(Teatro Arcobaleno – Roma, 11/29 Maggio 2016)
“Meine Damen und Herren, Ladies and Gentlemen, Signori e Signore” pronti a scoprire quale vincolo straordinario, inspiegabile, irrazionale lega i personaggi di questa storia?
Germania. 1933. Lo Stato mitteleuropeo è in pieno fermento nazionalsocialista; il calore dei sentimenti lascia spazio al freddo acciaio delle armi. Una fiumana di persone si riversa nei paesi confinanti, costretta a fuggire perché considerata impura o non all’altezza dell’emergente razza ariana: non sembra esserci più posto per i sentimenti. E, invece, in un teatro di cabaret rimane ancora un barlume di speranza; in questo luogo, mitico e incontaminato, si formeranno coppie e l’amore sorprenderà gli attori e riscalderà i loro cuori doloranti.
400 anni sono trascorsi dalla morte di Shakespeare, ma le sue opere sembrano non avere età, capaci di vincere il tempo.
In questa rilettura della commedia del drammaturgo inglese (datata 1600), Ilaria Testoni sceglie di attualizzarla ambientandola nella Germania del 1933, in guisa da conferire maggior risalto al contrasto tra i nobili sentimenti e le azioni inumane compiute durante il regime. Attraverso la tecnica metateatrale si catapulta lo spettatore sul palco, rendendolo maggiormente partecipe della narrazione. Siffatta scelta registica è resa adeguatamente da Bruno Vitale attraverso il posizionamento di un velo posto a metà del palco – come la patina che ricopre le antiche fotografie, donando allo spettacolo ancor più fascino – e che permette di dividere gli ambienti (dietro le quinte e palcoscenico) del teatro tedesco dove avviene la messinscena.
La rappresentazione è piacevole e armoniosa; la Compagnia Mauri Sturno – composta di professionisti del mondo teatrale che lavorano insieme a giovani attrici e attori – si rivela uno strumento perfettamente accordato, in cui i commedianti suonano la loro parte come le corde di un violino (tra cui spicca la brillante l’interpretazione di Camillo Marcello Ciorciaro). In questa storia universale, tuttavia, non solo gli attori recitano, ma anche il pubblico finisce per essere emotivamente coinvolto, perché:“Tutto il mondo è palcoscenico”.
data di pubblicazione:15/05/2016
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