(Teatro Vascello – Roma, 6/11 Marzo 2018)
“ …e che sono quelle? Quelle sono le nuvole…! Quanto sò belle…Ah meravigliosa e straziante bellezza del creato…” questo il punto di partenza dal quale prende avvio il racconto picaresco di Carlo Magno e dei suoi Paladini, tra tenzoni amorose e epiche, che ci portano pian piano alla disfatta totale di Roncisvalle dove tutti, con a capo Orlando, eroe leale e impavido, sacrificarono con la vita i propri ideali e le proprie personali ambizioni.
Lo spettacolo è ispirato a Che cosa sono le nuvole?, girato da Pasolini nel 1967 come messinscena sui generis dell’Otello in cui i personaggi erano degli uomini-marionette che si muovevano all’interno di un teatrino improvvisato. Per un atto di insubordinazione dei due protagonisti principali, Jago e Otello, il burattinaio decide di sbarazzarsi dei due oramai inutili attori-pupazzi che finiranno gettati tra i rifiuti dove, non più appesi a un filo, prenderanno coscienza del proprio stato di esseri liberi e per la prima volta potranno scorgere la bellezza del creato. Ecco quindi che l’epilogo pasoliniano, per una trasposizione di tempo e azione, diventa prologo di un racconto dove le marionette si umanizzano di nuovo per dare vita questa volta alle gesta di Rinaldo, Astolfo, Angelica, Bradamante e Orlando sino a concludersi con il riferimento all’ineluttabilità della sorte di chi ha agito sempre nella purezza di cuore e nella fedeltà al sovrano. Lo spettacolo Paladini di Francia ci riporta in un mondo di assoluta fantasia dove si può tornare per breve tempo a essere bambini, per lottare con armature improvvisate fatte di pentole sfondate e cucchiai deformati, in una appassionante avventura di guerra sotto il controllo della voce fuori campo di Carlo Magno che, lui stesso burattinaio, ispira le proprie creature a affrontare eroicamente la realtà da un punto di vista diverso e contrapposto. Carlo Durante, Emanuela Pisicchio, Anna Chiara Ingrosso e Francesco Cortese sono gli attori che si mischiano sulla scena vestendo i panni dei personaggi marionette in un pot-pourri di suoni e colori con una interpretazione degna dei migliori mimi della storia del teatro. Un originale gioco di scatole cinesi dove ognuna è prologo ed epilogo di quella successiva, per avviare il discorso mai esaurito in cui al centro troviamo l’amore in tutte le sue possibili espressioni. Pienamente riuscita l’idea di portare sulla scena un racconto fuori dal tempo con uno sguardo anche all’indimenticabile figura di un grande poeta che ci ha insegnato ad apprezzare quanto di più autentico ci circonda in questo mondo che, al di là delle indiscutibili storture, è anche pieno di un’inafferrabile bellezza.
data di pubblicazione:07/02/2018
Il nostro voto:
Uno spettacolo ben fatto e una regia di eccezionale poesia! È stato divertente vedere gli attori entrare e uscire dai personaggi con il cambio costume visibile sulla scena, bravissimi tra l’altro a cambiare voce e dialetto a seconda della marionetta che andavano a indossare. Uno spettacolo molto ben ritmato che lascia spazio al pensiero e al ricordo dei nostri giochi da bambino, quando si immaginava di essere un cavalierie o una dama e si costruiva la finzione con ciò che si trovava in casa. E poi la vita riflessa nelle nuvole, quella raccontata da Pasolini, che va e viene, si ferma e riparte, che a volte è nera e piovosa o bianca e di un incanto multiforme. Bello!