TENTATIVO DI ESAURIMENTO DI UN LUOGO PARIGINO di Georges Perec – Libri Piccoli VOLAND editori, 2020

TENTATIVO DI ESAURIMENTO DI UN LUOGO PARIGINO di Georges Perec – Libri Piccoli VOLAND editori, 2020

Per chi ama gli inventari, per chi ama l’autore di La Vita, Istruzioni per l’Uso (1978), per chi ama Parigi ed ama passeggiare, ecco l’opportunità di sedersi per tre giorni nella centralissima e affascinante Place Saint Sulpice, stare ore ad un tavolino di un caffè, di un bistrot o su una panchina mentre si sorseggia un qualcosa ed osservare. Osservare il mondo, la vita …“quello che generalmente non si nota, quello che non si osserva, quello che non ha importanza: quello che succede quando non succede nulla, se non lo scorrere del tempo, delle persone, delle auto e delle nuvole …”. Siamo nell’Ottobre 1974 ma gli avvenimenti ordinari nella piazza e nelle strade, il passaggio delle persone, degli autobus, delle auto e le tante altre descrizioni non sono poi tanto lontane da quel che potremmo vedere e osservare se, invece di essere costretti in casa, fossimo seduti lì, in piazza. Certo ci sono stati cambiamenti in più di 40 anni di intervallo, ma in questo breve e folgorante schizzo “socio-etnologico” di un frammento di Parigi sono molte di più le somiglianze che le differenze. Provare per credere!

Un testo originale, semplice ma appassionato che, al di là del mero esercizio di stile, è molto divertente. Un simpatico modo per tentare di fermare il tempo, ma la vita scorre più veloce della mano dello scrittore stesso sui fogli di carta e allora, piano piano, ecco emergere anche attimi “in soggettiva”, notazioni umoristiche, fantasie sui tipi umani che scorrono davanti ai suoi occhi come fotogrammi di un film sempre diversi. Perec amava fare gli inventari, fare le liste di tutto, era un maestro di questo tipo di descrizione e l’idea stessa di questo saggio era nata dall’intento di operare un processo di “antropologia dell’uomo contemporaneo mediante un’indagine sulla vita quotidiana ai più vari livelli”. Una ricerca del Normale e dell’Infra-Normale. Le ripetizioni ed elencazioni hanno un ritmo voluto, quasi poetico, anche la semplice elencazione dei numeri dei bus che si succedono alle fermate: pieni, vuoti, semipieni ha una sua quasi logica e musicalità. Una rappresentazione mai banale, anzi acuta ed intelligente del “Normale” in un libricino dalla lettura piacevole e rapida.

data di pubblicazione:25/03/2020

LA STRANA DISFATTA di Marc Bloch – ed. RES GESTAE 2020

LA STRANA DISFATTA di Marc Bloch – ed. RES GESTAE 2020

Il bel commento di Daniele Poto, attento e preciso come sempre, apparso pochi giorni fa su Che cosa chiedere alla Storia di M. Bloch mi ha spinto a riprendere, in queste lunghe giornate, un piccolo saggio dello stesso autore che, meritoriamente, è stato ristampato di recente per i tipi Res Gestae. Si tratta di La Strana Disfatta, una testimonianza intellettuale, uno studio profondo e breve del disastro francese nel Giugno 1940 che, in realtà, è anche un testo su cui poter meditare e che diviene atemporale allorché fa appello alle virtù dell’intelligenza per poter procedere alla ricostruzione di un tessuto sociale quando tutto sembra modificarsi sotto l’urto degli eventi, quali che essi siano. E’ un grande piccolo saggio scritto “a caldo” da uno storico del Medio Evo, cofondatore con Braudel degli Annales, che, a 54 anni, padre di 6 figli e già reduce della Prima Guerra Mondiale, non esita ad arruolarsi nuovamente, assistendo in prima persona, come ufficiale di Stato maggiore, alla Debacle della “lenta” Francia sotto l’impeto della “velocità” tedesca.

Marc Bloch non fu solo un intellettuale acuto, ma anche un militante e combattente, appena smobilitato entrò in clandestinità e poi nella Resistenza, arrestato e torturato fu poi fucilato dalla Gestapo il 16 giugno del 1944. Il suo manoscritto era stato nascosto, ritrovato, fu pubblicato postumo nel 1947.

