta.

Lion, lungometraggio d’esordio del regista pubblicitario Garth Davis che uscirà nelle sale italiane a Natale, presentato in anteprima mondiale a settembre al Festival di Toronto dove il pubblico l’ha premiato con un secondo posto, è tratto dal romanzo autobiografico di Saroo Brierley A Long Way Home che sarà nelle librerie in novembre. Anche se in campo cinematografico, letterario ed anche attraverso la televisione non è nuovo venire a conoscenza di storie di bambini alle prese con gli orrori della fame, della violenza e della guerra – argomento mai abbastanza trattato per sollevare le coscienze dal torpore in cui spesso vive la nostra società – quella raccontata da Lion-La strada verso casa colpirà in particolare per la forza della mente di questo giovane uomo, che mantenendo vivi i ricordi di un bambino di appena cinque anni, riuscirà a ricostruire il lungo percorso fatto nell’allontanarsi da casa.

La pellicola ha come protagonista Dev Patel (The Millionaire, L’uomo che vide l’infinito), molto convincente nella parte di Saroo venticinquenne, Rooney Mara (Carol) nella parte della sua fidanzata e Nicole Kidman in quella della madre australiana adottiva. Il film è ovviamente molto commovente e quindi rientra tra quelle pellicole che o si amano o si odiano, senza mezze misure. Le scene e la fotografia sono curatissime. L’uscita natalizia azzeccata.

data di pubblicazione:23/10/2016








LION di Garth Davis – Selezione Ufficiale

7 MINUTI di Michele Placido – Selezione Ufficiale

(11^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – Roma, 13/23 ottobre 2016)

E se quello che guardiamo non è il cielo ma un mare che sta per cascarci addosso? É ciò che si chiede l’operaia di un’azienda tessile italiana, da poco ceduta ad una multinazionale francese, perché è una delle undici donne chiamate a decidere in rappresentanza di tutta la fabbrica, se accettare o meno le condizioni della nuova proprietà. Il lavoro è salvo, ma si chiede ad ognuna di loro di rinunciare ogni giorno a 7 minuti della pausa pranzo: cosa sono solo 7 minuti, se in ballo c’è il mantenimento del posto di lavoro? Sono donne, ma anche madri, figlie e future nonne; i loro dialetti si mescolano all’italiano incerto di altre operaie immigrate dall’Albania, dalla Nigeria, dalla Romania. Ma Bianca, che è colei che le ha rappresentate tutte nel Consiglio di fabbrica, dice loro che quei pochi minuti, moltiplicati per il numero di tutte le operaie presenti in fabbrica, sono 900 ore di lavoro in più al mese: vuol dire produrre di più a costo zero e senza nuove assunzioni. E allora, accettare questo compromesso è uno sbaglio? Vuol dire che forse sta vincendo la paura perché, quando tutto crolla, cresce il bisogno di salvarsi? E se si accetta senza problemi, cosa succederà in futuro?

Michele Placido ci racconta una storia ispirata ad un fatto vero, portandoci per mano, senza eccessi, nel cuore pulsante di interrogativi importanti e lo fa affidandosi ad un cast femminile di prim’ordine. Queste donne dovranno in poco tempo emettere un vero e proprio “verdetto” e decidere se accettare o meno una proposta apparentemente innocua pur di vedere salvo il lavoro di tutti. Il film, nato da un testo teatrale di Stefano Massini, si svolge prevalentemente in una stanza in cui le operaie, intorno ad un tavolo, si trovano a dover prendere per tutti una decisione che ha un peso specifico importante, ed evoca in maniera inequivocabile, nell’impianto scenico, La parola ai giurati di Sidney Lumet il cui soggetto è stato ripreso negli anni in diversi adattamenti teatrali. La contrapposizione delle loro storie, i discorsi razzisti che in condizione di nervosismo emergono con prepotenza tra di loro, il voto che ognuna dovrà ripensare perché nel confronto le certezze cominciano a vacillare, sono anch’essi elementi nodali che ci riportano al film di Lumet e ai suoi 12 giurati chiamati a decidere unanimemente su un caso di omicidio che sconvolgerà le loro coscienze.

