DIRITTO AL CORTO – Festival internazionale del cortometraggio socio-giuridico, 2016

DIRITTO AL CORTO – Festival internazionale del cortometraggio socio-giuridico, 2016

Diritto al Corto – Festival internazionale del cortometraggio socio-giuridico, ideato e promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università “Roma Tre”, giunge alla sua seconda edizione con il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, del Consiglio regionale del Lazio e del Comune di Roma. Tra 3500 cortometraggi iscritti il gruppo dei selezionatori diretto da Antonella Massaro (Lorenzo Brizi, Silvia Brunelli, Francesco Cecchini, Tiziana Pica) ne ha individuati 12 per la selezione ufficiale. I temi trattati sono molto diversi tra loro: omicidio stradale, pena di morte, funzione rieducativa della pena, condizione femminile in India, crisi economica, legittima difesa domiciliare. I premi saranno assegnati da una giuria di esperti, presieduta da Giuliano Montaldo e composta da: Pier Giorgio Bellocchio, Enrico Carocci, Carolina Crescentini, Laura Delli Colli, Sabrina Impacciatore, Virginio Palazzo, Daniele Silvestri, Massimo Vigliar. Il premio “30 e lode” sarà poi assegnato da una giuria composta da studenti, dottorandi e specializzandi del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università “Roma Tre”. Le proiezioni dei cortometraggi in concorso si terranno il 26 e il 27 ottobre 2016, dalle ore 20.00, presso il Cinema Azzurro Scipioni di Roma. La serata di premiazione si svolgerà, in presenza della giuria, il 29 ottobre 2016, dalle ore 19.30, presso il Teatro Palladium di Roma. Interverranno anche Dario Penne e Roberta Carrese. Tutti gli eventi di “Diritto al Corto” sono gratuiti. L’immagine del manifesto ufficiale, che rende omaggio ai luoghi simbolo di Garbatella-Ostiense, è stata realizzata da Laura Moscatelli. Da questo link è possibile ottenere informazioni ulteriori sui cortometraggi inseriti in concorso:  http://www.dirittoalcorto.it/news/2016/10/23/diritto-al-corto-official-selection-edizione-2016/

data di pubblicazione:26/10/2016

CAPTAIN FANTASTIC di Matt Ross – Premio Pubblico BNL Sezione Alice

CAPTAIN FANTASTIC di Matt Ross – Premio Pubblico BNL Sezione Alice

(11^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – ROMA, 13/23 ottobre 2016)

Negli alti e fitti boschi del Nord America, in una capanna in legno con annessa serra, vive da 10 anni un padre – Ben Cash (interpretato da Viggo Mortensen), con i suoi 6 figli, mentre la mamma – Leslie – è ricoverata da qualche mese in una casa di cura  per  un disturbo bipolare della personalità.

Tra pericolose arrampicate sulle rocce e allenamenti fisici impegnativi, come fossero soldati delle forze speciali, tra cacce al cervo armati di affilati coltelli, cene rischiarate dalla luce del fuoco, allietate da letture di classici e dalla gioia di fare musica insieme suonando chitarre ed armoniche, Ben – che non ha nulla del supereroe come ricorda il titolo, ma evoca piuttosto il capitano mio capitano – si prende cura amorevolmente dell’animo e della mente dei suoi ragazzi impartendo loro un’educazione rigorosa che li possa rendere delle persone speciali.

La morte della mamma tuttavia lo costringe a lasciare quell’eden, tenacemente costruito, e ad affrontare un viaggio con i suoi figli sul loro magnifico bus/caravan/biblioteca.

Durante questo viaggio nel mondo esterno dove i ragazzi scopriranno che “Nike” non è solo una dea greca ma più note scarpe o che un pollo si può comprare già pronto al supermercato, dove senza smartphone o Xbox, ma accompagnati dalla consapevolezza di loro stessi, capiranno anche che la vita é … scoprire gli altri (tanto per citare un altro film presentato alla Festa del Cinema di Roma The long excuse).

Il film fa riflettere su cosa significhi essere genitore, sull’abnegazione che spesso porta con sé e su quanto questa sia davvero un bene per i nostri figli.