La Strana Disfatta è diviso in due parti: la prima analizza gli aspetti e gli avvenimenti militari e politici, la seconda la Società Civile dell’epoca, le sue inadeguatezze e gli errori, un testo breve e nervoso scritto con lucidità e talento con qualche folgorazione per il Futuro, da parte di un uomo abituato all’analisi ed alla ricerca dei fatti essenziali e che, ancora oggi, resta di una attualità bruciante perché, per trasposizione, consente di leggere e comprendere le nostre realtà e si irradia sulla nostra cultura democratica esortandoci a riempire il vuoto dei Valori con nuovi significati. Un libro che è divenuto un vero punto di riferimento nelle varie situazioni di crisi. Uno scritto lucido e acuto da leggere e rileggere, interessante non solo per coloro che si interessano di Storia e Politica Sociale, ma utile anche per i non specialisti per avere una visione incisiva sul crollo di una Società che compiaciuta di se stessa si riteneva appagata.

data di pubblicazione:25/03/2020

MIRAGGI ALIMENTARI di Marcello Ticca – Laterza editori, ultima ristampa 2020

MIRAGGI ALIMENTARI di Marcello Ticca – Laterza editori, ultima ristampa 2020

Libro di successo perentoriamente utile nei tempi del coronavirus dove le fughe culinarie degli italiani possono incidere sul sempre maggiore tasso di obesità dei connazionali, con particolare riferimento alla fascia adolescenziale. Ticca, apprezzato ex giocatore di basket, scienziato dell’alimentazione, spezza i tanti luoghi comuni che circondano le materie prima della gastronomia. Testo definitivo che coniuga il sapere viver, la buona digestione e la prevenzione soprattutto dalle malattie cardio/vascolari. Saggio scientifico ma alla portata di tutti, manuale empirico di buona sopravvivenza perché i pasti divengano una coerente idea di sostenibilità fisica e ambientale. Sarà bene addentrarci negli esempi per rendere edotti i potenziali lettori sull’utilità del libro. Pensavate forse che il latte a lunga conservazione contenesse minori principi attivi rispetto a quello tradizionale? Giudicavate lo yogurt un toccasana sopraffino per le nostre calorie? Opinavate che tra un pasto e l’altro occorre non toccare cibo? Tutte teorie di senso comune ma sbagliate. Ticca documenta con prove inoppugnabili come il pesce non contenga più fosforo della carne e allarma i salutisti sull’uso indiscriminato e borderline di vitamine e integratori alimentari. Che, come medicine, vanno assunti nella giusta dose. Il sovradosaggio è dietro l’angolo. Così si può scoprire che il caffè americano contiene più caffeina di un normale caffè espresso italiano e che il caffè ristretto infinitamente di meno perché ovviamente è una questione di quantità. Più ne bevi, più assumi caffeina. Smentita anche la teoria sull’utilità di non bere acqua durante i pasti e ridimensionata la funzionalità all’interno della dieta del classico bicchiere di vino rosso per pasto. Un capitolo a parte sull’alcool che spesso è pura assunzione di zuccheri. L’idea che un amaro possa contribuire a farci digerire è quanto di più lontano avvenga nella pratica. Tiene invece la teoria sui vantaggi di un digiuno prolungato di dodici ore: tra le cena serale e la colazione mattutina. Del resto non è un caso che musulmani ed ebrei abbiano mutuato buone credenze di astinenza dal cibo in combinato disposto con i dettami delle proprie rispettive religioni.

data di pubblicazione:24/03/2020

OLIVE, ANCORA LEI di Elizabeth  Strout – Supercoralli EINAUDI 2020

OLIVE, ANCORA LEI di Elizabeth Strout – Supercoralli EINAUDI 2020

“… c’era molta gente a spasso … sembravano tutti presi a conversare, il fatto lo colpì, con quanta disinvoltura davano per scontato l’essere insieme e il parlarsi fra loro …” Così scrive Elizabeth Strout nelle prime pagine del suo nuovo libro appena uscito per i tipi di Einaudi. Nulla a che vedere ovviamente con la realtà che stiamo vivendo attualmente, ma come non rifletterci un attimo con amarezza in questi momenti in cui tutto ciò che fino a ieri davamo per scontato come il passeggiare, il conversare camminando in compagnia, sembra essere, d’improvviso, divenuto un ricordo lontano ed un desiderio futuro.