Tuttavia, nonostante le affinità, 7 minuti è un buon film, che si avvale non solo di una solida e collaudata sceneggiatura, ma anche di una ottima interpretazione corale di: Ottavia Piccolo, Ambra Angiolini, Fiorella Mannoia, Violante Placido (finalmente in un ruolo maturo), Clèmence Poèsy e Sabine Timoteo (bravissime), Maria Nazionale ed Cristina Capotondi; ma soprattutto di una ritrovata verve di Michele Placido alla regia.

data di pubblicazione:21/10/2016








LION di Garth Davis – Selezione Ufficiale

MARIA PER ROMA di Karen Di Porto – Selezione Ufficiale

(11^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – ROMA, 13/23 ottobre 2016)

A Roma è celebre un detto romanesco che attraverso un’iperbole vuole ben rappresentare la difficoltà di trovare qualcosa che ci si affanna a cercare. Quante volte, i romani soprattutto potranno capirmi, abbiamo sentito dire oppure detto “ma mi sembra di cercà Maria pe (per) Roma”? Eppure, oggi con la XI Festa del Cinema di Roma, Maria per Roma è anche il titolo di un film. E se l’iperbole romanesca sta a indicare qualcosa di raro, che non si riesce a trovare, per Karen Di Porto – debuttante sceneggiatrice e regista alla sua prima opera cinematografica, dopo una laurea in legge -, Maria per Roma è un atto di amore alla sua città che riflette non una Maria bensì tante Maria che abitano Roma, ma anche il resto d’Italia. Maria, è un’aspirante attrice, ha studiato, fa teatro ma non ha ancora avuto l’occasione che le ha fatto fare il salto di qualità e non ha mai recitato in un lungometraggio. Per sopravvivere passa le sue giornate affannata nella gestione dei check-in delle case vacanza disseminate tra le più belle strade del centro storico romano. La sua giornata tipo da “key-holder” inizia alle 7,00 di mattina con il primo check-in e si protrae finanche a mezzanotte con i soliti turisti ritardatari. In oltre 12 ore di lavoro Maria corre da una parte all’altra della caotica, fredda, frenetica città alla guida della sua Vespa blu con al fianco la cagnolina Bea – che anche nella vita reale non si separa mai dalla protagonista, regista e sceneggiatrice Karen Di Porto – che si ritrova a “respirare” e vivere all’unisono con lei le ansie, lo stress, i nervosismi, i malumori, le delusioni e le discussioni che pervadono gli incontri tra Maria e i clienti più strambi, il padrone dell’agenzia immobiliare e la madre, rimasta vedova a gestire un negozio di antiquariato in liquidazione che si preoccupa per la figlia sola senza un compagno e un vero lavoro Il precariato, la società in crisi economica e di sentimenti, l’assenza di meritocrazia, la fatica di arrivare a fine mese e la susseguente incapacità di amare ed essere amati e di avere una famiglia, temi ormai a noi fin troppo noti, non rendono banale o ripetitivo questo film. Seppure con una regia esordiente, Maria per Roma convince e proprio le scene interpretate da persone comuni, e non da attori, quelle persone che Maria/Karen Di Porto spesso incrociano nella loro quotidianità, creano un legame diretto tra lo spettatore e la storia che a tratti emoziona perché incredibilmente vera e vicina a tutti quei trentenni e quarantenni romani e non. Nel film si ride anche grazie a delle gags fulminee davvero intelligenti e divertenti. Roma, nel suo caos dispersivo che sembra abbandonare le sue “Maria” a se stesse e ad amari destini, al tempo stesso irrompe nella sua magnificenza di mamma rassicurante, con i suoi angoli suggestivi e magici in cui rifugiarsi e trovare anche solo dieci minuti si pace e sollievo per ricaricarsi e ripartire nella lotta della “jungla”, ma pur sempre continuando a sognare, perché sognare non costa nulla e ci aiuta a sopravvivere.

