da Antonio Jacolina | Gen 26, 2021
Sandy Kominsky (Michael Douglas) mancato grande attore hollywoodiano riconvertitosi da tempo in insegnante di recitazione per giovani aspiranti attori, si barcamena, con notevole dose di autoironia, fra disillusioni ed ansie legate all’età. Insieme al suo affermato agente e migliore amico da sempre Norman Newlander (Alan Arkin), affronta la vita che corre via veloce, l’amicizia e qualche nuova opportunità …
Non è vero che le piattaforme di streaming si rivolgono solo ai giovani millennials!
La “Silver Economy” cioè tutto il settore che si sviluppa attorno alle opportunità offerte dalla Terza Età, è ormai uno degli assi portanti delle scelte economiche del prossimo futuro. Non è quindi un caso che anche un gigante come Netflix, che conosce perfettamente quanto sia cresciuta l’età media dei propri abbonati, abbia deciso di investire in quantità e qualità su una strategia di conquista e fidelizzazione di un mercato ricco come quello multi generazionale.
In tale ottica si muove quindi la recente Miniserie (2 Stagioni: 2018 e 2019 di 16 puntate di soli 25 minuti ciascuna) Il metodo Kominsky premiata con 2 Golden Globe per la migliore commedia TV e per il migliore attore protagonista. Una storia di amicizia fra due “giovani e vivaci” ultra settantenni hollywoodiani. Una commedia molto intelligente, brillante, dolce-amara, accattivante e provocante. Autore e regista è il talentuoso Chuck Lorre che con abilità, mano sicura e delicata riesce ad unire temi leggeri e temi seri seguendo con ironia e talora allegria, le vicende di questi due “giovani anziani”, ridendo di loro e con loro stessi, senza mai ledere la dignità ed il buon gusto anche quando tocca temi triviali, parlando di solitudine, di vecchiaia che avanza, di nuovi affetti e di figli sempre in modo garbato ed elegante come raramente capita di vedere in TV. Una SitCom estremamente ben diretta, ben sceneggiata, intrigante, ottimamente interpretata con dialoghi pungenti cesellati in modo sopraffino, ben ritmata con un montaggio incalzante senza tempi morti, mai noiosa.
Al centro due grandi attori: Michael Douglas ed Alan Arkin, l’alchimia e la complicità fra loro è evidente e bucano lo schermo entrambi, fanno scintille, sono esilaranti e si rubano la scena l’un l’altro giocando autoironicamente sui propri passati. Attorno a loro una serie di comprimari e caratteristi tutti perfetti in ogni ruolo, e poi, per la gioia dei cinefili, una serie di guest stars ultralusso: Elliot Gould, Danny de Vito, Kathleen Turner, Ann-Margret ed altri che sarà un piacere scoprire, che si prestano con autoironia ed autocitazioni sul Tempo che passa.
Una Serie veramente divertente, geniale, fresca e vivace malgrado l’età dei protagonisti e gli argomenti affrontati sempre con gusto e leggerezza senza mai scivolare nella parodia, nelle gags o nei cliché. Una Serie ricca di intelligenza, di humour e briosa, soprattutto mai pesante, lacrimosa o, men che meno, volgare. Uno sguardo diverso e leggero sulla Vita che vola via veloce, una bella storia di amicizia e complicità che può essere vista ed apprezzata da qualsiasi pubblico ed a qualsiasi età e di cui è già stata annunciata la Terza Stagione.
Il Metodo Kominsky funziona! Caspita se funziona!
data di pubblicazione:26/01/2021
da Antonio Jacolina | Gen 25, 2021
Se Tu sei il Male (recensito nei giorni scorsi) è stato il fulminante romanzo di esordio di Roberto Costantini nel 2011, gli altri due romanzi che lo hanno seguito nel 2012 e 2014, a completamento della Trilogia del Male, sono stati entrambi un vero caso editoriale. Se il primo lavoro era, senza ombra di dubbio, un intrigante Noir, gli altri due permettono essenzialmente di approfondire la tormentata figura del protagonista: il commissario Balistreri, e, nel contempo, passo dopo passo, di svelare anche le trame occulte che hanno accompagnato ed ancora accompagnano tanto la storia personale di un uomo, quanto anche quella di un Paese: l’Italia, che con il protagonista e come lui si è trasformata, non certo in meglio e sopravvive rassegnata sotto il peso dei rimpianti, delle recriminazioni e dell’ipocrisia, all’ombra cupa delle trame della Politica, dell’Imprenditoria, e della Chiesa.
