#Iorestoacasa ROMAEUROPA FESTIVAL

#Iorestoacasa ROMAEUROPA FESTIVAL

In attesa della sua 35esima, aderendo al programma #Laculturaincasa promosso da Roma Capitale e alla campagna nazionale #Iorestoacasa, anche Romaeuropa Festival sta proponendo sulla sua pagina Facebook il materiale d’archivio delle sue passate edizioni. Questa settimana sarà dedicata ai protagonisti internazionali del festival attraverso interviste video e radiofoniche, materiale di backstage e un integrale dall’archivio di Rai Play.

 

Martedì 31 marzo è stata protagonista la musica elettronica che ha animato gli spazi social del REf attraverso l’intervista a due star del panorama internazionale come Jeff Mills e Tony Allen insieme nel live presentato al REf17, mentre mercoledì 1 Aprile il festival ha reso omaggio al grande coreografo britannico Russel Maliphant in dialogo con il suo Conceal | Reveal presentato durante la trentesima edizione di Romaeuropa (REf15).

Giovedì 2 e venerdì 3 aprile spazio al teatro internazionale con le voci di Pippo Delbono (dal REf17 nel racconto del suo progetto Adesso voglio musica e basta) e della compagnia spagnola Agrupación Señor Serrano nell’intervista realizzata al REf17 in occasione della presentazione di Birdie e nel dialogo (Post-it) costruito nel 2018 insieme a Rai Radio 3 al termine del loro Kingdom.

Sabato 4 aprile un focus sarà dedicato all’incontenibile energia della coreografa e danzatrice sudafricana Dada Masilo protagonista del REf nel 2013, nel 2014 e nel 2017 con un percorso dedicato alla rilettura dei grandi classici della danza: Swan Lake (Il lago dei cigni), Carmen e Giselle.

Domenica 5 aprileinfine, dall’archivio di Rai Play un appuntamento all’insegna della poesia e dell’incontro con l’integrale di Nudità, spettacolo nato dall’incontro tra Virgilio Sieni e Mimmo Cuticchio, in scena durante il Romaeuropa Festival 2019.

data di pubblicazione:01/04/2020

LA DONNA DAL TACCUINO ROSSO di Antoine Laurain – ed. EINAUDI Supercoralli, 2020

LA DONNA DAL TACCUINO ROSSO di Antoine Laurain – ed. EINAUDI Supercoralli, 2020

Ci sono autori che raccontano storie di vita lontane da quelle che vivono quotidianamente e poi, poi c’è Antoine Laurain (Il Cappello di Mitterand, 2012) che ci racconta, con il suo stile accattivante, di ciò che conosce bene: Parigi, le sue vie, i suoi caffè, i giardini del Luxembourg, le librerie, i libri, ma che … è abile nell’evitare di cadere nell’egocentrismo narcisistico. Ed ecco allora che in questo quadro tanto “normale” basta saper aggiungere un pizzico di pepe, un incidente, un po’ di suspense, un’inchiesta, un’indagine … ed ecco allora che il “giallo” diviene una ricerca di una sconosciuta e poi una piccola commedia romantica, leggera, affascinante e maliziosa. Un’idea brillante partire da uno scippo violento, da una borsa ritrovata, da una ricerca della proprietaria per scrivere poi una storia d’amore. Un’idea originale per riuscire a raccontare proprio il tempo magico della nascita progressiva di un innamoramento fra due sconosciuti che, lontano dagli abusati “colpi di fulmine”, sono spinti dai piccoli indizi che la Vita offre loro.

