(11^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – ROMA, 13/23 ottobre 2016)
Zahira (Lina El Arabi) è una bellissima ragazza pakistana che vive da sempre con la sua famiglia in Belgio. La giovane è ben integrata nella mentalità occidentale, pur rispettando in privato le tradizioni religiose e comportamentali del suo paese d’origine. Costretta suo malgrado ad abortire, Zahira si troverà presto a dover accettare un matrimonio con un giovane che vive in Pakistan, imposto dalla famiglia e che ovviamente lei stessa rifiuta perché non lo ha mai conosciuto né tantomeno pensa di amarlo. Il film del regista belga Streker, pur trattando un tema che è stato oramai sviscerato in tutte le sue forme, non sembra voler a tutti costi esprimere un giudizio morale su quel che è giusto o su quel che è sbagliato riguardo ad una certa mentalità, ancora ben salda in molti paesi orientali. Qui si pone in risalto il dramma di questa ragazza che ama profondamente la propria famiglia, osserva in tutto le rigide regole che la governano, ma che comunque sente dentro di sé l’impossibilità fisica di sacrificare la propria vita in virtù di qualcosa che a lei stessa risulta inconcepibile. Poco valgono le parole del fratello Amir (Sébastien Houbani), suo grande amico e confidente, che cerca in tutti i modi di convincerla a mantenere la promessa di matrimonio già data per procura. Come gli altri membri della famiglia anche lui dovrà affrontare una profonda dicotomia tra i propri sentimenti e la cieca accettazione di consolidate regole sociali imposte dalla cultura pakistana: se da un lato persiste un affetto profondo per la sorella, dall’altro sembra fuori discussione il principio dell’obbedienza. Il film si lascia seguire con interesse ed è sicuramente di buon livello la recitazione degli interpreti che ci fanno entrare, con il dovuto rispetto, in un mondo a noi estraneo, ma sicuramente di indiscutibile attualità.
data di pubblicazione:20/10/2016
0 commenti