L’autore di Pusher, di Drive e di Solo Dio perdona ha realizzato un film complesso e ambizioso, partendo dalla sua consueta cifra algida, asciutta, ereditata dal suo Maestro sceneggiatore preferito Paul Schrader, ma avventurandosi stavolta con coraggio in sentieri visionari, molto simbolici, che nella seconda parte del film virano sull’horror alla maniera di Suspiria di Argento, sovrabbondando altresì di citazioni psicologiche, e con allusioni a Jan Kott (se la Bellezza è Dio, è desiderio dell’uomo divorarla)
Essendo stato Refn regista di video e spot era l’ideale per questa storia che ha al centro come angelo sacrificale, una sedicenne troppo bella, di una bellezza mitica e assoluta, che non ha bisogno di trucchi né di sovrastrutture. Una bellezza che non può che suscitare gelosie in un universo dove i 21 anni fanno spavento e dove, probabilmente, l’autore stessodà libero corso ai suoi dèmoni. Ilimiti stilistici del film sono l’estetismo reiterato e la tentazione troppo modaiola delle locations e delle musiche.
Ambigui e sfuggenti i personaggi maschili più importanti, soprattutto il gestore dello squallido motel affidato, chissà perché, a un attore importante come Keanu Reeves.
Era chiaro che la platea di Cannes accogliesse con favore e clamore un film così potente, ma una visione più riflessiva ridimensionerà fatalmente il fenomeno.
data di pubblicazione:21/06/2016
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Il film non mi aveva convinto, ma, dopo questa recensione ambigua almeno quanto l’opera, sono più propensa a giudicarlo con occhi benevoli. L’introduzione mi ha arricchita, non conoscevo la citazione. Ciò che non condivido è la critica a ” l’estetismo reiterato e la tentazione troppo modaiola delle locations e delle musiche”: ho apprezzato questo lato e ritengo che serva a creare l’atmosfera disturbante ( come lo era per l’elegantissimo Solo gli amanti sopravvivono ). Keanu Reeves fa la sua parte a meraviglia, distonico com’è.