da Antonio Iraci | Gen 3, 2024
Julian, già espulso dalla scuola per atti di bullismo verso un compagno, si trova un giorno a casa da solo con nonna Sara che vive a Parigi. L’anziana donna cercherà di raccontare al nipote della sua infanzia e di come, da ebrea, sia riuscita a sfuggire alle persecuzioni da parte dei nazisti che avevano occupato la Francia. A salvarla era stato un bambino affetto da poliomielite e deriso dai compagni per la sua disabilità. Una storia triste che farà riflettere il ragazzo e lo porterà ad avere più rispetto verso gli altri…
Marc Forster, talentuoso regista tedesco formatosi presso l’Università di Cinematografia di New York, ha firmato e diretto film di grande successo ottenendo persino una candidatura agli Oscar per L’ombra della vita e una nomination per Neverland. Wonder: White Bird è il sequel di Wonder, di Stephen Chbosky, film del 2017 che ebbe un enorme successo ed era basato sull’omonima graphic novel di R.J. Palacio. Marc Forster riprende la storia di Julian, un adolescente viziato che ama bullizzare i compagni più deboli. Anche nella nuova scuola, dopo essere stato espulso dalla precedente per il suo comportamento, il ragazzo fa fatica ad inserirsi mostrandosi altezzoso e scostante anche nei confronti di coloro che invece gli si rivolgono con gentilezza e attenzione. Il racconto che nonna Sara farà della sua infanzia, delle difficoltà subite durante l’occupazione nazista nel paese francese dove viveva con i genitori, farà (forse) ravvedere il giovane che cercherà ora di essere più prudente nel relazionarsi con gli altri compagni a scuola. L’anziana donna cercherà di mitigare la drammaticità della storia addolcendola con elementi di fantasia, trovata questa che rende in parte più leggera la tragedia da lei stessa vissuta e subita. La giovane Sara, salvata da un suo compagno di scuola e dalla sua famiglia, imparerà presto a sopravvivere durante l’occupazione fantasticando con il suo quaderno e con le sue matite colorate, immaginando di viaggiare in mondi a lei sconosciuti, aiutata dall’amore della sua nuova famiglia. Una favola quindi ben raccontata da nonna Sara, interpretata dal Premio Oscar Helen Mirren, che se da un lato può sembrare sdolcinata e fuori posto rispetto alla cornice in cui viene inserita, di contro invece ha il vantaggio di essere didascalica e funzionale al messaggio trasversale che vuole lanciare ai giovani di oggi. Come viene garbatamente detto nel film di Forster: il mondo della realtà ha i suoi limiti, mentre quello dell’immaginazione non conosce confini. Un film tutto sommato ben riuscito, senza grandi pretese ma che riesce a farsi seguire con interesse facendoci scoprire cose nuove o forse dimenticate su ciò che ha significato la storia di quegli anni.
data di pubblicazione:03/01/2024
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da Antonio Iraci | Dic 28, 2023
Ansa e Holappa conducono una vita in totale solitudine, in una Helsinki anonima piena di ingiustizie e sfruttamento. Lui è diventato alcolizzato per esorcizzare una forma di depressione cronica; ma quando il destino li metterà l’uno di fronte all’altra, entrambi inizieranno a intravedere una possibilità, sia pur remota, di intrecciare un rapporto, forse solo di amicizia, forse anche d’amore. Le circostanze faranno in modo di allontanarli, ma alla fine si ritroveranno per iniziare un percorso insieme…
Aki Kaurismäki, ben noto regista finlandese che ha ottenuto per questo film il Premio della Giuria all’ultima edizione del Festival di Cannes, segue un suo percorso cinematografico all’insegna del totale minimalismo. In patria il film è stato accolto molto favorevolmente dal pubblico, ma all’estero la pellicola si è aggiudicata diverse nomination nei più importanti festival internazionali. Kaurismäki è di suo di poche parole, con un carattere schivo e impenetrabile, esattamente come i personaggi della maggior parte dei suoi film. Anche in Foglie al vento i due protagonisti Ansa e Holappa non comunicano molto, sono per natura ermetici nell’esprimersi, ma nello stesso tempo dimostrano carattere quando si accorgono di essere sfruttati sul lavoro. Si ritrovano in una società senza scrupoli, volta al conseguimento di una ricchezza all’insegna del capitalismo più bieco. L’atmosfera è pesante, mentre la radio diffonde continuamente notizie devastanti sull’offensiva russa in Ucraina. Tutto è predisposto per avviare i due verso un tunnel buio senza via d’uscita. E come il caso li ha fatti conoscere, così sembra prendersi gioco delle loro vite e li separa senza lasciare loro il tempo di scambiarsi i nomi, precludendo ogni possibilità di rincontrarsi. Questo eccessivo nichilismo che traspare nelle persone sotto forma di trascuratezza, appesantisce l’atmosfera già dai toni piuttosto cupi, come le foglie morte trasportate dal vento. Il regista trova spazio per omaggiare il cinema di una volta facendo apparire spesso sullo sfondo locandine di vari film di successo che con buona approssimazione riconosciamo, seppur indicati nell’incomprensibile idioma finlandese. Un film di nicchia, quasi poetico, che tra silenzi e pochi dialoghi riesce comunque a trasmettere un filo di speranza con un linguaggio essenziale, tipico di alcuni paesi nordeuropei, fatto di malinconia e di vuoto esistenziale spesso affogato nell’alcol.
