FINO ALLA FINE di Gabriele Muccino, 2024

FINO ALLA FINE di Gabriele Muccino, 2024

Sophie, al termine di una lunga vacanza italiana con la sorella, trascorrerà l’ultimo giorno a Palermo prima di rientrare in California. In spiaggia, appena arrivata, incontrerà Giulio e tra i due nascerà subito una passione. Al contrario della sua pedante compagna di viaggio, tutta dedita alla visita dei monumenti, Sophie preferisce evadere, lasciarsi andare tra le braccia della sua affascinante conquista e andare in giro con i suoi eccentrici amici. Non potrà mai immaginarsi quello che accadrà in quelle poche ore e di come cambierà tutta la sua vita…

Gabriele Muccino, con la sua lunga esperienza come regista e sceneggiatore, ha negli anni consolidato un suo stile tutto particolare che lo ha decisamente consacrato tra i protagonisti del cinema italiano contemporaneo. Anche in questo suo ultimo film vuole esplorare il mondo dei giovani e il loro tentativo di ribellione alla monotonia quotidiana, per lanciarsi in una realtà tutta ancora da scoprire. Sophie (Elena Kampouris) è la protagonista assoluta di questo action movie pieno di tanto amore, ma anche di tanto crimine. La giovane americana, dopo aver appena conosciuto Giulio (Saul Nanni), capirà ben presto che l’amore non richiede alcuna spiegazione logica e insieme a lui affronterà per le strade di Palermo ogni tipo di avventura, anche a rischio della propria incolumità. Sulla sua pelle scoprirà infatti un’attrazione fatale per il pericolo, e per tutto ciò che comporta, fino alle estreme conseguenze. Il regista concentra tutta l’attenzione sulla giovane ragazza. Da un passato di solitudine emotiva, lei stessa si troverà ad affrontare un manipolo di gente senza scrupoli che la costringerà ad accettare un ruolo tutto nuovo. E’ una prova verso se stessa, una dimostrazione che anche lei potrà farcela perché, quando si ama veramente qualcuno, non ci si pongono troppe domande e troppi se. Il film è una corsa continua piena di azioni e di parole che non lasciano un minuto di tregua per la riflessione. Ciò che Muccino è riuscito a dimostrare è che la vita è il risultato delle scelte che facciamo, scelte pertanto da accettare anche se dettate da situazioni al limite dell’umana comprensione. Ogni inquadratura è tecnicamente perfetta, la recitazione volutamente eccessiva, i personaggi sempre in fuga da qualcosa, ma proprio questo rende la scena vera, adrenalinica fino alla fine.

data di pubblicazione:02/11/2024


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ARSA di Masbedo, 2024

ARSA di Masbedo, 2024

(19a FESTA del CINEMA di ROMA 2024)

Arsa è una ragazza molto scontrosa che vive in una casupola in mezzo a una riserva naturale di Stromboli. Ha scelto di vivere in maniera solitaria a contatto con la campagna e il mare. Spesso si aggira sulla spiaggia a raccattare ciò che la gente ha dimenticato o che il mare ha restituito. La sua mente vaga tra i ricordi della prima infanzia quando il padre le raccontava, per farla addormentare, storie di terribili mostri…

Masbedo è un duo artistico composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni. In Arsa, che è il nome della protagonista, i registi raccontano la storia di una ragazza che decide di isolarsi da tutto e da tutti per elaborare la perdita del padre, una scultore poco talentuoso ma di grande immaginazione. Anche lei ha una vena artistica che dimostra trasformando semplici materiali raccattati sulla spiaggia. Costruisce la sua vita ai margini della vita, in una natura contaminata solo dagli uomini e che lei stessa cerca di ripulire liberandola da ogni sporcizia. Un racconto onirico costruito su spazi molto ristretti dove Arsa (Gala Zohar Martinucci) si muove come un animale selvatico in cerca di una tana dove rifugiarsi. Lei in effetti ora ne ha una, che difenderà da ogni intruso. Il film è tutto sul rapporto tra l’uomo e la natura, tra cielo e mare, tra arte e inquinamento sociale. Un’ambientazione perfetta dove però la storia traballa in virtuosismi talvolta eccessivi. Un esercizio di stile vero e proprio, forse esageratamente ambizioso. Anche l’incontro scontro tra la ragazza e il giovane Andrea (Jacopo Olmo Antinori), sull’isola insieme ad altri due amici alle prime armi nel mondo del cinema, sembra troppo costruito. I Masbedo hanno forse troppo indugiato sulla sceneggiatura e ne hanno ridimensionato il lato creativo e immaginifico. La scoperta di una statua classica sul fondale del mare, un segreto non svelato e vissuto come esclusivo, rendono il plot ancora di più poco coinvolgente, tra tempi morti e spazi talvolta claustrofobici, in contrapposizione alla natura selvaggia dell’isola.

