ALBANIA CASA MIA scritto e interpretato da Aleksandros Memetaj, diretto da Giampiero Rappa

5 Dic 2015 | Accredito Teatro

(Teatro Argot – Roma, 1/13 Dicembre 2015)
Una sagoma bianca frastagliata, raffigurante i confini dell’Albania, segna una pedana nera che occupa il palco del Teatro Argot — come quelle dei corpi inermi tracciate con il gesso sull’asfalto a seguito degli incidenti stradali — e circonda la figura di Aleksandros Memetaj, delimitando lo spazio in cui si esibirà.
La ferita mortale è stata inferta all’animo dell’attore dall’insulto che titola lo spettacolo: Albania casa mia. L’ingiuria sta presumibilmente a indicare che i padroni del territorio albanese e dei loro abitanti sono gli italiani, e che gli stessi possono disporne come se fossero una loro proprietà. La frase è espressione di una xenofobia ipocrita e dimentica del massiccio fenomeno emigratorio che coinvolse i nostri compatrioti, i quali (soprattutto nel XIX secolo) cercarono fortuna altrove perché nel Belpaese “non si riusciva neanche a vivere del proprio lavoro” (come disse un emigrante in partenza ad un ministro italiano).
Gli stessi motivi hanno spinto migliaia di albanesi (27.000) a fuggire dalla propria terra natia nel 1991, atteso che la dittatura comunista — centellinando ogni bene — aveva impoverito il paese, stracciando ogni possibilità di futuro. Opportunità di cui sono in cerca i genitori dell’attore in Italia, per garantire al figlio quella possibilità che a loro è stata negata.
Il talentuoso attore albanese racconta con questo spettacolo la sua storia, dal viaggio per approdare al porto di Brindisi alle innumerevoli angherie subite durante la sua crescita, smorzando con momenti d’ironia una narrazione che potrebbe apparire difficile da digerire.
La sceneggiatura di ottima fattura, impreziosita da metafore che consentono allo spettatore di viaggiare insieme all’attore mentre ripercorre i tratti salienti della sua vita, permette di assistere a uno spettacolo che scivola via scorrevole — ancorché la numerosa presenza delle figure retoriche rischi talvolta di far apparire la recitazione più una lettura di un libro che una vera e propria performance attoriale.

data di pubblicazione 05/12/2015


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