data di pubblicazione:28/12/2023
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da Antonio Iraci | Dic 13, 2023
Il giovane Willy Wonka deve ancora realizzare il proprio sogno nato quando, ancora bambino, sua madre gli aveva promesso di rivelargli da grande il segreto per realizzare un cioccolato magico. Il ragazzo ha le idee ben chiare su cosa fare per avviare la sua fabbrica e soprattutto dove reperire gli esotici ingredienti. Il suo cammino verso il successo sarà ostacolato da tre loschi cioccolatieri che, attraverso attività illecite e sfruttando la complicità di un pubblico funzionario goloso, detengono di fatto il monopolio del cioccolato…
Con l’avvicinarsi delle prossime feste natalizie il cinema si prepara con qualcosa di straordinario che sorprenderà non solo i bambini, ma anche i genitori che li accompagneranno. Si tratta del prequel di un film del 1971 Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato di Mel Stuart, adattamento di un libro per bambini di Roald Dahl, divenuto negli anni sessanta famoso in tutto il mondo. Nel primo film, seguito da un remake nel 2005, si seguivano le avventure di un bambino povero e di come lui stesso diventò erede dell’enorme e misteriosa fabbrica di cioccolato di Willy Wonka nella quale lavoravano minuscoli operai chiamati Umpa Lumpa. In questo nuovo film del regista e sceneggiatore britannico Paul King, si vedranno invece le premesse di ciò che porterà alla creazione della fabbrica di cioccolato Wonka per opera del giovane e intraprendente Willy, un poco mago, un poco inventore ma soprattutto cioccolatiere per vocazione. Se le intenzioni del regista non erano quelle di creare un musical, di fatto però lo è a tutti gli effetti perché si tratta di una simpatica commedia musicale dove lo stesso Timothée Chalamet, nella parte del protagonista, si destreggia più che bene nell’interpretare le canzoni scritte da Neil Hannon. Racconto magico, con l’immancabile presenza di buoni, brutti e cattivi per renderlo ancora più incredibilmente frizzante, stuzzicando la fantasia non solo dei bambini. Una coreografia ben studiata accompagnata da effetti speciali dosati al punto giusto, senza eccessive elaborazioni. Accanto a Chalamet, oramai di una bravura ineccepibile, troviamo attori del calibro di Olivia Colman, Hugh Grant, Rowan Atkinson (meglio conosciuto come Mister Bean), Sally Hawkins, Jim Carter e tanti altri ancora. Una favola d’altri tempi, ben riuscita nel racconto, che ci fa riscoprire l’onestà dei sentimenti e sopratutto rivolta ai bambini di oggi affinché possano seguire le parole della madre di Willy: “ tutte le cose belle in questo mondo sono cominciate da un sogno, quindi non mollare mai il tuo”. Sperando che serva da lezione…
data di pubblicazione:13/12/2023
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da Antonio Iraci | Dic 9, 2023
Fanny lavora presso un’importante casa d’aste di Parigi dove vengono peraltro trattati quadri della scuola di Caravaggio e gioielli appartenuti a Maria Antonietta. È sposata con Jean, un uomo estremamente ricco, con il quale frequenta annoiata l’alta borghesia parigina e dove viene esibita dal marito come un trofeo. Un giorno casualmente incontra per strada Alain, suo ex compagno di liceo ed ora scrittore bohemien, e da questo momento la vita per lei avrà un nuovo orizzonte…
L’inarrestabile Woody Allen ha presentato fuori concorso questa sua cinquantesima pellicola all’80° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Dopo qualche perdonabile defiance, il regista ultra ottantenne sembra tornare ai temi ai lui molto cari: il rapporto di coppia e le relative problematiche, i tradimenti, la gelosia, la ricerca della via d’uscita mediante un ben pianificato crimine. Tutti ingredienti che troviamo concentrati in questo suo ultimo piacevolissimo film, appena uscito nelle sale. La bella Fanny (Lou de Laâge) è circondata dal lusso: borse di Hermès, Cartier al polso, una casa in un quartiere super elegante, un lavoro in una rinomata galleria di Avenue Montaigne, una delle strade più chic di Parigi. Il marito (Melvil Poupaud) come professione rende “i ricchi ancora più ricchi”, ha alle spalle un passato poco chiaro, con un socio improvvisamente sparito nel nulla che ancora suscita pettegolezzi e allusioni sulla sua persona. Poi arriva per caso Alain (Niels Schneider) scrittore un