data di pubblicazione:22/10/2024







ARSA di Masbedo, 2024

BLITZ di Steve McQueen, 2024

(19a FESTA del CINEMA di ROMA 2024)

È da poco iniziata la seconda guerra mondiale e Londra è già presa d’assalto dai bombardamenti dei nazisti. I bambini vengono messi su un treno e trasferiti lontano dalla città per meglio proteggerli dalle sempre più frequenti incursioni. Anche George è tra questi, ma lui non accetta di staccarsi dalla madre e fugge dal convoglio in corsa per ritornare a casa. Da questo momento inizierà per lui una lunga odissea piena di incontri pericolosi…

Il regista britannico Steve McQueen, premio Oscar per 12 anni schiavo, è molto conosciuto dal grande pubblico anche per i suoi film Hunger e Shame che hanno reso famoso in tutto il mondo l’attore tedesco Michael Fassbender. Varie sono le tematiche da lui affrontate e in questo suo ultimo lavoro tutta la sua concentrazione ritorna al tema del razzismo, sia pur ambientato in un contesto completamente nuovo. Si è voluto infatti affrontare un punto di vista diverso dai normali drammi di guerra. Si è lontani dal fronte, non si vedono soldati feriti né ospedali da campo. Piuttosto uno sguardo verso coloro che erano impegnati a lavorare nelle fabbriche ora convertite, per logica necessità, in industria bellica. Rita (Saoirse Ronan) ama pazzamente suo figlio George (Elliott Heffernan) e per entrambi sarà una vera e propria tragedia separarsi. Il bambino non riesce a comprendere come la madre abbia potuto consentire il suo distacco da casa. Il regista ha saputo ben imbastire una sceneggiatura tutto sommato accettabile, anche se talvolta risulta scontata. Ma non è questo che rende il film gradevole, girato bene e nei tempi giusti senza stiracchiamenti fuori luogo. C’è dentro un po’ di tutto. Si passa dai pregiudizi razziali al ricorrente bullismo, sia pur tra bambini. George ha la pelle scura come il padre che lui non ha mai conosciuto ma che è comunque sempre presente nei suoi sogni. Il film trasmette una certa tensione non solo per la distruzione di guerra, alla quale si assiste, ma anche per le varie vicende che si intrecciano tra di loro. Un finale da libro Cuore che non sorprende, ma neanche annoia.

data di pubblicazione:22/10/2024








ARSA di Masbedo, 2024

IL TRENO DEI BAMBINI di Cristina Comencini, 2024

(19a FESTA del CINEMA di ROMA 2024)

Amerigo e la madre Antonietta vivono in una catapecchia, nei quartieri spagnoli di Napoli. La guerra è appena finita e la miseria invade le strade semidistrutte della città. A loro non resta altro che arrangiarsi, come possono, per poter sopravvivere alla fame. Intanto il Partito Comunista organizza dei treni speciali per portare al Nord centinaia di bambini che troveranno, sia pur per qualche mese, una famiglia accogliente, vestiti, e soprattutto sempre qualcosa in tavola da mangiare…

 

