(Teatro Belli – Roma, 1/2 novembre 2019)
Luca Toracca a confronto con Bennett. Due monologhi pescati nell’esilarante raccolta del drammaturgo inglese Talkings Heads: Una patatina nello zucchero e Aspettando il telegramma.
Questo Festival ha diversi meriti. Quello di avvicinare realtà artistiche che si trovano attive perlopiù altrove ne è uno. Per una sera Roma diventa il centro di scambio di esperienze e palcoscenico di esperimenti. Veder recitare allora Luca Toracca – cofondatore del Teatro dell’Elfo di Milano – sul palco del teatro Belli dei pezzi di Bennett è un’occasione unica.
Si comincia con Aspettando il telegramma, una storia che vede protagonista Violet, un’anziana signora costretta su una sedia a rotelle in una stanza di una casa di riposo. Il suo mondo è fatto di ricordi sbiaditi e di personaggi che le girano intorno quotidianamente: dall’infermiere che poi si ammala di polmonite al figlio che va a trovarla ogni tanto, dalla donna delle pulizie di colore con il grembiule giallo alla vicina di letto. È il giorno del suo compleanno e le dicono che un telegramma con gli auguri della regina sta per arrivare.
Il secondo monologo, Una patatina nello zucchero, racconta di Graham, un uomo oltre la quarantina in cura in un Centro di Igiene Mentale, e di sua madre con la quale vive una morbosa convivenza. A scatenare la gelosia del figlio è Mr Turnbull, un ex spasimante della donna, che riappare improvvisamente a sconquassare per un attimo la normalità della coppia madre-figlio. Sul finale tutto torna com’era, e l’incidente si rivela nient’altro che un’inezia, una patatina finita per caso nel barattolo dello zucchero appunto.
Spicca nella grammatica del testo il discorso diretto riportato dai protagonisti. Nulla di quello che si racconta accade sulla scena: tutto è già avvenuto fuori, lontano nel tempo e nello spazio. Temi, storie, personaggi, luoghi e situazioni sono presi dall’ordinario della vita, dove per ordinario si intende quanto di più scontato e di banale possa succedere a chiunque. La comicità di Bennett si nutre di questa ordinarietà e la solitudine degli individui che ritrae ne diventa espressione inconsapevole. Violet e Graham non sono coscienti di essere buffi o ridicoli davanti al pubblico a cui costantemente si rivolgono: se lo fossero probabilmente smetterebbero di parlare imbarazzati. Luca Toracca sacrifica quanto di comico può venir fuori da questi personaggi per un’interpretazione che calca invece la mano più sul lato drammatico delle loro esistenze. Così Violet è una vecchina simpatica ma malinconica, mentre Graham è comicamente isterico ma talmente solo da generare compassione. Fanno ridere, ma anche riflettere. Come ricorda l’attore, prendersi cura delle persone anziane è importante: i vecchi sono la nostra storia e sono da amare, dirà nella commozione alla fine del primo monologo.
data di pubblicazione:02/11/2019
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