da Antonio Iraci | Feb 21, 2025
(75 INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE – BERLINALE)
Berlino, 13 – 23 Febbraio 2025
Un uomo ha perso improvvisamente la moglie. Rimasto solo con i suoi bambini dovrà iniziare a gestire insieme a loro una nuova vita e soprattutto cercare di elaborare il lutto. Non sarà un’impresa facile soprattutto per la presenza in casa di un qualcosa con le fattezze di un corvo parlante. L’uccello sembra scaturire dai disegni che l’uomo stesso elabora per i suoi fumetti e che ora assume caratteristiche antropomorfe…
Chiude bene questa ultima edizione della Berlinale con un film del regista inglese Dylan Southern, già presentato al Sundance Film Festival a gennaio di quest’anno. Liberamente tratto dal romanzo di Max Porter, il film abbraccia vari generi ma principalmente si tratta di una trasposizione gotica di un dramma psicologico. Si sa che l’elaborazione del lutto non è certamente una passeggiata e che i soggetti che lo devono affrontare sono spesso travolti da sentimenti contrastanti. La vita in famiglia deve andare avanti e tra mille difficoltà si cerca di tornare alla normalità ma a questo punto niente rientra nel normale. La casa è invasa da una strana entità, frutto della fantasia ma anche presenza concreta che ossessiona e induce alla follia. Un ottimo Benedict Cumberbatch che sa bene interpretare l’uomo visionario e instabile che non sa rassegnarsi alla cupa esistenza che il destino gli ha imposto. Una sofferenza ben espressa dal protagonista che passa velocemente dalla realtà all’immaginazione riuscendo ad interloquire con i propri disegni. Un copione che sarebbe facilmente caduto nel ridicolo ma che il regista, e insieme sceneggiatore, sa invece portare avanti in maniera intelligente e intrigante. Con sorprendenti effetti speciali si riesce a creare un corvo parlante, nero e petulante che fa paura ma del quale si cerca la compagnia. Da essere spregevole alla fine assumerà atteggiamenti compassionevoli e protettivi anche nei confronti dei bambini. Ogni mezzo a questo punto è lecito e accettabile se riesce a calmare l’ansia e il dolore del protagonista per la perdita subita. Il regista ricorda che la scomparsa di una persona cara può portare alla pazzia ma con il tempo tutto si trasforma in un bel ricordo. Un film veramente affascinante la cui riuscita è soprattutto da attribuire alla presenza in scena di Cumberbatch, un marchio e una garanzia. Presentato nella Sezione Berlinale Special Gala.
data di pubblicazione:21/02/2025

da Antonio Iraci | Feb 20, 2025
(75 INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE – BERLINALE)
Berlino, 13/23 Febbraio 2025
Elsa, Tomás, Marisol, Victor e Vanessa vivono in casa della nonna dopo che i genitori li hanno abbandonati al loro destino. Per necessità hanno imparato ad essere indipendenti visto che in casa l’anziana donna invece di prendersi cura di loro, si lascia andare alle proprie visioni. Si vive barricati in casa, non si può giocare neanche in giardino perché il diavolo può arrivare da un momento all’altro…
Il regista messicano Ernesto Martínez Bucio al suo esordio alla Berlinale con un lungometraggio che di lungo ha pure il titolo. La traduzione letterale sarebbe “il diavolo fuma e conserva i fiammiferi bruciati nella stessa scatola”. Una scelta bizzarra per un film che segue le imprese di cinque fratelli affidati a una nonna affetta da pura schizofrenia. I ragazzi conducono una vita normale tra giochi e impegni di casa, noncuranti dell’infermità di cui soffre la donna, ossessionata dall’imminente visita del diavolo. Un diavolo che tutto sommato non fa poi così tanta paura, anzi un’entità buona a cui rivolgersi in preghiera per ottenere il ritorno dei genitori. Il film mostra la normalità della vita condotta dai ragazzi ognuno impegnato con attività casalinghe, maturi per la loro età e responsabili delle proprie azioni. Traspare però in ogni momento il desiderio di rivedere i genitori che li hanno abbandonati per motivi che non gli è dato sapere. Un film che sa analizzare il quotidiano, l’elaborazione di una perdita importante da parte dei ragazzi e la speranza costante di un ritorno alla normalità. All’arrivo dei servizi sociali, che dovranno decidere del loro destino, i fratelli si coalizzeranno per fornire risposte convincenti e evitare ciò che invece sarà inevitabile. Intanto la televisione trasmette incessantemente notiziari sull’imminente visita del papa e consiglia la prevenzione da possibili contagi da colera. Un mondo che non riguarda i ragazzi che hanno oramai imparato a barricarsi dentro casa e a evitare ogni contatto esterno. El Diablo fuma è reale e visionario nello stesso tempo e sa affrontare il problema della solitudine, dell’abbandono e dell’autodifesa. Tutti attori non professionisti che sanno bene interpretare la loro parte, semplice ma proprio per questo impegnativa. Il film concorre nella Sezione Prospettive come miglior opera prima.
data di pubblicazione:20/02/2025

