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ABSOLUTION di H. Petter Moland, 2025 – PRIME VIDEO

ABSOLUTION di H. Petter Moland, 2025 – PRIME VIDEO

Boston. Thug (L. Neeson) da più di 30 anni lavora per un Boss locale. Scopre di soffrire di una malattia neurodegenerativa che gli lascia meno di un anno di consapevolezza. Cercherà di recuperare i rapporti con la figlia ed il nipote e di sanare qualche errore del Passato…

Puntuale ogni anno ecco il solito Neeson Movie. Dalla trilogia di Taken (2008) l’attore irlandese fa ormai solo…L. Neeson. È divenuto infatti un “genere di se stesso”, un sottogenere degli Action movie, dei Thriller e dei Revenge movie. Nulla di nuovo sotto i cieli del cinema di serie B o C. Per gli appassionati non si pone nessun problema basta che si rispettino tutti i codici dei film Neesoniani: azione, suspense, scontri fisici, inseguimenti e successo finale di Neeson che, a 73 anni, è ormai sempre più un “ex qualcosa”.

In ABSOLUTION l’attore ritrova Moland il regista norvegese di Un Uomo Tranquillo (2019). L’ennesima variante della formula vorrebbe poter riproporre i soliti ingredienti base, ma tutti invecchiano e l’inverosimiglianza ha dei limiti e quindi i cenni di azione sono molto pochi. Per di più sono stemperati da un pesante sottofondo di melanconia. La sceneggiatura ondeggia infatti fra la solita storia di vendetta e la novità dell’introspezione psicologica di un killer all’alba del suo declino psico fisico. Questi tentennamenti e le atmosfere crepuscolari appesantiscono il film fin dal suo inizio. La narrazione non riesce a coinvolgere né ad emozionare. Lo spettatore resta quindi smarrito, se non deluso, in una vana attesa di un qualche evento catartico. L’eccesso poi di sottostorie insolute spezzetta il ritmo narrativo già di per sé lento. Il film risulta quindi discontinuo e scollegato, un lavoro né carne né pesce. Diverso dai film d’azione tradizionali ma nemmeno dramma psicologico come probabilmente ambiva di poter essere. Al centro di tutto c’è ovviamente Neeson che prova, con il suo carisma, a dare profondità al personaggio. Benché la sua interpretazione sia accattivante il film soffre troppo della mancanza di equilibrio. Le poche e brevi scene d’azione non ravvivano l’interesse, non gratificano i fan né danno vivacità ad un insieme toppo lungo, troppo lento e con una messa in scena ed una regia troppo scolastiche e prive di originalità. ABSOLUTION è quindi un ibrido fra dramma e azione. Un film particolare ma ineguale. Peccato! Con una scrittura ed una regia più coraggiosa ed ambiziosa sarebbe potuto essere un bel dramma esistenziale. Invece è solo un ennesimo Neeson Movie e nemmeno dei più memorabili.

data di pubblicazione:21/01/2025


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ZAMORA di Neri Marcorè, 2025 – Sky

ZAMORA di Neri Marcorè, 2025 – Sky

Inizio Anni ’60. Walter (A.Pieradossi), timido ragioniere di Vigevano, va a lavorare in una grande Ditta di Milano. Per accontentare il Presidente appassionato di calcio è costretto ad entrare nella squadra aziendale. Pur incapace si spaccia per abile portiere. Incontrerà però un ex grande N°.1 (N. Marcorè) che…

 Per chi insiste e persiste a voler vedere i film soltanto in sala, le piattaforme possono però essere un’opportunità per rivedere qualche successo del Passato o per recuperare film che non si è riusciti a vedere al cinema. Éil caso del piacevole e garbato esordio alla regia di Neri Marcorè: ZAMORA uscito sugli schermi ad aprile 2024. Una gradevole sorpresa! Un debutto semplice ma di qualità con un tocco personale di signorilità e tenerezza. Un film con un taglio lineare classico che sa piacevolmente di qualcosa di già visto e già apprezzato.

Al centro della vicenda il Calcio come metafora della Vita ed il confronto fra due personalità miti e disagiate. Il provinciale serio, metodico, impacciato, catapultato nella realtà sociale e lavorativa della grande città e l’ex portiere alla deriva esistenziale che trova nel giovane allievo il riflesso della sua perduta serietà e l’occasione di riscatto e recupero della propria dignità. Attorno a loro, quasi vera protagonista, la provincia lombarda e Milano. Una realtà ancora semplice, bonaria e avvolta dalla nebbia, in cui si intravedono già tutti i segnali del boom economico e del cambiamento umano, comportamentale e culturale. La sceneggiatura, i dialoghi, le location sono come dovrebbero essere. La messa in scena restituisce correttamente e delicatamente, senza mai scadere in nostalgia, gli aspetti, le abitudini, i costumi, i vezzi, gli oggetti e le atmosfere di tutta un’epoca. Marcorè si conferma attore di qualità ed è preciso nella sua interpretazione dolente ed ironica. Dirige con mano salda e con i giusti tempi in una sapiente alternanza di momenti seri e spunti comici un film corale con un cast perfetto in tutti i ruoli, compresi i caratteristi. Un’apprezzabile commedia retrò che fa tanto “buon vecchio Cinema”. Una favola per adulti che si segue con piacere, un po’ desueta ma graziosa. Marcorè infatti affronta con misura i cliché senza mai ricorrere per far ridere ad inutili volgarità. ZAMORA è una piccola commedia dolceamara che diverte e fa riflettere. Un film molto umano, efficace e leggero che proprio nella sua stessa leggerezza ha la sua forza.