Un piccolo libro pieno di ottimismo, un buon libro da recuperare e rileggere per queste nostre lunghe giornate particolari, un libro che soprattutto fa molto bene al morale! Occorre solo e semplicemente lasciarsi trasportare da questa piccola storia, incredibile, toccante e romantica, forse un po’ convenzionale o scontata e con qualche piccola incongruenza, ma che importa? Il ritmo è elevato, il tono è leggero e non privo di humour e la scrittura è scorrevole e non priva di qualità. Una “caccia al tesoro” sentimentale, fresca tenera e maliziosa. Un romanzo che diverte e cattura facilmente il lettore, che si legge senza pause, molto velocemente, forse troppo velocemente al punto che si desidererebbe quasi che la storia cui ci si è affezionati si potesse prolungare ancora un po’ di più.

data di pubblicazione:01/04/2020

M IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati – Bompiani editore, ristampa 2020

M IL FIGLIO DEL SECOLO di Antonio Scurati – Bompiani editore, ristampa 2020

Marchiato dal successo come libro dell’anno (la prima uscita è del 2018) a distanza di due anni si può metabolizzare con più distacco la validità di un romanzo storico inusuale che si snoda per oltre ottocento pagine ma che si legge come un giallo grazie alla scorrevolezza cronologica della narrazione e a un uso sapiente e accattivante dell’italiano, non privo di finezze stilistiche. Ernesto Galli Della Loggia come si sa ha fatto le pulci a una decina di marchiani errori storici. Che però, in fondo appariranno veniali al lettori di romanzi e non intaccheranno la credibilità complessiva dell’opera. Personalmente abbiamo fatta la tara alle inesattezze correggendole in automatico nel corso della lettura, esercizio in qualche modo stimolante e coinvolgente. Si documenta l’ascesa di Mussolini dopo la “vittoria mutilata” nella prima guerra mondiale. Un’Italia piena di rancori e insoddisfazioni quella che si presenta nello scenario politico del dopoguerra e Mussolini è bravo a sfruttarne ansie e attese inserendosi in un contesto che vedeva, su altro versante il partito socialista, come aspirante al potere. Ma un secolo fa la rivoluzione di sinistra rimase incompiuta, a differenza di quanto avveniva in Russia, e così violenza dopo violenza, sopruso dopo sopruso Mussolini riuscì a farsi conferire il fatidico incarico di governo dopo l’ampollosa priva di forza della marcia su Roma. Si descrivono anche le ascese dei gerarchi di vario taglio ed estrazione (Farinacci, Balbo, Grandi, Arpinati), i tempestosi amori del duce (l’unico intellettuale quello con Margherita Sarfatti), l’acquiescenza colpevole del re e di quella società che restò inerte di fronte a questa perentoria ma pure resistibile scalata. Si scopre che Mussolini nei primi anni ’20 era ammirato anche all’estero e non dispiaceva a Giolitti e a Pietro Nenni. Ma i segnali del disastro già erano presenti se poteva maturare l’eliminazione di un personaggio irriducibile come Matteotti. La legalità subì un primo fiero colpo con la legge Acerbo con il potere consegnato a un partito che avesse superato la soglia del 25% dei suffragi. Come dire via libera per una dittatura.

data di pubblicazione:01/04/2020

IL NOIR a cura di Paul Duncan e Jurgen Muller – ed. TASCHEN Biblioteca Universalis, 2020

IL NOIR a cura di Paul Duncan e Jurgen Muller – ed. TASCHEN Biblioteca Universalis, 2020

Come vivere il Cinema senza essere al Cinema? Come tenere viva la passione? Occorre trasformare la circostanza in un’opportunità! Ed ecco allora che questi nostri giorni particolari, possono anche divenire l’occasione per leggere o rileggere dei libri usciti non molto tempo fa. Fra questi si segnala il bel libro edito dalla Taschen: Il Noir perché indicato sia per gli appassionati di cinema e gli specialisti, sia per gli apprendisti cinefili e per i novizi. E’ un saggio di ottima qualità sul “Cinema Noir”, su quel genere del tutto particolare che ha sempre goduto e tuttora gode di un nutrito stuolo di ammiratori e appassionati; una completa e concisa analisi che si focalizza in particolare sul suo periodo classico: gli anni fra il 1940 ed il 1960, periodo che coincide anche con gli anni d’oro del mito stesso di Hollywood.

