da Accreditati | Mar 27, 2024
Io Capitano di Matteo Garrone è un film che consente di riflettere sull’Odissea, anche di tipo giuridico, cui vanno incontro i migranti che si mettono in viaggio per raggiungere le coste del nostro Paese.
Il 26 marzo 2024 si è tenuta la seconda lezione dell’attività formativa “Diritto penale al cinema”, di cui è titolare la Prof.ssa Antonella Massaro presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università “Roma Tre”.
L’incontro ha proposto una riflessione sul tema “Immigrazione e diritti umani”, a partire dal film Io Capitano di Matteo Garrone.
Io capitano racconta la storia di due cugini senegalesi, Seydou (Seydou Sarr) e Moussa (Moustapha Fall), che decidono di intraprendere il viaggio verso l’Europa non per scappare da una guerra o una carestia, ma per realizzare il loro sogno di fare musica e di “firmare gli autografi ai bianchi”. L’entusiasmo della partenza, però, si trasforma ben presto in orrore: il viaggio a piedi attraverso il deserto, le torture nelle prigioni libiche, la traversata lungo quel Mar Mediterraneo che, a seconda dei casi, può divenire dispensatore di vita o di morte. Il racconto è scandito dal “neorealismo magico” di Matteo Garrone, in un film che, pur replicando i tratti del road movie e del viaggio di formazione, si caratterizza per una visione originale, forse un po’ ammiccante nella prima parte, ma senato da una escalation narrativa potente e coinvolgente.
Nella discussione è intervenuto, in collegamento da Caserta, Mamadou Kouassi, uno dei protagonisti delle storie vere cui Matteo Garrone ha attinto per il suo film. Ha raccontato del suo viaggio, delle torture, dei compagni che non hanno retto il peso di quelle sofferenze, dell’approdo sulla coste italiane dopo il provvidenziale intervento della Guardia Costiera. Mamadou Kouassi, che ora lavora come mediatore culturale, ha però richiamato l’attenzione anche sulle difficoltà cui si va incontro anche dopo aver raggiunto le coste europee: la condizione di irregolarità cui i migranti sono spesso costretti, del resto, incide in maniera negativa tanto sulle condizioni di vita degli stessi quanto sulla gestione della sicurezza del Paese che li ospita. Il film di Garrone, ha precisato Mamadou, ha avuto l’inestimabile merito di veicolare una presa di consapevolezza a livello mondiale. Anche la corsa agli Oscar, sebbene Io Capitano non sia riuscito ad aggiudicarsi la statuetta per il miglior film internazionale, ha contribuito a rendere “visibile” un dramma che, troppo spesso, resta avvolto nel silenzio.
Il Dottor Carlo Caprioglio, titolare, presso l’Università “Roma Tre”, della Clinica legale che si occupa di immigrazione e cittadinanza, ha illustrato le ragioni su cui si fondano alcuni procedimenti penali, attualmente in corso in Italia, per fatti pressoché integralmente sovrapponibili a quelli raccontati dal film. La Clinica legale, infatti, sta seguendo proprio il caso di alcuni migranti imputati per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare (art. 12 d.lgs. n. 286 del 1998) per aver guidato l’imbarcazione che li ha condotti in Italia.
Si tratta a questo punto di capire se e come il diritto riuscirà ad assicurare una soluzione “di giustizia”.
data di pubblicazione: 27/03/2024
da Accreditati | Mar 25, 2024
Roma, 28 marzo 2024 ore 18,00
Un doppio appuntamento nella libreria più multimediale di Roma. Alle 18,00 gli scrittori Giulia Alberico e Daniele Poto proporranno Quiz Time ovvero il mondo della letteratura (ma anche del cinema, della poesia, del teatro) filtrato da 30 domande quiz che riveleranno la conoscenza della materia. Senza alcun particolare intento nozionistico ma con spirito ludico, gareggeranno due squadre allestite sul momento per sorteggio. In palio libri per ogni risposta esatta con benefit riservati sia alla squadra vincitrice che a quella perdente. È un appuntamento settimanale che si rinnova. Il giudice d’occasione sarò il libraio romano Francesco Palombi. I visitatori potranno disporre di un buono libro da dieci euro da consumare presso Eli. Nell’occasione potranno accedere all’enorme archivio di libri di secondo mano venduti a peso: 10 euro al chilo a dimostrazione che la cultura se ha peso ha scarso costo. A seguire tutti i partecipanti si riconvertiranno in una presentazione intima e discreta di uno scrittore emergente, Vito Di Battista, che presenterà il suo libro Il buon uso della distanza (Gallucci editore), segnalato dalla critica. Ecco il giudizio di Simonetta Sciandivasci: “Di Battista è consapevole di come la memoria sia invenzione e la vita sia come il teatro, che muore mentre lo si fa”..