da Antonio Iraci | Feb 19, 2025
(75 INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE – BERLINALE)
Berlino, 13 – 23 Febbraio 2025
Munir è uno scrittore arabo esiliato in Germania. L’unico contatto che gli rimane con il suo paese è attraverso le telefonate con la madre che soffre di demenza e pertanto neanche lo riconosce. A seguito di frequenti attacchi di panico, su suggerimento del suo medico, si allontana da Amburgo per una breve vacanza su un’isola sperduta al nord. In verità porta con sé una pistola per porre fine alla sua vita. L’incontro con la donna che lo ospita nella sua guest house, cambierà radicalmente il suo destino…
Ameer Fakher Eldin, regista di origini siriane, presenta alla Berlinale il suo ultimo film Yunan dove ancora una volta affronta le tematiche a lui care. Oramai tedesco per naturalizzazione, non abbandona le problematiche legate all’esilio forzato che riguarda il mondo arabo in generale e la ricerca di una propria identità. Munir, interpretato dall’attore libanese Georges Khabbaz, mostra una palese insoddisfazione per la sua vita, inevitabilmente lontana dalla sua casa e dai suoi affetti. Nella sua mente riecheggiano i racconti della madre, racconti che non si stancava mai di ascoltare e che ora si ripetono come un mantra. Lui stesso lavora di immaginazione e si ritrova testimone di una coppia di pastori che vivono isolati e che non riescono a comunicare. L’uomo ignora le attenzioni della moglie perché, seguendo la storia narrata, non può comunicare non avendo una bocca, un naso e persino neanche le orecchie. Ovviamente tutta una metafora che Munir fa sua per descrivere lo stato d’animo di un uomo isolato nel nulla e privato di qualsivoglia manifestazione d’amore. Quando oramai sembra tutto perduto, lo scrittore incontrerà la solidarietà di Valeska (Hanna Schygulla) un’anziana donna che vive con il figlio. Con la sua semplicità e con le piccole attenzioni gli darà una nuova speranza. Nel film il regista parla di un ritorno al luogo d’origine ma in effetti, nel suo caso, si tratta di attraversare un confine simbolico. Una nostalgia quindi per una patria che vive solo nella sua immaginazione e sulla quale ha riversato tutte le sue fantasie. Un film fatto di sentimenti delicati, di una lotta senza fine per un futuro e un rammarico per ciò che si è lasciato nel passato. In cerca di un posto fuori da ogni civiltà, il regista ha scelto di girare diverse scene nella campagna pugliese, che sembrava evocargli paesaggi biblici. Un film che meriterebbe l’Orso d’Oro. Vedremo tra qualche giorno come andrà a finire. Verrà distribuito in Italia dalla Fandango.
data di pubblicazione:19/02/2025

