da Accreditati | Nov 12, 2024
collaborazione di Paolo Orlandelli, scene e costumi di Carla Ceravolo, video di Renato Ferraro musiche originali di Alessio Zanovelli, con Luca Lodestro e Caterina Sebastiano. Produzione Teatro di Documenti con il sostegno della Regione Lazio.
(Teatro di Documenti – Roma, 31 ottobre/17 novembre 2024)
Due donne aviatrici accomunate dalla passione per il rischio. Rivisitazione inconsueta a teatro. Le unisce la storia, le immedesimazioni, il loro destino. Coraggiosa proposta di un teatro rigorosamente coerente nella sua programmazione.
Stelle dell’aviazione, indimenticate nell’ambiente, molto meno note al grande pubblico. Coetanee rivolte al futuro. Con l’infanzia segnata da separazioni, un’ascesa alla popolarità perentoria e un epilogo prematuro. Amelia Earhart e Sophie Peirce Evans vengono riscoperte nel loro milieu familiare, specificatamente donne in un mondo prettamente maschile. Passionali, sensibili e istintive le due si innamorano un po’ per caso del volo e fanno dell’aviazione la propria vita, incuranti dei rischi in ballo. E’ un momento di grandi scoperte per l’aviazione e le due si inseriscono in un mood di progresso. Aviazione sperimentale, avventurosa, a volte strumentalizzata per fini bellici e non civili. Sarà tra l’altro un italiano a statuire il bombardamento come forma di addomesticamento delle popolazioni per indurre un Paese alla resa. La messinscena è ambientata in uno studio televisivo. Un presentatore, ospiti in studio e in video, un cantante, alcuni speaker. Un pretesto efficace per riesumare queste parabole umane con un talk show d’attualità che riporta al presente storico. Contemplato il basso livello della televisione nel riscoprire personaggi che meriterebbero ben altro contesto. Alcuni effetti vengono ispirati dall’intelligenza artificiale, qui interpretata e usata senza complessi ma come primissima forma sperimentale di applicazione al teatro. Dimostrando come una drammaturgia tradizionale può guardare anche a un futuro non necessariamente dispotico e anche distopico.
data di pubblicazione:12/11/2024
Il nostro voto:
da Accreditati | Nov 7, 2024
Questa raccolta di racconti vuole essere – nel progetto dell’autrice – uno spazio privato e intimo, dove potersi specchiare in solitudine. E al tempo stesso un osservatorio privilegiato di proiezioni altrui, per lo più fantasmagoriche. Lungo un percorso apparentemente lineare, il lettore procederà con passo ora lento ora spedito. Da un lato e dall’altro della galleria, ritratti o paesaggi per lo più a tinte fosche. Tra cui smarrirsi, o dove ritrovare se stessi. Ciascuno sceglierà di soffermarsi su questa o quella ossessione, mania, angoscia o nostalgia. Sarà la memoria labile di cavie dalle sembianze umane. Sarà l’identità perduta, sequestrata da entità misteriose. Saranno metamorfosi: individui che diventano insetti o si mutano in piccole parti di un tutto. Oggetti inanimati che paiono prendere vita. Di volta in volta sogno oppure incubo, il breve spazio della narrazione offre a ciascuno un’esperienza libera e liberatoria. Catturato da un titolo, da una citazione in esergo, da un incipit, il lettore sceglie di addentrarsi in questa o in quell’altra “foresta”. Di simbolo in simbolo, di stranezza in stranezza, sperimentando lo stupore, la risata o un vago senso di inquietudine. Fino ad entrare in contatto con l’alterità svelata e quasi toccata con mano, seppure attraverso “un vetro”. Riflesso dentro cui confondersi, ma anche dove scovare o riscoprire se stessi.
