(12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 26 ottobre/5 novembre 2017)
Paolo e Vittorio Taviani scrivono una nuova pagina di poesia ed incantano con Una questione Privata. Dalle righe di Fenoglio prendono magicamente corpo i personaggi di Milton, Giorgio e Fulvia, avvolti e protetti dalla loro amorosa amicizia come le nebbie delle Langhe salvaguardano i partigiani dalle rappresaglie dei fascisti. È l’estate del 1943.
Siamo ad Alba e Milton (Luca Marinelli), giovane studente universitario soprannominato così per il suo amore verso la letteratura anglosassone (e che un anno dopo diverrà il suo nome di battaglia da partigiano), fa visite giornaliere a Fulvia (Valentina Bellè), una giovane torinese sfollata per qualche tempo ad Alba presso la villa estiva dei suoi genitori. La ragazza, capricciosa ed affascinante, di cui Milton si innamora perdutamente, le è stata presentata dal suo amico fraterno Giorgio Clerici (Lorenzo Richelmy), bello e guascone. I tre iniziano un’assidua frequentazione sino a quando Milton, nell’estate del ’43, si arruola: lo ritroveremo un anno dopo partigiano tra le colline di Alba. Non essendo mai riuscito a confessarle il suo amore, Milton fa sovente dono a Fulvia di bellissime lettere d’amore, di cui la ragazza si bea ogni qual volta vuole sentirsi al centro dell’attenzione di quel giovane timido e riservato, che amava leggere in lingua stralci di Cime tempestose. Nel novembre del ’44, durante una ricognizione, il “partigiano Milton” si ritrova casualmente di fronte alla villa e si imbatte nella vecchia governante (Anna Ferruzzo) che gli confida quanto Fulvia e Giorgio si fossero frequentati assiduamente dopo la sua partenza.
Può la gelosia far fermare tutto ciò in cui si crede di più, sino ad arrivare a desiderare la morte? Inizia per questo giovane un viaggio fatto di corse estenuanti, e di stratagemmi guidati da una irrefrenabile ossessione per raggiungere quel rivale in amore che, anche lui partigiano, nel frattempo è stato catturato dai fascisti.
I personaggi del romanzo sono tratteggiati con maestria: Fulvia ad esempio è quasi irreale, è la scintilla che sconvolge Milton e se ne impossessa, sino a spingerlo in questa ricerca spasmodica del suo amico Giorgio solo per conoscere la verità sui loro rapporti, più che per salvarlo dal nemico. Bello il modo con cui i Taviani indicano il passare del tempo mutuato attraverso l’inquadratura su come cambiano le mani di Milton, così come l’importanza che danno al frusciare degli alberi che ricordano la brughiera dello Yorkshire in cui è ambientato il romanzo della Bronte. “Noi abbiamo sempre amato Fenoglio” –dichiara Paolo Taviani in conferenza stampa- “il libro ci ha dato la possibilità di esprimere quell’inquietudine che volevamo raccontare, di cui il fascismo è solo la cornice… noi non traduciamo il libro in un film ma, come fu anche per Pirandello, cogliamo quei sentimenti da trasformare, tradendo il testo… e Fenoglio, sarebbe d’accordo”.
In alcune immagini del film, che rimangono impresse nella memoria, si sente, senza udire, lo strazio della guerra all’unisono con lo strazio della gelosia che corrode le membra e l’animo di Milton, in un furore di “ariostesca” memoria, in cui la storia fa solo da tragico sfondo alla vicenda privata.
data di pubblicazione:27/10/2017
0 commenti