NOTTING HILL di Roger Michell, 1999

NOTTING HILL di Roger Michell, 1999

Notting Hill è una brillante commedia inglese con alla base un articolato intreccio amoroso che vede come protagonista William Thacker (Hugh Grant), un tipico ragazzo inglese che possiede a Londra una modesta libreria specializzata in libri di viaggio; timido e goffo, William vive in una casa dal portone blu a Notting Hill, tipico quartiere londinese, in compagnia di un eccentrico amico pittore di nome Spike (Rhys Ifans). Un giorno entra per caso nella libreria di William Anna Scott (Julia Roberts), famosa star di Hollywood ed è subito colpo di fulmine! Ma la loro storia d’amore non si presenterà così semplice e lineare, perché entrambi verranno travolti dalla enorme popolarità di lei: alterne vicende li porteranno più volte a separarsi e poi, per volere del destino, a rincontrarsi, fino a coronare il loro sogno d’amore. Il film al pari di Pretty Woman è una di quelle commedie sempre attuali e divertenti; memorabili le scene delle interviste con la stampa in cui William si presenta come un giornalista di Cavalli & Segugi, o quella della cena di compleanno della sorella in cui William si presenta a sorpresa in compagnia di Anna Scott o ancora quando Spike, il suo “disgustoso” coinquilino, ingurgita un barattolo di maionese credendo sia yogurt. Ed è proprio questa scena di Notting Hill che ci suggerisce una ricetta con una ricca base di maionese, che sicuramente rappresenta un bizzarro abbinamento in linea con tutta la magica atmosfera del film: l’insalata russa.

INGREDIENTI (x 8/10 persone):600 grammi di patate – 4 carote grosse – 150 grammi di pisellini primavera surgelati – 1 barattolo grande di giardiniera – 2 barattoli grandi di maionese – 1 barattolo di cetriolini – 2 uova.

PROCEDIMENTO: Fare bollire in acqua salata separatamente le patate, le carote ed i pisellini. Una volta cotte e raffreddate, si procede a ridurre le patate e le carote a pezzetti insieme alla giardiniera (questa potete comperarla già tagliata a filini sottili). Aggiungere poi i pisellini. A questo punto esistono delle varianti: si può aggiungere del mais, del tonno o dei gamberetti sgusciati. A proprio gusto. Amalgamare il tutto con la maionese e sistemare l’impasto ottenuto in un piatto da portata. Ripassare sopra un altro strato di maionese e guarnire con i cetriolini e con le uova, precedentemente bollite, raffreddate e poi tagliate a fette sottili con l’apposito strumento.

JOHN ideato e diretto da Lloyd Newson, con il DV8 Physical Theatre

JOHN ideato e diretto da Lloyd Newson, con il DV8 Physical Theatre

All’Auditorium Parco della Musica di Roma, dal 7 febbraio al 2 aprile è in corso, nell’ambito del Festival della Nuova danza, l’undicesima edizione di Equilibrio che ancora una volta porta nella capitale alcuni tra i più prestigiosi nomi nel panorama internazionale  della danza contemporanea. La manifestazione propone quest’anno come tema la coppia, vista come cellula primordiale che genera la comunità, pretesto per farci scoprire il senso di appartenenza o di rifiuto da parte dell’altro e che prende senso solo se inserita in un contesto sociale più ampio: la coppia e la comunità visti dunque come fatti, che in un passato ancora prossimo, stanno continuando a tormentare le nostre coscienze.

In tale contesto si inserisce lo spettacolo John, per la coreografia dell’australiano Lloyd Newson ed il suo collettivo di danzatori DV8 Physical Theatre, lavoro impegnativo che spinge il pubblico, non solo per le tematiche trattate ma soprattutto per il linguaggio utilizzato, a porsi in una posizione direi quasi al limite dell’imbarazzo. Non è tanto la storia di John a sconvolgere lo spettatore, quanto il mezzo espressivo usato che sembra vada al di là di qualsiasi ragionevole buon senso. Nei 75 minuti di scena, infatti, si è sopraffatti in maniera prevalente dalla parola: la storia incalza senza lasciare respiro e si è completamente assorbiti dal rincorrere il senso della cronaca, in un susseguirsi di sotto titolature che non danno accesso ad un minuto di pausa per concentrarsi più serenamente sulla danza vera e propria. Nulla invece da obiettare sulla performance di Hannes Langolf (John) e degli altri della compagnia, soprattutto per quanto concerne la capacità comunicativa dei loro corpi, né alla messa in scena dello spazio, delimitato da mura e porte, in un continuo ruotare con un movimento tutt’altro che disorientante; ma il compiacimento nell’affrontare minuziosamente tematiche per le quali forse era sufficiente un accenno, senza doverle necessariamente prolungare sino all’esaurimento della tolleranza, hanno sortito un risultato a tratti irritante.

