TI UCCIDERÓ di Mickey Spillane – ed. FANUCCI  Time Crime 2021

TI UCCIDERÓ di Mickey Spillane – ed. FANUCCI Time Crime 2021

Con la collana Time Crime la casa editrice Fanucci ha meritoriamente portato avanti un progetto rivolto agli appassionati del Poliziesco (nelle sue variegate forme) destinato a riscoprire una narrativa di genere, una letteratura forse di serie B, ma, comunque sia, una letteratura che è ormai uscita da tempo dai confini entro cui era stata rinchiusa dai pregiudizi di una Critica dotta.

Come sappiamo, dalle storie scritte per il pubblico delle riviste popolari americane (pulp magazine) negli anni ’20 e’30 del 1900, un pubblico fatto di lettori semplici e con pochi soldi e molti problemi, gente che voleva evadere dalla cruda realtà della quotidianità, è nato il cosiddetto Hard Boiled, quel sottogenere prima letterario e poi anche cinematografico che ha costituito un netto contraltare con il Giallo ed il Mistery tipicamente inglese. Qui c’è sempre un eroe solitario, disincantato e cinico che affronta il crimine nella strada, là ci sono invece … arsenico e vecchi merletti … Spesso poi questo eroe è un investigatore privato (reduce da qualche guerra), un vero e proprio archetipo del genere letterario oltre che di buona parte del cinema americano.

Mike Hammer il protagonista di Ti Ucciderò ha senza dubbio un suo posto d’onore nella narrativa poliziesca statunitense, ma ha di certo anche poco in comune con gli altri grandi detective … con il Philip Marlowe crudo ed al tempo stesso romantico di Chandler o con il Sam Spade puro e duro ma con qualche macchia di Hammett.  Hammer è piuttosto un “duro”: brutale, cinico, senza scrupoli, violento, sciupafemmine, sessista e machista che fa giustizia da solo, anticipando quasi i futuri caratteri cinematografici dell’Ispettore Callagham o del Giustiziere della notte.

Ne è passato di tempo da quando nel 1947 uscì questo libro!! il romanzo che fin dalla sua prima apparizione diede l’immediata notorietà a Spillane facendone un grande autore di best seller che, all’epoca, non aveva altro concorrente che se stesso. Le sue storie hanno, in effetti, un po’ la patina del tempo e, di certo nel frattempo, numerosi altri autori e personaggi si sono fatti largo nel mondo del poliziesco dando tutti un tocco di maggior classe al genere. Non c’è dubbio poi che Hammer sia quanto di più lontano possa esserci da un protagonista politicamente corretto di oggigiorno, e che le sue avventure non abbiano nulla dei Polar attuali, tutti più o meno pretenziosamente impegnati anche sul piano sociale. Ciò non di meno il libro non è invecchiato e la sua lettura è ancora una lettura molto piacevole a farsi ed è come un’opportunità per prendere una boccata d’aria e di respirare e vivere le autentiche atmosfere di una volta. Un romanzo quindi da riscoprire con piacere, sia per l’intrigo poliziesco ben costruito e condotto (pur se con metodi diversi, lavorando e procedendo cioè a suon di pugni e pistolettate piuttosto che lavorando su indizi ed intuizioni), sia soprattutto, giova ribadirlo, per le atmosfere, le ambientazioni, le regole ed i costumi di una Società ormai lontanissima dalla nostra per valori e modi di vivere e relazionarsi.

Il romanzo è un vero ed autenticissimo Pulp hard boiled , un ritorno alle origini: brutale, incisivo, vigoroso, esagerato ed anche autoironico e divertente così come non abbiamo più abitudine di leggere, un racconto la cui violenza gratuita può e deve essere accettata solo ravvisandone tutta la sua inverosimiglianza. Un’occasione per un viaggio nel tempo ed una immersione in un’altra America, in altri stili di vita. La scrittura di Spillane era e resta ovviamente piacevole, scorrevole, diretta e semplice, i ritmi sostenutissimi fra continui colpi di scena, azione, sparatorie e baci.

