da Salvatore Cusimano | Gen 25, 2023
La serie con protagonista Lillo Petrolo porta alla scoperta dell’uomo dietro la maschera del super eroe Posaman, dopo lo straordinario successo avuto in LOL, disponibile sempre su Prime Video nella prima stagione, e di qui a poco anche nella seconda; 8 episodi (disponibili dal 5 gennaio), in una sorta di spin off inaspettato.
La serie offre uno sguardo da vicino sulla vita di Lillo, che vive un infinito conflitto interiore col suo alter ego Posaman, un supereroe il cui potere consiste nel mettere in scena solo sei pose più o meno elastiche. Attorno a questo gioco sul doppio, si muove tutto quel mondo della comicità, tra l’altro cambiata nel corso degli ultimi anni, grazie all’avvento di nuova linfa. In una miscela di realtà e di finzione, si mette in scena l’immortale dicotomia tra persona e personaggio; questo aspetto è molto interessante perché il pubblico si trova davanti a una serie ben diversa da quella aspettata, basata magari su una serie di tormentoni che lasciano il tempo che trovano.
Accanto a sé chiama poi alcuni altri grandi nomi della comicità italiana, da Pietro Sermonti a Paolo Calabresi, da Marco Marzocca a Valerio Lundini, Emanuela Fanelli, Maccio Capatonda, Corrado e Caterina Guzzanti, una squadra a dir poco straordinaria.
Se in LOL faceva ridere (e tanto), qui Posaman trascende: un’intera serie su di lui, intitolata autoironicamente e autoreferenzialmente Sono Lillo, ricca e originale, scritta bene e con un’enorme attenzione nella definizione degli sviluppi tra personaggi. Il richiamo a Boris e alla sua critica neanche troppo velata al mondo delle soap in TV è palese, e tra citazioni alte e basse (si va dalla suoneria del telefono che richiama l’eliminazione in LOL al pluripremiato Birdman) risulta quasi un capolavoro, con dentro un’infinita voglia di giocare, che traspare anche nei ‘bloopers’ finali.
Sono Lillo funziona perché fa ridere della vita stessa, delle stramberie a cui andiamo incontro nella quotidianità, di quelle piccole e grandi contraddizioni che colpiscono l’essere umano; è in grado di intrattenere in parecchi momenti, e anche se qualche momento risulta prevedibile, alla fine il lato comico e a tratti caciarone della serie finisce per prevalere.
data di pubblicazione:25/01/2023
da Salvatore Cusimano | Gen 18, 2023
Di fronte alla mancanza di offerte di lavoro, Antonio (Antonio Albanese), attore appassionato ma spesso disoccupato, accetta un lavoro offertogli da un vecchio amico e collega, come insegnante di un laboratorio teatrale all’interno di un istituto penitenziario. All’inizio titubante, scopre del talento nell’improbabile compagnia di detenuti e questo riaccende in lui la passione e la voglia di fare teatro.
Tratta da un film francese di successo, Un anno con Godot (2020) di Emmanuel Courcol, la storia di Grazie ragazzi è ispirata ad un fatto realmente accaduto nel 1985 in Svezia, quando l’attore e regista svedese Jan Jönson decise di mettere in scena Aspettando Godot di Samuel Beckett con i detenuti del carcere di massima sicurezza di Kumla.
Riccardo Milani torna in sala con una commedia dai toni dolci e amorevoli, servendosi del suo affezionato e poliedrico Antonio Albanese, in un ruolo più emozionante e profondo che mai. La storia mette in evidenza il valore del teatro come luogo di libertà e di salvezza, soprattutto se fatto in un contesto sociale complicato come può essere il carcere. Il teatro è qui salvifico e nel film ci viene consegnato nel suo significato più vero ed essenziale, con la scelta azzeccatissima di paragonare l’attesa di Estragone e Vladimiro nella celeberrima opera di Beckett con quella dei detenuti del carcere di Velletri, nelle celle sempre in attesa dell’ora d’aria, delle visite dei parenti o amici, dei pasti o del momento in cui riassaporeranno ancora la libertà.
