CANTICO DEI CANTICI, adattamento e regia di Roberto Latini
(Teatro Vascello – Roma, 19/22 aprile 2018)
Il Cantico dei Cantici è uno dei libri certamente più affascinanti e misteriosi contenuti nel canone biblico, scritto probabilmente intorno al IV secolo a.C. e quindi molto antico. È un dialogo serrato tra due amanti che si rincorrono, si cercano, si dicono l’uno all’altra dolci parole piene di amore e accudimento. Nello spettacolo di Latini queste parole vengono contestualizzate nella cornice di un sogno, quello del nostro unico attore sulla scena.
Terzo e ultimo appuntamento per il trittico presentato dalla compagnia Fortebraccio Teatro, in scena al Vascello fino a domenica. Dopo il confronto con due grandi classici della letteratura teatrale, I giganti della montagna e Amleto, Roberto Latini rivede e interpreta uno dei testi più belli di tutta la Bibbia: il Cantico dei Cantici. Il testo originale, un poema che si presenta sotto forma di dialogo tra due amanti, è ripreso in maniera letterale, senza nessuna particolare interpretazione, è quasi una lettura. La scena è semplice, sono sparite le giostre dell’Amleto e gli effetti scenici dei Giganti. Sembra di essere in una cabina di trasmissione radiofonica, ma c’è anche una panchina dove il nostro personaggio si fa trovare addormentato appena entriamo in teatro per prendere posto. Sta già sognando e noi ci addormentiamo con lui non appena si abbassano le luci e con lui iniziamo a sognare. I pochi oggetti presenti sulla scena non svolgono una funzione narrativa, ma solo simbolica. Si accende una scritta non appena termina la musica: ON AIR. Siamo in onda? No, anche questa scritta va presa alla lettera: siamo nell’aria. Si spalanca una dimensione onirica davanti ai nostri occhi, siamo nei pensieri di un innamorato che racconta il suo tormento e la sua gioia, la sua speranza e la sua delusione, la bellezza dell’incontro e la disperazione della lontananza. La recitazione appare più statica in questo terzo appuntamento, ma si fa via via più enfatica verso il finale fino a trasformarsi in una danza erotica e dolce allo stesso momento. La musica è di nuovo protagonista: le parole scivolano e si confondono nelle note del pianoforte nei momenti più lirici, mentre ritmi travolgenti accompagnano i momenti di marcato erotismo.
Uno spettacolo ben riuscito. Premio Ubu 2017 a Roberto Latini come miglior attore/performer e a Gianluca Misiti per il miglior progetto sonoro/musiche originali.
data di pubblicazione:20/04/2018
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