Una lettura gradevole ed avvincente con il gusto delle cose del tempo che fu.

data di pubblicazione:22/04/2021

LA SOVRANA LETTRICE di Alan Bennett – ed. ADELPHI 2021

LA SOVRANA LETTRICE di Alan Bennett – ed. ADELPHI 2021

L’abbraccio collaudato e sicuro di un grande scrittore inglese come Alan Bennett è, grazie alla forza della sua satira pungente e divertente, così gratificante per il lettore che, dopo La Cerimonia del Massaggio viene voglia di prolungarlo ancor più con il piacere di una lettura che fa sorridere e ridere in modo intelligente. Come non cedere allora alla tentazione di un altro suo libricino ricco di situazioni ironiche, comiche e di riflessioni.

La Lettura, il piacere di leggere, è una passione o forse un’ossessione? Una bella domanda quella che si pone e ci pone Alan Bennett invitandoci a fare, sorridendo, una riflessione sul ruolo e sull’importanza della Lettura. L’Autore lo fa, da par suo con uso sapiente dell’ironia, con un piccolo romanzo piacevole, divertente, pieno di humour britannico e facile da leggere. Un’apologia della Lettura e dell’utilità del leggere, nonché delle opportunità che la Lettura stessa ci offre per interrogarci sui nostri sentimenti, per riflettere e per indurci ad agire, anche se “leggere”, di per se stesso, non è proprio un’azione in senso stretto.

La Sovrana lettrice, edito nel 2007 ma tutt’ora in bella vista negli scaffali delle librerie, affronta con spirito graffiante, acuto e paradossale, il tema dell’amore/dipendenza verso la Lettura ed “il potere sovversivo della Lettura stessa”… e, per estensione, anche la forza ed il fascino potente della Scrittura. Lo spunto paradossale è dato dalla casuale scoperta, all’alba dei suoi 80 anni, da parte della Regina d’Inghilterra, del meraviglioso universo dei libri e del loro potere sull’immaginazione e sulle azioni. Non c’è limite di età per scoprirsi a nuove impreviste passioni nemmeno quando si è Regina … Il primo libro è noioso, il secondo è interessante, il terzo coinvolgente e, in breve, dalla scoperta si passa al piacere, all’abitudine, alla passione ed infine all’ossessione per la lettura.

Eh sì, la Lettura è proprio come un virus … e quando la Regina ne è colpita tutto cambia! La Sovrana esce dal suo letargo intellettuale ed affettivo, ritrova un po’ di umanità, innamorata com’è del piacere di leggere, stravolgendo così il suo ruolo a tutto detrimento dei propri doveri protocollari. “Leggere è troppo pericoloso, è un atto di resistenza solitaria”… incompatibile con la propria funzione istituzionale. Bennett ci regala quindi anche una satira assolutamente favolosa della Monarchia, una storia folle, surreale, ricca di ironia sottile e graffiante, piacevolissima a leggersi.

Una piccola farsa gustosa, simpatica, intelligente e ricca di charme. Un breve romanzo, senza pretesa alcuna se non quella di divertire e far passare buoni momenti ai propri lettori lasciando spazio a qualche piacevole riflessione piuttosto che alle preoccupazioni quotidiane.