Cristina Comencini, in quanto regista, sceneggiatrice e scrittrice italiana di grande talento, si è costruita sulle proprie spalle una carriera cinematografica di tutto rispetto, con un estro prossimo a quello raggiunto dal padre Luigi. In questo suo ultimo lavoro porta sul grande schermo la storia descritta da Viola Ardone nel suo romanzo omonimo, un best seller tradotto in trenta lingue. Le vicende sono quelle che tutti già conoscono e riguardano la Napoli del dopoguerra, tra tanta miseria e poca nobiltà. Il piccolo Amerigo (Christian Cervone) è attratto dalla musica ma è costretto dalla madre Antonietta (Serena Rossi) a girovagare, come tanti altri scugnizzi del quartiere, per raccattare mozziconi di sigarette o stracci vecchi. L’iniziativa promossa dal nascente Partito Comunista, forte del successo elettorale post fascista, consiste nel mandare, presso alcune famiglie del Nord, centinaia di bambini in modo da sfamarli e offrirgli una vita più decente. Amerigo si troverà ad essere, solo per un puro caso, affidato alle cure di Derna (Barbara Ronchi), sindacalista single e molto impegnata in politica. Bisogna dare atto alla regista di aver creato una scenografia quanto meno credibile, ma la sceneggiatura ha delle evidenti cadute che la portano inevitabilmente a perdersi in un melodramma più adatto a una fiction televisiva. Anche il cameo di Stefano Accorsi, nei panni di un maturo Amerigo oramai diventato un celebre violinista, non aggiunge nulla di emotivamente valido a una storia che risulta a tratti leziosa. Un film dove c’è poco di tutto e dove si fa quasi fatica a riconoscere l’indole della Comencini che, seppur spiaccia ammetterlo, questa volta ha disatteso le aspettative del pubblico.

data di pubblicazione:21/10/2024







ARSA di Masbedo, 2024

READING LOLITA IN TEHERAN di Eran Riklis, 2024

(19a FESTA del CINEMA di ROMA 2024)

Dopo pochi mesi dalla caduta dello scià e dall’inizio della rivoluzione khomeinista, la professoressa di letteratura inglese Azar Nafisi e il marito tornano finalmente in patria. Sono molto fiduciosi che la storia del paese cambierà in meglio e la stessa Azar è piena di entusiasmo nell’iniziare i propri corsi presso l’università di Teheran. Ben presto si accorgerà che il regime islamico degli Ayatollah avrà un atteggiamento molto ostile verso l’emancipazione delle donne e verso ogni riferimento alla cultura occidentale, intesa come contraria alla decenza e alla fede religiosa…

 

Bisogna affermare che anche se Eran Riklis è israeliano e quindi addentro le problematiche, non poche, del suo paese, tuttavia in Reading Lolita in Teheran riesce perfettamente a rendere ciò che significa vivere in Iran dopo l’avvento della rivoluzione. Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Azar Nafisi, scritto dopo la sua fuga, insieme alla sua famiglia, negli Stati Uniti, il film fa un’analisi cruda dell’atmosfera cupa in cui vivevano, e ancora vivono, le donne in quella realtà. Azar (Golshifteh Farahani) insegna all’Università e cerca in tutti i modi di far appassionare i propri studenti alla letteratura contemporanea di lingua inglese. Mentre gli uomini accettano malvolentieri i suoi suggerimenti, ritenendoli contrari ai principi religiosi islamici, le donne invece approvano con vero trasporto quegli autori stranieri. La lettura di quei libri, nonostante proibita e condannata perfino con la pena di morte, sarà per loro una forma di ribellione al regime, una forma di emancipazione dalla cultura maschilista che vieta loro ogni forma di espressione. Costretta a lasciare l’Università, Azar continuerà il suo insegnamento a casa propria con le allieve più promettenti. Leggere Nabokov o Jane Austen, rischiando la propria vita, diventa così l’unico modo per sopravvivere a tutte quelle forme di violenza alle quali vengono sottoposte. Convinte della incapacità di ritornare a una vita più umana, a loro non resterà che fuggire via, verso paesi dove la libertà di pensiero è diritto irrinunciabile alla dignità umana. Quelle donne lasceranno l’Iran ma l’Iran non lascerà loro. Un film commovente, espressivo, vero che ci rende tristi e impotenti di fronte ad una realtà impossibile da accettare e che ha scarse probabilità di cambiare. Se ne consiglia la visione.

data di pubblicazione:19/10/2024