poco squattrinato che fa perdere letteralmente la testa all’affascinante Fanny e metterà in discussione la sua vita, prospettandole un rapporto più genuino, anche se meno mondano. Il tutto si svolge in una Parigi dalle sfumature calde autunnali che la fotografia di Vittorio Storaro riesce a mettere in evidenza, rendendo la città ancora più bella di quello che già è di suo. La cura dei dettagli, una trama intrigante con tracce di thriller, anche se con qualche ingenuità nella sceneggiatura, ma tutto secondo copione, tipico della scrittura di Woody Allen, rendono questa commedia avvincente e attraente nello stesso tempo. Un piccolo gioiello che ci riporta all’inconfondibile firma del regista, impronta indelebile nella storia della cinematografia contemporanea. Il film, con un humour a tinte cupe che lo caratterizza, sembra farci capire come la ricchezza e gli agi sfrenati a lungo andare possano diventare noiosi e insignificanti e di quanto sia più romantico mangiare un sandwich al prosciutto, seduti su una panchina di un parco parigino, rispetto alle tavole imbandite con champagne, aragoste e paté de foie gras in abbondanza.
data di pubblicazione:09/12/2023
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da Antonio Iraci | Dic 7, 2023
Leonard Bernstein, appena venticinquenne, una mattina viene chiamato alla Carnegie Hall per sostituire Bruno Walter alla direzione della New York Philharmonic. Non c’è tempo per le prove, ma il successo ottenuto quella sera davanti ad un pubblico in delirio lo porterà a dirigere in poco tempo le più prestigiose orchestre sinfoniche del mondo. Tre anni dopo sposerà l’attrice Felicia Montealegre che gli darà tre figli, ma la loro vita sentimentale sarà minacciata da occasionali tradimenti del compositore con uomini…
Bradley Cooper, attore, regista e produttore cinematografico statunitense, dirige se stesso in un eccentrico biopic sulla figura del compositore Leornard Bernstein, considerato il più grande direttore d’orchestra di tutti i tempi. La sua vita fu coronata di grandi successi, non solo per le sue composizioni sinfoniche ma anche per le sue opere teatrali, tra queste l’indimenticabile musical West Side Story. Al di là di questi richiami musicali, che trovano spazio tra le pieghe del racconto, Cooper si è voluto essenzialmente concentrare sull’intenso rapporto affettivo tra Lenny, come veniva chiamato Bernstein, e la moglie Felicia, seguendoli passo passo dal loro primo casuale incontro fino alla malattia di lei, colpita da un tumore.
Il tempo viene scandito anche dalla fotografia, nella prima parte in bianco e nero e successivamente a colori, come a voler dimostrare che nonostante il passare degli anni e le frequenti intermittenze sentimentali e conflittuali del protagonista, sarebbe rimasta comunque intatta quell’intesa spirituale, oltre che fisica, che li avrebbe legati per sempre. Le scappatelle sentimentali del maestro con altri uomini sembrano minare con il tempo il loro rapporto, ma nel film non si vuole certamente dare risalto a queste devianze. La faccenda viene trattata con estrema responsabilità da parte di entrambi i coniugi, anche quando si tratterà di tenere all’oscuro i figli dai continui gossip al vetriolo che circolavano negli ambienti culturali di quel tempo.
La figura che ne scaturisce è quella di un uomo che pur all’apice del successo mondiale non si lascia intimidire più di tanto da chi gli rema contro e che comunque mostra grande sensibilità e rispetto verso la sua famiglia. Cooper, sia nella versione giovanile che in quella matura del compositore, è di una straordinaria somiglianza con il vero Bernstein, sia nell’espressione che nei movimenti sul podio. Enigmatico il personaggio di Felicia, la moglie, interpretato dall’attrice britannica Carey Mulligan, anche lei con una carriera cinematografica di successo, più volte premiata e con ben due nomination agli Oscar.
Il film, senza grande risonanza, è stato presentato in concorso all’ultima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, transiterà per pochi giorni nelle sale e dal 20 dicembre sarà disponibile sulla piattaforma Netflix. Non un capolavoro, ma sicuramente un film ben interpretato, che si lascia seguire con interesse anche da chi non è proprio addetto ai lavori.
data di pubblicazione: 7/12/2023
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