data di pubblicazione:12/04/2021

LA CERIMONIA DEL MASSAGGIO di Alan Bennett – ed. ADELPHI Piccola Biblioteca 2021

LA CERIMONIA DEL MASSAGGIO di Alan Bennett – ed. ADELPHI Piccola Biblioteca 2021

In un contesto pandemico senza fine, davanti all’ipocrisia tragica di Lockdown mascherati da “Zone Rosse” e nella necessità di evadere un poco dalla realtà che ci accerchia, la Lettura è sempre la via migliore! Le librerie offrono però “un tutto ed un troppo” di scarsa qualità, gli Esperti poi propongono, autoreferenzialmente, solo soggetti ancora più plumbei del contesto quotidiano!! al povero lettore medio senza velleità masochistiche, non resta quindi che rifugiarsi per qualche ora fra le braccia collaudate e sicure di un grande scrittore inglese contemporaneo, capace non solo di far sorridere ma anche ridere i propri lettori grazie alla forza della sua satira pungente, irriverente e dissacrante ma mai sopra le righe e, soprattutto, sempre intelligente.  Alan Bennett brillante romanziere, drammaturgo ed autore televisivo è senz’altro uno dei più brillanti autori britannici viventi, vero autentico cronista dei costumi e dei comportamenti degli inglesi delle varie classi sociali, un autore baciato dal successo di critica e di pubblico fin dagli anni ’70 del secolo scorso.

La Cerimonia del Massaggio è un libricino sempre reperibile, una piccola opera che in poche pagine che si divorano tutte d’un fiato ci farà sorridere, ridere ed anche riflettere. Una breve commedia sarcastica, cinica ed esilarante sull’ipocrisia di un certo “mondo” fatto tutto di “vizi privati e pubbliche virtù”. Cosa di più mondano infatti di una cerimonia commemorativa per un giovane morto in solitudine in terre lontane? Un funerale come uno show cui partecipa tutta la Londra che conta, il top della cultura, dello spettacolo ed anche della politica. Tutti i presenti hanno conosciuto il defunto (un fisioterapista, un virtuoso dei “massaggi” personalizzati), tutti si conoscono fra loro, ma sembrano però sorpresi di scoprire che il proprio vicino abbia frequentato il morto e che lo scomparso poi li conoscesse tutti. Ma di che cosa è poi morto?!? Una malattia sessualmente trasmissibile??… Suspense!!… Quale terribile segreto questo esperto in massaggi si è portato nella tomba?? Ogni domanda ha la sua risposta, ognuna genera ironia e sorrisi.

Un bel libricino dall’eccezionale humour britannico, arguto e gradevolissimo nonostante la ferocia caustica della sua satira. La vera quintessenza dell’ironia, una parodia di una cerimonia funebre così stravagante e, nel contempo, così crudele che non può non rammentarci a tratti l’ironia pungente e mordace dei momenti migliori di un successo cinematografico come “Quattro matrimoni ed un funerale”.

Appena cento pagine deliziose ed originali: una satira dell’Establishment, un mélange di ironia e riflessioni in cui situazioni comiche e grottesche danno spazio ad un puro divertimento letterario. Bennett è un grande scrittore ed il racconto è ben scritto, ben strutturato, ritmato, godibile e divertente. Un gioiellino very, very british.

data di pubblicazione:25/03/2021

VITA CON LLOYD I MIEI GIORNI INSIEME A UN MAGGIORDOMO IMMAGINARIO di Simone Tempia – ed. Rizzoli 2021

VITA CON LLOYD I MIEI GIORNI INSIEME A UN MAGGIORDOMO IMMAGINARIO di Simone Tempia – ed. Rizzoli 2021

…“Lloyd, certa gente predica bene e razzola male”

“Sir, Le ricordo che il razzolare è un’attività da animali, non da persone”

“Dici che dobbiamo cambiare parola, Lloyd?”

”Dico che dobbiamo cambiare persone, Sir”

Un’idea così semplice da sembrare quasi scontata, risaputa e banale, eppure… eppure tanto semplice quanto vincente, bella e geniale: l’idea di un personaggio, un “amico”, che ci fa compagnia e ci consiglia portandoci con poche battute a riflettere sul nostro quotidiano procedere.

