(Teatro Belli – Roma, 5/6 novembre 2019)
Una donna sola con una figlia di cui prendersi cura. Una famiglia ostile dalla quale prendere le distanze, come da quella società che la spinge ai margini.
Se capita di incontrare per strada una tipa come Marnie l’istinto è quello di evitarla. Dice parolacce, bestemmia, è vestita male e fuma, probabilmente fa uso di droga. Sembra matta, una di quelle pericolose, violente, che per un nulla ti attaccano improvvisamente per il gusto di sfogare la loro rabbia. È nata nella parte sbagliata di Londra, a sud del Tamigi, dove un tempo venivano stipati ospedali psichiatrici e carceri. Il fiume spesso esondava da quelle parti, trascinando con sé immondizia e topi. Nel DNA di chi è nato lì c’è tutto questo disagio, siamo in periferia. Se poi non sei ricco il tuo destino è quello di arrangiarti, di cercare di vivere al meglio la tua giornata. Sei un facile bersaglio per gente deviata e pericolosa, ma anche di istituzioni mal funzionanti e ipocrite. Marnie, che non è affatto un’eroina, da tutto questo deve difendersi, da sola.
Box clever è uno spettacolo crudo, realistico, diretto e straordinariamente teatrale. È un lungo monologo che alterna momenti di riflessione a dialoghi mentali, con personaggi proiettati su uno schermo azionato dall’attrice in scena. I diversi registri – da quello sarcastico a quello drammatico – rendono l’azione dinamica e mai monotona. La regia riflette questa dinamicità: attenta ai movimenti dell’animo del personaggio ne riflette la spiazzante verità, ma senza scivolare mai in un manierismo simbolico. L’interprete – Gaia Insegna – è straordinaria, commovente, trascinante e sopra ogni cosa vera.
data di pubblicazione:06/11/2019
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