Ultimo capitolo della trilogia di Mr Mercedes.
Nei primi due capitoli ci eravamo trovati davanti a due thriller, così come era stato per Joyland e per Colorado Kid, ma con questo ultimo capitolo torniamo al sovrannaturale che tanto abbiamo imparato ad amare nei romanzi del Re.
Iniziamo a leggere il romanzo con un flashback che ci riporta all’alba del fatidico 10 aprile 2009, quando il pazzo criminale Brady Hartsfield, Mr Mercedes, si lanciò, con tutta la potenza che gli permetteva la Mercedes rubata ad Olivia Trelawney, su decine e decine di persone in fila ad una fiera del lavoro, causando morte e sofferenze.
Torniamo nuovamente nel presente e ci troviamo al cospetto di uno strano caso di omicidio/suicidio che coinvolge proprio una delle vittime sopravvissute alla furia di Mr Mercedes; K.William Hodges e la sua assistente Holly Gibney vengono immediatamente coinvolti perché le coincidenze che fanno pensare a Hartsfield sono troppe: Brady aveva già spinto la Trelawney al suicidio e ci aveva provato anche con il nostro Hodges, potrebbe esserci ancora lui dietro questo caso?
Brady Hartsfield vegeta ormai nella stanza 217 del reparto di traumatologia cranica dell’ospedale Kiner da sei anni, dopo che è stato fermato mentre cercava di farsi saltare in aria durante un concerto per adolescenti.
Hodges inizialmente lo andava a trovare per assicurarsi che il suo stato vegetativo non variasse, ma è tempo che ha interrotto le sue visite e non sa che quella stanza è diventata nota per la particolarità delle porte che sbattono, delle persiane che si chiudono senza un alito di vento, degli oggetti che cambiano misteriosamente di posto; perfino alcune infermiere si sentono sempre più a disagio entrando nella 217, l’odiata capo sala del reparto è la prima non voler entrare in quella stanza perché “non si fida completamente di se stessa quando è in camera di Brady”.
In tutti gli anni che ha passato rinchiuso Brady è stato sottoposto a esperimenti che purtroppo non solo hanno ridato vita alla sua mente, ma l’hanno dotata di poteri sovrannaturali che il criminale vuole sfruttare nel solo modo in cui è capace, distruggere e vendicarsi: l’obiettivo è quello di portare a termine la strage mancata del concerto del City Center di sei anni prima.
A questo punto siamo totalmente coinvolti dalla storia, gli elementi di sovrannaturale a cui siamo abituati sono tutti presenti, e la lotta sarà senza esclusione di colpi.
Geniale anche la scelta del titolo; potremmo a questo punto considerare Mr Mercedes come la “nascita” a nuova vita del detective Hodges, Chi perde paga come il romanzo di mezzo in cui la sua vita prende forma e il giovane Pete Saubers diventa grande suo malgrado e Fine turno… ça va sans dire!
Ho letto molti commenti su questo libro, sulla trilogia e in generale sugli ultimi libri di Stephen King; la maggioranza dei commenti è sempre la stessa: non è più quello di Shining o di IT.
È innegabile, non lo è più.
Ma neanche io sono più quella che nel 1986 ha preso per la prima volta in mano un libro di Stephen King, IT per la precisione e che, un paio di giorni dopo, avendo finito di leggerlo, è entrata in libreria a prenotare la bibliografia completa.
Presumo che ognuno di noi cambi con il trascorrere del tempo, presumo lo facciano anche gli scrittori non solo per motivi “commerciali” o perlomeno mi viene da pensare non quelli come SK che ha al suo attivo più di 40 anni di titoli pubblicati che continuano a vendere e da cui si sono tratti film o serie TV. Forse parte della responsabilità va anche attribuita alla traduzione, ma anche in quel caso non si può obbligare un traduttore a continuare il proprio lavoro se non ne ha più voglia, come ha pubblicamente ammesso Tullio Dobner.
Il mio amore per il Re resta invariato, continuerò a seguirlo da fedele lettrice e a consigliarlo a tutti coloro che mi vorranno ascoltare.
Finisco con una informazione “televisiva”: da questa trilogia verrà tratta una miniserie TV diretta da Jack Benden (Lost e The Dome) che dovrebbe essere trasmessa negli USA nel 2018.
data di pubblicazione:30/10/2016
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