(Teatro India – Roma, 7/10 febbraio 2019)
Favola tragicomica dell’ultimo Shakespeare, raccontata dalla voce di un bambino, Mamillio, figlio di Leonte, il re ferito dalla gelosia per la moglie Ermione. Storia di perdite e di ritrovamenti improvvisi, di amicizie e amori che il tempo, nei suoi salti, disperde e fa ritrovare.
Andrea Baracco e Maria Teresa Berardelli affrontano con semplicità e stile la regia di un classico shakespeariano e guidano un gruppo affiatato di giovani artisti, seriamente impegnati in scena nel raccontare una romanza dall’intreccio movimentato e dalle atmosfere fantastiche. Nove gli attori sul palco, molte di più le parti rappresentate per una messa in scena essenziale, ben studiata, fresca nella sua impostazione moderna dei costumi e del linguaggio scenico. La Compagnia dei Giovani del Teatro Stabile dell’Umbria dimostra di avere un buon numero di talentuosi artisti, dalle caratteristiche variegate e dalle ottime voci, pur nella loro percettibile ma non sgradevole breve esperienza. Sono Mariasofia Alleva nel ruolo di Ermione, la regina e sposa creduta infedele, che il marito e re di Sicilia Leonte, Ludovico Röhl, accusa di tradimento solo perché la immagina amante del suo migliore amico Polissene re di Boemia, interpretato da Carlo Dalla Costa, distorcendo la realtà fino a toccare il tragico. Con loro Luisa Borini, nel ruolo di Paulina, l’amica che nasconde la sua amata regina e la fa riapparire solo dopo moltissimi anni in forma di statua, artificio da lei ingegnato per proteggere e salvare l’innocente accusata, per poi mostrarla al momento giusto, quando è certa che davanti a lei si ripresenta il frutto mai goduto di un parto fino a quel momento creduto maledetto, la bellissima figlia Perdita, Daphne Morelli. La scena dello svelamento dell’inganno è una danza benedetta, a parteciparvi è anche Florizel, Edoardo Chiabolotti, figlio di Polissene e Amante di Perdita, figlia di Leonte. Con loro Jacopo Costantini nei panni di Antioco e Autolico, Giorgia Filippucci in quelli di Emilia e della Pastora e Silvio Impegnoso in quelli di Camillo, senza i quali la commedia della seconda parte del racconto non sarebbe stata né lieta né divertente. La voce di Mamillio, che in scena è un pupazzo, è di Adriano Baracco.
Uno spettacolo ridotto ad appena un’ora e mezza, distillato di un’ottima preparazione.
data di pubblicazione:09/02/2019
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