BUCHI NELLA SABBIA di Marco Malvaldi – Sellerio, 2015

Sono una lettrice di parte. Amo i libri di Malvaldi  e seguo fedelmente e appassionatamente le vicissitudini di quella improbabile combriccola di vecchini toscani che si radunano al BarLume e che, con le loro osservazioni per lo più non richieste, riescono quasi sempre a trovare il bandolo della matassa nell’omicidio del momento.

Al di fuori delle avventure di Pineta avevo già letto Odore di chiuso con Pellegrino Artusi che si destreggia tra ricette e omicidi; questo nuovo libro non fa che confermare la mia stima indefessa per uno scrittore che riesce a incollare i lettori alle sue pagine, che siano esse di una nuova storia con personaggi già noti o di un racconto “a sé stante”.

Buchi nella sabbia si svolge interamente nel Teatro Nuovo di Pisa. Siamo nel 1901, Re Umberto I è stato appena ucciso, il figlio e nuovo Re, Vittorio Emanuele III sta per assistere alla Tosca di Giacomo Puccini; il rischio di attentato è molto alto, così come le misure di sicurezza prese dalla guardia regia. Pisa è terra di anarchici, il momento in cui Tosca assisterà alla fucilazione di Cavaradossi potrebbe essere utilizzato dai sovversivi per una protesta, o peggio, per un atto contro il nuovo re.

Nonostante i controlli, le misure di sicurezza, i carabinieri in sala di fianco agli individui più facinorosi, sul palco avviene un omicidio.

Le indagini vengono affidate al Tenente dei Carabinieri Gianfilippo Pellerey, quintessenza del motto dell’Arma “fedele nei secoli”, di animo cavalleresco e cervello fino e al suo diretto superiore Capitano Ulrico Dalmasso; i due verranno aiutati nelle indagini dalla loro nemesi: Ernesto Ragazzoni, poeta popolare rimatore di alto livello, redattore de La Stampa, personaggio anarchico e antimilitarista.

La descrizione delle indagini, degli interrogatori, delle conclusioni, sono di una maestria senza pari; Malvaldi tira fuori la sua ironia più sottile, dissacrante, comica; con la sua consueta abilità e senza alcuna condiscendenza riesce a farci avanzare nel romanzo con dettagli e particolari che rendono il mondo dell’Opera “noto” a tutti.

I personaggi e il periodo sono dipinti con una fedeltà veramente notevole e la penna di Malvaldi riesce a inserire alcune scene esilaranti anche in una storia criminale qual è quella del libro.

Malvaldi è veramente un maestro dei dialoghi, ricercati e spesso infarciti di lessico dialettale e battute ironiche, e delle situazioni spassose di cui arricchisce i suoi libri.

Anche questo è stato un libro piacevolissimo da leggere così come lo sono sempre stati quelli del BarLume e come, prima di questo, lo è stato Odore di chiuso.

data di pubblicazione: 19/04/2016

1 commento

  1. Malvaldi è uno dei miei autori preferiti: grazie per il consiglio!
    Nonostante dalla recensione si evinca che il libro è piaciuto, sarebbe interessante conoscere il suo giudizio finale.

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