Dopo poco più di 10 anni dalla pubblicazione di Olive Kitteridge (2008 e Premio Pulitzer 2009) che la consacrò come scrittrice di successo insieme con la sua eroina letteraria, la Strout affronta la non piccola sfida di scrivere un seguito ideale di quel suo romanzo e supera la prova in modo brillante confermandosi ottima narratrice dalla scrittura evocativa, impeccabile e scorrevole; facendosi, ancora una volta, apprezzare per la sua capacità introspettiva nel rappresentare storie intense e profonde con personaggi vivi, veri e complessi. L’iconica Olive Kitteridge (il cui successo letterario è stato anche bissato dal 2014 in poi dal successo della serie tv con l’altrettanto iconica Frances McDormand perfettamente calata nei suoi panni), sta ormai per raggiungere gli 80 anni, è più consapevole di sé, e continua ancora, pur con i suoi modi ruvidi e diretti, talora anche egoistici, a cercare di comprendere non solo se stessa ed il senso della propria vita, ma anche quello della vita di chi con lei ed attorno a lei vive a Crosby, piccola città costiera del Maine. La cittadina è un microcosmo di personaggi e caratteri che si illuminano di momenti toccanti, ironici, ridicoli e drammatici, in una parola di profonda concreta umanità, ognuno dei quali ci fa riflettere sulla solitudine, l’infedeltà, l’alcolismo, la malattia, l’invecchiamento, la morte, le delusioni ed il rimpianto, tanti rimpianti. Per fortuna però ci sono ancora anche amicizia, amore ed empatia, sentimenti che la nostra Olive trova in se stessa e che riesce anche ad offrire agli altri.

Come nel primo libro anche questa volta la Strout fonde abilmente humour, compassione e tristezza in storie che confluiscono in un’unica storia il cui filo rosso, che tutte le unisce fra loro, è Olive che a volte ne è la protagonista, a volte invece appare solo sullo sfondo. Olive Kitteridge è un personaggio indimenticabile, una volta conosciuto non si riesce a dimenticarlo tanto è vivo, toccante e realistico. Questa volta però è più profondo, più consapevole, più triste, la malinconia aleggia su ogni pagina come un ultimo sguardo prima del congedo finale da parte di una persona consapevole di essere, col tempo, divenuta una persona migliore ma, forse troppo tardi!

Un bel libro che fa riflettere. Se avete letto ed amato, a suo tempo, Olive Kitteridge non potrete non apprezzare anche questo libro anche se meno allegro e forse più triste, ma la Strout è brava nel penetrare e rappresentare la realtà con Verità e con tutte le emozioni che la Verità porta con sé: allegria o tristezza che siano.

data di pubblicazione:23/03/2020

STROMBOLI (Terra di Dio) di Roberto Rossellini, 1950

STROMBOLI (Terra di Dio) di Roberto Rossellini, 1950

Karin è di origine lituana e si trova internata in un campo di raccolta profughi durante la seconda guerra mondiale. Pur di rimanere in Italia, ed ottenere la cittadinanza, accetta di sposare Antonio e lo segue pertanto nella sua terra natia, l’isola di Stromboli, dove fa il pescatore. La donna non riesce però ad adattarsi alla vita decisamente retrograda del posto, sentendosi sempre più prigioniera, sia per le enormi differenze culturali con la gente del luogo sia per il carattere violento e geloso del marito che la accusa di infedeltà. La donna, incinta, non ha altra scelta che lasciare l’isola facendosi aiutare dal guardiano del faro, unica personale disponibile a sostenerla nella ricerca disperata della salvezza per sé e per il figlio che porta ancora in grembo. Sullo sfondo di questa storia il vulcano, che con le sue frequenti eruzioni, minaccia la vita dell’intera comunità e ostacola così i piani di fuga di Karin alla quale, al colmo della disperazione, non rimane altro che invocare l’aiuto di Dio.