data di pubblicazione 15/02/2015

LA CAMERA DA RICEVERE di Ermanna Montanari

LA CAMERA DA RICEVERE di Ermanna Montanari

(Teatro Due Roma – 3/8 febbraio 2015)

Si è ufficialmente aperta in questi giorni la rassegna “A Roma! A Roma!”, a cura della critica teatrale Francesca De Sanctis, con la presentazione di un lavoro scritto ed interpretato da Ermanna Montanari: La camera da ricevere.

L’attrice, romagnola doc e già più volte premiata con il premio Ubu, il Premio Duse ed altri ancora per la sua apprezzata attività di attrice ed autrice di testi teatrali, ci conduce quasi per mano ed in punta di piedi in uno spazio semibuio, polveroso, dove non è permesso accedere se non in rare occasioni dell’anno, un luogo in cui si entra con circospezione per paura di essere visti, di essere scoperti, di essere rimproverati.

Questa camera da ricevere rappresenta in effetti un territorio magico e sacro, una specie di sancta sanctorum dove si accede con rispettoso silenzio e dove nello stesso tempo ci si lascia andare alle proprie fantasie di adolescente per poi generare e partorire tutta una serie di personaggi che nel tempo troveranno riscontro in lavori teatrali di grande risonanza e che hanno segnato la carriera di questa grande interprete.

Lo spettatore viene subito introdotto in questo guscio dalle luci ovattate e dove di tanto in tanto viene raggiunto da suoni e voci, quasi indistinti come quelli propri dello stato onirico, in una carrellata di frammenti teatrali nei quali l’elemento simbolo accompagna l’espressione ed il volto dell’attrice: ora clownesco, ora austero, ora accattivante, ora esorcizzante…

Si parte da Fatima asina parlante, poi abbiamo Bêlda una veggente romagnola, poi Rosvita, poi Mêdar Ubu, Alcina, Daura e così via, tutti monologhi dove la Montanari esprime principalmente se stessa con una drammaturgia di elevato livello che ha lasciato tutti spiazzati e con il fiato sospeso, dal primo all’ultimo istante della sua performance, anche quando la recitazione ha comportato l’uso dell’incomprensibile dialetto di quella recondita e poco nota parte della Romagna dalla quale originariamente proviene.

Da notare la maniera chiara ed accattivante con la quale l’attrice ci presenta i vari personaggi, spiegando la loro genesi e mettendo in risalto i vari e peculiari aspetti della loro rappresentazione sul contesto scenico, in un racconto articolato e conseguente anche nei momenti di giusta contrapposizione.

Lo spettacolo non sembra dare l’impressione di un puro e semplice esercizio di stile, per cui dal suo nucleo originario, dalla sua cellula generatrice non può che venire fuori un lavoro di grande livello che ha coinvolto il pubblico in maniera direi quasi empatica con i diversi caratteri ritratti.

La camera da ricevere nasce nel contesto di un progetto Dimore delle voci – Laboratorio di Drammaturgia sonora IV edizione, curato da Valentina Valentini, promosso da Rai Radio 3, Centro Teatro Ateneo e l’Università di Roma La Sapienza, già rappresentata a Roma in anteprima nel maggio del 2013 e poi ripresa a Milano nel maggio 2014 presso la Fondazione Pini, nell’ambito della terza edizione di Stanze – esperienze di teatro d’appartamento.

data di pubblicazione 07/02/2015


Il nostro voto:

 

A ROMA! A ROMA! rassegna a cura di Francesca De Sanctis

A ROMA! A ROMA! rassegna a cura di Francesca De Sanctis

(Teatro Due Roma – dal 3 febbraio al 29 marzo 2015)

Marco Lucchesi, direttore artistico del Teatro Due Roma, con una iniziativa degna di un sincero elogio, ha offerto il proprio spazio teatrale al critico Francesca De Sanctis per organizzare una rassegna che potesse riunire a Roma quelle compagnie italiane che normalmente trovano difficoltà a rappresentarsi nella capitale.

E’ evidente che in una città come Roma le occasioni di scambio interculturale ed intergenerazionale dovrebbero essere pane quotidiano non solo per promuovere tutte quelle iniziative per l’inserimento di compagnie di giovani di grande talento, ma anche per fornire materiale di utile riflessione ed occasione per conoscere ed apprezzare l’impegno e l’entusiasmo di tali artisti.

