LA SCUOLA DELLE MOGLI di Molière, regia di Arturo Cirillo

(Cortile di Palazzo Venezia – Roma, 24 luglio 2018)

Deluso dal tradimento del precedente matrimonio, Arnolfo deciderà di crescere in una gabbia dorata Agnese, una bimba innocente come il suo nome suggerisce, perché un giorno diventi la sua sposa fedele. Ma la doppia identità che assume il nostro personaggio, che si fa chiamare anche Signore Del Ramo, e la sua doppia abitazione, quella ufficiale e quella dove rinchiuderà Agnese, saranno conseguenza di un equivoco che lo costringerà a diventare prima il confidente del suo rivale in amore e successivamente la vittima del suo stesso piano.

 

La scuola delle mogli è da annoverare certamente tra i capolavori del commediografo francese insieme ad altri più famosi titoli; commedia intrecciata secondo un gusto antico, ma che si vanta però di attribuire ai pochi personaggi una profondità psicologica tale da farla vivere nel tempo e sentirla a noi contemporanea. È per questo che la sua proposta è compresa e gradita da un pubblico moderno e che se messa nelle mani di un regista e interprete maturo e divertito come Arturo Cirillo, si sveste del vecchio e si riveste di una comicità esilarante e intelligente. La nuova messa in scena dell’opera, presentata per la prima volta a luglio di quest’anno alla 52° edizione del Festival teatrale di Verezzi e riproposta ieri sera nella straordinaria cornice del chiostro di Palazzo Venezia a Roma, convince e diverte. Tutto si concentra intorno alla casa dove viene tenuta prigioniera Agnese (Valentina Picello), l’innocente ragazza allevata da Arnolfo perché un giorno diventi la sua sposa perfetta, sorvegliata da una bizzarra coppia di servi, Georgette (Marta Pizzigallo) e Alain (Rosario Giglio). La casa ruota attorno a un perno, ne vediamo ora l’interno, con la sua stanza “gabbia” accessibile solo tramite una scala di ferro, e ora l’esterno, che da su un’immaginaria piazza. Sembra una casa delle bambole costruita per il divertimento esclusivo del suo padrone e come una bambola appare appunto Agnese, che scoprirà di essere donna solo quando conoscerà il vero amore nell’incontro con Orazio (Giacomo Vigentini). Tutto gira come in una giostra e i personaggi diventano giocattoli nelle mani del potente padrone Signore Del Ramo alias Arnolfo, che pretende di governare e gestire tutto solo con la forza del suo ingegno e della sua volontà. Ma non basta la sola volontà a determinare il corso delle cose poiché la forza determinante di un amore nato casualmente e il candore innocente di un’anima che sa dare retta al suo istinto, segnano inevitabilmente il declino e il rovinarsi di un piano, che se pur architettato con sapiente puntiglio, non può far testa alla bellezza e al sentimento. Il gioco si rompe, l’illusione della perfezione si sgretola: Agnese può vestire nuovi panni, non più quelli della bambola/bambina, ma quelli della sposa e dell’amata corrisposta.

La scuola delle mogli si inserisce nel ricco calendario di appuntamenti culturali di ArtCity, il progetto organizzato e realizzato dal Polo Museale del Lazio e dal MiBACT, che propone all’interno di spazi museali come Palazzo Venezia, Castel Sant’Angelo, il Vittoriano e altri luoghi di interesse culturale nel territorio del Lazio, serate di arte, musica, teatro, danza e letteratura da non perdere. Come accreditati.it non possiamo che suggerire di dare un’occhiata in internet al vasto programma di eventi organizzati (www.art-city.it). Buon divertimento!

data di pubblicazione:25/07/2018

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