data di pubblicazione:19/01/2025


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OH, CANADA – I TRADIMENTI di Paul Schrader, 2025

OH, CANADA – I TRADIMENTI di Paul Schrader, 2025

Montreal. Un anziano e celebrato documentarista (R. Gere) ormai prossimo alla fine accorda un’ultima intervista. Presente sua moglie (U. Thurman) rievoca le ragioni della sua fuga in Canada nel 1968 per evitare il Vietnam e svela le sue Verità nascoste…

Schrader a 78 anni appartiene ormai alla Storia del Cinema Americano. Sceneggiatore leggendario e regista discontinuo è passato dai successi ai piccoli film a basso costo. Le sue storie vertono costantemente sulla solitudine, la colpa, l’espiazione e la redenzione. Pur confrontandosi sempre con gli stessi temi non è però mai ripetitivo perché ogni volta ne esamina nuove e diverse sfaccettature.

OH, CANADA è una riflessione sull’imminenza della morte e sui ricordi. Un film crepuscolare ed introspettivo, tanto malinconicamente umano quanto anche politico. Il ritratto di una figura simbolo dei progressisti americani. Un anziano ormai fragile che affronta il proprio declino, le colpe ed i tormenti interiori. La confessione liberatoria ed espiatoria di chi sa di aver abusato della propria immagine pubblica di uomo integro e che è cosciente di aver invece sempre ingannato e mentito e di essere solo un opportunista ed un mediocre. Un egoista che è fuggito davanti alle proprie responsabilità. Sullo sfondo l’America e la generazione degli anni ’60. I movimenti giovanili, le ribellioni culturali e sociali. Gli ideali e le scelte morali ed etiche affrontate o eluse. Il racconto/confessione è articolato su un alternarsi fra Presente e Passato che si fondono, si confondono in modo incoerente. Immagini a colori e poi in bianco e nero. Luci e tonalità che mutano unitamente al formato dello schermo a seconda delle epoche evocate. Volti di oggi che si scambiano con volti di ieri. Un mosaico di immagini non lineari perché molteplici sono i punti di vista, incerti i ricordi e lacunosi i momenti di lucidità dell’intervistato, ripreso nella sua fragilità fisica e mentale.

Il regista trova in Gere il suo giusto alter ego. L’attore è perfetto nel ruolo e ci regala una magnifica e dolente interpretazione. Bravi la Thurman e J. Elordi. Un film classico, falsamente modesto ma anche un film impietoso e difficile, purtroppo monocorde e non privo di difetti. I troppi flash back disorientano il pubblico e non agevolano certo la comprensione del film. Manca la giusta profondità narrativa per dare sostanza alla vicenda. Gli effetti restano troppo in superficie, frammentano il ritmo, non emozionano più di tanto e non consentono allo spettatore di legarsi ai personaggi e di empatizzarne il dramma. OH, CANADA è quindi un piccolo film di breve durata, un autoritratto intimo del regista, di certo ben recitato ma imperfetto. Un’opera minore ma un prodotto minore di un grande cineasta americano.

data di pubblicazione:17/01/2025


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HERE di Robert Zemeckis, 2025

HERE di Robert Zemeckis, 2025

New England. La storia di un luogo dalla Preistoria ai giorni nostri, raccontata attraverso le vite e gli avvenimenti delle persone e delle famiglie che vi sono vissute…

Zemeckis ha già il suo nome fra i grandi del Cinema Americano. Dagli Anni ’80 al 2000 ha inanellato una lunga serie di successi di critica e di pubblico. Ha giocato abilmente con i paradossi temporali, le innovazioni tecnologiche e gli effetti speciali. Poi per lui è iniziata una fase sempre meno convincente.

Con HERE affronta oggi un progetto che sulla carta è molto interessante e degno del suo talento: adattare cinematograficamente un graphic novel, con un concept narrativo davvero originale. Osservare sempre dallo stesso ed unico punto di vista un piccolo spazio e tutto quello che vi avviene nel Tempo. Per realizzarlo ha ricostituito dopo 30 anni la squadra di Forrest Gump: Tom Hanks e Robin Wright, lo sceneggiatore, il direttore della fotografia e l’autore della colonna sonora. Però – diciamolo subito – l’idea è rimasta solo un intrigante obiettivo. La cinepresa resta sempre nello stesso angolo, con la stessa prospettiva visuale e riprende il riquadro di terra nei millenni. Prima selvaggia e incontaminata, poi habitat dei Nativi Americani, poi proprietà della famiglia Franklin, infine stanza di una casa posseduta da diverse famiglie, ognuna con la sua storia dal ‘900 a oggi. Una stanza da cui non usciremo più se non nel finale, dopo 1h 40’.

