da Elena Mascioli | Giu 29, 2015
(Bologna, Il Cinema Ritrovato – 27 Giugno/4 Luglio 2015)
Si è aperta sabato sera, a Bologna, la 29ma edizione de Il Cinema Ritrovato, un festival speciale che lancia gli amanti del cinema nei pianeti dei film restaurati, di quelli rarissimi provenienti da archivi di tutto il mondo, di film muti con accompagnamento musicale e altre bellissime galassie cinematografiche. Capita così di partire a razzo con la divertente commedia Munkbrogreven (Svezia, 1935), con una giovanissima Ingrid Bergman agli esordi. Un caccia al ladro proletario e ante litteram, ambientato nella città vecchia di Stoccolma, un intreccio di storie d’amore, giallo, quadro sociale, condito da levità e motivetto orecchiabili. E se la bellezza e la bravura della Bergman sono già evidenti, rimane nel cuore il personaggio di Cetriolo, un caratterista dolcissimo che beve vodka di contrabbando e gioca al Totocalcio svedese insieme ai suoi compari. Nel pomeriggio il viggio prosegue con i corti di Leo McCarey (sua regia o supervisione) Crazy like a fox, From soup to nuts e Pass the gravy, con tanto di accompagnamento musicale dal vivo. Risate a crepapelle per situazioni comiche senza tempo e senza età: cadute, equivoci, scambi di persone e polli, torte in faccia o meglio facce che cadono sulle torte! Deliziosi! Ma l’apoteosi la si raggiunge con la proiezione serale in piazza Maggiore che stasera ci ha regalato Il terzo uomo di Carol Reed, con il sempre superlativo Orsoni Wells. Una meraviglia restaurata da Studio Canal. Ai fortunati spettatori presenti in piazza anche una chicca prima del film: un filmato girato da Wells su un progetto da realizzare con la Lollobrigida. Wells che la intervista nella villa di lei sull’Appia Antica, dopo aver intervistato Rossano Brozzi e Vittorio De Sica e aver pontificato, con la sua voce autorevole e il suo sguardo sornione, sul pubblico italiano. Un regalo prezioso per il popolo di appassionati che riempie le sale di questo festival imperdibile. Garantisce la Cineteca di Bologna (www.ilcinemaritricato.it)
data di pubblicazione 29/06/2015
da Elena Mascioli | Giu 6, 2015
(Fonderia delle arti – Roma, 7 giugno 2015)
Domenica 7 Giugno, alla Fonderia delle arti, andrà in scena l’ultima replica di Blue, il Musical completamente improvvisato, della Compagnia dei Bugiardini. Ma forse dovremmo scegliere meglio le parole con cui descriverlo, perché di replica non si può tecnicamente parlare. Se non avete mai assistito ad uno spettacolo d’improvvisazione, la visione di Blue potrebbe essere un ottimo inizio. Non si può parlare di replica perché lo spettacolo non è mai uguale a sé stesso, in quanto esplode sul palco seguendo lo scoppio della miccia lanciata dal pubblico, e si sa, le esplosioni non possono che essere tutte diverse! Accolto dai due musicisti a vista, sulle note di quella che sarà una trama melodica ispirata alle atmosfere dei musical di Broadway, il pubblico avrà il compito di decretare luogo di ambientazione della storia e titolo del musical stesso, proponendoli, con urla più o meno scomposte, agli attori in scena. Potrà accadere, così, come lo scorso 31 Maggio, di trovarsi ad assistere allo spettacolo Servizio in camera ambientato in un Grand Hotel appena promosso ad avere la quarta stella e di veder trasformare gli attori, entrati in scena come sé stessi, in allegre villeggianti o in lavoratori indefessi, nella prestazione del servizio in camera! E se nei musical, spesso, ci si ritrova ad ascoltare canzoni pretestuose, tasselli funzionali della narrazione senza valore autonomo dal punto di vista musicale, nel caso di Blue lo stupore, l’ammirazione e il divertimento non lasciano mai lo spettatore mentre assiste all’atto creativo che gli attori mettono in scena inventando di sana pianta testo e arabeschi vocali intorno al canovaccio melodico. Potremmo anche parlare di sfondamento non solo della quarta ma anche di una quinta ipotetica ed iperbolica parete, per la possibilità di intravedere, in scena, mascherate da esilaranti battute, le piccole lotte di potere tra i vari attori e personaggi, che creano la dinamica della rappresentazione. D’altronde, in uno spettacolo in cui non esiste un testo e una storia preordinata, agli attori e ai loro personaggi è lasciato il compito di diventare autori nel momento stesso in cui sono interpreti. Assistere ad un tale percorso creativo, soprattutto se demandato ad un gruppo di attori affiatati, intonati (e non sempre è scontato nei musical!) e scanzonati, è qualcosa di estremamente affascinante ma soprattutto, molto divertente. Consigliatissimo! Da quattro stelle!