data di pubblicazione:21/10/2016








LION di Garth Davis – Selezione Ufficiale

KIDS IN LOVE di Chris Foggin – Sezione Alice

(11^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – ROMA, 13/23 ottobre 2016)

Jack (Will Poulter) sta attraversando la fase di indecisione post-diploma per cui non è convinto di intraprendere il tipo di vita che i suoi genitori si aspettano da lui. Incontra una ragazza misteriosa (Alma Jodorowsky) che lo introduce in un mondo inesplorato della West End di Londra edulcorato e trasgressivo. Jack, in procinto di partire con il migliore amico Tom per una vacanza in Sudamerica per cui ha messo da parte tutti i suoi risparmi, è subito trascinato e affascinato dalla sofisticata bohémienne cui appartengono la misteriosa Evelyn, ma anche le sorelle Viola ed Elena e lo stravagante Cassius, che popolano case chic e un mondo apparentemente candy-fashion ma in realtà popolato di fantasmi di debolezza, incapacità, sconfitta. Questa sorta di comune attira Jack e lo manda in crisi. In realtà il sogno di Jack di diventare fotografo lo spingerà alla fine fuori dal vortice e a mettersi alla prova con una Pentax trovata per caso.

Kids in Love, film britannico del 2016 diretto da Chris Foggin, racconta di un gruppo di ventenni che vivono in un contesto di apparente agiatezza e bellezza, che apre ad un baratro di devastante decadimento e di totale mancanza di riferimenti e valori. Le protagoniste femminili sono tre giovani modelle: Alma Jodorowsky, nipote del regista cileno Alejandro, è Evelyn, la it girl Cara Delevingne e l’astro nascente della moda Gala Gordon sono le  sorelle Viola ed Elena.

Il film mentre riesce pienamente a raccontare il nuovo e preoccupante presente giovanile con toni delicati e colorati, accennati al dramma, si perde nel percorso difficile e sofferto del giovane protagonista solo superficialmente descritto e dal quale lo stesse fuoriesce con apparente facilità per trovare da subito la strada che lo aspetta.

Alla fine rimangono le immagini di una Londra sempre all’avanguardia e sorprendente, descritta con dolci tonalità acquerello che lasciano un po’ di amaro in bocca.

data di pubblicazione:21/10/2016








LION di Garth Davis – Selezione Ufficiale

AL FINAL DEL TUNEL di Rodrigo Grande – Selezione Ufficiale

(11^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – ROMA, 13/23 ottobre 2016)

Al finale del tùnel del giovane regista argentino Rodrigo Grande regala al pubblico di questa edizione della Festa del Cinema di Roma una pellicola davvero ben strutturata. Un film che, come nelle ricette ben riuscite, è la perfetta combinazione della giusta dose del noir con un pizzico di thriller, macchiato qua e là da un discreto quantitativo di splatter ed un sottostante velo di storia d’amore. Joaquìn è un ingegnere, ancora giovane e affascinante, costretto a vivere sulla sedia a rotelle che, per far fronte alle ingiunzioni di pagamento e agli atti di pignoramento del Tribunale, decide di affittare il piano alto della sua grande casa, ormai in decadimento come i suoi sentimenti. Ecco che fanno ingresso nella sua vita e in quella del suo fedele Casimiro, un cagnolino meticcio anziano e malato che trascorre le sue giornate immobile nella sua cuccia – tanto che Joaquìn ha deciso di provvedere a breve alla sua triste dolce morte – Berta e sua figlia Betty. L’arrivo di madre e figlia riaccende note di colori, musica, passione nella vita ingrigita di Joaquìn il quale però, proprio quando inizia ad abituarsi e a lasciarsi andare alla ventata di vita che le ospiti hanno portato con sè, scopre dal suo laboratorio informatico situato nella cantina, che una banda di malviventi sta realizzando un tunnel sotto la sua casa, allo scopo di rapinare le cassette di sicurezza della banca adiacente la sua villa. Ma la vera sorpresa è un’altra: Berta fa parte del piano criminoso. Da questa scoperta inizia un metodico piano di Joaquìn, un piano quasi perfetto (che tiene lo spettatore incollato allo schermo in costante stato di ansia per tutta la durata del film), durante l’attuazione del quale si susseguiranno “rivelazioni” amare che uniranno e divideranno Joaquìn e Berta fino all’epilogo di tutta l’intrigata vicenda, al quale si arriva passando per una serie di colpi di scena, l’ultimo davvero geniale!

