Flashback continui per questo nuovo giallo di Michel Bussi; la storia si snoda contemporaneamente su due piani temporali distanti ventisette anni uno dall’altro.
Agosto 1989. Corsica, dal diario di una Clotilde quindicenne veniamo a conoscenza degli antefatti dell’evento clou di quell’estate: dopo una corsa per le tortuose strade a precipizio sul mare della penisola della Revellata, l’automobile su cui viaggia la famiglia Idrissi finisce nel vuoto; nel mortale salto muoiono i genitori e il fratello di Clotilde, solo lei si salverà, con la vita inevitabilmente segnata.
Agosto 2016. Clotilde torna per la prima volta sull’isola con il marito e la figlia adolescente, torna al Camping dei Tritoni anche se non nella stessa piazzola C29, ma è lì che la raggiunge una lettera: la calligrafia e la firma sono quelli della madre…
Clotilde non è più un’adolescente, non crede ai fantasmi. I suoi ricordi sono chiari, gli ultimi momenti prima dell’impatto li ha scolpiti nella mente: rivede ancora il padre che stringe la mano della madre elegantissima nell’abito regalatole qualche giorno prima. Quindi come si spiega questa lettera?
E non è la sola stranezza, altre se ne presentano, altre coincidenze che soltanto uno di loro quattro avrebbe potuto conoscere, e Clotilde inizia a vacillare …
Dalla famiglia non ha alcun aiuto: il marito Franck e Valentine, la figlia, non le danno ascolto, sembrano anzi annoiati dal suo rivangare gli eventi accaduti tanti anni prima, quasi a dire che il passato è passato e bisogna guardare avanti.
Clotilde non si dà per vinta e comincia la sua indagine.
Interroga i vecchi amici, suoi e del fratello, i nonni, tutti coloro che in qualche modo erano stati partecipi della sua vita in quell’ultima estate di felicità. Con le sue indagini, con le sue domande riesce a ricostruire cosa sia accaduto realmente quella notte sulle strade della Revellata e riporta in vita vecchie sofferenze che porteranno a conseguenza terribili: “L’uomo aprì il quaderno. Non gli piaceva quello che stava per leggere. Eppure doveva. Per nutrire il suo odio”
Bussi torna a proporci lo schema che ha usato nei suoi precedenti libri, un capitolo via l’altro con uno sfasamento temporale degli accadimenti.
Il diario di Clotilde è scritto magistralmente, forse troppo per essere quello di una quindicenne, perfetto anche il contenuto con le descrizioni dei vari personaggi: il fratello “grande” che la guida, la bella della comitiva e i comportamenti dei maschi del gruppo, le rivalità tra le amiche, i sentimenti estremi e, in ultimo, la delusione della scoperta che i genitori sono esseri umani che sbagliano e non gli esseri perfetti che ci si immagina da piccini.
Il diario di Clotilde, e le descrizioni della Corsica, sono state le cose che più ho apprezzato del libro.
La storia è originale e ben congegnata, il ritmo aumenta man mano che si va avanti, un thriller che tiene sulle spine. La fine mi ha lasciata un poco interdetta, francamente troppo inverosimile, e avrei totalmente eliminato le ultime pagine che ci proiettano nel 2043, assolutamente!
Sicuramente un buon romanzo, in cui si riconosce la mano dell’autore di Un aereo senza di lei, purtroppo non si avvicina minimamente a Ninfee nere, che resta insuperabile!
data di pubblicazione:18/12/2016
0 commenti