In una situazione disastrosa come quella in cui versano oggi i teatri romani, tra difficoltà economiche e organizzative di tutti i tipi, sembra almeno doveroso porre in giusto risalto questa iniziativa che dal 3 febbraio al 29 marzo ospiterà ben dodici compagnie teatrali provenienti da tutta Italia, ciascuna caratterizzata da un proprio peculiare allestimento e da un tangibile impegno drammaturgico.

Ecco in sintesi la carrellata dei lavori in programma:

La camera da ricevere di e con Ermanna Montanari, Teatro delle Albe/Ravenna Teatro – sino all’ 8 febbraio.

Scintille di Laura Sicignano con Laura Curino, Teatro Cargo di Genova – 10/15 febbraio

Per una donna di Letizia Russo con Sandra Zoccolan, ATIR Teatro Ringhiera – 17/22 febbraio

Adesso che hai scelto di e con Mimmo Sorrentino, Teatro dell’Argine – 24/26 febbraio

I funerali di Togliatti di Franco Rossi con Massimo Verdastro, Semi Cattivi/Centro Sperimentale d’Arte Contemporanea – 27 febbraio/1 marzo

I taccuini di Mosella Fitch di Stefano Massimi con Barbara Valmorin, in due capitoli a sere alterne, Teatro delle Donne – 3/8 marzo

Il re di Girgenti di e con Massimo Schuster e Fabio Monti dal romanzo di Andrea Camilleri, Emme À Teatro Théâtre de l’arc-en-terre/ L’estive ¬10/14 marzo

Straniero di Sicilia e Il cavaliere oscuro di e con Giovanni Calcagno, La casa dei santi – 15/16 marzo

Megalopolis # 43 con Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola, Instabili Vaganti – 17/19 marzo

#Dell’Alluvione di e con Elena Guerrini, Creature Creative – 20-22 marzo

Onorata società di Francesco Niccolini con Patricia Zanco, Dedalofurioso Fatebenesorelle Teatro – 24/26 marzo

Alice disambientata di e con Ilaria Dalle Donne, La Piccionaia – 27/29 marzo.

data di pubblicazione 07/02/2015

TRENO DI NOTTE PER LISBONA di Bille August, 2013

TRENO DI NOTTE PER LISBONA di Bille August, 2013

Il professore di liceo Raimund Gregorius (Jeremy Irons) una mattina, mentre si reca alla scuola in Berna dove insegna, salva dal suicidio una ragazza che, non appena ripresasi, scappa velocemente lasciandogli per caso un libro di un autore portoghese, Amadeu de Prado, medico e membro della resistenza al regime dittatoriale di Salazar, assieme ad un biglietto ferroviario per Lisbona.

Il professore, spinto da una irrefrenabile curiosità di scoprire il perché di quel gesto disperato e soprattutto ciò che si cela dietro quel drammatico momento politico, non esita a prendere un treno notturno per Lisbona, sconvolgendo in tal modo la sua routine quotidiana…

Questo film che, nonostante la bravura del protagonista e la storia abbastanza intrigante non ha avuto il meritato successo al botteghino nè un giusto riconoscimento da parte della critica, ci suggerisce questa ricetta che ha come base il baccalà, tipico ingrediente della cucina portoghese: il gateau di baccalà.

INGREDIENTI (x 6/8 persone):800 grammi di baccalà già preparato e dissalato – una noce di burro -1 porro – 1 cipolla e 1scalogno –  1kg di patate – prezzemolo, sale e pepe q.b. – 100 gr di burro – pan grattato q.b..

PROCEDIMENTO: Sistemare il baccalà a pezzi anche grossi in una casseruola con un poco di burro, pepe e prezzemolo. Aggiungere il porro e lo scalogno a pezzetti a lasciare cuocere a fuoco lento. Intanto bollire le patate in abbondante acqua salata. Cotte le patate, vanno pelate e passate con lo schiacciapatate, poi rimaneggiate con burro e prezzemolo. Aggiungere a questo punto il baccalà, anch’esso da amalgamare alle patate ma lasciandolo a pezzetti, ed il tutto va sistemato poi in una teglia oleata e cosparsa con pan grattato. Sistemato l’impasto nella teglia, va terminato con pan grattato e fiocchetti di burro e pepe.

Mettere in forno pre riscaldato a 180°, una trentina di minuti e servire quindi lo sformato tiepido.