Una sceneggiatura ben articolata e interpretata da un buon cast di attori. Pellicola decisamente da non perdere se riuscirà ad arrivare nelle Sale italiane!

data di pubblicazione:21/10/2016








LION di Garth Davis – Selezione Ufficiale

GENIUS di Michael Grandage – Selezione Ufficiale

(11^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – ROMA, 13/23 ottobre 2016)

Michael Grandage, famoso regista e produttore teatrale inglese, arriva alla Festa del Cinema di Roma con Genius, già in programma nell’ultima edizione della Berlinale. Il film è tratto dal romanzo di A. Scott Berg sulla biografia di Max Perkins, uomo di eccezionale talento editoriale per aver scoperto e reso famosi nomi del calibro di F. Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Thomas Wolfe.

Il film si focalizza in particolare sul rapporto tra Wolfe e Perkins, un rapporto esclusivamente professionale tra uno scrittore ed il suo editore, che tuttavia diviene talmente intenso e totalizzante da arrivare ad urtare la sensibilità delle rispettive famiglie trascurate ed annullate da tanto reciproco impegno. La valanga di parole che esce dalla mano di Wolfe viene ridimensionata dall’esperto editore, che sa come muoversi sul mercato letterario newyorkese, riuscendo in tal modo a creare dal nulla un caso letterario, inimmaginabile anche per lo stesso Wolfe.

Il regista, più che focalizzarsi sulla personalità geniale di Wolfe, sembra concentrasi su quella di Perkins quasi a dimostrare che per la buona riuscita di un romanzo non basta solo la bravura di chi lo scrive, ma è indispensabile la figura dell’editor che sa scoprire intuitivamente i punti di forza dell’intera narrazione. Il ruolo dei due protagonisti è assegnato a Jude Law (Wolfe) ed a Colin Firth (Perkins), che con eccezionale bravura sanno reggere il ritmo, a volte congestionato, della storia; ad interpretare le mogli sono Laura Linney nella parte della signora Perkins, e Nicole Kidman come moglie di Wolfe, ruolo quest’ultimo alquanto stereotipato e non sempre all’altezza.

Film, in distribuzione nelle sale italiane il prossimo 10 novembre, ebbe a Berlino un buon consenso tra il pubblico ed un’ottima valutazione da parte della critica internazionale.

data di pubblicazione: 21/10/2016








LION di Garth Davis – Selezione Ufficiale

NOCES di Stephan Streker – Selezione Ufficiale

(11^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – ROMA, 13/23 ottobre 2016)

Zahira (Lina El Arabi) è una bellissima ragazza pakistana che vive da sempre con la sua famiglia in Belgio. La giovane è ben integrata nella mentalità occidentale, pur rispettando in privato le tradizioni religiose e comportamentali del suo paese d’origine. Costretta suo malgrado ad abortire, Zahira si troverà presto a dover accettare un matrimonio con un giovane che vive in Pakistan, imposto dalla famiglia e che ovviamente lei stessa rifiuta perché non lo ha mai conosciuto né tantomeno pensa di amarlo. Il film del regista belga Streker, pur trattando un tema che è stato oramai sviscerato in tutte le sue forme, non sembra voler a tutti costi esprimere un giudizio morale su quel che è giusto o su quel che è sbagliato riguardo ad una certa mentalità, ancora ben salda in molti paesi orientali. Qui si pone in risalto il dramma di questa ragazza che ama profondamente la propria famiglia, osserva in tutto le rigide regole che la governano, ma che comunque sente dentro di sé l’impossibilità fisica di sacrificare la propria vita in virtù di qualcosa che a lei stessa risulta inconcepibile. Poco valgono le parole del fratello Amir (Sébastien Houbani), suo grande amico e confidente, che cerca in tutti i modi di convincerla a mantenere la promessa di matrimonio già data per procura. Come gli altri membri della famiglia anche lui dovrà affrontare una profonda dicotomia tra i propri sentimenti e la cieca accettazione di consolidate regole sociali imposte dalla cultura pakistana: se da un lato persiste un affetto profondo per la sorella, dall’altro sembra fuori discussione il principio dell’obbedienza. Il film si lascia seguire con interesse ed è sicuramente di buon livello la recitazione degli interpreti che ci fanno entrare, con il dovuto rispetto, in un mondo a noi estraneo, ma sicuramente di indiscutibile attualità.