data di pubblicazione 06/06/2015
da Elena Mascioli | Giu 1, 2015
Insieme alla figlia della protagonista (titolo italiano: È arrivata mia figlia), arriva in sala dal 4 Giugno un film brasiliano che ha già conquistato il consenso e il premio del pubblico al Festival di Berlino. A che ora torna? potrebbe essere la traduzione letterale del titolo originale ma anche una domanda di fondo che ci introduce nel tema del film: il confronto tra due mondi, due epoche. Il vecchio Brasile, cresciuto e costruito , non solo metaforicamente, ma anche a livello architettonico, dentro e fuori le abitazioni, dividendo lo spazio e le classi sociali, ma separando anche le madri dai figli, quelle ricche dai loro pargoli affidati alle bambinaie che a loro volta sono costrette ad “abbandonare” i loro figli in luoghi lontani, lasciandone la cura ad altri. Il nuovo Brasile, rappresentato dalla figlia che arriva e rompe gli schemi, le regole, invade gli spazi, oltrepassa la soglia della porta della cucina (titolo della sceneggiatura). La comunicazione, difficile, tra questi due mondi, passa e si declina attraverso le immagini, una su tutte la bella scena del dialogo tra Val e sua figlia mentre sono sull’autobus che le porta nella casa dove Val vive e lavora come bambinaia da 13 anni: Val guarda la figlia e le parla, ma Jessica invece guarda fuori, poggia il suo sguardo dove sua madre non ha mai osato fare, al di là di quella porta della cucina, verso il futuro, su una laurea in architettura, perché pensa che l’architettura sia uno strumento di cambiamento sociale. Val invece parla la lingua del suo vecchio mondo, in cui quando ci offrono qualcosa lo fanno per educazione, sanno che noi rifiutiamo. Dove le porterà questo dialogo? Riusciranno a trovare una sintesi, una lingua comune su cui costruire un’abitazione a loro misura? Troveranno il coraggio di tuffarsi nell’ignoto di acque che confluiscono da mondi così diversi?Per saperlo non rimane che immergersi nella visione di questo film, terzo lungometraggio della regista Anna Muylaert. Buona visione di umanità.
data di pubblicazione 01/06/2015
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da Elena Mascioli | Mag 21, 2015
(Cinema Farnese Persol – Roma, 22 Maggio 2015)
Il prossimo venerdì 22 maggio tornerà in sala per una sera il film del maestro Olmi, Torneranno i prati. Ma non sarà una semplice proiezione, tra l’altro ad ingresso gratuito, perché ad accompagnare e presentare il film, presso il Cinema Farnese Persol, a partire dalle ore 20.00, ci sarà l’attore Claudio Santamaria, protagonista della pellicola stessa. Accolti da un cocktail di benvenuto e da un incontro introduttivo a cura del giornalista Franco Montini, e la partecipazione della prof.ssa Milazzo, la visione del film sarà preceduta dalla proiezione dell’ultimo cortometraggio di Ermanno Olmi, Il pianeta che ci ospita, realizzato per Expo 2015. Una serata aperta anche alle scuole, perché possano venire a conoscere la storia di una notte in una trincea italiana durante la prima guerra mondiale, ma anche e venire a contatto con il cinema di una maestro quale a Olmi, che ha dichiarato: Questo film lo dedico al mio papà, che quand’ero bambino mi raccontava della guerra dov’era stato soldato. Per ricevere l’invito gratuito alla serata e alle proiezioni, si può scrivere a: comunicazione@cinemafarnese.it
Un’occasione da non perdere.
data di pubblicazione 21/05/2015
da Elena Mascioli | Mag 13, 2015
La poesia ha aperto la quinta serata del festival del cinema spagnolo, avvolgendo lo spettatore nella nuvola di Arrugas, il film di animazione di Ignacio Ferreras basato sull’omonima graphic novel di Paco Roca, già presente in una passata edizione del festival. Ad accompagnarlo in sala, quest’anno, Angel de la Cruz, lo sceneggiatore che ha avuto il compito di curare la trasposizione dalla graphic novel. Compito arduo perché, rispetto al passaggio da letteratura a immagini, qui si tratta di effettuare il passaggio da immagini statiche, come quelle della graphic novel, a immagini in movimento. La sfida ci sembra perfettamente riuscita. Sul perché della scelta di un film di animazione per un soggetto così bello che poteva essere l’occasione di uno splendido film, lo sceneggiatore ha raccontato trattarsi di una scelta del produttore, quella dell’animazione, perché certamente un film d’animazione sul tema dell’Alzheimer avrebbe rappresentato un unicum. E considerando il tema e la storia, l’animazione è riuscita nel compito di rendere ottimista la visione di una storia pur teneramente drammatica. Dietro le quinte Angel ci ha raccontato del suo prossimo progetto, sempre una trasposizione di una graphic novel di Paco Roca…ma sorridendo ha aggiunto che questa volta si tratta di una commedia! Attenderemo di vederla in una prossima edizione del Festival.
A seguire un film che aveva attirato l’attenzione fin dal titolo: Los tontos y los estupidos. “Los tontos y los estupidos” sono fondamentalmente coloro che vivono felici, e certamente non lo sono i protagonisti del film di cui vediamo le riprese sullo schermo. Il mondo reale, esterno, è ovattato, nei suoni, e incolore nelle immagini. Tutto acquista contorni, colori e voce soltanto all’interno della scatola che è il capannone in cui vengono effettuate le riprese del film. La cosa bella è che nonostante la smaccata evidenza della finzione, l’assenza di una scenografia, se non nei minimi dettagli di un tavolo da pranzo, un letto, un divano, l’interpretazione degli attori, spesso ripresi seduti dietro un tavolo con i copioni alla mano, riesce comunque a farci immergere nelle storie dei protagonisti del film che si sta girando. Un bell’esperimento e soprattutto un modo interessante di raccontare il percorso che è di tutti i personaggi del film: la ricerca della felicità.
data di pubblicazione 13/05/2015
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