Je est un autre.
data di pubblicazione:07/11/2024
da Accreditati | Set 24, 2024
Un grande evento culturale ad ingresso gratuito e quindi aperto alla cittadinanza, annuncia la ripresa delle attività teatrali del Teatro Arcobaleno che martedì 24 e mercoledì 25 settembre apre il sipario per ospitare Italiani d’Argentina – sguardi, corpi e opere iniziativa al suo decimo anno di vita, ideata e diretta da Stefano Angelucci Marino e Rossella Gesini del Teatro del Sangro e riconosciuta dal Ministero della Cultura come “Progetto Speciale 2024 per il Teatro” che ha trovato accoglienza nella sala di Via Francesco Redi 1, nei pressi di Villa Torlonia, come anticipazione dello spettacolo teatrale Stèfano di Armando Discepolo che andrà in scena nella medesima sala dal 25 al 27 ottobre chiudendo una tournèe iniziata a Buenos Aires e applaudita nelle regioni del Bel Paese che hanno maggiormente vissuto il fenomeno migratorio nel Sud America.
Quattro gli appuntamenti che si avvicenderanno sul palcoscenico del Teatro Arcobaleno nel corso delle due giornate, opportunamente introdotti dall’ideatore e curatore del Progetto che vede a Roma la conclusione di conferenze, proiezioni e mostre fotografiche svoltesi con successo presso le sale teatrali di L’Aquila, Marino, Locri e Vejano proponendo approfondimenti di illustri nomi di drammaturghi madrelingua argentina rigorosamente accompagnati da traduttori nostrani.
Martedì 24 alle ora 18,00 verrà proposta in videoconferenza da Stefano Angelucci Marino, la drammaturga italo argentina Patricia Zangaro, le cui opere sono state tradotte in francese, inglese, portoghese, italiano, seguita alle 21,00 dalla video proiezione integrale dello spettacolo Stèfano di Armando Discepolo, autore italo-argentino degli anni ’30, capofila del grottesco criollo e considerato all’unanimità uno dei padri del teatro nazionale spiegato in presenza direttamente da Ruben Pires, regista e docente teatrale giunto per l’occasione da Buenos Aires per svelarne l’opera al pubblico italiano.
Mercoledì 25 lo stesso Stefano Angelucci Marino, sempre in videoconferenza, proporrà al pubblico Daniel Veronese, attore, regista e drammaturgo, autentico maestro del teatro argentino nonché nome di riferimento in tutto il continente Latino Americano.
Sempre mercoledì 25, a partire dalle 21,00, andrà in scena in lingua argentina lo spettacolo Todos los pàjaros que me saludan tienen la sonrisa de Gardel di Sebastian Irigo e Luis Longhi diretto dal primo e interpretato dal secondo.
“Intento della rassegna” spiega lo stesso Angelucci “è raccontare attraverso eventi internazionali, spettacoli, campus formativi, convegni e incontri, la cultura italiana e la sua vitalità nel panorama mondiale proponendo differenti drammaturgie di autori italiani e italo-argentini classici e contemporanei, messi in scena da registi e attori argentini, italo-argentini e italiani selezionati tra quelli di maggiore interesse culturale e spettacolare. In pratica far conoscere e far riconoscere al pubblico l’Italia che è fuori dall’Italia.”
In perfetta linea con l’obiettivo del progetto, l’ingresso e la partecipazione agli incontri, alla video proiezione in lingua originale di Stèfano di Armando Discepolo ed allo spettacolo in lingua argentina Todos los pàjaros que me saludan tienen la sonrisa de Gardel di Sebastian Irigo e Luis Longhi sarà gratuita. Nel corso del Progetto, verrà esposta la Mostra Fotografica I VOLTI DELLE DONNE con materiale originale raccolto in collaborazione con Casa Argentina. Informazioni e prenotazioni presso teatro Arcobaleno 06 44248154 o 338 4279858.
data di pubblicazione:24/09/2024
da Accreditati | Giu 3, 2024
Festeggia i dieci anni di vita una piccola e grande associazione che ha posto il buono e il bello come intestazione della propria ragione sociale. In anti tendenza rispetto al cattivismo contemporaneo, al revisionismo della cancel culture e al regno delle fake news, B-hop, grazie alla spinta della promoter Patrizia Caiffa e di una folta schiera di attiviste e attiviste, parla del mondo ideale che vorremo frequentare. Fatto di realismo ma sopratutto di incontri positivi, di comunicazione, innestando il racconto su testimonianze di primo mano nella testata https://www.b-hop.it/. Giornalismo di primo impatto, verace ma anche spregiudicato. Un’associazione che non è solo una sigla ma partecipa attivamente a bandi, si propone per il 5 per mille, amplia continuamente la base della partecipazione volontaria, raccogliendo adesioni in tutta Italia. Una fissazione di questo sviluppo sarà documentato nella festa che si terra presso la più evoluta Libreria romana. Il prossimo sabato 8 giugno a partire dalle ore 17 in viale Somalia 50 A presso Eli sotto l’insegna programmatica L’arte della bellezza sfileranno i protagonisti di questa iniziativa in una kermesse che prevede discorsi programmatici, l’esibizione dei musicisti Riccardo Romero, Alice Clarini, Mauro e Giustini, il Quartetto Sadness, Giovanni Ripoli e il consueto quiz letterario condotta da Daniele Poto. Un brindisi finale suggellerà l’incontro ponendo le basi per i progetti futuri. Partecipazione libera ed auspicata per ampliare la base degli aderenti.