Il Noir è, in effetti, un genere composito, inclassificabile e senza confini che ognuno: critico, studioso o semplicemente appassionato, definisce in modo diverso. Il nome stesso è un termine francese usato dai critici d’oltralpe subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale per indicare un tipo di cinema proprio e del tutto americano che però è, nel contempo, fortemente tributario delle scelte visive, estetiche e culturali degli espressionisti tedeschi. Un cinema particolarissimo caratterizzato da film in uno splendido bianco e nero, che raccontano storie amare ed angosciose dominate dal Destino, ambientate nelle atmosfere cupe e notturne delle grandi metropoli americane di quegli anni 40 e 50. Storie le cui origini letterarie possono essere ricondotte alla narrativa popolare e ai romanzetti hard-boiled dell’epoca.

Proprio perché indefinibile, in realtà il Noir più che un genere è essenzialmente un insieme tutto particolare di atmosfere, emozioni, stati d’animo e storie tragiche. Il nostro libro, (arricchito da foto d’epoca nitidissime, poster originali dei film più famosi, informazioni sulle produzioni, sul cast e sulle trame) tenta lo stesso, per quanto possibile, di fornire una serie di elementi per arrivare ad una corretta definizione del genere mettendo in luce tutti quei particolari e quegli elementi che più sono tipici e che più lo caratterizzano. A corredo e supporto di questo impegno sono poi indicati, con le relative schede ed analisi critiche, 50 dei film giudicati più rappresentativi fra i “Noir Classici” e fra i “Neo-Noir”. Scritto con mano esperta il libro è una vera delizia di dettagli, fatti, retroscena e osservazioni sulle tecniche di ripresa, sullo stile visivo, sulle produzioni e sui riferimenti letterari. un insieme di informazioni che fanno la gioia dei devoti e che spingerà ciascuno a scoprire o a riscoprire i propri film favoriti o a riformare la propria personale classifica. Nella più assoluta certezza che mai nessun altro libro conterrà mai la stessa lista dei 50 migliori film noir.

data di pubblicazione:31/03/2020

#TDRONLINE 1

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È continuato anche nel fine settimana la programmazione web del Teatro di Roma – Teatro Nazionale che ha aderito alla campagna #iorestoacasa e al programma #laculturaincasa di Roma Capitale. Due gli appuntamenti in calendario: Giorgio Barberio Corsetti dialoga con Alessandro Serra e Alessandra Vanzi omaggia Victor Cavallo. Noi di accreditati continuiamo a seguire e raccontare quanto proposto.

Sabato 28 marzo alle ore 21 il direttore del Teatro di Roma Giorgio Barberio Corsetti ha incontrato Alessandro Serra, il regista de Il Giardino dei ciliegi di Cechov, ultimo spettacolo programmato al Teatro Argentina prima della chiusura per l’emergenza Covid-19. Partendo inevitabilmente dal nuovo contesto, dalle nuove giornate e dalle nuove modalità di gestione del tempo, il colloquio si è spostato su emozioni e pensieri legati all’autore ed all’opera messa in scena da parte del regista, il suo rapporto con gli attori e con il linguaggio, la tecnica, lo spazio teatrale e l’interazione con il pubblico. Serra stimolato da Corsetti ha raccontato il percorso drammaturgico, che non parte dalla lettura a tavolino del testo, ma dal lavoro sul testo, fatto personalmente per cogliere elementi oggettivi, enucleati da ogni personaggio e poi trasmessi ad ogni attore per l’incontro ed il confronto con la personalità di ognuno. C’è poi tanto lavoro fisico che nello spettacolo sul testo di Cechov ha riguardato le arti marziali ed i giochi dei bambini. Non c’è in tal senso un codice recitativo univoco che viene ad essere seguito come avveniva in passato negli spettacoli della Compagnia Teatropersona. C’è invece un lavoro fatto sull’attore, un allenamento di base che poi porta l’attore stesso a sprigionare la proprie modalità di relazione con il testo e con l’azione drammaturgica. Corsetti ha sottolineato quanto sia importante nel lavoro di regista l’ascolto, di se stessi, dell’autore, degli attori, ribadito poi da Serra che ha sottolineato quanto sia rilevante avere dei riferimenti, dei maestri, quanto sia stato fondamentale leggere Brook, Kantor, Stanilavski, Toporkov. L’atto creativo è immediato ma non nasce dal nulla e si realizza insieme agli attori, facendo cerchio, che è quella forma che esaspera il concetto dionisiaco di rappresentazione e di teatro. Infine il dialogo si è chiuso con uno sguardo al futuro ed alle nuove progettualità. Serra è sempre desideroso di fare ricerca ma anche di confrontarsi con il pubblico senza farsi prendere da bulimie creative. Lo aspetta un lavoro su linguaggio e tecnica e sul coro che potrebbe portarlo ad un possibile confronto con la tragedia greca, senza dimenticare la sua magnifica ossessione, ovvero la spiritualità e la chiaroveggenza del mondo shakespiriano.

