(Festa del Cinema di Roma, 13/23 Ottobre 2022)
È la storia di un tranquillo pensionato, il professor Astolfo bla bla bla (cognome nobiliare) che, sfrattato d’improvviso dal suo appartamento romano, torna a vivere nella casa di famiglia in un paesino del centro Italia. Si ritrova nell’antico palazzotto di proprietà che, però, ha subito i segni del tempo, dell’incuria e delle intrusioni di vicini indesiderati e/o prepotenti. Il docile Astolfo s’imbatterà in personaggi dalle stravaganti e non sempre limpide esistenze, intratterrà cattivi rapporti con il potere locale (il sindaco traffichino e il prete, impiccione), e troverà, fuori tempo massimo, in una gentile appassita vedova, non ancora in totale abbandono, nuovi entusiasmi e gioia di vivere.
Dopo un ‘estate di block buster USA, eccessivi e ripetitivi, dopo i flop veneziani, dopo un autunno di soporiferi, ambiziosi polpettoni nostrani, (spesso derivazione di altrettanti gonfiati premi letterari), ecco tornare il fresco e semplice (nella migliore accezione del termine) cinema del bravo Di Gregorio. Astolfo, non diversamente da, Lontano, Lontano, è il prodotto pulito, autentico, privo di sovrastrutture e ambizioni esagerate e, proprio per questo, onesto e godibile che ci si aspetta dal regista romano. Non delude neanche la trama che ha una sua originalità e un suo fluire leggero, ironico e mai banale. Ancora una volta, il contesto, ieri Trastevere, oggi, Artena, dunque la piccola provincia, sono il centro della narrazione di Di Gregorio. In questo mondo, vero, reale, anche se non sotto i riflettori, si agitano piccoli protagonisti, persone con i loro difetti, i loro rimpianti, le loro speranze. È allora la normalità la vera cifra distintiva di questo cinema che trova in Di Gregorio il suo miglior narratore. Paradossalmente, i suoi film a basso costo sembrano più ricchi di tante pellicole inutilmente destinate a mercati d’oltre confine e le storie raccontate, certamente credibili e godibili in ogni paese. Scomodando paroloni si potrebbe parlare di riuscita antropologia provinciale, ma farei torto al regista, nonché co-sceneggiatore (con Marco Pettenello) e misurato interprete. Astolfo, è un film, ben girato, senza eccessi, efficace nella descrizione dei personaggi, un piccolo gioiello dal giusto carattere. Con Di Gregorio (Astolfo) reggono il gioco i bravi co-protagonisti: Alfonso Santagata (Carlo), Mario La Mantia (Daniel) Alberto Testone (Oreste) e la tenera e appassita Stefania Sandrelli (Stefania). Certamente una boccata d’aria fresca per un film che conferma il discreto (in termini di understatement) talento del bravo Gianni Di Gregorio.
Chiudo con una curiosità irrilevante: avete notato la spiccata somiglianza del regista col giornalista Antonio Padellaro (quasi un sosia giovane)?
data di pubblicazione:16/10/2022
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