Jean Paul Rouve dirige una commedia lieve, graziosa, delicata, attraversata dal sottile filo della vita che scorre. Madeleine (Annie Cordi) una donna anziana rimasta sola dopo la morte del marito, viene portata dai suoi tre figli maschi in una casa di riposo contro il suo volere. L’unico che sembra capirla è suo nipote Romain (Mathieu Spinosi), figlio del suo primogenito Michel (Michel Blanc), con il quale l’anziana signora ha un’intesa particolare; anche sua nuora Nathalie (Chantal Lauby) sembra avere con lei maggiori affinità di Michel, uomo e marito noioso e prevedibile, privo di interessi e di cose da fare da quando è andato in pensione. Sarà proprio il carattere combattivo di Madeleine che riporterà un po’ di sale nelle loro vite, non appena la donna deciderà di scappare dalla casa di riposo facendo perdere le sue tracce e gettando i suoi figli nello sconforto totale. Ma Romain, con i suoi 23 anni ed il suo sogno di diventare uno scrittore, riuscirà grazie a quello speciale legame che li unisce, a mettersi sulle sue tracce, in un viaggio che gli farà comprendere il significato vero dei ricordi e quanto essi possano essere un balsamo rigenerante per rinvigorire il presente. Les souvenirs, appunto, parla di questo: di come non bisogna dimenticare ciò che si è stati, sforzandosi di apprezzare ogni stagione dell’esistenza per dare un significato a ciò che stiamo vivendo. La melanconia leggera ed il sorriso albergano in questo gioiellino francese, dall’andamento circolare che si apre e si chiude con la medesima scena e che ci fa assaporare il dolce scorrere della vita, in cui l’evento della morte le si contrappone, ma tuttavia ad essa si lega naturalmente. Bravissimi gli attori, meravigliosa l’intesa nonna-nipote che ci fa respirare l’importanza profonda di simili legami intergenerazionali. Michel Blanc conferma la sua già nota bravura e la frase con la quale conquista la sua Nathalie è un autentico capolavoro: signorina, lei è così bella che non voglio rivederla mai più! Il film invece è decisamente da vedere.
data di pubblicazione:1 maggio 2016
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Recensione ironica e deliziosa proprio come il film. grazie