Il film fu girato da Rossellini sull’isola di Stromboli e Ingrid Bergman, per la sua singolare interpretazione, vinse il Nastro d’Argento. Durante le riprese ebbe inizio una relazione sentimentale tra l’attrice ed il regista che, a quei tempi, aveva già un legame con Anna Magnani alla quale inizialmente aveva destinato il ruolo di protagonista. La Magnani, per ripicca, montò una produzione per girare a Lipari il film Vulcano, che interpretò insieme a Rossano Brazzi e Geraldine Brooks, e che, anche per la concorrenza con il film di Rossellini, riuscì ad ottenere un imprevedibile riscontro. In Italia Stromboli ebbe un discreto successo, sia pur inferiore alle aspettative, se non altro per la curiosità del pubblico, alimentata dalla stampa scandalistica dell’epoca, riguardo l’unione tra il famoso regista e l’altrettanto famosa attrice svedese, soprattutto perché entrambi erano già a loro volta sposati.

Tutta la situazione ebbe il merito di far scoprire a livello turistico le Isole Eolie, che ci suggeriscono una tipica ricetta: la frittella.

INGREDIENTI: 4 carciofi, 300 grammi di piselli freschi e 300 grammi di fave fresche sgusciate, una cipolla bianca, 3 cucchiai di aceto, 1 cucchiaio di zucchero, olio d’oliva, sale e pepe q.b.

PROCEDIMENTO: Per prima cosa bisognerà specificare che, contrariamente al nome, la preparazione non prevede alcuna frittura, ma anzi un umido composto da tre tradizionali ortaggi. Bisogna sbollentare per circa 10 minuti una grande cipolla bianca dopo averla tagliata a fette; quindi scolarla e farla rosolare in abbondante olio d’oliva. Aggiungere i carciofi ben puliti e tagliati a spicchi, i piselli e le fave, e lasciare cuocere a fuoco lento con un mezzo bicchiere d’acqua, sale e pepe a piacere. Aggiungere quindi l’aceto e lo zucchero in modo da creare un equilibrato sapore agrodolce. Terminata la cottura lasciare raffreddare. La frittella va gustata fredda, meglio ancora dopo 24 ore dalla sua preparazione.

LA LEGGE DEL SOGNATORE di Daniel Pennac – FELTRINELLI 2020

LA LEGGE DEL SOGNATORE di Daniel Pennac – FELTRINELLI 2020

I sogni non ci chiedono il permesso per svilupparsi, ci invadono bruscamente e ci impongono la loro legge; ma, quando ci si sveglia, noi abbiamo però tutto il diritto di sviluppare gli spunti ricevuti dai sogni stessi e dar loro l’aspetto narrativo o psicologico che meglio riteniamo, senza dovergli chiedere il permesso. E’ questa la legge del sognatore!

Daniel Pennac, il creatore della saga di Monsieur Malaussène e della sua fantastica famiglia (ben 6 milioni di copie vendute) ci offre, con questo suo nuovo libro, un viaggio nel vasto paese dei sogni, un’ode al potere dei sogni e dell’immaginazione, alla famiglia, all’amicizia ed un omaggio alla libertà creativa di Federico Fellini di cui Pennac si dichiara fervente ammiratore. Come Fellini il nostro scrittore sogna enormemente e come lui tiene un quaderno in cui annota i propri sogni. Fellini poi li disegnava, ne traeva spunto per soggetti cinematografici o li inseriva direttamente nei propri film, Pennac invece li usa per scrivere e raccontare. Entrambi però ci invitano ad attuare la legge del sognatore e a fare dei nostri sogni il carburante per le nostre vite.

Il libro è un gradevole mix di letteratura, cinema, sogni, memorie e fantasia. Un racconto ove l’autore si concede una sorta di “autofinzione sognata”, piena di colpi di scena in cui mischia il vero con il falso per meglio evocare i propri ricordi di infanzia, gli anni dell’insegnamento, i vari allievi avuti e poi la sua grande fascinazione per il genio dell’amato Fellini. Raccontare un sogno è immaginarlo ed inventarlo nell’istante stesso in cui si inizia a raccontarlo. Quindi maliziosamente in equilibrio fra sogno e realtà, senza poter sapere dove finisca l’uno ed inizi l’altra, Pennac trascina il proprio lettore in un racconto che è tutto un grande inno all’immaginazione ed alla spensieratezza.

