LOVE MEANS ZERO di Jason Kohn, 2017 – Selezione ufficiale

(12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 26 ottobre/5 novembre 2017)

Un documentario racconta la storia di Nick Bollettieri, leggendario allenatore di tennis che a stento avrebbe saputo vincere un set, ma che era in grado di far vincere gli altri. Un vincente che amava circondarsi di vincenti e che per questo era disposto a mettere da parte ogni inutile sentimentalismo. Almeno in apparenza.

Nick Bollettieri è uno dei più famosi allenatori di tennis della storia. Resta seduto su una sedia più di quanto abbia mai fatto in vita sua e risponde alle domande di Jason Kohn, avvertendolo di non accanirsi troppo nella ricerca di un senso nella storia che sta raccontando: lui è Nick, semplicemente Nick Bollettieri. E il risultato è il riuscito documentario Love means zero.

Bollettieri è stato il primo che ha tentato di applicare una logica “comunista” nella gestione capitalistica dello sport: ha infranto le regole, esigendo che i giovani aspiranti campioni si separassero dalle loro famiglie e vivessero all’interno dell’Academy, a stretto contatto l’uno con l’altro, alimentandosi dello spirito di competizione e della voglia di vincere.

Il carisma di Bollettieri faceva il resto. Un uomo avvicinatosi al tennis per caso e in “età avanzata”, uno che non avrebbe mai vinto una partita in vita sua, ma che era capace di far vincere gli altri. I ragazzi e le ragazze della sua scuderia erano disposti a tutto pur di conquistare la stima e le attenzioni di Nick. Vedevano in lui un padre. Un padre severo, cinico, che concentrava le proprie energie solo sui figli più promettenti. Il duello storico tra Andre Agassi e Jim Courier, alcuni degli campioni più noti del team Bollettieri, altro non era che una battaglia per conquistare il cuore e il rispetto di Nick.

Proprio la parabola professionale e umana di Andre Agassi diviene uno dei nuclei più riconoscibili della storia raccontata da Love means zero. Agassi è anche il grande assente del documentario di Kohn. Parlano per lui le immagini di repertorio degli incontri che hanno segnato la storia del tennis, le sue interviste, gli articoli di giornale. Agassi è stato uno di quegli sportivi che meglio ha incarnato le intersezioni tra sport, star system e marketing, ma è anche l’allievo che si porta dietro un controverso rapporto con il proprio “padre”.

Love means zero è un documentario ben congegnato e ottimamente diretto, capace di rendere partecipi della storia e di appassionare anche lo spettatore a digiuno della recente storia del tennis. Risulta interessante, in particolare, la metamorfosi di Nick nel corso dell’intervista: spavaldo e “tutto d’un pezzo” all’inizio, commosso e fragile alla fine. Così come interessante è la parabola della sua Accademia: sembrava anzitutto una spietata macchina da soldi, ma è arrivata sull’orlo del fallimento, perché Bollettieri non ha mai voluto vincolare contrattualmente i propri sportivi, i quali, dal canto loro, non hanno scelto spontaneamente di sostenere l’Academy.

Nick, alla fine, è semplicemente Nick Bollettieri: un vincente, che ama circondarsi di vincenti.

data di pubblicazione: 30/10/2017








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