MATRIX E LA FISICA QUANTISTICA

Riflessioni in libertà su Il Tao della Fisica di Fritjof Capra- edizioni Adelphi –

Quando nel 1999 Lana e Andy Wachowski ci presentarono il primo Matrix, pellicola definita di pura fantascienza, il film conquistò pubblico e critica e vinse numerosi premi cinematografici tra cui 4 Oscar per miglior montaggio, sonoro, montaggio sonoro ed effetti speciali. I due personaggi principali, Neo e Morpheus interpretati rispettivamente da Keanu Reeves e Laurance Fishburne, entravano ed uscivano da due realtà virtuali ed immaginarie quali proiezioni mentali del proprio “io” digitale, vale a dire della propria immagine del sé, in Matrix. In particolare, in una delle prime scene, Neo si trova inserito in un programma a campo bianco dove chiede a Morpheus se quello che sta toccando o vedendo è realtà: Morpheus risponde che il reale non esiste. Non si può dunque definire reale quello che tocchiamo o vediamo, perché ciò si traduce in semplici segnali o impulsi elettrici che gli organi preposti trasmettono al cervello, che vengono poi codificati ed immagazzinati creando una intelligenza artificiale; tale intelligenza ci permette quindi di interpretare i fenomeni stessi al momento, per poi decodificarli quando ci sembrerà più opportuno.

In un futuro incerto, dove si è persa la cognizione del tempo, il sistema Matrix prenderà il sopravvento sull’umanità e ci dimostrerà che, quello che ci appariva sin ad ora reale, era al contrario una pura illusione. La realtà dunque non va capita o spiegata, è solo un mezzo virtuale che ci serve  per accostarci alla verità. Ma quale? La fisica quantistica ci spiega oggi che ciò che la nostra immaginazione elabora, come esseri pensanti superiori alle formiche, ci permetterà domani di creare qualcosa che oggi ci appare impossibile o fantasioso. Il fatto di pensare che si possa volare ci consentirà un giorno, prossimo o lontano che sia, di volare effettivamente; la mente umana crea quindi con l’immaginazione ciò che l’uomo in futuro renderà possibile concretamente, ovviamente solo quando sarà in possesso degli strumenti adatti per realizzarlo.

Fritjof Capra con Il Tao della Fisica – edito da Adelphi -, ci spiega da una parte i concetti, i paradossi e gli enigmi della teoria della relatività, della meccanica quantistica e del mondo submicroscopico e, dall’altra, evidenzia l’analogia di tutto ciò con le idee millenarie dei filosofi e mistici orientali. Uscire dalle categorie di spazio e tempo, la tanto elaborata teoria della relatività, permetterà quindi, all’uomo di domani, di capire ciò che oggi è ancora oscuro e fuori dalla sua portata.

data di pubblicazione 12/10/2014

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