da Maria Letizia Panerai | Mag 14, 2024
Dopo aver vinto i Premi per la miglior regia e per la migliore attrice protagonista al Bif&st 2024, dal 9 maggio è nelle sale l’opera prima diretta e sceneggiata dalla coppia Bortone-Porto. Nata da genitori calabresi, Daniela Porto è anche autrice dell’omonimo romanzo costruito attorno ad un racconto della madre su un signore del suo paese, braccio destro del parroco e omosessuale, soprannominato“l’uomo dei matrimoni”.
Lorenzo, sagrestano della parrocchia, deve organizzare con una certa celerità il matrimonio di Marta, una ragazza-madre promessa in sposa ad un vedovo con prole molto più grande di lei. Siamo nell’entroterra calabrese dell’immediato dopoguerra. Marta, nonostante abbia frequentato solo sino alla seconda elementare, sa leggere e scrivere. Ha conosciuto l’amore del suo ragazzo non tornato dalla guerra e capisce che quel matrimonio combinato rappresenti la sua tomba, ma non ha la forza né i mezzi per opporsi alla decisione presa dai suoi genitori. A causa della sua giovane età non sa cogliere neanche i primi flebili segnali di un imminente cambiamento sociale. Sarà proprio “l’uomo dei matrimoni”, da tutti così chiamato e nel contempo deriso per la sua omosessualità, a farle prendere coscienza della sua condizione. Tornato da Milano al suo paese d’origine inseguendo l’amore, Lorenzo stringe una profonda amicizia con la giovane donna. Da quell’amicizia nasce in Marta la consapevolezza di quel dolore che si porta addosso, figlio della discriminazione, dell’ipocrisia e della maldicenza.
Il film, uscito nelle sale dopo il grande successo di C’è ancora domani, seppur parli anch’esso di amicizia ed emancipazione nell’Italia che fa accedere le donne alle urne, lo fa con profondo realismo e un linguaggio molto diretto. Una dura sfida ai pregiudizi, che diventa lotta per una vita senza umiliazioni e prevaricazioni. Nel film è evidente la fatica della protagonista nel procedere a piccoli passi verso la libertà, sottolineata anche da un abbigliamento povero e mortificante, oltre che da una vita già decisa e senza appello.
Ludovica Martino (Marta) è sorprendente: unica attrice romana in un cast interamente calabrese di primissimo livello, al suo primo ruolo da protagonista recita in un dialetto arcaico della ionica degli anni ‘40. Il film, girato a Gerace nella Locride, curato in ogni minimo dettaglio, ha sicuramente il merito di sottolineare che Lorenzo, interpretato da un intensissimo Marco Leonardi, seppur deriso e discriminato è comunque un uomo. E come tale può sopravvivere alle asperità di una vita fatta di solitudine perché più libero di tutte le donne dell’epoca, “prigioniere” solo in quanto donne, in un’Italia dimenticata che a volte purtroppo non sembra tanto lontana.
data di pubblicazione:14/05/2024
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da Maria Letizia Panerai | Mag 3, 2024
Pietro Vella è un professore di lettere in un liceo alla periferia di Roma. È molto amato dai suoi allievi, meno da alcuni colleghi. Nell’insegnare applica quella che lui definisce “la didattica degli affetti”, una metodologia che negli anni attirerà l’attenzione del Ministero permettendo a Pietro di diventare un apprezzato autore di testi volti a migliorare l’efficacia dei metodi di insegnamento.
Pietro è particolarmente attratto dall’intelligenza acuta di una sua allieva, Teresa Quadraro. Ma quando la classe consegue la maturità, della ragazza Pietro ne perde le tracce. A distanza di un anno scopre da alcuni suoi ex compagni di classe che Teresa non ha continuato gli studi e lavora come cameriera in una trattoria. Pietro allora decide di andare a trovarla per convincerla ad iscriversi alla Facoltà di Matematica, materia in cui eccelleva al liceo. Ma appare evidente che sotto quell’interesse ci sia altro da parte dell’ex professore. Tra i due inizia, con alti e bassi, una relazione che dura qualche anno, periodo durante il quale Teresa riesce a laurearsi. A suggellare questo legame, che si spezzerà di lì a poco con il trasferimento di Teresa in America, sarà una reciproca confidenza che i due amanti si faranno. Un segreto inconfessabile che, sulla scia della passione i due si scambiano per legarsi per sempre, oltre l’amore, oltre il rapporto quotidiano di coppia. Allo spettatore non è dato sapere cosa i due si confidano. Ciò che sicuramente sappiamo è che il segreto di Pietro è più grave di quello di Teresa: se lei decidesse di rivelarlo, lo rovinerebbe per sempre.
