(Roma Europa Festival 2024)
Il 14 ed il 15 settembre il Roma Europa Festival ha ospitato all’Auditorium Conciliazione Beethoven 7, ultimo lavoro della compagnia Sasha Waltz & Guest che proprio lo scorso anno ha festeggiato il suo 30o anniversario. Sasha Waltz prosegue la ricerca sulla relazione tra danza ed arti visive, architettura, musica, design. Tredici danzatrici e danzatori della sua compagnia hanno interpretato la Sinfonia n.7 di Ludwig van Beethoven in versione integrale ed una nuova composizione appositamente commissionata al musicista Diego Noguera. Un ponte ed un dialogo tra passato e presente, attraverso l’incontro tra un monumento della musica classica ed una rilettura in chiave contemporanea (foto Sebastian Bolesh).
Negli ultimi trent’anni la coreografa tedesca Sasha Waltz ha segnato profondamente la storia della danza e ha sviluppato uno stretto rapporto di collaborazione con il Romaeuropa Festival nelle diverse edizioni in cui è stata presente, affrontando tematiche universali attraverso un teatro danza complesso e fragile al tempo stesso, fatto di confronto ed integrazione tra coreografia ed altre discipline artistiche.
Il punto di partenza dello spettacolo è una riflessione dello stesso Beethoven risalente al 1812, ovvero: “Le persone reali sono schiave dell’ambiente in cui vivono, o possono dirsi libere?”
Sasha Waltz, approccia questa tematica attraverso una precisa idea di movimento corporeo e musicale, di estetica, di libertà creativa, in due parti e due momenti distinti, apparentemente agli antipodi ma fortemente correlati.
La componente musicale della prima parte Freiheit/Extasis è stata realizzata da Diego Noguera, compositore berlinese di origine cilena, affermatosi come uno dei nomi più importanti della scena elettronica tedesca. Il confronto con la 7a Sinfonia ha portato ad una musica forte, composta attraverso strumenti elettronici e sintetizzatore. Freiheit/Extasis è un conglomerato sonoro composto da suoni estremi e ritmi ossessivi, intimamente connessi al caos creativo nascosto dietro le melodie dei lavori di Beethoven. Ne è derivata una interpretazione coreografica in un paesaggio alieno, un probabile futuro in cui la libertà di pensiero e azione fa i conti con lo sviluppo tecnologico. Sulla scena una fitta coltre di nebbia e luci strobo modellano i corpi dei danzatori e delle danzatrici, enfatizzati dai costumi realizzati da Federico Polucci.
Affrontando le medesime domande, la seconda parte della pièce si concentra sulla maestosa Sinfonia n. 7 in La maggiore, op. 92 di Ludwig van Beethoven, attraverso allestimento teatrale molto diverso, interamente focalizzato sul rapporto tra danza e musica.
Diradata la nebbia, resta l dolcezza della melodia, il respiro dei danzatori e delle danzatrici (questa volta nei costumi di Bernd Skodzig), il loro correre sul palco, una bandiera impalpabile. Un messaggio di aggregazione e di speranza.
data di pubblicazione:14/09/2024
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