AUTODIFESA DI ISMENE di Flavia Gallo, regia di Cinzia Maccagnano

con Luna Marongiu, Raffaele Gangale e Marta Cirello

(Teatro Lo Spazio – Roma, 3/5 gennaio 2025)

Prodotto da Bottega del Pane teatro è in scena al Teatro Lo Spazio il primo spettacolo di questo nuovo anno. Flavia Gallo firma Autodifesa di Ismene. Elogio della sopravvivenza, una riscrittura del mito tragico della figlia di Edipo a cui dà vita una straordinaria e intensa Luna Marongiu, diretta da Cinzia Maccagnano.

 

Legata al destino tragico della sua famiglia, Ismene vive confinata nello spazio senza tempo della reggia di Tebe. Incastrata per sempre nell’età della consapevolezza, ha visto morire uno dopo l’altro i componenti della discendenza funesta e maledetta di Labdaco. Figlia di Edipo e della sposa e madre di lui Giocasta, ha assistito al duello fratricida tra Eteocle, difensore di Tebe, e Polinice, privato del potere ed esiliato dalla città cadmea. Scelse la vita invece di aiutare la sorella Antigone nello scontro con lo zio Creonte, che vietò la sepoltura di Polinice, guadagnandosi la fama di infame.

Lontano dal ruolo di deuteragonista nel quale l’avevano confinata i tragediografi attici, Flavia Gallo recupera il personaggio di Ismene e ne codifica il dramma. Ne riscrive la storia, attingendo al materiale classico che rielabora attraverso il filtro del suo sconfinato mondo poetico. Se dovessimo accostare un complesso alla sua Ismene sarebbe quello del bambino smarrito. Invisibile, sola, sopraffatta dall’abnegazione. Luna Marongiu nella parte della protagonista – e anche scenografa dello spettacolo – si fa carico del moderno sentimento tragico e lo trasforma in strazio sommesso e misurato, in una danza di dolore e ricordo. Mai eccessiva, dà prova di aver interiorizzato la maledizione che pesa sul destino della nuova eroina. Recitano con lei Raffaele Gangale e Marta Cirello che, come un’unità sdoppiata senza genere, hanno il compito di infiammare la memoria, di riportare in vita nomi e fatti tragici. La regia teatrale di Cinzia Maccagnano si immerge nel testo creando un racconto scenico coerente con la parola. Ne esalta il potere immaginifico concependo un set di finzione televisiva che poi viene smontato, metafora di una vita spesa come spettatrice testimone delle disgrazie familiari.

Ismene è lo specchio di chi non ha identità, dell’indefinito che ci caratterizza. Di chi è spettatore della vita degli altri e, nella solitudine, stenta a trovare il suo posto nella storia.

data di pubblicazione: 04/01/2025


Il nostro voto:

1 commento

  1. Coesa e coerente, questa recensione con ampia precisione di conoscenze e dei riferimenti culturali, rende onore a un testo interessante, che mette in luce questa figura spesso dimenticata, che la moderna narrazione definisce “l’aiutante” dell’eroe, il comprimario, figura immensamente più passiva, inessenziale persino.
    Da quanto qui sapientemente espresso, da vedere allora. Grazie per il suggerimento.

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