Lucchetti riesce, con questo film, a farci navigare nella psiche del protagonista in una sorta di ossessione che lo accompagnerà tutta la vita, rappresentata da quel segreto condiviso. Pietro si sposerà con Nadia, avrà una figlia e diventerà una personalità nel suo campo. Ma Teresa in tutte le fasi della sua vita continuerà a materializzarsi come un fantasma o una persona reale e con lei il macigno di quel segreto.
Basato sull’omonimo romanzo di Domenico Starnone e sceneggiato dallo stesso Lucchetti in coppia con Francesco Piccolo, Confidenza rappresenta un viaggio nell’animo di Pietro, nel suo reale sentire, nelle sue paure più intime, nella sua insicurezza, in completa contrapposizione con il suo status pubblico di uomo di successo. Ricco di sfumature, il film presta il fianco a tante interpretazioni, facendo camminare il protagonista sempre su un filo, con la perenne paura di cadere giù per essere andato “oltre”. Un uomo diviso tra l’apprezzamento degli altri e la sua cattiva coscienza che lo fa sentire sempre inadeguato, frustrato. Cast eccellente, su cui primeggia Elio Germano in uno dei suoi tanti ruoli di grande spessore.
data di pubblicazione:3/05/2024
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da Maria Letizia Panerai | Apr 25, 2024
Prende in prestito il titolo di una sua famosa canzone il film su Amy Winehouse appena uscito nelle sale italiane che restituisce un po’ di umanità al mito dannato di questa fantastica cantante scomparsa a soli 27 anni. E riesce nell’impresa, regalandoci tanta bella musica concentrata in un tempo piccolo che tuttavia restituisce ciò che questa fragile ragazza ci ha lasciato.
“Voglio che la gente senta la mia voce e dimentichi i suoi problemi per cinque minuti. Voglio essere ricordata per la mia voce, per i concerti, per essere stata me stessa”. Marisa Gabrielle Abela è l’attrice britannica che interpreta magistralmente il ruolo di Amy Winehouse. Un romantico biopic che parla dell’artista e delle sue fragilità e del suo unico grande amore, Blake Fielder, interpretato dal convincente Jack O’Connell. Londinese di origini ebraiche, la giovane Amy comincia da giovanissima a muovere i primi passi nel mondo del jazz. Viene incoraggiata dalla nonna Cynthia, sua “icona di tutto”, e dal padre che preferirà farle da manager piuttosto che proteggerla come genitore. Corpo esile, pelle chiara, carattere rissoso, Amy si impone in campo musicale come cantante black. Nella vita nessun uomo sembra riuscire a starle vicino. Sino all’incontro fatale con Blake che la farà gioire e morire. Un amore tormentato e devastante, infedele, tossico. Il film si concentra prevalentemente sulla coppia, sorvolando sulle carenze affettive palpabili dei genitori separati di lei e sui suoi visibili problemi alimentari nati dall’abbandono. Ne emerge il ritratto di una giovane donna fragile che affoga la sua disperazione nell’alcool, in un mondo che la osanna riconoscendole premi importanti, seguita notte e giorno da fotografi e giornalisti.
Il cast di attori è di ottimo livello e Marisa Gabrielle Abela assieme a Jack O’Connell sono bravissimi, in una pellicola molto equilibrata e non banale. Incentrata sul talento musicale della protagonista lasciata sola e senza mezzi a gestire qualcosa di troppo grande e improvviso, Back to Black ci restituisce oltre a tanta bella musica quella inevitabile tenerezza che una così giovane vita può ispirare.
data di pubblicazione:25/04/2024
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da Maria Letizia Panerai | Mar 20, 2024
Presentato in anteprima a Cannes, esce nelle sale con Lucky Red l’ultimo film di Haynes interpretato dai premi Oscar Natalie Portman e Julianne Moore. Le due attrici tengono la scena per tutta la durata del film che potremmo definire “l’anatomia di uno scandalo americano”, parafrasando il titolo della pellicola di Justine Triet che gli ha strappato l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale.