Una conferma di quale sia l’immaginario dell’autore: affascinante, dolce e folle, ricco e malizioso e tanto inafferrabile e indefinibile quanto può esserlo un sogno. È indubbio che l’arte di saper scrivere e raccontare sia una delle qualità di Pennac, il lettore deve solo affidarsi e lasciarsi portare dal racconto e perdersi nel racconto stesso, tanto onirico quanto accattivante e piacevole a leggersi.

data di pubblicazione:22/03/2020

JOHNNY STECCHINO di Roberto Benigni, 1991

JOHNNY STECCHINO di Roberto Benigni, 1991

Dante, brava persona con il solo vizio di rubare ogni tanto qualche banana al mercato, vive a Cesena dove lavora come autista di uno scuolabus per ragazzi disabili. A seguito di un causale incidente d’auto, incontra Maria e i due iniziano a frequentarsi mentre la donna comincia gradualmente a cambiare il look di Dante facendolo vestire in maniera elegante, disegnandogli un neo sulla guancia, mettendogli in bocca uno stecchino e chiamandolo persino Johnny. L’uomo, oramai innamorato, accetta tutto e non esita a trasferirsi a Palermo su richiesta di Maria che invece ha per la testa un piano ben diverso. Nella realtà è moglie di Johnny Stecchino, pentito e latitante, e, sfruttando l’incredibile somiglianza fisica tra i due uomini, cerca di sostituire l’ingenuo Dante con il marito in modo che la mafia uccida lui e non il suo uomo. Il film si basa su tutta una serie di situazioni comiche al limite del grottesco: alla fine Maria (Nicoletta Braschi) si renderà conto della bontà e serietà dell’ingenuo Dante e stanca del marito consegnerà proprio lui ai mafiosi salvando così la vita del povero sosia, di cui nel frattempo si è innamorata. Il film interpretato da Roberto Benigni, che ne curò anche la regia, ebbe un grande successo di pubblico e lo stesso regista venne premiato con un David di Donatello e con un Nastro d’Argento per la sua singolare interpretazione. Nonostante gli strepitosi incassi al botteghino, la critica all’inizio lo accolse piuttosto tiepidamente ma con il tempo lo ha rivalutato e oggi è unanime nel considerarlo tra i lavori meglio riusciti dell’attore toscano, già premio Oscar. Girato in massima parte a Palermo, il film si può abbinare ad una ricetta tutta dal sapore mediterraneo: polpettine di melanzane.

 

INGREDIENTI: 1 kg di melanzane, 100 grammi di parmigiano grattugiato, 100 grammi di formaggio pecorino romano grattugiato, 80 grammi circa di pan grattato, 1 uovo, 40 grammi di uvetta passa di Corinto e 40 grammi di pinoli, abbondante basilico fresco, olio per frittura, sale e pepe q.b.

PROCEDIMENTO: Per prima cosa bisognerà preparate la base dell’impasto quindi si devono mettere a lessare le melanzane, tagliate a pezzi grossi, in acqua salata per circa 15 minuti. Una volta raffreddate, dovranno essere strizzate bene e lavorate sino ad ottenere una massa compatta. Aggiungere i formaggi, il pan grattato, l’uovo, abbondante basilico, sale e pepe a piacere. Fare delle polpettine non troppo grandi e farle friggere in abbondante olio, dopo averle passate nel pan grattato. Servirle possibilmente ben calde.