data di pubblicazione:25/03/2024
da Accreditati | Mar 24, 2024
Quando il lavoro del critico trapassa nell’invenzione del vero scrittore
(Biblioteca Hertziana – Roma, 19 marzo 2024)
Si è svolto a Roma, presso la sala conferenze della biblioteca Hertziana – storico edificio in via Gregoriana dove ha sede l’istituto tedesco della società Max-Planck dedicato alla ricerca sulla storia dell’arte – un interessante seminario di ricerca dedicato allo scrittore Giovanni Testori. Nato a Novate, nella periferia nord di Milano, il critico d’arte e drammaturgo è stato uno scrittore prolifico, una figura complessa e articolata, modello per la cultura italiana del Novecento e di quella milanese in particolare. Scopo del seminario è stato quello di avvicinare un pubblico di studiosi e appassionati alla figura dell’artista lombardo, in particolare dopo l’anno appena trascorso in cui si sono celebrati i 100 anni dalla nascita con mostre, eventi, spettacoli e convegni.
L’evento, organizzato e presentato da Paolo Talone in collaborazione con Lara Demori, ha aperto una prospettiva di analisi sull’autore novatese, ponendo al centro le connessioni tra la scrittura drammaturgica e quella di critico d’arte. La relazione è stata affidata a un ospite di eccezione, Davide Dall’Ombra. Docente di Storia della critica d’arte presso l’Università Cattolica di Milano, Davide Dall’Ombra è direttore di Casa Testori – l’associazione che si occupa di gestire l’eredità intellettuale dello scrittore – e responsabile della biblioteca e dell’archivio di Giovanni Testori. Il seminario è iniziato con la lettura di un testo tratto da uno dei saggi tratti dal Gran teatro montano, il volume del 1965 che raccoglie le riflessioni dell’autore su Gaudenzio Ferrari, pittore e sculture al Sacro Monte di Varallo. Il brano, una descrizione della cappella 38 del Sacro Monte (detta “cappella della crocifissione”), letto dall’attrice Chiara Cavalieri (membro stabile tra le altre cose della compagnia Fort Apache Teatro con la quale conduce laboratori in istituti penitenziari) dà un’idea dell’abilità di scrittura testoriana che sa mettere in dialogo scultura e pittura attraverso l’uso di un linguaggio teatrale.
Testori nasce come critico e pittore negli anni ’40, durante i quali collabora con la rivista del GUF di Forlì Pattuglia diretta da Walter Ronchi. Negli anni ’50 conosce Roberto Longhi, che diventa suo maestro d’elezione. Gli interessi si allargano alla pittura lombarda del Seicento e parallelamente inizia a coltivare la passione per la scrittura e il teatro. Escono I segreti di Milano, una raccolta di scritti di vario genere dal romanzo al teatro, che narrano la periferia milanese. Nel 1968 pubblica su Paragone letteratura il saggio teorico sul teatro, Il ventre del teatro, in cui mette in evidenza la centralità della parola e dell’attore, per lui personaggio monologante. Questo scritto apre la grande stagione teatrale degli anni ’70, segnata dalla collaborazione con la regista Andrée Ruth Shammah e l’attore Franco Parenti, per il quale scrive La trilogia degli scarozzanti. Un periodo felice che vede la nascita del Salone Pier Lombardo (poi teatro Franco Parenti) e la sperimentazione in teatro di una lingua nuova, inventata, segno di rinnovamento per la scena milanese e italiana in generale. Dopo la morte della madre Lina Paracchi nel 1977, Testori prenderà una strada diversa, ma tornerà a collaborare con il Pier Lombardo nel 1984, in occasione del bicentenario della nascita di Alessandro Manzoni. Scrive per la compagnia di Parenti I promessi sposi alla prova, l’azione teatrale divisa in due giornate in cui un Maestro dialoga con gli attori chiamati a mettere in scena il celebre romanzo. Tornando al seminario, da quest’opera è tratta un’altra lettura che vede protagonista il personaggio della Monaca di Monza, sempre presentata attraverso la voce e l’interpretazione della Cavalieri.
L’incontro ha poi coinvolto nella seconda parte il numeroso pubblico di studiosi di arte, lavoratori dello spettacolo, impiegati dell’istituto e semplici appassionati, intervenuto con domande e considerazioni sull’autore. Anche a Roma è stato celebrato Giovanni Testori.