Così è stato per Simone Tempia, un “giovanotto” del 1983 che ha iniziato inventandosi una sua Pagina su Facebook per arrivare in breve ad essere un “fenomeno social”, ad avere migliaia di followers, una sua rubrica su alcuni importanti quotidiani ed infine, quasi a furor di popolo, a divenire un caso letterario.

Il suo Vita con Lloyd del 2016 è l’inizio di una trilogia e di altri brevi racconti, tutti editi da Rizzoli. I libricini di Tempia narrano i dialoghi fra un personaggio immaginario, un uomo, un uomo di oggi con le sue ansie e la sua vita vissuta, Sir, ed il suo imperturbabile maggiordomo, Lloyd. Una situazione apparentemente anacronistica e surreale ma, nei fatti, anche credibilissima grazie alla capacità dello scrittore di realizzare una magica “sospensione dell’incredulità”. Ed ecco, allora, che i brevi raccontini fatti di frasi fulminanti, aforismi, pensieri e riflessioni divengono coinvolgenti, reali, profondi e fanno pensare, riflettere e sorridere, aiutando il lettore a sciogliere i propri grovigli esistenziali, stimolandolo e confortandolo con ironia e humour.

Uno humour ed uno stile tutto british fin dalla scelta stessa dei nomi dei protagonisti, che richiamano, senza perdere nel confronto, ben più illustri precedenti come Oscar Wilde, G.B. Shaw e l’ineffabile Jeeves di Woodhouse.

Battute brevi, pungenti, ricche di understatement, solo apparentemente un po’ snob, talvolta surreali ma sempre delicate, eleganti, intelligenti, semplici, dirette ed autentiche sui più svariati argomenti dell’esistere quotidiano. Una lettura piacevole, da assaporare di tanto in tanto, apprezzando le massime di vita, i consigli, le deliziose riflessioni e i giochi di parole.

…“Lloyd, cosa succede se perdo l’equilibrio emotivo?”

“ Dicono che un buon modo per trovarlo sia allargare le braccia, Sir”

“Per non finire a terra, Lloyd?”

“Per spiccare il volo, Sir”

data di pubblicazione:20/03/2021

MANK di David Fincher, 2021 – Netflix

MANK di David Fincher, 2021 – Netflix

Il ritratto di un talentuoso sceneggiatore Herman J. MANKiewicz (Gary Oldman), la genesi di un capolavoro: Citizen Kane di un genio come Orson Welles, il mondo di Hollywood negli anni ’30 e ’40 ove si intrecciano arte, potere, denaro, ambizioni e frustrazioni…

 

Alla fine ha vinto Netflix? Ebbene… stante la realtà attuale, la risposta sembra essere: probabilmente sì! Come rifiutarsi di doverlo accettare quando la Piattaforma si presenta con ben 35 candidature fra i vari possibili prossimi Premi Oscar di quest’anno di “disgrazia” 2020/21 ?!? Un quadro reale, esaltante ed anche “sconfortante”, del potere di Netflix, e, contemporaneamente, anche dello stato di crisi in cui la pandemia ha fatto precipitare il Cinema e le grandi Produzioni e Distribuzioni. Al tempo stesso MANK è anche Cinema! Grande Cinema, splendido puro Cinema! un film che è una lettera d’amore affascinante e melanconica, creativa ed ammaliante di un cinefilo e di un grande Regista capace di evocare tutta la magia propria del Cinema: la tecnica, la fotografia, il montaggio, i dialoghi, la recitazione, la sceneggiatura.