data di pubblicazione:21/03/2020

IN SALA SENZA ESSERE IN SALA: RIVISTA CULTURALE SCENE CONTEMPORANEE

IN SALA SENZA ESSERE IN SALA: RIVISTA CULTURALE SCENE CONTEMPORANEE

Il Festival di Cannes in programma per il prossimo mese di Maggio è stato rinviato. L’uscita di quasi un centinaio di film è bloccata. Una cinquantina di troupes e di set in preparazione sono ferme o sono chiusi. Sospesi vari progetti. L’intera industria cinematografica è costretta a fermarsi! E, con lei tutto il volume di affari, di occupazione e di abitudini ad essa connessa. Con il Cinema anche tutto il mondo della Cultura. Il Mondo come noi lo conoscevamo e che pensavamo immutabile, sta cambiando ogni giorno di più davanti ai nostri occhi increduli e … noi con lui e, con lui anche il nostro modo di vivere. Purtroppo non stiamo né assistendo, né partecipando, come comparse, ad un film “distopico” su un futuribile domani su cui poter proiettare e scaricare le nostre ansie. Non siamo affatto sul set immaginato da Fritz Lang per la Metropolis del 2026, né in quello della putrida e bagnata Los Angeles del 2019 di Blade Runner, né nel visionario mondo del 2035 di L’esercito delle 12 scimmie ove l’umanità, per sfuggire ad un virus letale, si è rifugiata sottoterra. Non c’è un Bruce Willis incaricato di tornare indietro nel tempo per scoprire l’origine dell’infezione e l’antidoto, non c’è un Will Smith, un Denzel Washington né un Tom Cruise che possono intervenire. Non è un film ma la Realtà. La vera realtà è anche che tutti i luoghi della Cultura sono ormai chiusi … tutte le cose che amiamo fare, sono costrette oggi a fare un passo indietro davanti l’incalzare di questa nuova (ma temporanea) realtà. Ma fare un passo indietro non significa affatto rinunciare o perdere ciò che si ama, e fra le tante anche il cinema. Si tratta di adattarsi ed abituarsi, per ora, all’idea di fruire e godere di ciò che si ama in modi nuovi, inusuali e diversi, e … non è affatto detto che questi modi nuovi non siano altrettanto piacevoli e validi. Certo, fino ad oggi eravamo tutti convinti che il Cinema potesse essere apprezzato solo e soltanto “dal vivo”, direttamente e ritualisticamente immersi nel buio di una sala, seduti vicino ad altre persone rivolte tutte con lo sguardo affascinato verso uno schermo illuminato, in momenti di Pura Magia! Ma per essere realisti, se i cinema resteranno chiusi ancora per settimane, la fruizione dei film “in modo indiretto” deve poter assumere un altro valore ed acquisire un altro nuovo gusto meno indigesto e forse altrettanto buono. È la realtà che ci si prospetta davanti senza infingimenti. Le certezze cambiano velocemente, basti pensare che davanti alla crisi dell’intera industria cinematografica si parla già di cambiare anche i regolamenti degli Oscar e dei Festival che fino a ieri imponevano, per poter concorrere o partecipare, l’uscita del film in sala. Si parla anche, coerentemente, di far uscire in streaming o a pagamento on demand tutti i film bloccati dall’emergenza, e si parla pure di poter vedere dei film dal nostro divano di casa in contemporaneo collegamento con gli amici potendo chattare con loro per sentirci così tutti in una sorta di sala virtuale ed in compagnia.

“Il Futuro Prossimo venturo” sarà un futuro vicinissimo in cui andremo al cinema senza essere al cinema. Ce la faremo? Certo che sì! Ce la faremo e ci adatteremo, sapersi adattare è la nostra qualità vincente, anche se c’è ancora qualcuno, come c’era nel passato, che critica l’avvento del sonoro, l’avvento del technicolor, l’avvento del cinemascope, dei grandi schermi, l’avvento del digitale in post produzione, l’avvento della computer grafica, l’avvento dei dvd … In attesa che questo Futuro si realizzi attorno a noi e con noi, nel modo meno cruento possibile, occorre tener alti i morali e tener viva la passione per l’Arte, lo Spettacolo, la Musica, il Teatro ed il Cinema, e, ben vengano tutte le iniziative che ci consentono di vivere, godere ed apprezzare le nostre passioni, i nostri interessi ed i nostri sogni.

