(71. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Fuori Concorso)
Sulla scia di Life in a day, progetto a metà strada tra il documentario e il social movie, ideato e prodotto da Ridley Scott, Gabriele Salvatores ha raccolto frammenti di video realizzati con ogni mezzo tecnologico esistente, dallo smartphone alla videocamera GoPro, per ricostruire ventiquattro ore di vita italiana, dalle sedici albe a cui assiste ogni giorno in orbita l’astronauta Luca Palermitano al momento in cui ci si scambia la buonanotte. Se dovessi valutarlo come il film documentario di un regista poliedrico come Salvatores, direi che ha una serie di difetti, primo fra tutti un generale senso di fretta, come se lo spettacolo della giornata italiana debba consumarsi velocemente, senza pause e con tanti concetti e scene uguali che si ripetono, denotando una scarsa selezione (forse solo apparente) del materiale. Se, invece, guardo il film da italiano, ci ritrovo il mio Paese, pieno di contraddizioni e immagini che tolgono il respiro. Accanto all’Italia arrabbiata che non arriva a fine mese, c’è l’Italia che affronta la giornata con il sorriso pur avendo poco di cui sorridere. C’è l’Italia dei bambini che nascono e quella della popolazione che si fa sempre più anziana. C’è l’Italia di chi si ama e può sposarsi, e quella di chi non ha il diritto di farlo. L’Italia che viaggia e l’Italia che non ha alcuna intenzione di andarsene da qui. L’Italia che balla e si diverte, insieme all’Italia che si alza presto per fare il pane e lavorare. Pur avvertendosi in modo forte nel documentario il disordine del nostro Paese, a tratti disperato e a tratti buffo e grottesco, ne esce un’Italia con una nuova identità in via di formazione e con una gran voglia di rialzarsi. Senza retorica e senza eccessi d’enfasi e autocompiacimento, Italy in a day è finalmente una bella iniezione di sano patriottismo.
data di pubblicazione 29/9/2014
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