Film colorato ed eccentrico che fa pensare ed emozionare, e che convince gli spettatori dell’ 11^ Festa del cinema di Roma che gli attribuiscono il premio del pubblico BNL.

data di pubblicazione:23/10/2016








CAPTAIN FANTASTIC di Matt Ross – Premio Pubblico BNL Sezione Alice

DENIAL di Mick Jackson – Selezione Ufficiale

(11^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – ROMA, 13/23 ottobre 2016)

Il termine inglese denial indica, nel film omonimo diretto dal regista e produttore televisivo Mick Jackson, colui che nega l’evidenza dei fatti o, come meglio lo definisce la protagonista, un negazionista. La professoressa americana Deborah Lipstadt (Rachel Weisz), parlando in uno dei suoi libri sullo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, si scaglia contro lo storico David Irvin (Tom Wilkinson) che sostiene apertamente la tesi che l’Olocausto sia tutta una invenzione ideata da Israele per ricavarne vantaggi economici e politici. Irvin intenta contro la Lipstadt una causa per diffamazione che verrà sottoposta al giudizio di una corte inglese: la particolarità del sistema giudiziario inglese è che l’onere della prova non è, come in America, a carico dell’attore che promuove la causa bensì a carico della parte convenuta. Dunque, Deborah Lipstadt si troverà a dover dimostrare l’infondatezza delle accuse per diffamazione non mediante la prova della verità dei fatti narrati nel proprio libro, bensì mediante la prova degli errori commessi dal negazionista Irvin. Per riuscire nell’impresa, verrà sostenuta dal famoso avvocato Julius, tra i migliori di tutta la City, e dal suo team, la cui strategia difensiva, estremamente accurata e lungimirante, non poggerà sulla schiacciante prova testimoniale dei sopravvissuti allo sterminio di Auschwitz. Il processo (che realmente durò otto settimane), riesce a calamitare lo spettatore tenendolo abilmente ed alquanto “incredibilmente” con il fiato sospeso a causa di una palmare incertezza dell’esito che trapela dal volto imperscrutabile del Giudice designato e da alcuni sue inaspettate osservazioni rese in occasione dell’ultima arringa.

Denial si avvale di un buon cast e di una buona sceneggiatura, di tipico stampo americano, anche se a volte presenta dei punti di debolezza. Davvero ben trattato il profillo legale e processuale del contenzioso in materia di diffamazione che sicuramente è la parte più interessante ed intrigante di tutta la pellicola e, senza troppi colpi di scena o immagini capaci di sorprendere, la trama si lascia seguire bene e coinvolge per l’intera durata di 120 minuti senza annoiare. Ci troviamo di fronte ad una storia vera come è pur vero, purtroppo, che esistono ancora oggi diversi gruppi estremisti antisemiti che, in quanto negazionisti, affermano il contrario di quanto perpetuato nei lager. Il film uscirà nelle sale italiane in novembre.

data di pubblicazione:18/10/2016








PRESENTAZIONE 73. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA

PRESENTAZIONE 73. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA

(Hotel Excelsior di Roma, 27 luglio 2016)

Spero di rivedervi a Venezia, perché credo che quest’anno valga particolarmente la pena esserci. Con questo buon auspicio il Presidente della Biennale Paolo Baratta chiude il suo intervento alla conferenza stampa di presentazione della 73. Mostra internazionale d’arte cinematografica. E in effetti Venezia 73, dedicata a Abbas Kiarostami e Michael Cimino, sembra promettere davvero bene. Il film d’apertura sarà il musical La la land di Damien Chazelle (con Ryan Gosling ed Emma Stone), in concorso, mentre la chiusura sarà affidata al fuori concorso The Magnificent Seven di Antoine Fuqua (con Denzel Washington e Chris Pratt, attesi al Lido), che aprirà il Festival di Toronto.

La Mostra intraprende l’ambizioso tentativo di coniugare armoniosamente tradizione e innovazione. Tra le novità più attese, dopo la copertura di quello scavo che per anni ha invaso l’area adiacente al Palazzo del Casinò, c’è l’inaugurazione della nuova sala di circa 450 posti, che ospiterà la nuova sezione “Cinema nel giardino”. Si tratta di un esperimento dall’esito incerto, il cui obiettivo è quello di collocarsi nel medio virtuoso tra il cinema d’autore e quello commerciale, con proiezioni (gratuite) destinate non solo alla ristretta cerchia degli accreditati. Il Direttore Alberto Barbera non può fare a meno di rilevare la tiepida accoglienza della nuova sezione da parte dei registi italiani, con la sola eccezione di Gabriele Muccino. Vedremo se lo scetticismo dei cineasti nostrani si rivelerà fondato oppure no.