Domenica 29 marzo alle ore 16 l’attrice e regista Alessandra Vanzi ha letto alcune poesie di Victor Cavallo con l’omaggio lirico Ècchelo, a vent’anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel gennaio del 2000. Un itinerario in versi sulle tracce dell’attore e poeta romano dalla prosa tellurica e straripante di una umanità caotica, in cui riversava il magma di umori, voci, odori, esistenze della sua città, Roma, che scelse di vivere prima ancora di raccontare. Alle sue spalle il teatro sperimentale degli anni Sessanta, il cinema, la televisione, il festival dei poeti di Castel Porziano e le sue personali composizioni poetiche, che hanno viaggiato di bocca in bocca tra i protagonisti di quella stagione fino alle generazioni successive. Un percorso poetico per tentare di raccontare questo artista mutante, un viaggiatore metropolitano che ha restituito la vita in presa diretta, tra azione teatrale e immagine cinematografica, e composto versi segnati da vene di malinconia e solitudine che agitano le sue righe. La lettura sarà preceduta da una breve conversazione tra Alessandra Vanzi e Graziano Graziani, per raccontare in maniera non convenzionale il poeta sovversivo e ribelle.

data di pubblicazione:31/03/2020

L’ITALIA AGLI OSCAR di Vincenzo Mollica e Steve Della Casa – Edizioni Sabinae, 2020

L’ITALIA AGLI OSCAR di Vincenzo Mollica e Steve Della Casa – Edizioni Sabinae, 2020

Vincenzo Mollica, fresco pensionato Rai, afflitto da una malattia degenerativa, ma più che mai sulla cresta dell’onda, ha sfornato questo libro in tandem con un garbato cinefilo di lunga gavetta come Steve Della Casa. Un volume da collezione come il ruolo pregiato che il cinema italiano ha esercitato nella storia dell’Oscar. E la narrazione si esprime da un punto di vista molto personale. Con la frequentazione assidua della cerimonia hollywoodiana in un vasto arco di tempo e con una partecipazione personale, di conoscenza diretta delle star nostrane, mostrate attraverso una familiarità compiacente e certo non troppo severa. Non c’è acribia nella dimostrazione di contiguità e nella partecipazione comune allo star system. Ma gli autori fanno intravedere da un virtuale buco della serratura le sgrammaticature della cerimonia e le esagerazioni dei divi americani. Situazioni che possiamo immaginare ma che diventano reali e tangibili se raccontate, come avvenuto nella presentazione ufficiale al Grand Hotel di Roma, insolitamente cominciata persino con qualche minuto di anticipo, forse per tamponare la condizione di salute di uno degli autori. Così Al Pacino circondato da donne di non preclari costumi oppure un Jack Nicholson la cui autovettura si palesava come un autentico arsenale alcoolico. Vizi privati che diventano pubblici, parafrasando Jancso. Il resto è ordine e memoria, rileggendo il lungo elenco di italiani fregiati di un Oscar: Sophia Loren, Vittorio De Sica, Anna Magnani, Federico Fellini, Giuseppe Tornatore, Ennio Morricone, Roberto Benigni, Paolo Sorrentino, Gabriele Salvatores, Gianni Quaranta, Milena Canonero, Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo, Nicola Piovani. Un zig e zag tra le eccellenze attoriali e professionali che fanno ricca un’arte ora ferma ai box nell’emergenza coronavirus. Mollina paragona la cerimonia degli Oscar a un atto liturgico, un altare maggiore di quella immensa cattedrale che è la scatola di sogni chiamata cinema. Un valore di riconoscimento universale vista la fioritura di un interessante cinema asiatico e africano.