Il cast e la sceneggiatura (anche se non proprio originale) regalano al pubblico un’opera meritevole e schietta, sicura sul messaggio che vuole trasmettere.
Il testo e la canzone Liberi di volare, di Vasco Rossi, è un degno sottofondo finale che rende, in conclusione, Grazie ragazzi una bella parabola sulla vita, sul teatro e sulle sue verità.
Menzione speciale, come sempre, per Antonio Albanese, cui viene cucito addosso il ruolo dell’attore disoccupato con ancora qualcosa da comunicare; si ride, ci si commuove, ci si fa mille domande, per un’opera che, grazie al passaparola, riporterà al cinema il pubblico che merita.
data di pubblicazione:18/01/2023
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da Salvatore Cusimano | Gen 13, 2023
Mike White, ideatore/sceneggiatore/regista della seconda stagione, così come anche della prima, torna a mettere alla gogna la classe facoltosa statunitense, in una serie di sette episodi incentrati sulle traversie personali e professionali dello staff e degli ospiti di un resort durante il corso di una settimana. La prima stagione è ambientata alle Hawaii, mentre questa seconda in Sicilia, con location da sogno tra Taormina e Cefalù. Tra panorami mozzafiato con vista sul mare e antichi palazzi, si alternano le storie dei ricchi ospiti americani, che porteranno con sé non solo le loro valigie, ma una serie di vissuti personali pronti ad intrecciarsi e ad esplodere.
Il meccanismo narrativo è tipico di un certo tipo di serialità, così come anche di un certo tipo di cinema, e cioè con un omicidio nella prima scena e un balzo indietro sulla linea del tempo per ricostruire movente, dinamiche e colpevole. È una storia corale con protagonista assoluta la ricca ereditiera Tanya, una meravigliosa Jennifer, vincitrice recente di un Golden Globe; poi c’è la coppia di neo sposini che si è portata dietro il migliore amico di lui e sua moglie per fare vacanza di coppia; ci sono tre generazioni di Di Grasso: nonno, padre e figlio ventenne, venuti in Sicilia per riportare l’anziano vecchietto a visitare i suoi luoghi originari; ci sono le escort di lusso Lucia e Mia, giovanissime ragazze del posto a caccia di clienti facoltosi tra gli ospiti del lussuoso resort.
Sono gli ultimi episodi che danno un senso al tutto, potendo essere considerati quasi come un film unico, dove si ricompongono tutti i pezzi del puzzle. Nel cast anche la nostra Sabrina Impacciatore, direttrice dell’albergo, una scommessa decisamente vinta per un’attrice che in Italia non ha avuto la giusta ricompensa per molti ruoli avuti, ma mai sottolineati abbastanza. Le altre attrici italiane, calatesi perfettamente nelle parti, apportano alla serie quel valore aggiunto di “italianità”, che è molto piaciuto in America.
La scrittura risulta molto sottile ed efficace, accompagnata anche da una colonna sonora che ripercorre la storia della musica italiana con brani di Alan Sorrenti, Franco Battiato, Mina, Domenico Modugno e Fabrizio De André, ed in definitiva, questa seconda stagione sembra avere tutto in regola per mietere ancora successo, dopo i meritati premi avuti.
data di pubblicazione:13/01/2023
da Salvatore Cusimano | Gen 9, 2023
La serie creata da Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana per Prime Video, prodotta da Indigo Film in 6 episodi e disponibile dall’8 dicembre 2022, racconta l’incredibile storia di Nino Scotellaro, pubblico ministero siciliano che ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro la mafia e che improvvisamente viene accusato di essere uno di coloro che ha sempre combattuto: un mafioso.