Si tratta, sia pure con un salto temporale rispetto al primo volume, di due sequel ed al tempo stesso di due prequel, in cui Costantini, con il suo solito stile semplice, la sua scrittura fluida e coinvolgente ed il consueto meccanismo narrativo articolato su più piani temporali, intreccia, con buona capacità ambientativa, una fitta trama di eventi e risvolti politici italiani e libici con quelli del protagonista in Italia ed in Libia negli anni ’70 /’80 e nel primo decennio del 2000. Il Passato ed il Presente di Balistreri … : ieri … un giovane irrequieto, violento ed idealista, figlio di italiani ancora residenti nella nostra ex colonia, in una Libia ove gli Italiani possiedono ancora molte leve di controllo e di interessi economici e politici; oggi… un uomo maturo, divenuto Commissario Capo della Omicidi, un uomo che è invecchiato male, che da strafottente e superficiale quale lo abbiamo visto agli inizi della carriera è ormai solo, amareggiato e fuori forma per il peso degli anni vissuti male. Un uomo che “è morto prima ancora di morire” per i troppi sensi di colpa, le bugie, le malefatte e gli errori. Un eroe pieno di macchie e che ciò non di meno non riesce ad essere antipatico e che deve arrivare fino a scontrarsi con se stesso e toccare i propri fantasmi nella Tripoli del 2011. Toccare così i confini fra il Bene ed il Male e scoprire che tutto è confuso e che la Verità ha quasi sempre due facce. Questo è il fil rouge di tutta la Trilogia, la difficoltà di distinguere quale sia la Verità e poi la Ricerca, la ricerca di se stesso, l’accettazione del proprio vissuto. Un percorso esistenziale tormentato in cui, fra finzioni e realtà, accanto alle vicende di Balistreri ci sono anche le vicende storiche e la cronaca nera e nello sfondo il degrado del tessuto sociale italiano. Vizi: tanti, Virtù: poche.
Nei fatti, dietro allo spunto di nuove indagini del Commissario, in questi due romanzi finzione e realtà si incrociano ed i due libri assumono una complessità ben diversa da quella del semplice romanzo di intrattenimento sia esso un noir od un thriller. Il Giallo, la parte investigativa passano così in secondo piano rispetto alle vicende storico-biografiche ed il plot noir pur restando interessante appare a tratti più debole e meno convincente. Sia ben chiaro, la lettura nel suo complesso resta piacevole, la storia resta originale, i ritmi e la suspense restano di buon livello ma talora sembra però vacillare la logica e parte della trama stessa cui nuocciono di sicuro l’eccesso di dettagli, la lunghezza, la ridondanza e l’uso di colpi di scena poco coerenti con la serietà del racconto e paradossalmente troppo banali e non all’altezza del progetto dell’Autore.
data di pubblicazione:25/01/2021
da Antonio Jacolina | Gen 19, 2021
Netflix modernizza intelligentemente il mito di Arsenio Lupin, con un Omar Sy a suo agio nel ruolo di Assane Diop “ladro gentiluomo” ossessionato dalla sua sete di Giustizia e Vendetta per rivendicare l’onore di uomo onesto del padre suicidatosi in carcere sotto il peso della falsa accusa di furto …
Se stessimo discettando, in tempi normali di un film per il grande schermo, dovremmo dire che si tratta di un prodotto che prova ad amalgamare più generi e sottogeneri cinematografici dall’ Heist Movie, ai film di ambientazione carceraria fino ai thriller paranoici passando anche per il mélo sempre però restando in superficie, senza mai entrare fino in fondo nei temi accennati e con dei personaggi legati molto agli archetipi ed ai cliché. In realtà stiamo parlando, ai tempi del Covid, in un mondo ove i cinema sono chiusi e la distribuzione è ferma da quasi 1 anno e di un prodotto solo televisivo. Parliamo di un prodotto che non sarà né vuole essere un capolavoro, ma che, nel suo genere, è assolutamente efficace, innovativo, intelligente, pieno di colpi di scena e ben costruito. Lupin è infatti una miniserie di 5 puntate che ha tutto ciò che serve ad una serie TV per avere successo: saper arrivare a toccare un pubblico vasto, essere intrigante, divertente, elegante ed al tempo stesso familiare ed intergenerazionale.