data di pubblicazione:29/03/2020

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Anche il Teatro di Roma – Teatro Nazionale, a seguito dell’annullamento delle attività e degli spettacoli programmati nei suoi teatri, ha deciso di aderire alla campagna #iorestoacasa e al programma #laculturaincasa di Roma Capitale, andando in scena sul web attraverso una programmazione sui i canali social (Facebook, Instagram e YuoTube) del Teatro di Roma con possibilità di poterne fruire anche successivamente alla diretta.

 

Una programmazione certamente interessante e alternativa, in un periodo speriamo più breve possibile di pausa e riflessione, attraverso una nuova modalità di fruizione dell’arte e della cultura che apre i confini a una nuova socialità e a nuovi spettatori.

Noi di accreditati seguiremo e racconteremo quanto proposto.

In questa settimana mentre martedì 24 marzo alle ore 16 nel dibattito Un giardino lungo un secolo, correlato allo spettacolo Il Giardino dei ciliegi, andato in scena al Teatro Argentina fino al 4 marzo scorso il regista Alessandro Serra e il russista Fausto Malcovati hanno dialogato attorno a uno dei capolavori del teatro mondiale, mercoledì 25, venerdì 27, domenica 29 marzo sempre alle ore 21 è stato cadenzato l’appuntamento con le Fiabe della buonanotte a cura di Teatro delle Apparizioni, un ciclo performativo di favole serali, attraverso un gioco di ombre ed il suono di un carillon ideato e curato da Fabrizio Pallara.

Giovedì 26 marzo alle ore 12.00 abbiamo assistito alla lettura di alcuni appunti tratti da Non svegliate lo spettatore spettacolo in corso preparazione su Ennio Flaiano con Lino Guanciale, attraverso una serie di note e spunti tratti dallo spettacolo sui testi di Flaiano, che avrebbe dovuto debuttare a inizio aprile a Chieti e che è al momento è rimandato. Lo sguardo acuto e disincantato di Flaiano è al centro di questo interessantissimo lavoro che mescola alcuni dei testi più conosciuti (da Tempo di Uccidere a Un marziano a Roma) con il Flaiano più privato. Pochi minuti intensissimi, una riflessione attualissima sull’essere e sul sentirsi italiano attraverso il pensiero di uno dei maggiori uomini di cultura del Secondo dopoguerra: scrittore (Premio Strega nel 1947 con Tempo di Uccidere) e sceneggiatore di numerose pellicole dirette da Federico Fellini (I Vitelloni, La strada, Le notti di Cabiria, La dolce vita, 8 ½ ), da Alessandro Blasetti (Peccato che sia una canaglia) da Steno-Monicelli (Guardie e Ladri) e di altri capolavori della cinematografia italiana. Un toccante excursus di parole e sensazioni magistralmente narrato da Lino Guanciale, fatto di senso etico ed estetico, sociale e culturale, per uno sguardo attualissimo sul presente.

Sempre giovedì 26 marzo ma alle ore 16 ne La Cornice un’altra interessantissima lettura dal Decameron di Boccaccio a cura dell’attrice Monica Demnaru che ci riporta alle pagine simboliche della peste che colpì Firenze nel 1348, metafora della nostra emergenza. Anche in questo caso il confronto con il reale e l’attuale è sconcertante.

L’arrivo improvviso della peste e lo sconvolgimento di vita e abitudini di tutti con il racconto della quarantena di dieci giovani che si rifugiano in una villa fuori Firenze e decidono di narrare a turno ogni giorno una novella, una storia.