Si respira un forte senso di novità e di originalità in questa avvincente serie italiana, un po’ crime e un po’comedy, con l’aggiunta di un’ironia amara tipica del nostro Bel paese, che rende un’operazione come quella di Prime Video, una vera e propria scommessa riuscita. I punti di forza sono il dialetto di un immenso di Luigi Lo Cascio (Nino Scotellaro) e la bravura di un’insolita ma credibilissima Claudia Pandolfi (la compagna Luvi Bray), avvocato molto in gamba il cui padre era stato ucciso dallo stesso nemico comune (Suro).
Si nota subito il richiamo ad un altro capolavoro del mondo del piccolo schermo, ovvero Breaking Bad. Il professore Walter White, da insegnante di chimica diventa boss dello spaccio di anfetamina portando così la mente dello spettatore al collegamento con la figura di Nino Scotellaro: il ‘buono’ che diventa ‘cattivo’.
Insomma, in The Bad Guy ci sono influenze che vengono trattate con un codice unico e completamente diverso da quello visto finora, evoluto, sfrontato, diretto ma con delle tonalità di detto-non detto che tengono lo spettatore “appiccicato” alla serie fino all’ultimo minuto. Il tutto condito con una serie di brani musicali della tradizione italiana e non, cui si aggiunge un briciolo di nonsense (ad esempio il videoclip musicale in cui compaiono Colapesce e Dimartino per promuovere l’acquapark Wowterworld), tutti fattori che rendono la sceneggiatura profonda e al contempo leggera, e che fanno diventare ancora più iconica questa serie che farà parlare di sé ancora per molto, così come porterà sicuramente a fenomeni di marathon viewing per lo spettatore “malato” di serie tv.
data di pubblicazione:09/01/2023
da Salvatore Cusimano | Nov 15, 2022
La serie, prodotta da Netflix e diretta da Francesco Bruni, è tratta dall’omonimo romanzo autobiografico di Daniele Mencarelli (vincitore del Premio Strega Giovani del 2020) in cui lo stesso autore racconta di aver subito un TSO in gioventù. Nella serie viene narrata la storia di Daniele (Federico Cesari) che, dopo aver avuto uno scatto d’ira, viene sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio e deve, per questo, trascorrere 7 giorni in un reparto psichiatrico. Un’esperienza che cambierà per sempre la sua vita.
Il regista, già autore di Scialla! (2011), Tutto quello che vuoi (2017) e Cosa sarà (2020), continua col suo stile tragicomico che ci fa ridere mentre piangi e piangere mentre ridi, a tratti surreale: c’è un reparto di psichiatria con finestre che si aprono, armadietti incustoditi. C’è anche l’aggiunta della storia d’amore tra Daniele e Nina (Fotinì Peluso). La camerata di un reparto psichiatrico in cui si veglia Daniele, assieme a cinque improbabili compagni di stanza con cui pensa di non avere niente in comune, ma con cui deve passare sette giorni lentamente si trasforma in una delle esperienze più intense e formative della sua vita.
L’opera, divisa in sette capitoli, uno per ogni giorno della settimana di TSO, mostra tutte le fragilità della mente umana, e questa struttura narrativa riesce anche a delineare bene le storie dei personaggi secondari: oltre la camerata dei pazienti della clinica impariamo anche a conoscere punti di forza e debolezza degli infermieri e dei medici.
La serie è un crescendo di emozioni, in cui le fragilità dei suoi protagonisti la fanno da padrona, ma al contempo non ci si nasconde dietro pietismi e si affronta la ‘malattia mentale’ riconoscendola, liberandosi così dal pregiudizio, senza aver paura di essere esposti al giudizio di una società fatta di apparenza.
Nella gamma di personaggi secondari, spiccano veramente tutti, ognuno con la sua fragilità, senza nulla togliere al personaggio principale Daniele, dando merito quindi ad una sceneggiatura che gestisce con delicatezza i tratti comici, lasciandoli tuttavia aggirare nei momenti più duri di una malattia difficile.
Da segnalare anche la colonna sonora, mai invadente, e le locations scelte dal regista, popolari ai più, ma molto suggestive.
data di pubblicazione:15/11/2022
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