Orson Welles non avrebbe dovuto vincere come cosceneggiatore l’Oscar per Citizen Kane nel 1942 perché, in realtà, lo script sarebbe da attribuire in toto ad Herman J. MANKiewicz (fratello del ben più famoso regista Joseph J. Mankiewicz). Vero? Falso? Leggenda? Difficile dirlo perché, si sa, un film è sempre frutto di molteplici collaborazioni. Figuriamoci poi quella con il vulcanico, egocentrico e creativo Orson!! Lo spunto dell’indagine ha offerto l’opportunità ad un regista di successo come David Fincher di focalizzare l’attenzione sulle atmosfere e le dinamiche di quegli anni fecondi del cinema americano: gli anni ‘30 e ‘40, e sulle grandi personalità che lo hanno plasmato e rappresentato, e … più in particolare, proprio sulla figura di un uomo non facile, preso fra polarità contrapposte: MANK, un uomo di cuore e di talento ma anche un frustrato, un alcolizzato, uno scommettitore cronico, un brillante sceneggiatore con ambizioni letterarie e le sue battaglie nell’establishment dei grandi Boss delle Majors, dei magnati della stampa come William R. Hearst che tutto e tutti manipolano e, non ultimo, anche un omaggio al genio di Orson Welles.

Con questa sua 11° opera Fincher ha conseguito in pieno il suo obiettivo riconoscere i meriti di colui che ha permesso di realizzare Citizen Kane, un film ancor oggi considerato come uno dei più perfetti ed innovativi di tutti i tempi. L’autore con brio e con emozione ci racconta infatti come fra sentimenti autodistruttivi, immobilizzato da un incidente, pressato da problemi economici ed alcolismo Mankiewicz, in poco tempo ed in quasi isolamento forzato, riesca a scrivere il suo capolavoro ed a consegnarlo ad un folle visionario come Welles che, a sua volta, lo fa suo con pari genialità. Ristabilendo la sua verità Fincher realizza in realtà uno dei più bei film di quel tipico genere hollywoodiano in cui Hollywood si mette sotto i riflettori rappresentando se stessa ed il mondo del cinema negli anni del Mito ( si vedano, per citarne alcuni: È nata una stella 1937/ Viale del tramonto 1950/ Il bruto e la bella 1952/ I protagonisti 1992). Una ricostruzione iperrealista degli anni d’oro. Perfetta la scenografia, gli ambienti, gli arredi, i decori e la restituzione dei personaggi stessi. Una ricostruzione che rievoca non solo i rapporti spesso conflittuali del talentuoso MANK ma anche i falsi valori diffusi dalla “Fabbrica dei Sogni”, le atmosfere politiche, il Potere, la Stampa, la Politica, tutte intrecciate e colluse con il business del cinema. Impegno di ricerca e capacità di riproposizione fedele di un mondo ed impegno cinefilo che porta Fincher a realizzare un film con le stesse tecniche usate da Orson Welles e dai suoi direttori per la fotografia: uno stupendo bianco e nero, le stesse atmosfere espressioniste per alcune sequenze, giochi d’ombra, un ritmo a spirale fra passato e presente con uso sapiente dei flashback , campi e controcampi, alcuni giochi focali deformanti le immagini che ripropongono, per chi lo sa, quelli che fecero scalpore quando usati allora per la prima volta. Dialoghi pungenti e cesellati, tempi e montaggio serrati, rapidi ed incisivi. Il tutto gradevolmente molto “Wellesiano”. Fincher governa il film con forza, amore e maestria all’interno di uno spartito perfetto. Veramente un grande cineasta che rende omaggio ad un Genio, alla sua epoca ed alla Settima Arte, senza mai eccedere. Uno splendido film che rende omaggio ad un capolavoro. Punto di forza, fra gli altri, è poi anche la recitazione degli attori tutti, in primis del sempre più bravo Gary Oldman, ingrassato oltre misura ed impressionante nell’identificazione dei dolorosi tratti umani dello sceneggiatore. Tutti recitano, va sottolineato, come recitavano le star degli anni trenta, vale a dire massima centratura sulla dizione più che sulla evidenziazione emozionale interiore … Marlon Brando ed il metodo erano ancora lontani da venire!

Un bel film che aumenta come mai la nostalgia per la sale cinematografiche ed il piacere del grande schermo!

data di pubblicazione:16/03/2021


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