Ecco l’efficacia delle parole della stessa Demnaru. “Alla parola che narra, alla disciplina del raccontare novelle, i giovani affidano la necessità di sublimare e conoscere le passioni, «esercitare la pietà e sollevare gli animi nel piacere dell’arguzia e della bellezza. Credo che a queste pagine possiamo ritornare nello scoprire che la nostra società che nel suo massimo sviluppo storico respinge la cultura come inutile, la invoca per arginare ora l’angoscia profonda nell’isolamento, nella paura e nella mancanza di senso”.

data di pubblicazione:28/03/2020

LA PELLE di Liliana Cavani, 1981

LA PELLE di Liliana Cavani, 1981

Napoli 1944, seconda guerra mondiale. Tra le macerie e miserie di una città appena liberata dagli americani, Curzio Malaparte è a capo del Corpo Italiano di Liberazione e si trova a mediare tra gli alleati e la popolazione oramai ridotta allo stremo. Nei quartieri succede di tutto: prigionieri tedeschi venduti a peso, bambini dati dalle madri ai soldati nordafricani per pochi soldi, prostituzione di ragazze appena adolescenti… tutte situazioni off limits che trovano la massima esternazione nella improvvisa e tragica eruzione del Vesuvio. A completare questo quadro, a dir poco devastante, una intrepida aviatrice americana viene violentata dai suoi commilitoni ed un uomo festante viene travolto per strada da un carro armato americano, il tutto senza suscitare alcuna reazione da parte degli alleati, ma che invece viene giustamente inteso come un segno di sconfitta da parte del protagonista, che si trova ad assistere impotente a questo scenario apocalittico. Nonostante il cast eccezionale (tra gli interpreti: Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Burt Lancaster, Carlo Giuffré…) il film, presentato in concorso alla 34esima edizione del Festival di Cannes, suscitò grandi reazioni da parte del pubblico e fu molto censurato e svilito da parte della critica. La Cavani fu accusata di aver in gran parte travisato lo spirito dell’omonimo romanzo dello stesso Malaparte, divenuto un classico del dopoguerra, dal momento che sembrava evidente come la regista avesse voluto cogliere, con palese compiacimento, solo gli aspetti più ripugnanti e scandalistici dell’intera storia. Il suo crudo realismo, che poi è una prerogativa che la caratterizza, disturbò molti che interpretarono il film come chiaramente antinapoletano, perché mostrava un popolo che per un briciolo di sopravvivenza era disposto a lasciarsi travolgere da una perversione brutale e irrazionale. In questa storia tutta napoletana non possiamo non proporre questa ricetta tipica: la frittata di maccheroni.

INGREDIENTI: per quattro persone 350 grammi di maccheroni (spaghetti), 6 uova, 200 grammi di provola affumicata o fiordilatte, 100 grammi di parmigiano grattugiato, olio d’oliva, sale e pepe q.b.

PROCEDIMENTO: Lessare gli spaghetti al dente, scolarli, condirli con un poco di olio e lasciarli raffreddare. Aggiungere le uova sbattute, il sale, il pepe e il parmigiano. Mettere in un tegame un filo di olio e appena caldo versare metà del composto. Disporre uno strato di provola o di fiordilatte a pezzetti e ricoprire con l’altra metà del composto. Girare con un coperchio o un piatto e far cuocere a fuoco moderato in entrambi i lati. Quando si sarà rassodata e formata una crosticina, la frittata sarà pronta per essere servita.

data di pubblicazione:27/03/2020

CINEMA DA CASA: I PROSSIMI OSPITI DI ALICE NELLA CITTÁ #Amiciallafinestra

CINEMA DA CASA: I PROSSIMI OSPITI DI ALICE NELLA CITTÁ #Amiciallafinestra

Continua a farci compagnia in queste serate l’iniziativa Cinema da casa, il flash mob cinematografico promosso da Alice nella citta, che è arrivato quasi alla fine della seconda settimana di programmazione.