da Antonio Iraci | Feb 18, 2025
(75 INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE – BERLINALE)
Berlino, 13/ 23 Febbraio 2025
La sera del 31 marzo 1943 Lorenz Hart, mitico autore dei testi di canzoni americane indimenticabili, si trova nel ristorante Sardi’s di Manhattan. Nel locale si festeggerà il trionfo di Richard Rodgers per il musical Oklahoma! che ha scritto questa volta con Hammerstein senza coinvolgere lo stesso Hart. Nonostante Rodgers colga l’occasione per proporre all’amico una nuova collaborazione, Lorenz quella sera ha la netta sensazione che la sua creatività stia volgendo al termine…
In una Berlinale che ha sinora presentato film di basso livello, almeno nella media e tranne qualche eccezione, arriva Blue Moon diretto da Richard Linklater. Film di cui si è sentito parlare da molto tempo e che ha visto per anni l’impegno non solo del regista ma anche di Hawke. Lo stesso attore che poi sarà scelto come protagonista assoluto della scena. Interpreterà infatti Larry Hart, paroliere e librettista americano che in coppia con Richard Rodgers aveva scritto canzoni indimenticabili quali per l’appunto Blue Moon. Nel film Hawke rimane sulla scena praticamente per tutta la durata del film per parlare di sé e non solo. Tra un drink e un sigaro Hart, oramai ubriaco, è in attesa che arrivino tutti gli invitati per festeggiare il musical del suo ex partner. Si intrattiene prima con il barman (Bobby Cannavale) e poi con altri personaggi che sono lì per caso. Lunghe dissertazioni, una valanga di parole da dove emerge il dramma di un uomo non realizzato e che deve nascondere al mondo la sua omosessualità. Con l’arrivo degli ospiti e di Rodgers (Andrew Scott), Lorenz non risparmia gli elogi all’amico con il quale ha cementato una lunga e proficua collaborazione. In fondo alle parole emerge però una certa amarezza per non poter condividere quel trionfo, e per la percezione che qualcosa lo stia per abbandonare. L’incontro con l’affascinante Elizabeth (Margaret Qualley), di cui finge di essere innamorato, porterà calore in quella atmosfera chiassosa e cupa che lo circonda. Un cast eccezionale quindi accompagna la recitazione, sicuramente da premio Oscar, di Hawke che va avanti senza soluzione di continuità. Una mega produzione firmata Sony Pictures Classics per un film che farà parlare molto e che non sarà apprezzato solo dai cultori dei musical. Un pubblico entusiasta, soddisfatto per un lavoro che avrà sicuramente un grande successo. A breve anche nelle sale italiane.
data di pubblicazione:18/02/2025

da Antonio Iraci | Feb 17, 2025
(75 INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE – BERLINALE)
Berlino, 13 – 23 Febbraio 2025
Con il motto “Un futuro per tutti”, divulgato in maniera ossessiva, il governo brasiliano sta varando un provvedimento volto ad accrescere la produttività del paese. Il piano prevede l’internamento degli anziani ultra 75enni in apposite colonie al fine di alleviare le rispettive famiglie da ogni incombenza nei loro confronti. Teresa, nonostante ricercata dalla polizia, rifiuta di essere privata della sua vita privata e fugge da casa per assicurarsi la propria libertà…
Gabriel Mascaro non è solo un apprezzato regista brasiliano, è soprattutto un artista visionario che ama raccontare gli aspetti magici della vita. La storia di Teresa (Denise Weinberg) e la sua fuga dal proprio paese, dove lavorava ed era indipendente, è il pretesto per parlare di libertà. Una donna che non si rassegna a vedersi internare come un oggetto inutile, da eliminare al posto di qualcosa di più produttivo per la società. Il regista usa un linguaggio espressivo ricco di colore e sentimento, elementi questi che definiscono il carattere stesso del Brasile. Un viaggio attraverso la foresta amazzonica, con una natura ancora incontaminata, dove si incontreranno uomini strani ed eccentrici. Qualcuno, durante il tragitto, farà conoscere all’anziana donna una lumaca rara che emette una bava azzurra che, messa sugli occhi, fa vedere il futuro. Un film raro e di rara poesia che parla di sentimenti e di amore che possono rivelarsi nelle forme più disparate. Il viaggio che Teresa intraprende non è solo un atto di ribellione verso il sistema ma è una chiara affermazione della sua voglia di vivere. Ecco perché il film assume una precisa valenza politica e simbolica. Anche se ambientato in un futuro imprecisato, tutto risulta quanto mai attuale per le recenti vicende politiche che stanno sconvolgendo i già precari assetti mondiali. Non è sicuramente un film didascalico perché altre sono le ragioni che spingono il regista a scegliere un linguaggio reale e visionario nello stesso tempo. Un film che parla di invecchiamento ma anche della possibilità di riscattarsi anche attraverso i sogni. Tra i film più promettenti di questa edizione della Berlinale che, almeno finora, non ha molto brillato per originalità o ispirazione. Al primo posto come punteggio da parte della critica, ci si aspetta un sicuro riconoscimento per questo piccolo capolavoro. Il film dovrebbe essere distribuito in Italia con data ancora da stabilire.
data di pubblicazione:17/02/2025

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