(Teatro della Cometa – Roma, 6/18 novembre 2018)
Monologo a tutto campo. Senza ritenzione né censura. One man show che funziona. Con il contributo sonoro di Gianluca Sambataro al pianoforte.
Tutto il mestiere e la capacità affabulativa di Maurizio Micheli, ormai più che settantenne (ma l’umorismo non ha età) in novanta minuti di spassoso divertissement attorno a usi e costumi italici. Una piccola copia del format di Mi voleva Strehler da parte di un attore a vocazione comica di sicuro mestiere e con numeri pirotecnici nel proprio bagaglio. A tratti divagazioni irresistibili mentre, sul filo della memoria, si scatenano note da karaoke, a soggetto e, apparentemente a libera improvvisazione. Il protagonista cuce lo spettacolo con il piccolo pretesto della permanenza in una sala d’attesa di Equitalia. Il clima è vagamente kafkiano. Vengono chiamati dall’altoparlante numeri a casaccio, c’è gente che aspetta da cinque giorni in quell’angusta sala. Il protagonista dunque ha tutte le possibilità di sfogarsi e suscita risate a scena aperta quando recita Leopardi con l’accento marchigiano. I due poli regionali della comicità di Micheli sono toscano-pugliesi. E dunque che si parli di Marina di Cecina o di Bari la sua inflessione dialettale rivela tutte le doti di imitatore-intrattenitore. Potrebbe anche leggerci l’elenco del telefono con quella verve ammiccante empatica che si salda con la viva simpatia dello spettatore in una pomeridiana di estimatori ma con pochissimi giovani (segno dei tempi?). E quando termina lo spettacolo vorresti chiedere il bis tanto la valigia dell’attore di Micheli s’immagina piena di ulteriori doni da porgere all’utente di teatro. L’interprete è unico e solo in scena ma la sua capacità evocativa crea, con il contributo di regia, altri personaggi imaginari che fanno parte di un vissuto a cui guardiamo con simpatia e con le capacità di una memoria che sembra non appartenere più al Paese e alla sua tradizione. Chi conosce realmente il proprio destino in una sala di Equitalia, un incubo per tanti italiani, ora burocraticamente dismessa ma non per questo dimenticata e rimossa?
data di pubblicazione:12/11/2018
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