AMINTA S’ei piace ei lice, di Luca Brinchi e Daniele Spanò – libero adattamento dell’opera di Torquato Tasso

23 Gen 2017 | Accredito Teatro

(Teatro India – Roma, 12/29 gennaio 2017)

Dal 12 al 29 gennaio nel foyer del Teatro India è di scena Aminta, S’ei piace ei lice, rilettura in chiave sensoriale e performativa dell’opera pastorale di Torquato Tasso, un dramma satiresco ambientato tra boschi e laghi abitati da ninfe, pastori, satiri, cacciatori e semidei che racconta l’eterna lotta tra Amore e Natura. La rilettura multimediale, firmata da Luca Brinchi e Daniele Spanò, privilegia la dimensione umana della storia ed il contrasto tra istinto e sentimento, spiritualità e natura, tra le leggi della civiltà e le leggi di Natura, il mondo moderno e il favoloso mondo dell’Arcadia in cui a comandare era Amore. Al centro dell’intreccio c’è il rimpianto dell’Età dell’Oro, un luogo e un tempo mitico, nel quale l’uomo viveva libero da vincoli, godeva a pieno dei frutti della Natura e di Amore, animato unicamente dalla libertà e dall’istinto, senza leggi civili a impedire comportamenti ‘eccessivi’.

L’azione e la narrazione non avvengono direttamente in scena ma si sviluppano in un altro luogo in una dimensione virtuale e visiva di enorme impatto grazie alle registrazioni video che scorrono sugli schermi/parete in continuo movimento e animati dalle presenze in video dei protagonisti che cambieranno di volta in volta la prospettiva spaziale della scena. I monologhi sono riprodotti da megafoni distorti, il coro invece è evocato visivamente e sonoramente dai teli animati e dal suono amplificato dei ventilatori.

Una regia ed una messinscena installativa certamente interessanti realizzate da Brinchi e Spanò,  a metà tra teatro e arte contemporanea, set design (bellissimi gli abiti  della maison Gucci) e sonorità forti, mentre la drammaturgia è a cura di Erika Z. Galli e Martina Ruggeri. Ci si immerge, dunque, in un universo in perenne divenire, quasi metafisico.

Se piace è lecito, non solo esprime un sentimento di libertà e pulsioni, ma descrive una chiave di lettura profonda della vita umana. Un sentimento, questo, incarnato dalla figura del Satiro, unica figura effettivamente presente in scena, testimone dell’Arcadia, un piacere sensuale, erotico e istintivo, un passato perduto dove le regole erano tacite e assenti e la Natura non tramutava in colpa gli istinti delle proprie creature.

data di pubblicazione:22/01/2017


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