(Roma, Arena Nuovo Sacher – 6/23 luglio 2015)
Nelle notti di un’accaldata estate romana, mentre i profili delle zanzare e dei gabbiani si stagliano al chiarore di una luna generosa, si accende lo schermo dell’Arena Nuovo Sacher con Bimbi belli – Esordi del cinema italiano. La rassegna, diretta da Nanni Moretti con la collaborazione di Valia Santella (sceneggiatrice di Miele e Mia madre), seleziona i più interessanti debutti registratisi nella stagione cinematografica appena conclusasi. Le scorse edizioni hanno premiato registi come Paolo Sorrentino (L’uomo in più, 2002) e Francesco Munzi (Saimir, 2003).
Il programma 2015 si apre con Io sto con la sposa, documentario che coniuga i tratti tipici del road movie con quelli del cinema sociale o, forse sarebbe meglio dire, socio-giuridico.
Antonio Augugliaro (montatore e regista), Gabriele Del Grande (giornalista) e Khaled Soliman Al Nassiry (poeta) decidono di reagire “a modo loro” alla carneficina consumatasi nelle acque a largo di Lampedusa con il naufragio del 2013. Offrendosi quale alternativa ai trafficanti di uomini, divengono i traghettatori via terra di cinque palestinesi e siriani, sopravvissuti al Mare nostrum e decisi ad approdare in Svezia, il Paese europeo più benevolo nei confronti dei richiedenti asilo. Il piano è all’apparenza tanto semplice quanto geniale: l’improvvisata carovana fingerà di comporre un corteo nuziale, sceglierà le vie meno battute dai controlli e, superando le frontiere invisibili che separano gli Stati europei, giungerà nella Terra promessa.
Il risultato è quello di un coinvolgente diario di viaggio, fatto di sofferenze e di speranze, di passato e di futuro, di lacrime e di sorrisi. Il tutto legato dal filo di una sceneggiatura appena abbozzata, pronta a lasciarsi stupire dagli imprevisti dell’avventura e dalle insospettabili sfaccettature dei personaggi.
A fare da sfondo ci sono le distorsioni applicative del Regolamento di Dublino, abilmente svelate dall’esperienza dell’uomo della strada (e del mare) divenuto per l’occasione raffinato giurista. A fare da sfondo c’è lo spettro del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per il quale nessuna Procura della Repubblica ha ritenuto fino a questo momento di procedere. A fare da sfondo, infine, ci sono i diritti umani, quelli di cui si è titolari in quanto persone e non in quanto cittadini e in riferimento ai quali si impone come inderogabilmente necessaria una coincidenza tra il diritto positivo e quello naturale: il sole e la luna, in fondo, sono gli stessi per tutta l’umanità, osserva “la sposa”, che invoca la stessa legge universale anche per le acque di un mare divenuto per molti la sola via di salvezza.
Il colloquio di Antonio Augugliaro e Khaled Soliman Al Nassiry con Nanni Moretti e con il pubblico dell’Arena arricchisce la proiezione di dettagli preziosi: il “casting” e le difficoltà di individuare la sposa, le divergenze tra i tre registi durante il montaggio e la sofferta scelta del finale.
Il tutto mentre scorrono sullo schermo i nomi delle migliaia di “produttori dal basso”, che, attraverso la nuova frontiera (è proprio il caso di dirlo!) del crowdfunding, hanno consentito di raccogliere i fondi necessari alla realizzazione del progetto. Perché la rete, ci conforta Augugliaro, può essere qualcosa in più di uno sterile “mi piace” distrattamente abbandonato su Facebook. La rete in questo caso è stata in grado di traghettare un film e le sue storie fino al (e oltre il) Lido di Venezia, segnando un debutto cinematografico che “Bimbi belli” non poteva ignorare.
data di pubblicazione 7/7/2015
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