(FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 17/27 ottobre 2019)
Tutto inizia come in uno di quei film di cui solo il cinema francese sembra avere la formula magica ,,, una grande casa di famiglia in campagna, dal fascino vecchio stile, un giardino ove giocano bambini gioiosi, una tavola imbandita sotto alberi centenari, una grande famiglia che si riunisce; fratelli, sorelle, fidanzate e figli, in occasione del compleanno della matriarca Andrea (Catherine Deneuve). L’incontro tenero e leggero, lascia ben presto emergere tensioni, drammi e nevrosi mai sopite. Chi manipola? Chi è manipolato?Tutto è ambiguo!
Kahn regista, sceneggiatore ed anche attore di una discreta notorietà in Francia, dirige, sceneggia ed interpreta oggi il racconto di una crisi familiare. A prima vista può sembrare una vera famiglia come tante altre … un progressivo, lento declassamento sociale, disparità di aspirazioni, di sogni e di risultati fra i figli ormai adulti, rancori più o meno dissimulati … cose tutte, in qualche modo, quasi normali. Ma non c’è solo questo! In realtà, appena, appena sotto la superficie controllata a fatica dalla matriarca, ci sono macigni e nodi irrisolti ben più crudeli e difficili. Kahn va ben oltre dal dipingerci l’ennesima variante sui valori della famiglia borghese in genere, sia essa francese o meno, perché affronta ed analizza un problema ed una questione ben più insidiosa e subdola. Quale è il livello di sacrificio che una famiglia può decidere ed accettare di scegliere per riuscire a preservare i propri confort ed il proprio status quo morale e materiale?
Su questo interrogativo che si insinua ambiguamente e progressivamente nella famiglia e nella mente dello spettatore, la regia e la sceneggiatura portano a nudo, piano piano, la Verità, con una meccanica narrativa implacabile che ricorda i drammi di Tennessee Williams, o, il ben più recente e crudo Festen.
Fête de famille è un film dall’impostazione scientemente teatrale, quasi una rappresentazione articolata secondo i codici classici teatrali di unità di tempo e di luogo, per le porte che si aprono, si chiudono, sbattono per far entrare ed uscire di scena i personaggi, per la modalità con cui, quasi atto dopo atto, vengono delineati i caratteri. Un dramma familiare, a tratti lacerante, a tratti divertente, che però il regista evita abilmente che sia del teatro filmato, per la sapienza con cui muove la cinepresa osservando i personaggi, i loro movimenti e lo spazio che li circonda, inserendo intelligentemente anche scene esterne, aiutato in ciò dall’alta qualità del montaggio, dal ritmo narrativo sempre sostenuto e dai dialoghi cesellati al dettaglio. L’autore è veramente abile nell’accentuare, in un giusto mix di tenerezza e crudeltà, di tragedia e commedia, la progressione delle dispute e contrasti familiari fino ad arrivare a lacerare la pseudo armonia familiare in una scena finale drammatica e catartica in cui si scioglie l’interrogativo di cui sopra. Kahn costruisce il dramma mettendo in scena i vari rapporti umani con leggerezza e sensibilità vere e veritiere, quasi fosse un concentrato di follia dolce e furiosa al tempo stesso.
Il suo film è certamente un film corale, straziante e divertente recitato da ottimi attori, tutti virtuosi e ben diretti. Al centro, su tutto e tutti emergono però la Deneuve: eccezionale e credibilissima con i suoi non detti, nel ruolo della madre e nonna intenta a tenere legata, in una sembianza di intesa, la famiglia, costi quel che costi, e poi Emmanuelle Bercot, nel ruolo della figlia, la cui coraggiosa performance è di una intensità che colpisce tanto è brava e geniale.
Fête de famille è di certo uno dei migliori film di Kahn anche se ad essere proprio severi c’è qualche piccolo calo di tensione. Forse quindi un po’ ineguale ma pur sempre del buon cinema, con buoni attori, buon soggetto, buona regia. Un vero piacere di cinema.
data di pubblicazione:25/10/2019
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