Roma, un anno e mezzo dopo le vicende che hanno portato all’arresto di Pietro e dei suoi amici, meglio conosciuti come “La banda dei ricercatori”, Pietro è in carcere a colloquio con la moglie e con il loro figlio di quasi un anno. Con un flashback la vicenda riparte proprio dall’arresto di circa un anno e mezzo prima, momento in cui Pietro e i suoi vengono reclutati dalla Polizia per condurre indagini contro la fabbricazione e lo smercio delle smart drugs, ottenendo, in cambio, la promessa di libertà. La banda dei ricercatori torna operativa, quindi, ma le sorprese non tardano ad arrivare.
Sidney Sibilia torna alla regia del suo prodotto, Smetto quando voglio, dopo il debutto con i fiocchi del 2014, e lo fa con un film che non fa assolutamente rimpiangere il primo, anzi. La narrazione non è mai prevedibile o scontata, il ritmo è costantemente alto, le battute sempre intelligenti e divertenti. Nel complesso, Smetto quando voglio – Masterclass è un film brillante, una commedia che si differenzia da tutte le altre del panorama italiano attuale (la maggior parte di basso profilo e contenuto, a parere di chi scrive). Diretto in maniera dinamica, fluida e sempre efficace da Sibilia, supportato da una brillante sceneggiatura ed interpretato in maniera molto convincente oltre che dai vecchi anche da nuovi protagonisti – tre sono infatti i nuovi personaggi: un medico abusivo, un sedicente trafficante di armi ed un avvocato in Vaticano – Smetto quando voglio – Masterclass entra di diritto nel complesso delle commedie nostrane (e odierne) che meritano di essere viste e ricordate. Il finale è aperto, anzi di più: in fine di proiezione, lo spettatore vede immagini di quello che sarà il seguito, un nuovo film della (quindi) trilogia, chiaramente girato contemporaneamente a questa seconda parte, che non può che essere atteso con trepidazione.
Da vedere (e gustare), assolutamente.
data di pubblicazione:09/02/2017
Scopri con un click il nostro voto:
Attendevo con ansia questo film dopo aver amato il primo episodio. Ferma la bravura degli attori, ho trovato un pò noiosa e spenta la prima parte del film, forse a causa del necessario rimpasto della storia – che deve riprendere le fila da dove avevamo lasciato i protagonisti, ovvero all’arresto del temuto “Murena” e del ricercatore Pietro – e del fisiologico momento “delle presentazioni” dei tre nuovi personaggi che si uniscono alla banda “dei cervelli brillanti non in fuga bensì prigionieri del sistema non meritocratico italiano”. Fatta chiarezza sul nuovo quadro d’azione, il film prende corpo e dalla seconda parte recupera quella genialità e quel dinamismo propri del primo Smetto Quando Voglio. Toni brillanti, esilaranti e accendono gli improbabili e rocamboleschi inseguimenti da spystory per le strade di Roma Sud (EUR e Appia Antica), le scene del porto di Civitavecchia, l’inseguimento sul treno merci, fino al finale (provvisorio che apre al terzo Smetto Quando Voglio ad honorem) a tinte gialle. Da vedere!