 

Stasera verrà proiettata sulle facciate della città di Roma, grazie ai titoli suggeriti dalla rivista Cinematografo che a Fellini ha dedicato uno speciale,  una selezione dedicata proprio al grande maestro mentre da domani riparte con le serate in compagnia degli amici alla finestra che si collegheranno in diretta telefonica alle 22 in occasione delle dirette sulle pagine social di Alice. Giovedì 26 marzo si aprirà in musica grazie al regista Damiano Michieletto che ha selezionato 13 sequenze tratte dai musical più amati e si proseguirà poi in commedia venerdì grazie a Rocco Papaleo e nel weekend  alternanza di grandi classici e cult chiacchierando con  l’attrice Sara Seraiocco per chiudere poi  domenica assieme a  Diane Fleri e Claudia Potenza.

Davvero un’idea bella e originale partita da Roma che grazie al passaparola è andata lontano. Ad oggi sono 60 le finestre attive in Italia e all’estero.

A Roma, Pisa e Torino si proietta tutte le sere alle 22 e da domani si proietterà quotidianamente anche a Bologna, Catania, Palermo e Cagliari.

All’estero cinema da casa è attivo nelle Filippine, Vietnam, Polonia, Bulgaria, Belgio e  Svizzera e seguita anche dal brasile , un’iniziativa che è rimbalzata fino in America grazie ai social.

Noi di accreditati lo stiamo seguendo ma per partecipare a cinema da casa basta proiettare alle 22 con il proprio proiettore dalla finestra  le sequenze dei film più amate oppure seguire le pagine facebook e IG di Alice alle 22 in diretta tutte le sere.

data di pubblicazione:25/03/2020

TENTATIVO DI ESAURIMENTO DI UN LUOGO PARIGINO di Georges Perec – Libri Piccoli VOLAND editori, 2020

TENTATIVO DI ESAURIMENTO DI UN LUOGO PARIGINO di Georges Perec – Libri Piccoli VOLAND editori, 2020

Per chi ama gli inventari, per chi ama l’autore di La Vita, Istruzioni per l’Uso (1978), per chi ama Parigi ed ama passeggiare, ecco l’opportunità di sedersi per tre giorni nella centralissima e affascinante Place Saint Sulpice, stare ore ad un tavolino di un caffè, di un bistrot o su una panchina mentre si sorseggia un qualcosa ed osservare. Osservare il mondo, la vita …“quello che generalmente non si nota, quello che non si osserva, quello che non ha importanza: quello che succede quando non succede nulla, se non lo scorrere del tempo, delle persone, delle auto e delle nuvole …”. Siamo nell’Ottobre 1974 ma gli avvenimenti ordinari nella piazza e nelle strade, il passaggio delle persone, degli autobus, delle auto e le tante altre descrizioni non sono poi tanto lontane da quel che potremmo vedere e osservare se, invece di essere costretti in casa, fossimo seduti lì, in piazza. Certo ci sono stati cambiamenti in più di 40 anni di intervallo, ma in questo breve e folgorante schizzo “socio-etnologico” di un frammento di Parigi sono molte di più le somiglianze che le differenze. Provare per credere!

Un testo originale, semplice ma appassionato che, al di là del mero esercizio di stile, è molto divertente. Un simpatico modo per tentare di fermare il tempo, ma la vita scorre più veloce della mano dello scrittore stesso sui fogli di carta e allora, piano piano, ecco emergere anche attimi “in soggettiva”, notazioni umoristiche, fantasie sui tipi umani che scorrono davanti ai suoi occhi come fotogrammi di un film sempre diversi. Perec amava fare gli inventari, fare le liste di tutto, era un maestro di questo tipo di descrizione e l’idea stessa di questo saggio era nata dall’intento di operare un processo di “antropologia dell’uomo contemporaneo mediante un’indagine sulla vita quotidiana ai più vari livelli”. Una ricerca del Normale e dell’Infra-Normale. Le ripetizioni ed elencazioni hanno un ritmo voluto, quasi poetico, anche la semplice elencazione dei numeri dei bus che si succedono alle fermate: pieni, vuoti, semipieni ha una sua quasi logica e musicalità. Una rappresentazione mai banale, anzi acuta ed intelligente del “Normale” in un libricino dalla lettura piacevole e rapida.

data di pubblicazione:25/03/2020