data di pubblicazione:03/06/2024
da Accreditati | Mag 23, 2024
Un bambino lasciato da solo in casa fino a tarda sera, in assenza della madre, barista in un locale notturno, decide di mettersi a friggere patate per fame improvvisa e finisce per ustionarsi. Dal ricovero in ospedale alla “presa in carico” da parte dei servizi sociali il passo è breve. A partire da quel preciso momento ha inizio l’incubo delle “sabbie mobili”. Sylvie tenterà in ogni modo di riprendere con sé il proprio figlio Sofiane, trasferito contro la sua stessa volontà in una casa- famiglia.
Opera prima della regista Delphine Deloget, che è anche sceneggiatrice della storia, sostenuto da ritmi vorticosi e dialoghi incalzanti, questo film dipinge un dramma familiare, e si spinge oltre. Lo lascia parlare, gli dà voce. E lo fa con un linguaggio diverso, trascinando chiunque vi si accosti in una vera e propria discesa agli Inferi. Là dove Orfeo perde per sempre la sua Euridice, per non aver resistito all’impulso di volerla rivedere. Dove è relegata la giovane Kore, strappata dalle braccia della madre da un’entità oscura, più grande e più forte. E dove le paure ataviche – separazione, perdita, abbandono – si materializzano come ombre nella caverna.
Allontanato dalla propria casa per avere garantita una “maggiore tutela”, Sofiane (interpretato dal piccolo Alexis Tonetti) vede il fratello Jean Jacques (Félix Lefebvre), e persino la propria madre, sempre più raramente. In contesti “protetti”. Per rimanere attaccato a lei, non può fare altro che annodarle i capelli, una ciocca dopo l’altra, con le dita sottili. E poi, scaduto il tempo della visita, aggrapparsi a quella treccia come fosse il cordone originario, che ancora li lega.
La donna, dal canto suo, lotta anche lei, con le poche risorse a sua disposizione. I due fratelli innanzitutto, fragili e sgangherati ma presenti e pronti a sostenerla. Alcuni amici fidati, solidali ciascuno a modo proprio. E i compagni di terapia, cui hanno ugualmente sottratto i figli. Fagocitati anch’essi dalla macchina giudiziaria, questi compaiono sulla scena seduti in cerchio, come in una sorta di rito iniziatico, e annunciano mostri: “Ricorda di passare la candeggina ovunque, prima che loro ti tornino dentro casa”.
In questo viaggio “dentro la notte”, lo spettatore si identifica con madre e figli, provando empatia. Vive con loro, partecipa della loro storia. Poiché non è solo “finzione”, questo film. È un pugno allo stomaco, un getto d’acqua fredda sparata sul viso, un tizzone che brucia, contro il petto, e che lascerà cicatrici. E proprio la cicatrice – tanto reale quanto metaforica – “tatuata” sul petto del bambino è il leitmotiv della storia. Motivo di sofferenza e al tempo stesso di orgoglio (“me l’ha fatta un drago!”), e di forza interiore.
Convincente la prova dei due giovani attori, fratelli indivisibili e complici, dall’inizio alla fine.
Notevole, al di sopra di ogni altra, l’interpretazione di Virginie Efira – Sylvie – di volta in volta imponente e sommessa, inarrestabile e meditativa. Con lo sguardo fermo e fisso all’orizzonte, lungo il cammino di feuilles mortes.
data di pubblicazione:23/05/2024
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