È stato pubblicato come un romanzo per ragazzi e francamente, dopo aver letto Il bambino con il pigiama a righe e aver poi visto il film diretto da Mark Herman, non potevo non prendere in mano il nuovo libro di John Boyne.
La storia è quella Pierrot, un bambino francese di padre tedesco che, rimasto orfano, lascia Parigi per andare a vivere con la zia paterna in una splendida villa sulle Alpi bavaresi.
Siamo nel 1935 e la casa che accoglierà Pierrot è il Berghof di Adolf Hitler. Contro ogni possibile immaginazione Pierrot risulterà simpatico al Führer che lo prenderà sotto la sua ala protettrice e irretirà il piccolo che rimarrà affascinato dal potere che irradia quell’ometto.
Boyne descrive i rapporti psicologici che si creano tra i vari personaggi e che porteranno allo stravolgimento dei sentimenti e della comprensione del Bene e del Male di un piccolo innocente di 10 anni, sottolineando magistralmente il potere seduttivo che ha avuto l’ideologia nazista.
Il cambiamento di comportamento degli adulti nei confronti di Pierrot, il rispetto che scaturisce dal suo essere protetto di Hitler, deforma la percezione che il bambino ha di sé e delle azioni degli altri, cancellando completamente la sua innocenza e portandolo a commettere azioni ignominiose senza averne la benché minima percezione.
Il romanzo è duro, come non potrebbe essere altrimenti, la scrittura è semplice, visto il pubblico a cui è destinato.
Mi ha emozionata il finale del libro; la presa di coscienza da parte di Pierrot di quello che realmente è accaduto e che lui, affascinato dall’idea della superiorità della Germania nazista, non aveva voluto vedere; solo una volta fuori dal Berghof, a contatto con la “realtà” è riuscito a comprenderne l’orrore e la reale portata, riuscendo infine a capire e a pentirsi della sua trasformazione.
data di pubblicazione: 04/04/2016
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