Fra queste proposte merita di essere segnalata con particolare affetto ed apprezzamento da Accreditati quella volta a portare a casa la Cultura, proprio per aiutarci a superare individualmente, ma in virtuale compagnia di tanti altri, questo momento. E’ l’idea brillante lanciata dalla rivista culturale Scene Contemporanee.it con l’iniziativa: #SCenerestiamoacasa-proposta-film e spettacoli per la quarantena.

Un’intelligente ed apprezzabile iniziativa che propone ai suoi lettori e a chiunque altro sia interessato di coglier l’occasione di potere avere a casa, nella propria poltrona, un’accurata selezione di spettacoli e film nazionali ed internazionali scelti con cura, passione e competenza fra quelli di maggior successo e qualità delle ultime stagioni. Un’ampia selezione che abbraccia tutti i generi e che verrà costruita, adattata e integrata ogni giorno con la redazione stessa di Scene per poter così continuare ad essere una comunità di appassionati che stanno insieme, che insieme godono le proprie passioni pur restando, per ora, distanti. Una opportunità da cogliere.

Per ulteriori e più dettagliate informazioni consultate direttamente il sito di Scene Contemporanee.it

data di pubblicazione:21/03/2020

IL TEATRO DI ROMA VA IN SCENA SUL WEB

IL TEATRO DI ROMA VA IN SCENA SUL WEB

I giorni di quarantena stanno moltiplicando le iniziative culturali online di teatro e cinema, che non sfuggono agli occhi vigili di Accreditati. In un tempo in cui si è invitati a rimanere a casa per il bene di tutti, anche il Teatro di Roma #TdRonline, aderendo alla campagna nazionale e comunale del #iorestoacasa e #laculturaincasa, ha deciso di aprire il sipario sui canali social di Facebook, Instagram e YouTube, proponendo al suo pubblico un ricco palinsesto di eventi virtuali.

 

 

Si apre questo fine settimana la programmazione digitale del Teatro di Roma, per poi continuare con una proposta settimanale di eventi che verranno costantemente aggiornati in rete. Sabato 21 marzo, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, a partire dalle ore 16, lo spazio sarà dedicato a VOCE, una maratona online di poeti e autori che declameranno i propri componimenti in clip di pochi minuti a comporre un unico racconto poetico espanso. Apre Giorgio Barberio Corsetti con l’inedito Commedia, seguono alcune tra le voci più apprezzate del panorama poetico, a partire da Mariangela Gualtieri con Nei passi – la notte, Antonella Anedda con Osservatorio, Ida Travi con Presto ce ne andremo, Silvia Bre con Se un mosaico di dolore assume il canto e Nell’isola che è di ombra e ti denuda; a cui si affiancano voci dagli stili differenti, ricchi ed eleganti, come Franco Marcoaldi con Quand’è che l’idea di limite e confine, Azzurra D’Agostino con La volpe, Maria Grazia Calandrone con Interiore invernale e Canzone, Vincenzo Ostuni con n°1 – Tiritì tiritì, Marco Mantello con Malattia e Le anafore; e autori che evocano mondi affascinanti e distanti tra loro come Orso Tosco con Adesso è preservare e Ecco la nera murena a caccia tra gli scogli, Tommaso Giartosio con Sono il figlio, o la pietra col tuo nome e Quando ne resta soltanto una lingua, Laura Pugno con l’inedito Pietra focaia, Paolo Maccari con Si dorme ancora nel mondo; tutti caratterizzati dalla loro ‘presa di parola’.

Doppio appuntamento domenica 22 marzo rivolto invece alle giovani generazioni. Alle ore 11 il Laboratorio Piero Gabrielli, dedicato all’integrazione con e senza disabilità, lancia un tutorial per la creazione della canzone Chiuso dentro casa che coinvolge i ragazzi nella realizzazione del testo e del video-clip; alle ore 21 la prima favola serale delle Fiabe della buonanotte a cura di teatrodelleapparizioni (in collaborazione con CSS di Udine), introdotta da Fabrizio Pallara che in diretta streaming mostrerà il teatrino ideato per realizzare il ciclo di spettacoli. Altre fiabe in programmazione per mercoledì 25, venerdì 27 e domenica 29 sempre alle 21.

Di seguito elenchiamo altri appuntamenti in scaletta per la prossima settimana.

