All’incrocio tra Carmine Street con Bleecher Street, nel cuore di un Greenwich Village, sempre più turistico, sopravvive una piccola bottega artigiana, a prima vista un negozio di chitarre, che ci racconta piccole storie e amore per la musica. É il Carmine Street Guitars gestito dal 1990 da un dolce artigiano, che realizza casse e manici dei suoi pezzi unici con legname antico, che lui chiama “le ossa di New York”, recuperato da edifici dismessi della città: alberghi, bar, persino chiese. Ron Mann, il regista,”entra” per cinque giorni nella vita del negozio di Rick Kelly, ricco di aneddoti, personaggi e tante chitarre.
Se già una fabbrica di chitarre tra le più famose nel mondo, pensate alla Gibson o alla Fender, è quasi un laboratorio artigianale, seppure organizzato a modo di catena di montaggio per adeguarlo a grandi produzioni (la sola Gibson a Nashville realizza seimila chitarre all’anno), immaginate cosa possa essere la piccola impresa di Rick Kelly e della sua giovane e biondissima assistente Cindy Hulej, nei 300 metri quadri di Carmine street! Si tratta di una bottega laboratorio, gestita da sole tre persone: Rick e Cindy, già menzionati e la vecchia e arzilla “mom” di Rick, telefonista e contabile, dove regna sovrano un apparente disordine. In quello spazio, si realizzano pezzi unici di bellissime chitarre per musicisti, ma anche si riparano o ritoccano o modificano quelle degli affezionati clienti. E che clienti..! Nei cinque giorni, ripresi senza fronzoli velleitari dalla cinepresa del regista, si alternano alcuni dei migliori chitarristi della scena rock, jazz e country, contemporanea, oltre ad appassionati più o meno famosi. Non potendoli ricordare tutti, vediamo presentarsi nel negozio, Bill Frisell e Marc Ribot che ci deliziano, provando i raffinati strumenti o chiacchierando amabilmente di legni o di un Village che va scomparendo, Christine Bougie (Bahamas) che non si limita a provare una chitarra , ma canta una dolce ballata, come pure Eleanor Friedberger. Ancora, fra gli altri, si affacciano Nels Cline che vuol regalare una chitarra speciale al leader della sua band (Wilco), Jeff Tweedy che ha perso da poco il padre (e prenderà la preziosa Mc Sorley, appena realizzata da Rick col legno datato 1854 della più antica birreria di New York), Charlie Sexton della band di Dylan e Jaime Hince dei Kills. Interessante è il dialogo con Jim Jarmush (che ha prodotto il docufilm), cui molto deve lo stesso Rick in quanto fu il regista, anni prima, a regalargli i primi preziosi legni antichi che diedero l’idea del laboratorio.
Inutile dilungarsi: il film è un susseguirsi di chiacchiere intelligenti (sul perché Rick ama le Fender, sulle qualità del palissandro, sulla speculazione edilizia al Village), di test su chitarre, di musica acustica o elettrica ad alto livello, di tante cose che rendono questo piccolo documentario una chicca imperdibile per appassionati e non.
Al regista Ron Mann, canadese autore eclettico che passa con grande disinvoltura dal Jaz (Imagine the Sound), ai fumetti, (Comic Book Confidential), va il merito non da poco di aver saputo rappresentare al meglio, in un’ora e mezzo, questa piccola oasi di sogni e semplici emozioni al centro della città, culla del più sfrenato consumismo. Non sappiamo quante possibilità avremo di vedere questo piccolo gioiello sugli schermi delle nostre città (la miopia e l’inerzia dei distributori nostrani è notoria), ma se così non fosse cercate di non perderlo: ne vale assolutamente la pena!
data di pubblicazione:06/09/2018
Molta trascinante passione in questa recensione .
Potrebbe interessare molto mio figlio, grande appassionato di genere e chitarrista sulla scia del periodo raccontato.
Grazie
Sì, sulla lungimiranza della distribuzione “nostrana” non c’è da essere troppo fiduciosi. Grazie, quindi, per questo resoconto!