(FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 17/27 ottobre 2019)
Lionel Essrog, un detective privato, affetto dalla sindrome di Tourette prende a cuore l’omicidio del suo capo e mentore, Frank Minna e, fra mille difficoltà, va alla ricerca dei mandanti e delle ragioni del delitto. Si troverà coinvolto in situazioni più complesse di come appaiano inizialmente in una città, la New York degli anni 50, già decisamente violenta e corrotta nei massimi esponenti della municipalità…
Edward Norton torna a dietro la macchina da presa a distanza di nove anni dalla commedia romantica, Tentazioni d’amore con Ben Stiller e lo fa da regista consumato nella pellicola Motherless Brooklyn – I segreti di una città, presentato in anteprima nel corso della 14esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Rispetto alla precedente esperienza registica, una commedia brillante, il progetto, nell’occasione, è ben più stimolante e impegnativo. Parte da lontano, dall’acquisizione dei diritti di un testo di un autore importante come Jonathan Lethem, una storia che sia pure sfrondata e alleggerita, offre l’occasione per uno spaccato volutamente datato della New York degli anni 50. Per cominciare, calzante nella ricostruzione di quegli anni, al punto da pensare che poteva essere perfetto se girato in bianco e nero quasi come fosse un “noir” di quel periodo. Ma i meriti ascrivibili al film e al suo giovane “film maker” non si fermano qui; la pellicola ha spessore, ritmo e tranne, forse per qualche ingenua leziosità stilistica, scorre intenso e coinvolgente per tutto il suo andare. Norton, fra i tanti ottimi attori, si ritaglia un ruolo da autentico dominatore e protagonista, seppure nei panni di un anti-eroe con tanto di irrefrenabili tic, manie e debolezze. La sua è certamente una prova d’autore che troverà eco nelle nominations agli Oscar (fermo restando la forte candidatura come miglior attore protagonista di Joquin Phoenix in Joker) : il personaggio Essrog cattura per la sua fragilità, sensibilità e intelligenza e offre a Norton la possibilità di confermare quelle doti espressive, mai fuori dalle righe, già dimostrate in altre pellicole (su tutte, American History X, dove già ricevette la candidatura). Non sono da meno gli altri comprimari, la bella e brava, Gugu Mbatha-Raw (Laura Rose, un’attivista della comunità di colore con cui Lionel si accompagna nel corso della sua indagine), il consolidato Alec Baldwin (quasi un Trump ante litteram), Willem Dafoe (il fratello del cattivo) e i colleghi dell’agenzia investigativa ….La colonna sonora curata da Daniel Pemberton, coerente con le situazioni e lo sviluppo della trama , quasi suggerisce lo stato d’animo dei personaggi ed è impreziosito da pezzi Jazz famosi ( suonati all’interno del club di Harlem del padre di Laura e comunque funzionali alla logica del film) che col loro impatto ricreano la magica atmosfera dei “fifties”, con il celeberrimo ponte di Brooklyn, avvolto nella nebbia, a dominare molte scene. A riprova dell’amore di Norton per il grande cinema poliziesco del passato, non mancano le citazioni che i cinefili più scafati non mancheranno di individuare (Taxi Driver? Gli Intoccabili? Chinatown? Il Grande Sonno? E perché no, Hitchcock?). Dunque un bel salto nel passato per un film potente e ben costruito.
data di pubblicazione:18/10/2019
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