L’intenzione era mostrare le vite che scorrono in quell’angolo di mondo ma il risultato è solo parzialmente positivo. Più che un film HERE sembra quasi una “installazione” con il Sogno Americano in filigrana.  Lo spettatore resta passivo testimone dei frammenti di vita che si succedono e si intersecano con un continuo avanti e indietro nel Tempo. La tecnica cinematografica è sicuramente apprezzabile, l’uso della IA per ringiovanire o invecchiare gli attori è riuscito. Ben altre sono però le carenze! Il film sembra un puzzle, molte scene sono troppo brevi e non ben collegate fra loro, quasi degli sketches. La struttura generale è molto contorta e genera confusione ed effetti claustrofobici, le situazioni drammatiche non sono sempre coinvolgenti. I personaggi sono troppi e poco sviluppati, lo spettatore non ha modo di investire emotivamente su di loro e quindi non generano interesse né empatia. Le interpretazioni attoriali, infine, per effetto del de-aging e del piano lungo, sono quasi smaterializzate e non sempre si riesce a coglierle e ad apprezzarle. La coppia Hanks/Wright, pur confermando la buona chimica, non riesce infatti a dare il dovuto spessore ai ruoli.

HERE è in sostanza un ambizioso film che resta sperimentale, un’esperienza interessante ma un’occasione non del tutto sfruttata.

data di pubblicazione:13/01/2025


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EMILIA PEREZ di Jacques Audiard

EMILIA PEREZ di Jacques Audiard

Messico. Manitas (K.S.Gascòn) capo di un cartello della droga ingaggia un’avvocatessa (Z. Saldana) e le offre l’opportunità della vita. Simulare la sua morte, sistemare la moglie (S. Gomez) ed i due figli in Svizzera e poi aiutarla a realizzare il suo più grande desiderio. Divenire donna! Poter così vivere apertamente la vita con la sua sentita identità. Manitas sarà Emilia Pérez ma…

Emilia Pérez è il film dell’anno! Audiard è un autore che ha già dimostrato di sfuggire agli schemi e di saper abilmente cambiare registro.  Con questa nuova realizzazione, Premio della Giuria e Premio per la Migliore Interpretazione Femminile a Cannes’24, ci sorprende ancora di più e ci regala il mai visto finora! Un film visualmente mozzafiato ed estremamente profondo. O meglio, tre film in uno del tutto innovativo. Un thriller, un mélo ed un musical. Il neo noir alla Michael Mann fuso con le esagerazioni liriche alla Almodovar che confluiscono in un musical con sonorità e testi che rimandano alla realtà. Una musica che fa risuonare le parole e le collega alla messa in scena. Sulla carta una scommessa tanto improbabile quanto coraggiosa sul filo del grottesco e dell’eccessivo. Audiard sa invece quel che vuole e lo sa fare. Riesce a mantenersi su una rotta in cui tutto si amalgama in un “nuovo” fatto di incroci di opposti e di audacie formali. Dopo l’immediato sconcerto occorre solo lasciarsi trasportare dal film, abbandonare la ragione e farsi prendere dalle emozioni. L’autore fondendo con giochi visivi il maschile con il femminile, la violenza con la grazia, il polar con il mélo ha ottenuto un nuovo genere cinematografico. E questa è tutta la forza e la novità del film. Vero Cinema totale!

Tanto più assurda sembra la vicenda, tanto più brillante è il risultato. Il Cineasta non si pone limiti nel flirtare con l’inverosimiglianza. Al centro del film i temi della trans identità, le ambiguità morali, le identità culturali. Storie di emancipazione, di redenzione e di libertà di essere ciò che si sente di essere. Voglia di Potere e bisogno di essere amati. I destini di quattro donne capaci di reinventarsi fra sogni, desideri, rancori e rabbia vendicativa. Il regista gioca con le immagini, immerge i personaggi ora in luci ovattate, ora fluorescenti, ora cupe. Taglia lo schermo in due e poi in tre. Fa cantare le proprie eroine fra coreografie perfette. Il ritmo è incalzante, i testi vibranti. Il cast è eccezionale e giustamente premiato. La coppia Gascòn e Saldana è il cuore pulsante del film.

Emilia Pérez è un film smisurato e barocco, folle e creativo che cattura e ammalia fino allo sconvolgente finale. Uno spettacolo totale. Un’opera di una modernità e di una libertà geniale! Tre recentissimi Golden Globe e poi sicuramente gli Oscar.

data di pubblicazione:08/01/2025


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