WEEKEND di Andrew Haigh

Il bellissimo Weekend, distribuito in Italia dopo ben cinque anni dalla sua uscita ufficiale, torna in sala il 17 maggio per la Giornata internazionale contro l’omofobia, per raccontare la magia dell’amore attraverso una storia di intimità tra due ragazzi alla ricerca di se stessi.

Russell e Glen si incontrano una sera in discoteca e passano la notte insieme. La mattina al risveglio i due iniziano a conoscersi, ripercorrendo con la mente quel che ricordano della nottata trascorsa e rivelando da subito caratteri e storie diversissime alle spalle. Glen all’apparenza più risolto e cinico, ironico e testardo. Russell docile e timido, romantico e insicuro. Entrambi sembrano disincantati sull’amore, il primo per una precedente relazione fatta di bugie e tradimenti, il secondo per un’incapacità di accettarsi appieno forse a causa dell’assenza di un legame coi genitori.

Andrew Haigh è un maestro e un poeta delle relazioni umane. In 45 anni ha messo a nudo, con l’espressività istintiva degli sguardi di Charlotte Rampling e un crescendo di emozioni soffocate che si scartano lentamente, le verità e i turbamenti di una coppia di anziani. Nelle due stagioni della serie tv per HBO Looking (da cui è stato tratto un film per il cinema di prossima uscita) Haigh, riprendendo proprio le atmosfere e i toni di Weekend, ha raccontato il mondo di tre amici gay a San Francisco, con una sceneggiatura fresca e realistica modellata su personaggi costruiti meravigliosamente.

Il fascino di Weekend sta proprio nella scrittura dei dialoghi diretti, teneri e spiazzanti, oltre che nell’interpretazione autentica dei due protagonisti, Tom Cullen e Chris New, che ci trascinano dentro i loro abbracci e il loro innamoramento anche grazie a una regia sensibile che fotografa la nascita e la crescita spontanea di un rapporto senza forzarne i tempi o invaderne bruscamente la più profonda intimità.

Altrettanto eloquenti sono gli sguardi e i momenti di silenzio tra i due, che si fanno sempre più densi di quell’alchimia, fisica e metafisica insieme, che quando scatta diviene scopo e motore dell’esistenza.

In sole quarantott’ore di strada percorsa insieme Russell e Glen sembrano trovare ciascuno una chiave di lettura per la propria vita, riprendendo a credere negli altri e in se stessi e riscoprendo la forza inarrestabile e catartica dell’amore. Quel che resta alla fine è un piccolo registratore con cui Glen ha fissato per sempre le parole e le risate scambiate con Russell. Forse sarà solo il ricordo dolce e nostalgico di un weekend insieme, un altro segno sul cuore. Forse invece porterà con sé, come ennesima tappa di mezzo di un percorso che non finisce mai, l’entusiasmo e la voglia di ricercare il nostro posto nell’universo, tanto da farci sognare di andare a vivere su Marte “where green rivers flow, and your sweet sixteen is waiting for you after the show”, come canta sui titoli di coda John Grant con I wanna go to Marz.

data di pubblicazione:15/05/2016

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