Il sindaco progressista di Lione (Fabrice Luchinì) dopo una vita dedicata alla politica procede ormai solo per inerzia, ha bisogno di rigenerarsi con nuove idee, in vista forse di un destino presidenziale. Per porre rimedio a questa crisi personale ed esistenziale si fa affiancare da una giovane e brillante “filosofa” (Anaïs Demoustier) che deve rigenerare le sue capacità di pensare … Un confronto fra il pensare e l’agire. Quale è la scelta giusta?
Come sopravvivere all’ottundimento della settimana di Sanremo? Fuggire al cinema! E … meglio ancora, scegliere un film intelligente! Alice e il Sindaco ci offre questa doppia opportunità perché è un film, un racconto di rara intelligenza, reso piacevole ed accettabile dalla precisione dei dialoghi, dalla fluidità della narrazione e dalla grazia degli interpreti. Un film che crede nell’intelligenza sia dei propri personaggi che degli stessi spettatori e della storia narrata che ci porta ad una acuta riflessione sul confronto fra pensiero ed azione.
Autore di questa opportunità è Nicolas Pariser, cineasta francese che, dopo il suo esordio nel 2015, con questa sua “opera seconda” di cui è regista e sceneggiatore prosegue il suo studio sul Potere ed utilizza lo sguardo della giovane ed idealista Alice (non a caso questo nome) per scoprire la realtà del mondo della Politica fra cinismo ed abitudine all’esercizio del potere stesso. Uno sguardo sulla vanità del Potere, lo scontro fra impegno e ideali e gli equilibrismi fra etica ed ideologia.
Fin dal titolo stesso il film rimanda al “cinema erudito” di Rohmer (di cui Pariser è stato allievo ed assistente), ad un “racconto filosofico” in cui il dialogo e le parole hanno un ruolo centrale. Ed in effetti il film è girato in modo classico ove ritmo ed accumulo di dialoghi hanno una funzione essenziale, ma, in realtà, si tratta di un film “apparentemente saggio” perché il regista ha l’intelligenza e la bravura di evitare le verbosità eccessive e di non affliggere lo spettatore con considerazioni psicologiche superflue, riuscendo a mantenere il racconto fluido e ritmato. L’autore sa infatti distillare progressivamente il discorso sul Potere, che da “racconto Rohmeriano” diviene ben presto una cronaca pungente della mediocrità ed una denuncia ironica di un sistema i cui vezzi e difetti ci sa dipingere con piccoli sarcastici tocchi, risparmiandoci saggiamente un idillio fra il maturo sindaco e la giovane “filosofa”.
Ciò che sta veramente a cuore al regista è la domanda se si possa o meno coniugare pensiero ideale con la pratica della vita politica. In una parola, quali sono le vere finalità del Potere? Per far tutto ci’ il regista gioca sulle elissi, suggerisce senza approfondire esplicitamente.
Vista la mancanza di azione od intrighi poteva uscirne un film barboso, logorroico e prolisso o troppo intellettuale ed invece, al contrario, il risultato è un film riuscito, comprensibile ed insaporito da uno humour corrosivo e sottile, con dialoghi perfettamente scritti, sempre pertinenti e stimolanti.
Una favola politica sostenuta e resa viva da una coppia di attori eccezionali. Luchinì, si sa, è un mostro sacro che ha un fiuto incredibile per scegliere film che esaltino il suo carisma, quel mix di fragilità ed arroganza che è il suo marchio di fabbrica. Lo si potrà apprezzare o detestare, ma stile e bravura sono inimitabili e quando è sullo schermo è in grado di magnetizzare cinepresa e pubblico. Questa volta poi, sa dosare gli effetti e recita in modo sobrio e contenuto, quasi in sordina, guadagnandone in profondità. La Demoustier, bella e talentuosa è una giusta partner, anche i secondi ruoli sono tutti convincenti e diretti con cura.
Alice e il Sindaco è dunque un film dalle molte qualità, un film intelligente che, anche se non perfetto e con qualche inverosimiglianza, merita di essere visto ed anche rivisto perché fa molto riflettere in tempi di populismo esacerbato o … di insipienza ed incompetenza al potere.
Un film che i politici dovrebbero obbligatoriamente vedere e … dimostrare di averlo anche capito!
data di pubblicazione:07/02/2020
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Un film che ho trovato molto interessante, che, concordo, va giudicato ed apprezzato non tanto per la realisticità delle vicende narrate ma per gli spunti di riflessione proposti al pubblico.