La Mostra intende poi aprirsi a tutte le forme di produzione e distribuzione, che il cinema non può più ignorare: non solo l’ormai consolidata realtà dei documentari, ma anche le serie televisive (grande attesa per i primi due episodi di The Young Pope, firmati Paolo Sorrentino, con Jude Law e Diane Keaton) e quelle destinate al web.

Se lo scorso anno il filo conduttore dei film proiettati al Lido sembrava essere la spasmodica ricerca di un rapporto con la realtà che fosse diretto e immediato, la chiave di lettura della nuova edizione parrebbe sensibilmente mutata. Posto che, precisa il Direttore, un film che parla del passato o del futuro finisce inevitabilmente per restituire una riflessione sul presente, l’approccio con il reale può avvenire in maniera “filtrata”.

Il primo filtro è quello rappresentato dalla letteratura. Sono molti i film in programma tratti da opere letterarie: talmente tanti che viene da chiedersi se non si tratti dell’ennesimo segnale di una “crisi della sceneggiatura originale”. Tra quelli in concorso meritano segnalazione Les beaux jours d’Aranjuez (cui si aggiunge l’ulteriore “filtro” del 3D) di Wim Wenders, Frantz di François Ozon, Nocturnal Animals di Tom Ford.

Il secondo filtro, ancora rivolto al passato, è rappresentato dalla valorizzazione dei fatti storici come oggetto del racconto cinematografico: il riferimento obbligato all’attesissimo Jackie di Pablo Larraím, con Natalie Portman chiamata a interpretare Jacqueline Kennedy nei giorni immediatamente successivi all’omicidio di JFK.

Il terzo filtro, proteso stavolta verso il futuro, è quello rappresentato dalla fantascienza: si segnala anzitutto The Bad Batch di Ana Lily Amirpour, che gareggia in concorso.

Gli italiani in concorso sono tre. Giuseppe Piccioni torna al Lido con Questi giorni (Magherita Buy e Filippo Timi nel cast); Roan Johnson presenta Piuma, che, a detta del Direttore, rappresenta la commedia che tutti vorrebbero realizzare; Massimo D’Adinolfi e Martina Parenti, coppia cinematografica e nella vita, provano a sorprendere la Mostra con Spira mirabilis, che, anticipa ancora Barbera, sarebbe riduttivo definire un documentario, trattandosi di una sorta di cosmologia e di riflessione sul senso della vita raccontata con immagini di sorprendente impatto visivo.

Il programma integrale della Mostra è consultabile da http://www.labiennale.org/it/cinema/73-mostra/film/. In attesa del 31 agosto e delle meraviglie di Venezia 73.

data di pubblicazione: 28/07/2016 

SETH – RANGE TA CHAMBRE

SETH – RANGE TA CHAMBRE

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(999 Foundation Museum/ Artist Resistance Residency in collaborazione con Teatro India
Ex Complesso Mira Lanza – Roma 7 luglio 2016 )

L’arte di strada è una forma espressiva che invade e conquista i luoghi pubblici e privati in maniera quasi sempre illegale, un po’ come le affissioni abusive, un’arte non autorizzata che non può trovare spazio in un museo preconfezionato, una creazione artistica che si cerca, come può, la propria più congeniale location, anzi se la prende e basta.

Seth, francese di nazionalità, da due mesi occupa illegalmente gli spazi dell’ex complesso industriale della Mira Lanza (quelli delle saponette per intenderci) superficie enorme che dal 1955 è in stato di quasi totale abbandono, di proprietà oggi del Comune di Roma che in parte la sta recuperando affidando alcune strutture restaurate al Teatro India per la sua stagione teatrale. Qui ci troviamo di fronte ad una serie di edifici, pura archeologia industriale, che l’artista ha scelto per l’installazione delle proprie opere, murales più che graffiti, composizioni dove tra detriti e immondizia di ogni genere la sua arte prende colore e si impone per rivendicare, con un atto di consapevole vandalismo, ciò che è giusto fare per la ripresa di uno spazio degradato. Entrare nel museo improvvisato di Seth significa quindi varcare l’illegalità per godersi in santa pace un’arte pura che non richiede spiegazioni o riflessioni, ma che trasmette un messaggio politico/sociale diretto a noi, pubblico incuriosito e cosciente di quanto sia gratificante e salutare abbandonarsi talvolta ad una sana trasgressione, un poco come rubare le caramelle al supermercato.

Esperienza da non perdere!

percorso 5

data di pubblicazione: 08/07/2016