da Alessandro Pesce | Nov 3, 2014
(Festival Internazionale del film di Roma 2014 – Prospettive Italia)
Una barca, persone al sole, un senso di attrito tra di loro. Sin dalle prime immagini siamo coinvolti in una specie di attesa, un senso di intrigo, un qualcosa di minaccioso, che le magnifiche scene di mare e di vacanza non attenuano, anzi è come se tutto concorresse all’aspettativa di un eventuale accadimento non piacevole. Poi, una donna giapponese, un bambino che non le parla, un segreto, una condanna, e ancora un ghiaccio che faticosamente si scioglie, la sensazione di thriller psicologico volge allora verso il dramma familiare. Da tenere assolutamente d’occhio questo giovane regista esordiente Leonardo Guerra Seràgnoli, per la bravura registica e la maestria sorvegliatissima nel creare la giusta atmosfera.
Girato in inglese con attori stranieri, collaborazioni di lusso (la super premiata costumista Canonero), un film italiano che sa di internazionale.
data di pubblicazione 3/11/2014
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da Alessandro Pesce | Ott 31, 2014
Il film campione d’incassi in Italia e in Europa dell’inizio stagione è questo Lucy con il quale Luc Besson torna a occuparsi di un personaggio femminile fuori da tutti gli schemi, come aveva già fatto in Nikita e nella sua personalissima versione di Giovanna D’Arco. Qui abbiamo una ragazza dalla vita sregolata e con un quoziente intellettivo mediocre che si trova catapultata in un intrigo molto più grande di lei di cui evitiamo di citare tutte le fasi drammaturgiche perché oltremodo complicate e perché si rischierebbe di anticipare le parti migliori del film. Basti sapere che Lucy dovrà nascondere nel proprio stomaco un tipo di droga nuova e potentissima che la trasformerà in un essere super-umano che avrà infinite possibilità cognitive, arrivando alla fine a poteri soprannaturali quasi fosse Dio. L’idea pare che sia venuta a Besson da una vecchia teoria per cui l’uomo sfrutta in media una bassa percentuale del suo potenziale mentale e chiedendosi che succederebbe se provasse a sfruttarne, invece, il 100 per cento. Ipotesi fascinosa e vertiginosa, che alla prova della realizzazione cinematografica senz’altro diverte ma solo in parte convince. Infatti tutto sfocia in un susseguirsi di scene esplosive, ipercinetiche tra interminabili sparatorie a lungo andare stucchevoli. E non bastano spruzzatine di metafisica e punte di filosofia di sunti Bignami per connotarle di fantascienza intelligente. Quanto alla protagonista Scarlett Joansson, non si riesce a capire perché un’attrice della sua levatura si vada specializzando in fanta-figure femminili (la voce tecnologica di Her, l’aliena di Under The Skin e ora Lucy) dove le doti interpretative escono umiliate.
data di pubblicazione 31/10/2014
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da Alessandro Pesce | Ott 22, 2014
(Festival Internazionale del film di Roma 2014 – Cinema D’Oggi)
Una famiglia di grandi architetti, il più giovane erede è al suo primo lavoro prestigioso e contemporaneamente alla vigilia della sua prima paternità, un bambino la cui scelta del nome impegna molto sia lui che sua moglie archeologa, come se fosse davvero una questione di stato, tanto è importante la coscienza di appartenenza a una nobile stirpe di architetti.
La crisi affiora con lo scavo del suo cantiere: vengono ritrovate infatti ossa e corpi di ignota provenienza, ma il terreno è appartenuto alla famiglia. Chi sono, dunque, quelle persone? Di quale misfatto sono testimonianza ? Una responsabilità dei suoi avi?
Il nonno è ormai una larva di uomo, dipende in toto dalla badante, e riconosce soltanto il suono della voce di suo nipote. Il padre sembra interessato esclusivamente al lavoro, la madre reitera solo frasi sull’importanza del prossimo lieto evento.
Una ernia simbolica tortura il ragazzo, la sua mente è confusa e gira per la megalopoli tra un peregrinare continuo alla ricerca di un colloquio con un Capomastro molto arrabbiato e un contatto carnale con due lesbiche. Siamo in una a San Paulo molto desolata e suggestiva, che sembra sempre più estranea, fotografata in un abbacinante e simbolico bianco e nero.
Oltre a quello della ricerca delle proprie radici e della verità, c’è il tema dell’architettura come proiezione dei propri sogni e in questo caso, dei propri incubi. Perdendo la propria sicurezza interiore entra in crisi quindi l’ispirazione e la voglia di costruire, a differenza della placida passione della moglie archeologa sazia dello studio del passato remoto.
Tutto è perfetto in questo straordinario elegante, intenso film.
data di pubblicazione 22/10/2014
da Alessandro Pesce | Ott 18, 2014
(Festival Internazionale del film di Roma 2014 – Prospettive Italia)
Una barca, persone al sole, un senso di attrito tra di loro. Sin dalle prime immagini siamo coinvolti in una specie di attesa, un senso di intrigo, un qualcosa di minaccioso, che le magnifiche scene di mare e di vacanza non attenuano, anzi è come se tutto concorresse all’aspettativa di un eventuale accadimento non piacevole. Poi, una donna giapponese, un bambino che non le parla, un segreto, una condanna, e ancora un ghiaccio che faticosamente si scioglie, la sensazione di thriller psicologico volge allora verso il dramma familiare. Da tenere assolutamente d’occhio questo giovane regista esordiente Leonardo Guerra Seràgnoli, per la bravura registica e la maestria sorvegliatissima nel creare la giusta atmosfera.
Girato in inglese con attori stranieri, collaborazioni di lusso (la super premiata costumista Canonero), un film italiano che sa di internazionale.
data di pubblicazione 18/10/2014
da Alessandro Pesce | Ott 17, 2014
Riconcilia con il cinema questo nuovo splendido film di Mario Martone. Dopo aver girato il lancinante Noi Credevamo sul risorgimento italiano e le sue ambiguità fallimentari, e dopo aver messo in scena a teatro Le Operette Morali era fatale che il regista napoletano avesse voglia di concentrarsi su Leopardi, il più grande poeta dell’Ottocento, artista e personaggio molto amato, ma bisognoso di essere letto sotto una luce nuova. Ed ecco quindi l’uomo di pensiero profetico, diviso tra la profonda coscienza del dolore umano e le sottili smanie anti rivoluzionarie. Ma l’aspetto più convincente e affascinante è lo stile con cui Martone costruisce il film, con un andamento all’apparenza correttamente biografico ma poi intersecato e innervato da momenti visionari, con la presenza costante della sua poesia, risolta in maniera mai pedante o peggio didascalica, anzi fluidamente e a volte panicamente fusa con le immagini. E’ lo stile tipico di Martone ma qui più efficacemente risolto sia dal punto di vista descrittivo sia metafisico e meta- cinematografico. Si aggiunga un minuzioso lavoro scenografico, mai calligrafico, una geniale colonna sonora atemporale e l’interpretazione di tutti gli attori, non solo Elio Germano, ma proprio tutti di altissimo livello. L’inizio a Recanati e l’immaginifica parte napoletana sono i vertici del film. Si avverte un lavoro sentitissimo, sono due ore e mezza che volano sul filo dell’emozione.
data di pubblicazione 17/10/2014
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