Martedì 24 (ore 16) sarà postata la registrazione dell’incontro pubblico di Alessandro Serra con Fausto Malcovati su uno dei capolavori del teatro mondiale, Il giardino dei ciliegi di Čechov.

Doppio appuntamento per giovedì 26 (ore 12) con Lino Guanciale che legge Flaiano e con Monica Demuru (ore 16) che ci riconduce alle pagine simboliche della peste del 1348 riportando in voce La cornice del Decameron di Boccaccio.

Protagonisti della sezione conversazioni in diretta streaming, sabato 28 (ore 21), saranno Giorgio Barberio Corsetti e Alessandro Serra, in dialogo tra pensieri, riflessioni e spettacoli.

Domenica 29 (ore 16), infine, prende il via la prima intervista video del ciclo Persone a cura di Daria Deflorian, una chiacchierata con la ‘persona della settimana’ tra pratiche di lavoro e racconti autobiografici.

È compito di un teatro nazionale trasformare il contributo spontaneo e creativo di questi artisti in un gesto responsabile e in un impegno che sarà sempre più concreto e strutturato. Il Teatro di Roma è una comunità di persone fisiche che lavorano e si ritrovano intorno a degli oggetti artistici, ma anche una comunità ideale, disseminata nella città e oltre. Creare l’occasione perché questa comunità si ritrovi insieme è la responsabilità dello Stabile nazionale. Si inizia da domani a scoprire un altro modo per farlo, giorno dopo giorno, insieme al pubblico, agli artisti e alle artiste coinvolti, tessendo un percorso comune che renderà l’incontro ancora più ricco.

Facebook: @teatroargentinaroma @teatroindia @teatrovillatorlonia

Instagram: teatrodiroma

YouTube: Teatro di Roma

data di pubblicazione:20/03/2020

ADDIO COLUMBUS di Philip Roth – Garzanti editore, prima edizione 1968, ancora disponibile

ADDIO COLUMBUS di Philip Roth – Garzanti editore, prima edizione 1968, ancora disponibile

Emozionante rileggere il primo tentativo letterario di Philip Roth a meno di due anni dalla sua scomparsa e dal torto macroscopico della mancata attribuzione del Premio Nobel per la letteratura, complici altre scelte e l’empasse del prestigioso riconoscimento. Racconto lungo o romanzo breve? Si può rimanere nel guado del dubbio per un volumetto con un’indimenticabile copertina di Fulvio Bianconi, un miracoloso prezzo d’esordio di 350 lire per un testo storico ancora reperibile su E Bay o fruibile nella versione cinematografica con il titolo neutro di La ragazza di Tony svettante Ali Mc Graw che poi si sarebbe affermata con la versione filmica di Love Story. Alla trave portante sono corredati cinque racconti di ambientazione ebraica che potresti benissimo confondere con altrettanti creazioni di Malamud o di Bellow, tanto forte è il calcolo di una tradizione narrativa fortemente caratterizzata per ambiente, consuetudini, gergo yiddish. Quando si produce in questo primo libro Roth ha appena 26 anni ma già si spende in una corrosiva descrizione del vuoto benessere americano, fatto di esteriorità, consumo ma con un assoluto vuoto di valori. Dunque il fidanzamento “pronti e via” di una copia è la cartina di tornasole per ispezionare la famiglia di lei con i suoi stanchi riti, affrontando la piacevole inconcludenza di vite sotto il segno del nulla. Dal nulla al nulla verrebbe voglia di dire per una coppia che non quaglia, che non sopravvive alle formalità e al perbenismo per un’America che sta affrontando la temperie di “Scandali al sole”. Nel sesso anche la scoperta di un diaframma anti-concezionale può sbattere su un muro di pregiudizi e di veti. Rimane la simpatia per il protagonista maschile che è sbalzato in un mondo assolutamente non a sua misura, con cui si sforza di confrontarsi senza grande successo. Roth fa largo uso di dialoghi per graffiare un’American life che già 60 anni rivelava la propria inconsistenza. Ma è solo l’alba di annunciati successivi capolavori con l’apoteosi per Il Lamento di Portnoy, non il migliore ma certamente il più famoso.

data di pubblicazione:20/03/2020