Arsenio Lupin non appare mai in carne ed ossa, ma vi appare di continuo come soggetto/oggetto di fascinazione per il protagonista. E’ questa l’idea geniale! Piuttosto che rifare il “ladro gentiluomo” creato nel 1905 dal francese Maurice Leblanc, o di riproporlo in epoca moderna, gli sceneggiatori hanno invece immaginato un personaggio qualsiasi affascinato dalle avventure del personaggio letterario, Assane Diop, un immigrato di origine Senegalese, un “uomo normale” che passa inosservato, quasi invisibile perché è un immigrato che vive “normalmente” in un milieu modesto. Un ladro dalla morale ribelle e dall’intelligenza vivace, brillante e contemporaneo che di episodio in episodio, seguendo alla lettera le storie del vero Arsenio Lupin di cui è appassionato lettore fin dall’adolescenza, conseguirà il suo obiettivo: affermare la Verità e avere Giustizia. Sullo sfondo una Parigi odierna sempre più splendida.
La serie creata da George Kay con la regia, per le prime tre puntate, di Louis Leterrier, ricorda per fascino e magnetismo iniziali: Ocean’s 11 di Soderbergh, scene di azione impeccabili, dialoghi pungenti e ben calibrati, una messa in scena di alto stile, un ritmo incalzante, un ottimo montaggio che non lascia spazio a tempi morti, ogni attimo ha suspense e tensione.
Un insieme molto piacevole e, a tratti, divertente legato dal filo scuro della ricerca della Verità e dalla Vendetta. Si potranno certo perdonare alcuni personaggi di contorno disegnati in modo superficiale o manicheo, soprattutto fra i “cattivi” ed i poliziotti, oppure la mancanza di complessità degli intrighi o il sorvolare su temi sociali più seri.
Al centro di tutto, affabile e sorridente, Omar Sy dà personalità allo humour ed alla seduttività, quasi insolente, di un personaggio letterario come il “ladro gentiluomo”, rendendolo vivo e simpatico anche a coloro che non lo conoscevano affatto. Attorno a lui un cast femminile di qualità: Ludivine Saigner e Nicole Garcia.
Cinque puntate, una mini serie elegante e vivace che sarà senza dubbio uno dei successi televisivi di questo inizio anno.
data di pubblicazione:19/01/2021
da Antonio Jacolina | Gen 15, 2021
Dopo la complessa vicenda di Suez la Gran Bretagna piomba in una profonda crisi economica e politica. Elisabetta II deve affrontare anche gravi difficoltà in famiglia: l’irrequieto marito, la sorella Margaret, le critiche sempre più crescenti contro la Monarchia, segno pressante dei “nuovi tempi”, l’affare Profumo ed infine i Kennedy a conclusione dei suoi primi 10 anni di regno …
Dopo una prima Stagione stupefacente ed emozionante anche la Seconda si conferma altrettanto coinvolgente e di elevata qualità. Impeccabilmente realizzata, è “bella” senza essere mai “finta”!!
Il taglio resta difatti squisitamente molto cinematografico, il frutto di un continuo lavoro di cesello sulla messa in scena con il supporto di dialoghi veri ed intelligenti e di un ritmo narrativo costante. Certo, una parte dell’emozione e dell’interesse iniziale può anche diminuire nel corso dei nuovi 10 episodi perché, da una parte ci si abitua a tutto, anche alla qualità, e, dall’altra perché, venuto meno un coprotagonista del calibro di Winston Churchill, alcuni episodi sono ineguali in funzione del personaggio su cui l’episodio è centrato. Ciò non di meno siamo nella più piena continuità della eccellenza della scrittura e della realizzazione. Si sente veramente tutta la passione di Peter Morgan per il soggetto. L’evoluzione della Regina è infatti magistralmente delineata. Con brevi ed incisivi tocchi si assiste alla sua progressiva “maturazione” davanti alla necessità di dover far sopravvivere un’Istituzione portandola a “democratizzarsi” adattandola ad un incontro fra Tradizione ed urgenza di Modernizzazione.
Questa 2° Stagione è quindi all’apparenza più intimista e tenuta insieme dal filo rosso del rapporto personale fra la Regina ed il Principe Filippo e l’irrealizzata sorella Margaret. Evidenziando le debolezze e le frustrazioni all’interno della Famiglia Reale e le complesse relazioni personali ed istituzionali, il regista valorizza l’umanità dei suoi personaggi reali pur a fronte della fastosità che li circonda. Umanizza così facendo l’Istituzione!!
Gli attori tutti sono sempre giusti e perfetti, soprattutto il vasto coro dei coprotagonisti. Claire Foy continua a rendere sempre più magistralmente la fragilità esteriore e la forza interiore di questa figura insondabile che è Elisabetta II, le si affianca Vanessa Kirby bella e formidabile nei panni della principessa Margaret di cui, con pochi gesti, sa renderci tutta l’amara irrequietezza e fragilità emotiva.
The Crown conferma quindi, anche in questa Seconda Stagione, di essere ben al di sopra della massa delle altre serie tv per qualità cinematografica e capacità narrativa e di sapere affascinare il pubblico raccontando la Storia intrecciando, con grazia tutta “british”, la “piccola” con la “grande”.