data di pubblicazione:20/10/2016








AMORE di Spiro Scimone – regia di Francesco Sframeli

AMORE di Spiro Scimone – regia di Francesco Sframeli

Dal 12 al 16 ottobre è stato in scena al teatro India di Roma Amore, l’ottava commedia scritta da Spiro Scimone, diretta da Francesco Sframeli, con la scenografia di Lino Fiorito.
In scena quattro personaggi a coppie di due: il vecchietto e la vecchietta, il comandante e il pompiere. Quattro figure che non hanno nome e che dialogano tra le tombe. Siamo, infatti, all’interno di un cimitero.
Il tempo è indefinito, forse, sono all’ultimo giorno della loro vita. In un’alternanza di comico e tragico, di nostalgia e sarcasmo, in uno spazio raccolto, dove accadono piccole ma grandissime cose, si celebra l’amore e forse la sua eternità.
Ennesima prova d’autore del duo Scimone-Sframeli, in scena assieme a Gianluca Cesale e Giulia Weber, che continuano ad essere elogiati da pubblico e critica per il loro teatro surreale e concreto al tempo stesso, terreno, dotato di una scrittura drammaturgica essenziale e diretta. Percorsi reiterati e circolari nel testo e nella gestualità, associati a pause e silenzi, rappresentano gli elementi cardine dei loro lavori ambientati in luoghi sospesi ma con una propria connotazione, dove i colori sono definiti e gli oggetti di scena densi di significati.
Un testo che celebra la consapevolezza del limite umano e del corpo che invecchia associati all’eternità dell’amore, rivissuto in attimi e ricordi terreni ma proiettato in una dimensione forse infinita: un amore fatto di un quotidiano tenero e tragicomico, fatto di pannoloni da cambiare e dentiere da lavare, pieno ancora di dolcezza sia nella coppia dei due vecchietti che nella coppia mai rivelata dei due pompieri che, dopo decenni di amore clandestino, di incontri segreti e mai soddisfacenti, sono stanchi di nascondersi. Tutti e quattro si baciano e si abbracciano sotto un lenzuolo, in un letto che è anche una tomba dove addormentarsi insieme non è più morire, ma proiettarsi verso una vita vera.
Una filastrocca delicata e profonda, intensa e serena, amore e morte pieni di luce.

data di pubblicazione:19/10/2016


Il nostro voto:

LION di Garth Davis – Selezione Ufficiale

NAPLES ‘44 di Francesco Patierno – Selezione Ufficiale

(11^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – ROMA, 13/23 ottobre 2016)