Gracie Atherton-Yoo (Julianne Moore), moglie e madre, all’età di 36 anni inizia una relazione extraconiugale con il tredicenne di origini coreane Joe Yoo, compagno di classe di suo figlio Georgie. Ben presto nella comunità di Savannah, Georgia, la storia diviene di dominio pubblico e Gracie finisce in prigione. I due tuttavia, nonostante l’inevitabile ostracismo delle famiglie e della società, si sposano. Dal matrimonio nascono tre figli. Passano vent’anni. La coppia vive ancora a Savannah e la pace sembra essere tornata, quando l’attrice di successo Elizabeth Berry (Natalie Portman) decide di interpretare un biopic su Gracie ed inizia a frequentare la casa dei coniugi Yoo per calarsi meglio nella parte.
Todd Haynes, come in Lontano dal paradiso e Carol, torna su un terreno a lui congeniale: indagare il perbenismo americano alla luce di certi avvenimenti privati che hanno fatto scandalo. In May December il titolo stesso rappresenta un gap, una distanza quasi incolmabile come l’età che separa i due coniugi e sarà Elizabeth a far scoprire allo spettatore che tutto non è come sembra. Gracie infatti manifesterà un carattere da manipolatrice, mentre il suo giovane marito una maturità apparente e mai sbocciata, come le crisalidi di cui si prende cura sino a farle diventare farfalle pronte a volare.
Nonostante la sottile complessità della tematica, con una verità sempre in bilico che non sembra mai essere una solamente, il film nel suo complesso non aggiunge nulla a ciò che sin dall’inizio appare palese. Per tutta la durata si percepisce l’esistenza di un filo che tiene i vari personaggi incredibilmente uniti intorno a Gracie. Julianne Moore è magistrale nello svelare a poco a poco la propria personalità distorta con segnali contrastanti tra loro che vanno dall’infantilismo al controllo, dando ad Elizabeth- Portman, abile e cinica, la chiave di lettura del suo personaggio. Al pubblico l’ardua sentenza.
data di pubblicazione:20/03/2024
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da Maria Letizia Panerai | Mar 19, 2024
Il regista messicano Michel Franco ci racconta una bellissima storia d’amore, raffinata e non usuale, con una coppia d’attori in perfetta sintonia tra loro. Jessica Chastain e Peter Sarsgaard (Coppa Volpi a Venezia per questo ruolo) danno vita ad una performance di primissimo livello, sfidando con i loro personaggi un dolore profondo che la memoria ha tentato in tutti i modi di reprimere.
Sylvia e Saul si incontrano ad una festa di ex liceali. Lui si siede accanto a lei per parlarle, ma lei infastidita si alza ed esce dal locale; lui la segue lentamente sin sotto casa e lei, spaventata, si barrica nel suo appartamento. Saul rimarrà sotto l’appartamento di Sylvia per tutta la notte, incurante del temporale e solo l’indomani la donna scoprirà che l’uomo è in uno stato confusionale e non ricorda nulla dell’accaduto. Madre single e assistente in un centro per anziani, Sylvia appare subito agli occhi del fratello di Saul la persona giusta per tenere compagnia all’uomo, affetto da una precoce forma di demenza. Inizia così una strana frequentazione tra i due, fatta di accudimento e di semplici incontri.
Memory è un film dalla trama delicata e profonda, che ha a che fare con la memoria “cancellata” dai traumi del proprio passato, anche se la cancellazione per Saul è involontaria, mentre per Sylvia è fermamente voluta. Un passato ingombrante e grave ha segnato profondamente la vita della donna, incapace di tornare ad amare qualcuno, almeno sino all’incontro con quell’uomo gentile ed indifeso che sembra riesca ad abbattere quel muro che lei stessa ha innalzato per proteggersi. Quell’incontro le darà la forza di rimettere in discussione la memoria del suo passato, un passato che tempo addietro aveva sommerso con l’alcool e che per autodifesa, anche dopo la disintossicazione, caparbiamente non vuole far riemergere.
Michel Franco riesce a raccontare un dramma crudo, di quelli che fanno male, tanto male. Lo fa tornare a galla con dolore da chi a forza lo aveva rimosso per anni, sottraendosi alla vita, e in maniera quasi terapeutica lo trasforma in altro dando ai due protagonisti, sopravvissuti nonostante tutto alle loro vicende personali, una nuova chance di vita, lasciandoci in bocca il gusto di qualcosa di buono.
data di pubblicazione:19/03/2024
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