La magnificenza ancestrale dell’isola di Pantelleria è lo scenario della storia narrata da Luca Guadagnino con A bigger splash, nel remake del film francese La Piscina di Jacques Deary (1969). Quattro personaggi si ritrovano su un’isola selvaggia al confine tra l’Europa e l’Africa e gli equilibri iniziano a vacillare dal loro primo incontro. Da un lato, Marianne e Paul, fidanzati in vacanza nel tipico dammuso, dall’altro Harry e Penelope, padre e figlia a conoscenza del loro legame biologico da appena un anno. In questo quadretto con piscina, però, c’è (ancora) una coppia unita da una forza dirompente: quella di Harry (un bravissimo Ralph Fiennes) e Marianne (eterea Tilda Swinton), ex amanti uniti da una storia d’amore lunga sei anni durante e dopo la quale Harry è stato anche il produttore discografico della rockstar Marianne. L’affetto e la complicità viscerale che unisce Harry e Marianne e l’incapacità del primo di mettere la parola “fine” all’amore ancora forte per la “sua” artista sono parte del “fuoco distruttivo” alimentato dal vento caldo e polveroso dell’isola. Guadagnino, con una sapiente regia matura, forte e sicura, vuole raccontare la complessità dello stato delle politiche del desiderio fra persone mature e per farlo si avvale della quinta protagonista: Pantelleria. Un’isola che induce i quattro personaggi a far a cazzotti; un’isola che, anche fisicamente, non gli consente di scappare dai loro desideri costringendoli ad affrontarsi senza scampo anche con la realtà brutale degli abitanti dell’isola, tra i quali ci sono i rifugiati di guerra approdati miracolosamente con i barconi della disperazione. Fondamentale la scelta, suggerita dall’eterea Tilda Swinton al regista, di rendere muto per un fittizio problema di corde vocali il personaggio della rockstar Marianne così da creare un perfetto equilibrio con il logorroico Harry che con la sua instancabile chiacchiera, e nella sua fisicità (tra cui il suo meraviglioso momento dance), esercita una costante pressione psicologica sulla fragile coppia innamorata Paul-Marianne e, inconsapevolmente, sulla figlia. L’attenta osservatrice Penelope (Dakota Johnson), infatti, percependo in Marianne la sua “nemica”, colei che ha rubato il cuore e l’anima a un padre prima sconosciuto e ora emotivamente impreparato, inizia a tessere una tela di piccole provocazioni: con alcune vuole costringere Marianne a parlare, per strapparla al confortevole “rifugio” del suo finto mutismo, con altre, invece, tenterà di ferirla “rubandole” per qualche ora l’amore dell’introspettivo Paul (un immersivo Matthias Schoenaerts). Nel ristretto spazio del dammuso e della sua piscina cristallina – perché nell’acqua si rivela la vera natura dell’uomo finalmente libero – si compie l’implosione dei desideri delle due coppie fino all’apice della tragedia (velatamente e ironicamente anticipata dal gesto giocoso delle mani di Paul intorno al collo di Harry durante la prima cena del quartetto) che il regista, ispirandosi al Falstaff di Giuseppe Verdi, capovolge nel finale con le note dell’opera buffa. Per farlo si avvale del poliedrico Corrado Guzzanti nel ruolo del maresciallo dei carabinieri di Pantelleria perché in questa storia l’elemento umano doveva prelevare sulla legalità e pertanto la legge segue il sentire della massa, del pubblico dei fan della rockstar in luogo dei codici penali. Nonostante il passaggio del film verso i toni finali della burla lasci smarriti e spiazzati e la macchietta del carabiniere sia stata sicuramente stridente, A bigger splash è ben costruito e tutto il cast, avvolto nelle note dei The Rolling Stones, rende la storia ritmata e appassionante anche grazie alla fisicità dei loro gesti e dei loro nudi che li rendono credibili, così come credibile appare la complessità dei loro sentimenti, dei desideri, dei conflitti interiori e della complicità che li lega. Un film che diverte e rapisce da non perdere nell’autunno 2015!
data di pubblicazione 08/09/2015
VOTO: CI HA CONVINTO
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