La si gusta in ogni episodio come una buona tazza di ottimo tè inglese con i giusti pasticcini!
data di pubblicazione:15/01/2021
da Antonio Jacolina | Gen 13, 2021
Cantava Dalla ”… la televisione ha detto che il Nuovo Anno sarà 3 volte Natale e Festa tutto il giorno …”. Le “FESTE”… un’opportunità in più per chi ama leggere, per chi ama regalare e ricevere libri: … i libri, “messaggi o illusioni di segnali di affetto/amore per l’altra/o”, oppure per se stessi. Più prosaicamente … un regalo ricevuto è anche un’opportunità per decidersi finalmente di leggere un libro di cui si era tanto sentito parlare ma che si era finora snobbato con supponenza.
Tu Sei Il Male, il romanzo di esordio di Costantini nel 2011, è il primo volume della “Trilogia del Male” ed è stato accolto fin da subito da un coro unanime di consensi. Il libro è una piacevole sorpresa! va ammesso, sia pure con anni di ritardo!
Un thriller poliziesco italianissimo, di rara intensità che ci regala anche uno spaccato dell’Italia degli ultimi 30 anni, un’Italia in noir, un’inchiesta fra politici cinici, cardinali ambigui, assassini crudeli e belle donne insondabili. Quale è il limite fra il Bene ed il Male? Il limite fra un assassino ed un giustiziere, è forse il motivo per cui si uccide? Questi sono gli interrogativi che ci pone il romanzo.
Per gli appassionati del genere viene spontaneo il confronto con gli Americani, certo siamo lontani dai ritmi serrati ed avvincenti ove azione ed investigazione si succedono fluidamente senza sosta. Siamo lontani dalla dinamicità aggressiva degli Ellroy, dei Deaver, dei Connelly! Paragonare Costantini a loro è forse eccessivo perché lui punta semmai sulla complessità della trama, ma … ma, a dir la verità, in un confronto con Connelly il nostro potrebbe però reggere fino al 12° round e perdere con molto onore solo ai punti! Non male per un italiano, per di più esordiente. Non male affatto! Anzi, molto bene! Al centro del libro e della Trilogia c’è il commissario Balistreri che ricorda moltissimo l’Harry Bosch di Connelly (ricorda, non imita!). Come l’americano anche Balistreri è un personaggio bipolare, un solitario, un antieroe forse antipatico ma che poi attrae per le sue umane debolezze. Bosch è tormentato dal passato oscuro e dal Vietnam ed è cinico e arrabbiato, altrettanto Balistreri è segnato da colpe lontane, profugo della Libia ove è cresciuto fino alla presa di potere di Gheddafi, una giovinezza violenta, ex fascista, ex collaboratore infiltrato dei Servizi ed infine recuperato come commissario di polizia, oggi è divenuto l’uomo che non avrebbe mai voluto divenire.
Costantini è bravo nel creare un protagonista che sfiora i clichè del poliziotto segnato dalle delusioni ma è tanto intelligente da riuscire a restarne fuori, disegnando invece una figura umana e professionale molto interessante. Una figura con una sua personalità, un uomo che ha sprecato il suo passato, che evita il presente, che non ha nulla al di fuori del suo lavoro e che senza una visione lucida della vita sbaglia spesso e non sempre riesce a cogliere il cuore dei problemi perché è un superficiale che però non si arrende nel ricercare la verità, una Verità. Attorno a questo protagonista l’autore ha saputo costruire, con una scrittura fluida, uno stile semplice ed una buona capacità narrativa, un bel plot, un meccanismo intrigante che mantiene sempre costante il livello di tensione. Le storie di Costantini partono sempre dal passato per arrivare poi al presente, costruite come una tela di ragno su una trama complessa ma molto accurata nell’ambientazione e nella delineazione dei personaggi e degli eventi. Sullo sfondo: Roma, l’Italia, la nostra Società, quanto si nasconde dietro la facciata imbiancata del nostro quotidiano sociale, politico e parapolitico. Non mancano certo i difetti: un’eccessiva lunghezza, qualche lentezza, troppi personaggi inutili, alcune contraddizioni logiche, un finale un po’ forzato. Peccati veniali per un esordiente!
Nel complesso Tu sei il Male è una lettura piacevole e coinvolgente, un romanzo ben confezionato, credibile ed efficace che non delude le aspettative che genera e tiene legato il lettore per tutto il percorso investigativo. Un buon poliziesco. Occorre ora leggere gli altri due romanzi della trilogia.
data di pubblicazione:13/01/2021
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