Link utili:
La registrazione video del seminario si può seguire su Research Seminar with Davide dall’Ombra on Vimeo
Giovanni Testori – Home
Casa Testori
Home | Bibliotheca Hertziana – Max Planck Institute for Art History (biblhertz.it)
data di pubblicazione:24/03/2024
da Accreditati | Mar 21, 2024
In Italia nel 2023 sono usciti 81.000 libri e questo certo non sarà più letto. Ma ha il merito di uscire dalla mischia e dal mercato. Perché più che un libro è la storia di una vita, un diario che chiede di essere condiviso. Una storia di donna travagliata e che trova riscatto nella sublimazione della testimonianza. La vita contromano. Con una gravidanza atipica che all’inizio viene rifiutata. Ma quando una madre prende in braccio il suo bambino tutto può cambiare. E la vita improvvisamente sembra raddrizzarsi attraverso la storia vera di una donna che, lottando contro i pregiudizi, s’insedia a Roma e, partendo dalla gavetta, si conquista un solido presente, documentando un piccolo spaccato della storia d’Italia: dal terrorismo a Berlusconi fino all’attuale temperie. La serenità si rompe quando suo figlio va incontro a un tragico destino. Quel ragazzo fortemente amato era la ragione di una vita. Metabolizzando il lutto con il racconto di questa parabola Anna Murante ci consegna uno spaccato intimo di questo percorso sofferto e irrisolto, irrorato dalla speranza di una redenzione, forse anche religiosa. Daniele Poto ha solo cercato di restituire al meglio la sua gioia e il suo dolore lasciando alla storia la genuinità e la spontaneità primordiali di una donna pugliese che cerca di farsi largo a Roma lottando contro i pregiudizi che le affibbiano subito l’etichetta di ragazza madre. Libro di facile leggibilità, di fragranze godibili che può ambire al suo legittimo spazio in una biblioteca. Anna Murante ci ha riassunto il suo passato anche per illuminare il prossimo futuro e ritrovare nel coro dei lettori amici e parenti solidali con la sua parabola.
data di pubblicazione:21/03/2024
da Accreditati | Mar 20, 2024
L’attività formativa “Diritto penale al cinema” propone agli studenti di giurisprudenza dell’Università “Roma Tre” una riflessione che, muovendo dal cinema, si confronta con alcune delle più complesse sfide del diritto penale contemporaneo.
Presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università “Roma Tre”, ormai da dieci anni, si svolge l’attività formativa “Diritti penale al cinema”, di cui è titolare la Prof.ssa Massaro.
Il 19 marzo si è tenuta la prima lezione dell’anno accademico 2023-2024, che, muovendo dal film Miele di Valeria Golino, ha affrontato il tema “Fine vita e diritto penale”.
“Miele”, che segna il fortunato esordio alla regia di Valeria Golino, è liberamente ispirato al romanzo Vi perdono di Angela Del Fabbro-Mauro Covacich, poi ripubblicato con il titolo A nome tuo. Il film, nel 2013, è stato presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes.
La storia è quella di Irene (Jasmine Trinca, Nastro d’argento e Globo d’oro come migliore attrice per questa interpretazione), che, attraverso periodici viaggi in Messico, si procura un barbiturico per cani che, opportunamente somministrato, pone fine pressoché instantemente alle sofferenze di chi ne faccia richiesta. La sicurezza (apparente) di Irene-Miele è però destinata a infrangersi a seguito dell’incontro con l’ingegner Carlo Grimaldi (un impeccabile Carlo Cecchi).
Sembra un malato come tutti gli altri, mail suo corpo non reca ferite di alcun tipo: è la sua anima che è stanca di vivere e che preferisce uscire di scena senza plateali e scomposti voli dalla finestra, ma in maniera silenziosa, discreta e dignitosa. Miele è spiazzata: mentre urla che il suo compito non è quello di uccidere i depressi, ma di aiutare chi è “realmente” malato, si rende conto di quanto labile ed evanescente possa rivelarsi il confine tra la vita del corpo e quella dell’anima, tra la malattia e la cura, tra la scelta e la disperazione.
L’incontro svoltosi nelle aule dell’Università “Roma Tre” ha preso le mosse da un’analisi dei reati previsti dagli articoli 579 (omicidio del consenziente) e 580 (istigazione o aiuto al suicidio) del codice penale, per poi lasciare spazio agli interventi di Mina Welby (copresidente dell’Associazione Luca Coscioni) e Chiara Lalli (scrittrice, giornalista, filosofa).
Mina Welby ha ripercorso le tappe fondamentali della vicenda (prima) umana e (poi) giudiziaria di suo marito Piergiorgio, che, nel 2006, ha scosso il torpore del dibattito pubblico italiano in materia di eutanasia.
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