Norman Lewis, affermato scrittore inglese, ritorna a Napoli in cerca di ricordi dopo averla lasciata da ufficiale delle truppe alleate nel ’44, subito dopo la liberazione della città. Man mano che Lewis avanza tra i vicoli, gremiti come sempre di gente, salgono alla sua memoria tutte le atrocità ma anche le bellezze da lui vissute in quel periodo, in una città distrutta dai bombardamenti e con la popolazione allo sbando per epidemie e mancanza di cibo. Il film di Francesco Piperno è un documento insolito, che lascia stupiti per la sua bellezza mista a fascino puro: le immagini di repertorio si confondono con quelle della Napoli di oggi senza soluzione di continuità, ed emerge non tanto una contraddizione di vita quanto piuttosto una coerenza senza limiti riguardo l’arte di arrangiarsi, ieri come oggi e forse anche per domani, come unica via percorribile. Il racconto della storia di Napoli passa anche attraverso spezzoni di film storici, dove Totò e Mastroianni si integrano perfettamente nel tutto per presentarci una città piena di mistero, fanatismo religioso, miseria ma anche nobiltà d’animo. Ne nasce l’immagine di una città martoriata ma che non perde mai la voglia di sorridere e di guardare avanti, verso un futuro che forse cambierà in meglio l’attuale destino. La Napoli di sempre con un cuore grande che non si piange addosso sulla propria miseria ma che si accontenta di quello che il giorno porta con sé, senza perdersi d’animo, anzi con quella innata generosità della gente modesta che sa offrire quello che può. Francesco Patierno è un regista, sceneggiatore e scrittore napoletano doc. Il suo esordio è avvenuto con il cortometraggio Quel giorno alla 53esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, mentre nel 2003 presenta alla Berlinale il suo primo lungometraggio Pater Familias. Dopo anni di esperienza cinematografica nel 2012 pubblica il suo primo romanzo Il Giostraio, thriller-noir al quale ha lavorato con grande passione. Naples ‘44 con cui è presente alla Festa del Cinema di Roma è pellicola di grande spessore e di incomparabile poesia.

data di pubblicazione:19/10/2016








LION di Garth Davis – Selezione Ufficiale

DENIAL di Mick Jackson – Selezione Ufficiale

(11^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – ROMA, 13/23 ottobre 2016)

Il termine inglese denial indica, nel film omonimo diretto dal regista e produttore televisivo Mick Jackson, colui che nega l’evidenza dei fatti o, come meglio lo definisce la protagonista, un negazionista. La professoressa americana Deborah Lipstadt (Rachel Weisz), parlando in uno dei suoi libri sullo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, si scaglia contro lo storico David Irvin (Tom Wilkinson) che sostiene apertamente la tesi che l’Olocausto sia tutta una invenzione ideata da Israele per ricavarne vantaggi economici e politici. Irvin intenta contro la Lipstadt una causa per diffamazione che verrà sottoposta al giudizio di una corte inglese: la particolarità del sistema giudiziario inglese è che l’onere della prova non è, come in America, a carico dell’attore che promuove la causa bensì a carico della parte convenuta. Dunque, Deborah Lipstadt si troverà a dover dimostrare l’infondatezza delle accuse per diffamazione non mediante la prova della verità dei fatti narrati nel proprio libro, bensì mediante la prova degli errori commessi dal negazionista Irvin. Per riuscire nell’impresa, verrà sostenuta dal famoso avvocato Julius, tra i migliori di tutta la City, e dal suo team, la cui strategia difensiva, estremamente accurata e lungimirante, non poggerà sulla schiacciante prova testimoniale dei sopravvissuti allo sterminio di Auschwitz. Il processo (che realmente durò otto settimane), riesce a calamitare lo spettatore tenendolo abilmente ed alquanto “incredibilmente” con il fiato sospeso a causa di una palmare incertezza dell’esito che trapela dal volto imperscrutabile del Giudice designato e da alcuni sue inaspettate osservazioni rese in occasione dell’ultima arringa.

Denial si avvale di un buon cast e di una buona sceneggiatura, di tipico stampo americano, anche se a volte presenta dei punti di debolezza. Davvero ben trattato il profillo legale e processuale del contenzioso in materia di diffamazione che sicuramente è la parte più interessante ed intrigante di tutta la pellicola e, senza troppi colpi di scena o immagini capaci di sorprendere, la trama si lascia seguire bene e coinvolge per l’intera durata di 120 minuti senza annoiare. Ci troviamo di fronte ad una storia vera come è pur vero, purtroppo, che esistono ancora oggi diversi gruppi estremisti antisemiti che, in quanto negazionisti, affermano il contrario di quanto perpetuato nei lager. Il film uscirà nelle sale italiane in novembre.

data di pubblicazione:18/10/2016