(Teatro Vascello – Roma, 23/28 novembre 2021)
Raggelante ma pur commovente invettiva del furente scrittore e drammaturgo austriaco contro il suo Paese. L’arte è povera e demitizzabile ma è pure uno dei pochi strumenti di salvezza e riscatto..
Tre attori (due parlanti, uno muto) rivolgono per quasi tutta la durata dello spettacolo le spalle al pubblico. Si girano quando parlano tra loro anche se c’è sentore di monologo. Il resto del tempo è dedicato all’osservazione di un quadro nella più prestigiosa Pinacoteca di Vienna, pluricitata. L’ipocondriaco protagonista riflette sulla mediocrità di quello che lo circonda trovando un sia pur momentaneo sollievo nella Sala Bordone dove riflette sull’insopportabilità dell’Austria, sui suoi troppo esaltati artisti. Un elogio della solitudine un po’ paranoica che diventa la metafora dell’esilianda condizione umana. Gli antichi maestri sono consolatori anche se hanno chiari limiti. Dunque Beethoven, Mozart, Durer sono oggetti di feroci stilettate del severo recensore che appare afflitto da depressione (ha perso la moglie) ma conserva lucidità e un perfido spirito critico. Drammaturgia ineffabile e quanto mai attuale. Il rito della visita alla Pinacoteca si ripete immancabilmente da trent’anni, seguito dalla permanenza in un albergo viennese. Abitudini che aiutano a vivere mentre la vita scorre accanto insolente. Nulla sfugge alla banalità dell’esistenza, neanche i divertimenti del Prater. Ma poi c’è da accontentarsi cercando compagnia in un teatro per assistere a uno spettacolo di Kleist. Tempi drammaturgici perfetti per un’opera di rara concisione ed efficacia. Il linguaggio occupa saldamente la scena e lo smontaggio dei quadri è l’anticipo di un finale in qualche modo consolatorio e riparatore. Tiezzi & Lombardi si confermano all’altezza di un eccellente curriculum accompagnati dagli applausi di un pubblico fortemente solidale con l’impeccabile drammaturgia. La riflessione sull’arte è potente e quanto mai attuale.
data di pubblicazione:25/11/2021
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